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Warner84 12-07-2020 17:20

Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Capita anche a voi di provare spesso un senso di insoddisfazione di voi stessi o della vostra vita? Chiaramente non mi riferisco ai periodi difficili o comunque negativi dove provare questo senso di insoddisfazione può essere abbastanza normale, ma quando si prova questa sensazione in periodi tranquilli o in quelle poche giornate buone che si hanno. Per rendere meglio l'idea, magari si sta passando un bella giornata facendo qualcosa che ci piace o che comunque ci fa stare bene (magari anche in compagnia) e puntuale si sveglia il “tarlo” dell'insoddisfazione riguardo a qualsiasi cosa che magari non ha nulla a che vedere con la giornata che stiamo passando, si mette in moto e incomincia a “rosicchiarci” la felicità e il buon umore del momento e si finisce per rovinarsi la giornata e provare solo malessere. Negli ultimi anni mi si è instaurato questo “meccanismo” inconscio nei rari periodi o giornate buone che rovina (mi rovino sarebbe meglio dire) anche quei pochi momenti. Prima non mi capitava questa cosa, forse essendomi talmente tanto abituato al malessere che provo negli ultimi anni, non avendo mai nessuna gioia e non avendo più sogni o speranze è come se il mio cervello rigettasse quei rarissimi momenti felici o sereni perché non li sente propri e che attuasse questo meccanismo come una sorta di autodifesa per non farmi illudere che la vita potrebbe anche essere piacevole o addiritura migliore. Capita anche a voi di provare questa insoddisfazione “fuori luogo” e come ve lo spiegate?

Robert_Plant 89 12-07-2020 17:28

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Succede sempre anche a me. La brutta vita che viviamo fa la sua parte, ma c'è anche chi è incline all'infelicità a prescindere da come vada la vita. Nel mio caso entrambi i fattori giocano a mio sfavore

muttley 12-07-2020 17:32

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Io me la spiego nella maniera che a me risulta più congeniale, ovvero secondo un approccio di tipo sistemico-famigliare-relazionale.
E' possibile che nel nostro percorso di crescita, quello in cui si interiorizzano in maniera non consapevole le emozioni che costituiranno l'ossatura della nostra vita interiore, qualcosa ci abbia trasmesso la sensazione che la felicità costituisca un ostacolo alla nostra sicurezza. Un esempio può essere costituito dall'atteggiamento di un genitore ansioso (o caregiver che dir si voglia), che quando manifestiamo segnali di espansività, estasi, eccitazione, voglia di uscire dal guscio si preoccupa della nostra sicurezza e salute fisica perché pensa che se ci lasciamo andare troppo all'allegria potremmo correre, scappare, farci male, incappare in pericoli di varia natura. Oppure il genitore un po' introverso e musone, che disapprova le manifestazioni di allegrezza ritenendole stupide, moleste, addirittura fastidiose e che potrebbe mostrare segni di disappunto facilmente assimilabili nell'età in cui non si è ancora consapevoli (e si assimila tutto con estrema naturalezza appunto). Secondo molte interpretazioni racchiuse anche nella psicanalisi classica, in quegli anni si associa ad un significato negativo tutto quello che suscita disappunto anche apparente e superficiale (si ricordi che il pupo assorbe tutto come una spugna, essendo ancora privo dei costrutti mentali che si svilupperanno in seguito) in chi si occupa di lui. E no, non quel disappunto dell'adulto che ti dice "non urlare che disturbi" ma quel disappunto vero, autentico, basato su gesti, espressioni, stati d'animo che risultano molto più permeabili all'emotività del bambino di mille parole e contenuti.

Keith 12-07-2020 17:50

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
si, mi succede soprattutto quando rientro a casa. quel senso di vuoto che sta a significare che anche se hai passato un momento piacevole poi all'atto pratico non è cambiato niente e ricominci sempre con la stessa vita di prima.
Non è proprio nella mia indole apprezzare i piccoli momenti, sono più uno da "grandi" traguardi.

Delta80 12-07-2020 17:53

Io ero molto insoddisfatto della mia vita e di me come uomo , poi con il tempo ho capito che non è colpa mia se sono così e se ho problemi , dunque non ho più ambizione di nulla e dunque non sono nemmeno insoddisfatto, certo è triste detta così

Hor 12-07-2020 18:06

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Ci lotto quotidianamente, e mi assale ogni volta che provo a intraprendere un qualcosa per migliorare la mia vita, appena ai primi stadî dell'azione, se non ancora prima che faccia alcunché: mi dico che non ha senso, che quello che farò non sarà che qualcosa di mediocre, che non porterà alcunché di utile alla mia vita, che altri lo faranno meglio, e così via. In ogni caso l'impulso a desistere è molto forte. E quand'anche portassi a termine qualcosa so bene che non proverei soddisfazione al termine dell'impresa, o la soddisfazione sarebbe comunque di brevissima durata.
È anche per tutto ciò che, alla fine, nel corso degli anni, sono arrivato a rinunciare in anticipo a molte imprese che, invece, se avessi battuto il ferro finché era caldo, avrebbero davvero migliorato la mia vita.
E ora invece mi ritrovo in mano con un pugno di cenere.

Come me lo spiego? Mi dico che devo avere qualcosa che non va nella chimica del mio cervello, che mi differenzia da quelle persone che, a parità di capacità, riescono invece a metterle a frutto, e a ricavarne soddisfazione.

Warner84 12-07-2020 19:20

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Quote:

Originariamente inviata da syd_77 (Messaggio 2475560)
si, mi succede soprattutto quando rientro a casa. quel senso di vuoto che sta a significare che anche se hai passato un momento piacevole poi all'atto pratico non è cambiato niente e ricominci sempre con la stessa vita di prima.

Ho vissuto anch'io una fase simile, in cui riuscivo magari a godermi la cosa sul momento ma poi successivamente provavo una sensazione di vuoto, insoddisfazione perché comunque realizzavo non sarebbe cambiato nulla e il senso di inadeguatezza sociale rimaneva tale. Ma ora si evoluta in peggio perché non mi riesce neanche di godermi le cose sul momento quelle rare volte che capitano dei bei momenti.

cancellato21736 12-07-2020 19:29

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Hor (Messaggio 2475567)
mi dico che non ha senso, che quello che farò non sarà che qualcosa di mediocre, che non porterà alcunché di utile alla mia vita, che altri lo faranno meglio, e così via. In ogni caso l'impulso a desistere è molto forte.

Io mi dico le stesse cose.
Anch'io soffro di disturbo evitante e tra quello, l'ansia e la depressione la mia vita è diventata un evitamento perenne.

Vivo quotidianamente nell'insoddisfazione, non so da quanto ormai non passo un momento di felicità, il buon umore non esiste e neanche i farmaci aiutano più.
Sono ridotto a passare le giornate sdraiato nel letto o seduto sul divano a fissare il muro e pensare a quanto faccia schifo, o direttamente al suicidio.

Warner84 12-07-2020 19:36

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Delta80 (Messaggio 2475562)
Io ero molto insoddisfatto della mia vita e di me come uomo , poi con il tempo ho capito che non è colpa mia se sono così e se ho problemi , dunque non ho più ambizione di nulla e dunque non sono nemmeno insoddisfatto, certo è triste detta così

Detta così può risultare un po' triste in effetti, ma arrivare all'accettazione di quello che si è e di quello ci ha riservato la vita probabilmente può portare a una forma di serenità verso se stesso che non è un male, anzi in un certo senso può risultare anche un bene perchè può portare a trovare un maggior equilibrio umorale probabilmente.

Warner84 12-07-2020 19:53

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Hor (Messaggio 2475567)
Ci lotto quotidianamente, e mi assale ogni volta che provo a intraprendere un qualcosa per migliorare la mia vita, appena ai primi stadî dell'azione, se non ancora prima che faccia alcunché: mi dico che non ha senso, che quello che farò non sarà che qualcosa di mediocre, che non porterà alcunché di utile alla mia vita, che altri lo faranno meglio, e così via. In ogni caso l'impulso a desistere è molto forte. E quand'anche portassi a termine qualcosa so bene che non proverei soddisfazione al termine dell'impresa, o la soddisfazione sarebbe comunque di brevissima durata.
È anche per tutto ciò che, alla fine, nel corso degli anni, sono arrivato a rinunciare in anticipo a molte imprese che, invece, se avessi battuto il ferro finché era caldo, avrebbero davvero migliorato la mia vita.
E ora invece mi ritrovo in mano con un pugno di cenere.

Capisco bene ciò che intendi dire, la paura di fallire o di arrivare a un risultato non soddisfacente supera la nostra convinzione di poter ottenere questo risultato ed esserne felici e questo ci porta spesso ad arrenderci ancor prima di provarci, poi qualora riuscissimo a superare la nostra paura e ad arrivare al risultato sperato il nostro senso di inadeguatezza ci farebbe sminuire il risultato ottenuto privandoci della soddisfazione per ciò che si raggiunto, un cane che si morde la coda in poche parole.

alien boy 12-07-2020 20:00

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
io non credo più nella felicità come cosa da raggiungere, al massimo nella realizzazione di sè. Ho questa idea che devo portare a termine un percorso, che comuque anche se lo completo non sarei felice, ma se fallisco crollerei nell'infelicità insostenibile per proseguire a vivere. Adesso per la maggior parte del tempo non provo niente, a parte l'emozione della paura che mi disturba nelle forme di paura sociale e doc, qualche momento di divertimento schizoide, e momenti depressivi in cui mi sento un idiota. Comunque neanche riesco a impegnarmi più di tanto nell'agire per raggiungerei quei risultati. In realtà neanche so definire con completezza quali sarebbero questi risultati e lo sforzo richiesto internamente lo rifiuto, per cui poi mi lascio andare e mi allontano dagli obiettivi, vado in ansia e mi sento meno in grado.

Delta80 12-07-2020 20:02

Quote:

Originariamente inviata da Warner84 (Messaggio 2475608)
Detta così può risultare un po' triste in effetti, ma arrivare all'accettazione di quello che si è e di quello ci ha riservato la vita probabilmente può portare a una forma di serenità verso se stesso che non è un male, anzi in un certo senso può risultare anche un bene perchè può portare a trovare un maggior equilibrio umorale probabilmente.

Si a livello umorale va meglio negli ultimi anni , tra le altre cose soffrivo di disturbo bipolare, però mi è rimasta ansia e depressione, più il disturbo ossessivo compulsivo, certo l’accettazione dei miei problemi c’è , ma anche la tristezza di non avere entusiasmo e ambizioni a solo 40 anni

Delta80 12-07-2020 20:03

Quote:

Originariamente inviata da Noradenalin (Messaggio 2475598)
Io mi dico le stesse cose.
Anch'io soffro di disturbo evitante e tra quello, l'ansia e la depressione la mia vita è diventata un evitamento perenne.

Vivo quotidianamente nell'insoddisfazione, non so da quanto ormai non passo un momento di felicità, il buon umore non esiste e neanche i farmaci aiutano più.
Sono ridotto a passare le giornate sdraiato nel letto o seduto sul divano a fissare il muro e pensare a quanto faccia schifo, o direttamente al suicidio.

Spero riuscirai a migliorare un poco la tua situazione, te lo auguro tanto , sei comunque ancora giovane

XL 12-07-2020 20:44

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
A me solo se va qualcosa storto che non controllo (anche piccolo) si innesca questa bomba ad orologeria, altrimenti non succede nulla, se stavo di buon umore in genere ci resto.
Il tarlo riesco ad ancorarlo, non è che all'improvviso inizio a pensare negativamente a qualcosa così dal nulla, nel mio caso è difficile, c'è sempre qualche evento scatenante che riesco ad individuare.
C'è una sorta di accumulo di frustrazione, basta una piccola goccia e il vaso trabocca.

Masterplan92 12-07-2020 21:20

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Robert_Plant 89 (Messaggio 2475547)
Succede sempre anche a me. La brutta vita che viviamo fa la sua parte, ma c'è anche chi è incline all'infelicità a prescindere da come vada la vita. Nel mio caso entrambi i fattori giocano a mio sfavore

Pensavo La stessa cosa..nel mio caso c entrano anche l apatia e la depressione

Winston_Smith 13-07-2020 11:12

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Warner84 (Messaggio 2475546)
non avendo mai nessuna gioia e non avendo più sogni o speranze è come se il mio cervello rigettasse quei rarissimi momenti felici o sereni perché non li sente propri e che attuasse questo meccanismo come una sorta di autodifesa per non farmi illudere che la vita potrebbe anche essere piacevole o addiritura migliore. Capita anche a voi di provare questa insoddisfazione “fuori luogo” e come ve lo spiegate?

Questo passaggio penso di poterlo sottoscrivere anch'io, almeno in parte.
E' come se inconsciamente fossi convinto che oltre un certo limite non potrò comunque andare, che quello che 10 o 20 anni fa potevo immaginarmi per il futuro nei termini più ampi di realizzazione personale non è raggiungibile, non nell'ambito di una vita "ordinaria" almeno... the child is grown, the dream has gone (cit.)

Masterplan92 13-07-2020 11:17

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Boh..ma io neanche nei miei sogni più neri avrei immaginato dieci anni fa sarei finito così..sono insoddisfatto ovvio..tanto anche...sono totalmente bloccato e non so proprio come uscire da questo cono d ombra..:(

cancellato21736 13-07-2020 11:27

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Delta80 (Messaggio 2475628)
Spero riuscirai a migliorare un poco la tua situazione, te lo auguro tanto , sei comunque ancora giovane

Non lo so, anche'io come hanno già scritto altri ho ormai perso ogni sogno e speranza, non riesco ad immaginare il mio futuro in queste condizioni

Riesco solo a pensare al fatto che vorrei che finisca tutto il prima possibile; smettere di pensare, smettere di soffrire, smettere di esistere.

Keith 13-07-2020 11:30

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 2475813)
the child is grown, the dream has gone (cit.)

The time is gone, the song is over,
Thought I'd something more to say.
(cit.)

utopia? 13-07-2020 11:30

Re: Il "tarlo" dell'insoddisfazione
 
Il problema non è tanto l'insoddisfazione, quanto il pensare che è colpa tua se sei insoddisfatto.


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