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finalmente iscritto
ho appreso giusto oggi dell'esistenza di codesto forum....
son stato sulle spine per un pò nell'attesa che il mio client di posta elettronica emetesse il segnale relativo all'avvenuta ricezione del nuovo messaggio... uno styling veloce del profilo ed eccomi fra voi...... ah dimenticavo... sono un maschio (fra parentesi anche caruccio,la preoccupazione per l'estetica è un mio cruccio da sempre ndr) ho 35 anni.. soffro di disturbi e scompensi riguardanti la sfera emozionale (è l'espressione che a mio avviso meglio denota il generale disagio psicologico e mentale) da circa 19 anni.... socialmente fobico da 10, anche se in lieve miglioramento... al momento assumo in modicissime quantità i seguenti psicofarmaci: paroxetina, solian e xanax a vostra completa disposizione per eventuali chiarimenti... |
finalmente un mio coetaneo! :lol:
benvenuto! pensavo di essere l'unico 30enne fobico :lol: |
benvenuto!!!
io invece non prendo psicofarmaci, non ne ho mai presi, ma in fondo non sono mai andato da uno psicologo dicendogli che sono sociofobico.. |
Benvenuto! Con quell'accoppiata nick ambiguo + avatar strappamutande, ho idea che verrai sommerso di pm :wink:
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Re: finalmente iscritto
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ciao! http://smileys.sur-la-toile.com/repo...bienvenue5.gif
il visetto carino dell'avatar rispecchia te o la tua donna ideale? --- Non ho mai studiato francese, il nick significa "si deve scegliere" "c'è bisogno di scegliere" o tutt'altro? perdona la curiosità molesta... |
benvenuto
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A me già più o meno all'altezza del terzo rigo mi si è acceso un lampione... :D 8)
Benvenuto! |
Re: finalmente iscritto
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il connubio tra la troika di grazia leggiadria e bellezza con quella di inquietudine malinconia e disperazione rappresenta l'apogeo dell' orgoglio decadente.... non poteva non essere iscritta nel novero delle mie eroine.... |
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è una frase tratta dal delirio celiniano del "viaggio al termine della notte" romanzo vivamente consigliato, in particolar modo agli adolescenti inquieti e dolorosamente problematici, affinchè si conservino tali.... |
Benvenuto "bisogna scegliere". Spero ti troverai bene tra i tuoi simili :D
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@Il_Faut_Choisir
Grazie della risposta, mi è servita: già vedevo quella frase come un'esortazione positiva... certo, la tua firma ha aiutato a smorzare questa mia impressione ottimistica. Purtroppo non ho letto nulla di Céline (sei almeno il terzo che me lo nomina davanti e non è poco, date le mie scarse frequentazioni). Quel romanzo potrebbe essere una buona base di partenza :D Quote:
@Tristan: già... e se lo dici tu che detesti cordialmente questo genere di pregiudizi... |
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mi sento rinfrancato e contemporaneamente eccitato nell'accingermi all'esplorazione di questo piccolo accogliente e caloroso cantuccio di rete...... in quanto al "caloroso" di cui sopra, siatelo effettivamente però, qua non mi risponde chiù nisciune (chiosa defilippiana, ispira "tanto sentimento" e suona a meraviglia).... (era da intendersi peppino, non maria mi raccomando) |
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PS: e poi non mi dà conto. Più chiaro di così! :D 8) |
Re: finalmente iscritto
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(non è un analisi valida per tutti, è quello che proverei io in un contesto del genere) Quote:
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oddio gattuzza....
forse dovresti notivare attraverso una spiegazione cosa tu intendessi denotare con l'attributo "disumanizzante"... riflettendo sul suicidio della giovane kazaka non ho potuto evitare di soffermarmi su uno dei miei topoi esistenziali... ossia la pressione ambientale che si traduce poi in un braccio di ferro snervante e logorante col proprio giudizio interno... la necessità di dover essere sempre all'altezza del ruolo, specie nei contesti contraddistinti da un clima competitivo (ma d'altronde poi quale contesto non lo è) induce ad una selezione accurata e metodica dei propri comportamenti e delle proprie attitudini in vista dell'ottimizzazione delle performances.. dalla tensione verso un modello di perfezione, tenuto conto dell'inaccessibilità di quest'ultima, ecco scaturire la frustrazione, da qui il senso di colpa, il tutto corredato dall'ansia di prestazione a caratterizzare l'effannosa ricerca di un optimum tanto indefinito quanto irraggiungibile... |
flauto magico, ma tu cosa studi? 8)
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Mai visto un sardo esprimersi con tali artifizi linguistici.
Benvenuto. 8) |
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per il resto, sono mie sensazioni... facendo la top-model si è costretti a trasformarsi in statua, in opere (di altri) il più possibile perfette, si sfrutta tantissimo il corpo espropriandolo alla modella stessa per offrirlo agli occhi e alla volontà altrui. Non ci si può esprimere se non marginalmente, si diventa tele bianche pronte ad essere dipinte ogni volta da uno stilista o un fotografo diverso. Altri lavori non solo sono immersi in una sana ordinarietà (= varietà, della cui esistenza ci si potrebbe dimenticare, passando da un set a una sfilata), ma permettono anche di far uscire tanti lati e risorse della nostra personalità non meno importanti della bellezza esteriore... inoltre, "la tensione verso un modello di perfezione", "l'ansia di prestazione", le regole rigide (non solo alimentari) e non personalizzate, i soldi facili che danno tutto ma inspiegabilmente non la vera felicità... il tutto contribuisce a un clima super-umano. Ma io non vedo molta differenza tra il super-umano e il sub-umano. Sono due condizioni (per me) insopportabili oppure folli. Si sfugge alla nostra natura e ci si trova costretti ad essere di tutto (miti, simboli, icone, robottini telecomandati, rifiuti, scarti, soggetti pericolosi) tranne che noi stessi. In effetti è un discorso banale, però penso che avere come unica prospettiva una vita da modella sia veramente frustrante, se non si è forti e non si escogitano delle scappatoie: passioni/hobby, carriere parallele nel cinema, droga... molto semplicemente, uccidersi quando ci si sente un manichino (privo di vita per definizione) mi sembra quasi logico (ovviamente se si è anche depressi), da qui lo stupore di cui parlavo nell'altro post. |
l'esegesi del "disumanizzante" mi è parsa esauriente gattuzza....
oddio mi va ora di allacciare una notazione di stampo prettamente filosofico alla tua apprezzabile disquisizione.. la riduzione dell'uomo a icona e l'alienazione dello stesso rispetto alla dimensione antropologica è una conseguenza imprescindibile della dimensione "culturale" dell'essere umano.... o meglio della sua consapevolezza della storia, acquisita mediante l'apprendimento circa le esistenze antecedenti alla propria, col passato che inevitabilmente assurge al rango di archetipo e come tale come un baluardo della coscenza con il quale diviene impossibile il solo astenersi dal confrontarcisi... l'iconizzazione dell'individuo nella società evoluta è un'opzione di default inevitabile, questo voglio dire.... |
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