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Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
Grazie per le risposte alla discussione precedente (https://fobiasociale.com/un-altro-pu...sinceri-72193/), mi avete fatto riflettere su quel che sto per scrivere. Metto in questa sezione perché è una roba parecchio rievocativa.
Pensandoci bene in effetti, da che ricordo, ho sempre cercato di modellare la mia personalità nel disperato tentativo di essere accettato dagli altri. Probabilmente decisi di farlo verso le scuole medie, quando mi resi conto che la mia debolezza caratteriale di allora mi rendeva impossibile stare tra gli squali che mi circondavano. Non erano cattivi, ne sono sicuro, ero io ad essere debole. Purtroppo, nonostante qualche segnale di miglioramento qua e là, non ottenni alcun risultato soddisfacente, e anzi, alle scuole superiori iniziai ad avvertire nei miei confronti delle vere e proprie ostilità, la mia vita sociale rimase abbastanza inesistente, e preferii concentrarmi sui risultati scolastici. Poi lasciai la scuola e iniziai a lavorare, tutto cambiò drasticamente e mi resi conto di dover gettare nuove fondamenta su quel modellamento continuo. Non potevo più basare la mia personalità sul tentativo di essere accettato socialmente, non era più il cercare di stare bene in mezzo ai miei coetanei la mia priorità, ma l'essere accettato lavorativamente, l'essere accettato dagli adulti, dai datori di lavoro, dai colleghi. Divenni sempre più rigido e formale, sempre più ligio al dovere e alle responsabilità, un soldatino insomma. Ecco, questo mi portò risultati migliori, visto comunque che, visto il contesto in cui vivo ancora oggi, era da adulti che ero circondato 24/7, adulti che facevano molte pressioni su quanto il lavoro fosse importante e apprezzavano che nonostante il contesto difficile in cui ci troviamo ancora ora (qui nel basso lazio non c'è granché da fare) grazie a Dio del lavoro non mi è mai mancato. Con i miei coetanei, per anni, ho avuto davvero pochissimo e nulla a che fare, se non qualche collega o qualche compagno del corso di formazione di turno, frequentati comunque solo in quei contesti e poi mai più visti. Più passava il tempo, però, più avevo avvisaglie che qualcosa non sembrava andare come doveva. Gli anni passarono ancora, e arriviamo a oggi, all'assurdo dell'oggi. Tutti coloro che fino a qualche anno fa mi chiedevano di concentrarmi sul lavoro, oggi si sorprendono che io non abbia anche una vita sociale e che anzi non sia interessato granché ad averne, che non abbia una ragazza, che anzi non ne abbia mai avuta una, e che anzi anzi neanche sia interessato ad averne una. Quando per un motivo o per un altro ho a che fare con i miei più o meno coetanei, quelli parlano di studio di livello avanzato, di costruirsi un futuro, di amore, di famiglia. All'università non sono andato, il mio cv è ricco di esperienze di ogni tipo ma è un guazzabuglio, l'amore per motivi prevalentemente morali non mi interessa e sinceramente per una quantità immensa di altri motivi neanche penso di potermelo permettere, e l'unica famiglia con cui interagisco son le 3/4 persone della mia famiglia di origine. Mi ritrovo insomma a non avere davvero nulla in comune con loro. Ogni tanto parlano anche di hobby, ma praticamente non ne ho. Mi si chiede poi anche di essere più rilassato, più leggero, meno rigido, nella vita quotidiana. Anzi, spesso i miei stessi datori di lavoro me lo chiedono, ma come si può essere leggeri sul lavoro, quando l'errore e il rischio di provocare danni anche gravi sono sempre dietro l'angolo? Fatico davvero a concepirlo. E così anche la mia autostima non ha mai avuto modo di costruirsi, perché qualunque cosa io faccia, qualunque comportamento io adotti, non riesco mai ad essere accettato completamente, non riesco mai a sentirmi all'altezza di chi mi circonda. La mia stessa ossessione per l'amore, e indirettamente anche per il mio aspetto fisico, molto probabilmente anzi quasi sicuramente, viene da questo. Non mi interessa la relazione, che sento come un grosso limite alla mia libertà e che secondo me neanche potrei gestire essendo il mio stile di vita per nulla adatto a una cosa del genere, e neanche del sesso, che va contro i miei principi morali. Ma cosa darei per provare almeno una volta quella sensazione che qualcuno mi stia accettando e apprezzando completamente. Soprattutto considerando che, ogni volta che spiego i motivi per cui secondo me non potrei permettermelo, nessuno mi crede, o addirittura mi sento rispondere "hai idea di che razza di gente riesca a trovare amore là fuori? non vuoi riuscirci tu?" Son subdoli condizionamenti che però vanno a toccare le corde più intime del mio desiderio di voler dimostrare a me stesso di non essere un'insignificante nullità. Mi rendo conto che tutto quel che ho appena scritto potrebbe suonare parecchio egoista e patetico, anche a me stesso, ma sono arrivato ad un punto della mia vita in cui non sopporto più di sentirmi l'inferiore meritevole dell'altrui disprezzo di turno, e ho deciso di lavorare sulla mia autostima...solo che davvero non ho idea di come, e neanche del risultato che vorrei ottenere facendolo. Ricordo, rimugino, ricostruisco, butto giù righe su righe, cerco di capire dove ho fatto bene e dove ho sbagliato, senza giungere da nessuna parte. Magari mi ritroverò a costruirmi l'ennesima personalità fittizia, che tra non troppo già risulterà scaduta. |
Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
Secondo me come tanti hai preso troppo alla lettera gli input tipici dell'educazione che si riceve nella nostra società. Da giovane non fanno altro che bastonarti, che devi farti il culo a studiare e lavorare senza distrazioni. Però poi vedi gli altri che studiano, lavorano magari più e meglio di te, e ciononostante si divertono, viaggiano e hanno esperienze con l'altro sesso. A quel punto qualche domanda sui tuoi limiti rispetto alla media dei coetanei inizi a fartele. Poi quando sul lavoro ti sei sistemato iniziano a rompere il cazzo che devi uscire, ti devi divertire, trovare una ragazza ecc... però gli anni migliori se ne sono andati e hai il vuoto intorno. Il nocciolo della questione è che dovremmo imparare a ragionare col nostro cervello e non fossilizzarci sugli schemi che ci vengono imposti, ma quando ce ne rendiamo conto è sempre troppo tardi.
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Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
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Riguardo il lavoro invece, non mi sento sistemato per nulla, sento che è ancora quella la priorità assoluta su cui dovrei concentrarmi. Sulla formazione, sull'accumulare esperienze e competenze. Ne va del mio futuro, insomma. |
Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
Sistemato si intende se hai un posto stabile con un buon stipendio a tempo indeterminato. Poi certo a meno non è uno di quei lavori di routine del cazzo come quello che faccio io si migliorano sempre le competenze e si può aspirare a ruoli migliori.
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Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
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Attualmente ad esempio ho due lavori part time, uno dei quali "scadrà" alla fine di quest'anno. |
Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
Utopia? In bocca al lupo per il futuro
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Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
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O almeno non siamo pessimisti. |
Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
Ma perché dovresti dire ai tuoi colleghi o datori di lavoro che non hai mai avuto una ragazza e hai problemi a livello sociale?Io non lo farei mai.
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Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
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Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
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Di solito se le persone non concepiscono emotivamente qualcosa, a meno di non "toccare con mano" non ti credono. Pensano che o menti a te stesso o occulti qualcosa agli altri, infatti basta vedere gli "incoraggiamenti" che ti danno. È tutto nella norma, successo anche a me su altre cose . Comunque non ci pensare utopia. L'importante è che fai quello che è importante per te stesso, e vai avanti per la tua strada. |
Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
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Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
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Sul fatto di trovare le argomentazioni giuste...secondo me ti responsabilizzi troppo, in generale. Quello che vedono gli altri dipende molto da come sono loro, e anche con le abilità retoriche migliori del mondo non puoi convincere tutti, sopratutto chi già parte da un altro ''mondo''. Non dipende tutto da noi. |
Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
Hai mai messo in discussione i tuoi ideali nel merito?
Mi sembri una persona profondamente seria, e questo credo sia carattere (e una cosa molto stimabile e rispettabile), ma sei sicuro che la forma attraverso cui esprimi il tuo "senso della vita" ti appartenga completamente, e non sia almeno in parte un vincolo che non desideri? Insomma, un conto è l'idealismo, un altro i valori concreti che abbracci. |
Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
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Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
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Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
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Non credo che avere maggiore autostima ti ''metta a rischio'' più si alza, più si è immuni al farsi influenzare, cosa diversa dal decidere dopo aver valutato, e per ragioni che riteniamo sensate, che magari la nostra idea era sbagliata, o da cambiare leggermente. |
Re: Grazie per le risposte, ci ho riflettuto
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