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Alieno - la mia settimana in un'azienda
volevo parlare un po' di questa sensazione che provai durante la mia settimana lavorativa, in questa bella azienda attiva e prosperosa.
scappai sicuramente a causa del mio disturbo ansioso, però c'erano altre cose che mi hanno colpito. per esempio, come da titolo, l'alienazione. il fatto di stare a contatto con persone "brillanti" mi faceva male. il fatto che fossero eleganti, dinamici, propositivi, sorridenti - mortacci loro -, come i personaggi di wall street (anche se michael douglas era simpatico, in quel film). il fatto che dovessi indossare giacca e cravatta, ma se è per questo anche una banale camicia non sembrava darmi requie. tutto quel mondo... mi fa male. non capisco il motivo; ero molto timoroso nei confronti dei capi, e va beh questo è tipico del disturbo evitante, ma era proprio quel mondo, dentro il quale ci stavo soffrendo. e insomma... perché? |
Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
Ma è normale, è un mondo che non ti appartiene, bisogna esserci così. Non tutti lo sono, anzi una minoranza di gente lo è.
Meglio fare un lavoro più introspettivo, meno formale. Certo, difficilmente si avanzerà di grado se non si è come "quelli lì", ma pazienza, e poi non è neanche detto. |
Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
Ti capisco, per me sono più alienati loro.
Spero di non dover mai lavorare in azienda. |
Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
dipende dal telefilm, lavorare per michael scott di the office ci metterei la firma pure io.
invece con questi mi sento sbagliato. non capisco perché, ci penso ma non riesco a comprendere il motivo. sarà invidia. |
Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
Io giacca e cravatta le indosso solo ai matrimoni, ai funerali, e ai colloqui (se serve).
Gli ho elencati in ordine dal piacevole, al meno piacevole. |
Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
Io in posti del genere non riuscirei nemmeno a mettere piede anche solo per dare un'occhiata.
Quando studiavo all'università vedevo gente del genere, tutti studenti di economia, erano lontani da me mille abissi. Non si tratta, almeno per quanto mi riguarda, di giudicarli, di decretare chi, tra me e loro, sia migliore, sia il più adatto, sia il più integrato o il più alienato. Si tratta semplicemente di constatare una differenza incolmabile. Loro faranno il lavoro per cui si sentono predisposti, quello della giacca, della cravatta, della dinamicità col sorriso e via dicendo, io faccio il mio di lavoro, e credo di farlo abbastanza bene, nonostante tutto. (certo, poi c'è il fatto che magari loro guadagneranno due, tre, quattro volte quello che guadagno io, ma questo è un altro discorso) |
Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
Capisco la sensazione di alienazione, tutto sta a mettersi una maschera sociale e fingere di integrarsi con i colleghi. Alla fine basta mantenere un rapporto di facciata e si va avanti tranquillamente.
Il problema è che lavori del genere oggi sono il meglio assoluto che si possa trovare, e sono richiestissimi (oltre che introvabili). Lavori meno qualificati e con meno contatto sociale hanno paghe da fame, zero diritti, turni che non ti fanno vivere e a volte possono esporre al rischio di infortunio o di forte stress. |
Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
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Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
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Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
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come detto, dopo una settimana sono scappato a gambe levate. l'idea di passare 40 ore a settimana così era terrificante... però non lo so se è solo perché sono malato, indolente o se semplicemente non è naturale per me stare là. questo non riuscirò mai a capirlo. qualcuno suggeriva cose tipo "aspetta di sentire la fame... vedrai poi come ti adatti". e m'adatterò, ma non credo che starò meglio. quando penso a certi dilemmi, come dico sempre, la soluzione migliore è controllare se esiste l'aldilà o la reincarnazione. avercelo, il coraggio. |
Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
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Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
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Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
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Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
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ma perché uno deve competere, prevaricare, avere la meglio su qualcun altro. a me sembra una cosa un po' tossica, forse anche per quelli che si trovano a proprio agio a farlo. |
Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
Però che ne sai se rimanevi un mese come ti saresti sentito?
Il fatto è che spesso accade che si rinuncia troppo presto perché proiettiamo l'immagine di noi stessi (che non é buona e capace) nel futuro. Quindi non sto bene ora, ho paura, ansia, cagotto, non potrà che andare peggio. Il problema non sta nelle capacità, perché quelle col tempo (più o meno tempo) le si acquisisce, ma nella proiezione negativa che si ha di sé stessi. Sta anche nell'accettare le proprie fragilità, che é il primo passo per superarle. Invece succede che rinunciando nn fai altro che confermare l'immagine di te negativa, quello scoglio allora diventerà ancora più alto e si va a finire come la volpe con l'uva. |
Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
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più o meno funziona come hai detto tu, è così che funziona il disturbo evitante. però a 'sto giro sono fortemente convinto di aver fatto l'unica scelta possibile. almeno in quella occasione, non c'era alcuna speranza, era una tortura annunciata. e lo avevo capito fin dal primo colloquio, anzi già l'annuncio m'aveva fatto sospettare. sono andato fin troppo avanti, rispetto ai miei standard. |
Sto in smartwork per un'azienda che terrà a questi aspetti di immagine, non so fino a che punto perché appunto (gioco di parole non voluto) non ci ho mai messo piedi finora. La comunicazione è molto formale, non è incentrata molto sulla brillantezza, sul dover fare i "fighi", è più impostata; in un certo senso così mi va anche bene, perché non sono un tipo a cui conviene lasciarsi andare e a cui piace farsi coinvolgere dalle situazioni in cui sei comunque abbastanza giudicato. Non so se in sede è richiesto un dress code particolare, spero di no, giacca e cravatta le ho messe solo alle discussioni delle tesi di laurea (triennale e specialistica), ma pure dovermi mettere sempre una camicia mi romperebbe abbastanza.
L'altro giorno ho dovuto fare una videochiamata con un capo dell'azienda con cui non avevo mai interagito ed ero nervoso perché sapevo che avrei dovuto dare una buona impressione. Alla fine ho fatto qualche gaffe probabilmente, comunque dopo non ci ho pensato più di tanto. È più semplice, da un lato, quando non condividi lo stesso ambiente fisico (anche se virtualmente se vai in videochiamata ti senti ancor di più gli occhi addosso). Sto cercando di accettare il fatto che sono probabilmente considerabile in genere una nota stonata dal punto di vista caratteriale e relazionale e poco ci posso (e voglio) fare. Mi deprime forse di più il non riuscire a rispondere ai requisiti tecnici, ho paura di vedermi incapace dal punto di vista delle mansioni da fare. In effetti dovrei farmi una ragione anche di questo. Alla fine mi induco a pensare che finché mi mandano i money (non molti ma spendo poco) "a casa" posso ancora resistere. |
Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
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certo litigavo con tutti, ma questa sensazione qua l'ho provata solo in quel contesto. |
Re: Alieno - la mia settimana in un'azienda
La cosa più importante non l'hai detta (o non l'ho letta io) : come lavoro ti piaceva?
Se la risposta è affermativa secondo me valeva la pena dare a te stesso del tempo in più per valutare la situazione. A fine mese quando arriva lo stipendio un pò di insofferenza passa. Di sti tempi poi.. |
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