Re: Psicoterapia boff
Che approccio segue il tuo terapeuta, Edwin?
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Re: Psicoterapia boff
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Resta però che a livello "divulgativo" la musica è diversa, e i discorsi che si leggono sono quasi univocamente incentrati su disturbi da cui è possibile "guarire", con tanto di omaggi al paradigma psichiatrico delle "cause" genetiche. Anche solo che non ci sia una presa di distanze colpisce. In fondo non si tratta di questioni leggere, per cui può valere il principio del vivere e lasciar vivere, ma di idee che influiscono in modo piuttosto pesante sulla vita di chi si ritrova in un certo ruolo. Io penso che chi cerca di esprimere al riguardo punti di vista "ragionevoli" e accomodanti eviti sotto sotto di riconoscere una notevole insofferenza. |
Re: Psicoterapia boff
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C'è da dire che è integrato al lavoro di gruppo, che è lo Psicodramma (http://www.psicoterapiarca.it/181_0/default.ashx), quindi immagino sia Cognitivo-Comportamentale perchè mi pare affine, ma onestamente non ci metterei la mano sul fuoco. Piccola parentesi sul lavoro di gruppo: iniziai come lavoro singolo e poi mi fu proposto. Da fuori sembra la cosa più anti-fobica del mondo eppure, mal grado lo spettro di persone che partecipa sia ampio, ho riscontrato che moltissime persone con questa linea di problematiche funzionano abbastanza bene. E' difficile da spiegare senza vederlo, però :D Non ho mai parlato di che tipo di terapia di gruppo faccio perchè non credo ce ne siano molte e son facilmente sgamabile se dovessi essere letto, quindi non quotate anche solo il pezzo relativo al gruppo. In caso forse cancellerò qualcosina |
Re: Psicoterapia boff
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Ricordo questo perché l'intera famiglia Moreno era fatta di persone una più strana e bizzarra dell'altra, però buone persone e simpatici tutti. Lo scherzo venne ricordato per oltre 15 anni, se ne parlava ancora. Poi piano piano gli appartamenti passarono di mano e con loro la memoria storica del condominio; ogni tanto, quando passo davanti alla porta mi ricordo di lui. Ma dello scherzo credo di essermi dimenticato fino a 5 minuti fa. Forse l'ho rimosso per l'invidia del fatto che allora era già famoso mentre io non ero né mai sarò nessuno :D |
Re: Psicoterapia boff
Magari mi sbaglio ma lo psicodramma e la tcc mi sembrano due cose piuttosto distanti l'una dall'altra. Mi sembra più plausibile sia fatta da un terapeuta che utilizza l'approccio psicanalitico o altri in qualche modo "parenti" (psicodinamica, umanistico-esistenzialista, rogersiano...). Vabbè in realtà non so quanto c'abbiano a che vedere con la psicanalisi questi qua, ma cmq una terapia del profondo, ecco.
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Re: Psicoterapia boff
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Ma per arrivare a un accettazione vera anche i miei limiti dovevano essere veri e l'unico modo per capirli è stato facendo esperienza nel mondo reale, così mi sono venuto a trovare nella condizione di dovermi confrontare con tante tipologie di persone e ho scoperto prospettive diverse, tutto questo mi ha arricchito perché ha contribuito a scardinare quelle mie credenze malsane e ha contribuito a capire meglio quali fossero i miei limiti reali e quali i miei limiti che erano frutto di condizionamenti inconsci e quindi di limiti che in realtà erano solo nella mia testa. Non accettare mi ha anche spinto ad analizzarmi, a fare ricerca interiore, a documentarmi, perché io non mi davo pace, dovevo capire perché:D. |
Re: Psicoterapia boff
Con la psicoterapia ho sempre avuto uno strano rapporto e ora come ora non saprei che definizioni dare ad essa...
Premesso che attualmente mi trovo a fare qualche chiacchierata con una professionista privata (col Corona Virus ho interrotto non sono molto propenso ai colloqui a distanza via videoconferenza) non l'ho mai trovato utile per anni visto e considerato che sia le ragazze coi loro rifiuti, sia i ragazzi gettonati col loro bullismo fisico e psicologico e sia mio padre con la sua pragmaticità e la sua tendenza a non darmi alibi (Io ero un fallito ed una delusione per lui anche se mi ha sempre aiutato a livello pratico) mi hanno fatto capire chiaramente qual'era la situazione e quali erano le mie prospettive... Poi l'arrivo dell'inferno in terra che è stato talmente tale e tanto almeno per le autorità sanitarie (anche se qui dentro mi definiscono un piagnina e le persone popolari con le ragazze, oltre ad alcune delle ragazze stesse, nel mio background sociale che negli ultimi anni si è esteso mi definiscono altresì uno sfigato che piange su cose su cui sono passati tutti con una malafede che li rende pure attraenti pare) che sono stato inserito insieme ai miei quando erano vivi in un percorso psicologico convenzionato con la locale ASL dove ho conosciuto una professionista con cui ho fatto delle chiacchierate... Non saprei che metodo ha usato ma sul momento mi ha fatto sicuramente bene anche se non mi ha portato fortuna perchè ha sempre cercato di indurmi a pensare positivo con risultati infimi visto quanto è accaduto poi che non ripeterò... Col tempo anche se poi sono uscito dalla convenzione dopo che sono morti i miei sono rimasto con lei anche se ho rarefatto le visite per motivi economici... Non mi trovo male, uno sfogo mi serve e soprattutto lei sapendo perfettamente la mia storia non si permette di minimizzare il mio percorso negli inferi come viene fatto ovunque praticamente anzi.. In questo topic interessante mi ritrovo comunque in quanto scritto da Pokorny... Condivido tutti i suoi interventi... |
Re: Psicoterapia boff
Sul tema dell'approccio terapeutico per "diagnosi e cura", di cui si parlava sopra, devo dire che capisco il problema, ma nella mia ridotta esperienza non ho percepito questa deformazione.
In una terapia che è durata comunque molto tempo (psicodinamica), non ho mai ricevuto nessuna diagnosi. Io non ne ho chieste, ma non è mai nemmeno capitato nel discorso. Ero semmai io stesso, nel parlare di me, che utilizzavo delle categorie di riferimento, ma questi spunti non venivano mai colti dalla psicologa. Inoltre come ha osservato Moonwatcher, può sicuramente darsi che alcune persone soffrano in maniera particolare l'idea che le proprie difficoltà vengano trattate come disfunzionalità, e questo va rispettato, ma ci sono anche altre persone che non sentono questo problema. Io sono sicuramente nella seconda categoria, ho un atteggiamento molto sereno in merito, riesco a concepire mentalmente, e sopportare emotivamente, il fatto che si possa vedere alcuni lati problematici della mia psiche come dei "difetti" (termine terribile che nessun terapeuta userebbe, ma io su di me sì), o comunque dei compagni di viaggio non desiderati. Non temo che una terapia eroda parti importanti di me, non mi sento deprivato, semmai, al contrario, si tratta di permettermi di esprimere me stesso in maniera libera. |
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Se senti di aver guadagnato spontaneità, quindi di avere avuto un miglioramento che appartiene alla sfera delle sensazoini e dei pensieri automatici di fronte alle situazioni sociali, è un'ottima cosa. |
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Il sentirsi in pace con quello che si fa e soprattutto si è purtroppo non dipende solo da me ma dipende anche da quanti e quanto accettano le mie "deviazioni" dalla "normalità", a meno di non fare l'eremita. Quote:
Quando manderanno dallo psicologo, anche in maniera coatta, tutti quelli che lasciano il bidè per strada et similia, dopo allora forse ci andrò anch'io. |
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Capisco il tuo punto di vista, e naturalmente non posso entrare nel merito di ciò che per te risulta intollerabile o insoportabile. Io però seguo una prospettiva diversa. Non mi concentro sulla giustizia (riprendendo una parola che hai usato tu). Io penso che ognuno si trovi nella situazione di doversi fare carico di se stesso. Non devo pensare che altri dovrebbero migliorare prima che lo faccia io. Posso farlo, certo. Ci sono tante persone che dovrebbero lavorare su se stesse oltre a noi e anche più di noi? certamente. Ma l'unica cosa che posso concretamente fare nella mia vita è pensare a come migliorare me stesso e avere un influsso positivo sul contesto in cui vivo. Non si tratta di correggere comportamenti che vanno fuori dallo spettro della normalità. Si tratta di correggere comportamenti che causano difficoltà, malessere o frustrazione nella propria persona. La psicologia non serve solo a correggere la timidezza e l'ansia, ma partiamo pure da questa prospettiva. Scusa la lunghezza, ma sto esponendo un ragionamento anche per me stesso. Ebbene, se io in vista di un impegno lavorativo normale muoio d'ansia, ho somatizzazioni, problemi gastrointestinali, brividi, bruxismo e chi più ne ha più ne metta, non riesco a essere sereno nei giorni prima con la mia famiglia, mi abbuffo di cibo e alcol per calare la tensione, non riesco a staccare e dedicarmi alle mie passioni... vorremmo pur convenire che è un problema che mi fa stare male, e che peggiora la qualità della mia vita? E si badi che spesso queste preoccupazioni non dipendono dal fatto che il mondo è brutto e cattivo, e che al lavoro ci sono tanti Salvini (lo uso ben volentieri come UDM per antonomasia, lo disprezzo): molto spesso ci si preoccupa per spinte interne, per pressioni interne al proprio equilibrio psicologico, e a fronte di situazioni in cui si interagisce con persone che si comportano correttamente, e non hanno particolare interesse a disapprovarci. Ancora, guidare un'automobile. E' comodo no? quella di poter guidare non è un'imposizione prepotente che ci fanno i tanti Salvini in giro. I mezzi esistono anche se ce ne vorrebbero di più. Guidare è solo un'abilità che semplifica enormemente la vita. Ma se io ho difficoltà a gestire l'agitazione, ho attacchi di panico, non riesco ad acquisire la naturalezza nei movimenti, anche qui vorremo convenire che si tratta di un mio problema, e che se un terapeuta mi aiuta a risolverlo ne trarrò beneficio per la mia vita? La lista può essere lunga... interagire con l'altro sesso: perché dovrei morire d'ansia e sentirmi mancare il respiro quando lo faccio? se posso trovare un terapeuta che mi aiuta ad accettare me stesso e ad espormi con naturalezza accettando il giudizio altrui, perché non farlo? Capisco bene quanto sia importante cercare di seguire una coerenza logica nei propri pensieri, e aderire sempre ai propri principi, però io vedo le cose da una prospettiva più banalmente pragmatica. Ho una difficoltà che mi pregiudica le possibilità di fare una vita serena, esistono strumenti per aiutarmi a superarla, ci provo. |
Re: Psicoterapia boff
La psicoterapia non è riabilitazione, ha lo scopo di farti star bene con te 'stesso e con gli altri, di farti accettare.
Tanto che mi è stato più volte detto in sedute che ognuno ha il proprio carattere e che quindi ci 'sta che io sia introverso, per cui di accettare la mia introversità e di lavorare sulla questione debilitante di ciò. Se fosse vero che si vuole correggere chi è fuori dalla Guassiana, non mi sarebbe stato detto ciò. La definizione stessa dei vari disturbi psicologici è centrata sul fatto che essi siano debilitanti per la vita dell'individuo, non sul fatto che sei "differente dalla massa", tant'è che l'entrata in terapia è del tutto volontaria a meno di casi particolarmente gravi proprio perchè è il malessere del paziente a spingerlo in terapia, non il fatto che debba essere in qualche modo corretto. Insomma la terapia non cambierà mai i tuoi gusti, non renderà mai un introverso un estroverso, non modificherà il tuo carattere in modo da renderti uguale agli altri. Non capisco questa cosa per cui bisogna mandare gli incivili in psicoterapia, non è lo scopo che si propone, per lo meno non quella delle sedute individuali "classiche" (immagino che psicologi da riabilitazione esistano). Poi è vero che magari facendo vivere meglio con sè stessa una persona certi comportamenti si risolvono perchè sintomo di un disagio, ciò non significa che la terapia abbia lo scopo di correggere le persone. |
Re: Psicoterapia boff
Premessa: quanto dirò non ha validità generale né vuole averne, parlo esclusivamente a titolo personale, chi vede la psicoterapia diversamente da me fa benissimo ad andarci se gli è di giovamento.
Per farmi star bene con gli altri servono le persone giuste, quelle che non scassano la minchia, alzano il sopracciglio, sgranano gli occhi o fanno battute del cazzo se mi comporto in maniera da coda della gaussiana, non la psicoterapia. Questa è una verità fondamentale alla quale sono giunto dopo anni. E una volta che viene irrevocabilmente e definitivamente stabilito ciò allora non ci saranno più riserve nello star bene con me stesso, in quanto non ci sarà più dubbio al mondo che io abbia qualcosa che non va, e che essere sulla coda della gaussiana non vuol dire proprio nulla. Altrimenti torno al concetto del me "sbagliato" o quantomeno "difettato" che non "riesce" a star bene perché qualcosa non gli funziona e ha bisogno di aggiustarlo. Esempio: guidare mi fa innervosire? E chi ha detto che guidare deve essere un'abilità imprescindibile? Chi l'ha deciso? Sono io sbagliato perché guidare mi crea disagio o è sbagliato pensare che uno debba saperlo fare per forza? E così con altro. Anche l'esempio di muttley è illuminante, se qualche commento mi offende non si prende neanche in considerazione il fatto che possa essere un commento fuori luogo: non sia mai, per carità, Vulgata vult, o sono io permaloso e suscettibile oppure sono io che non accetto certi miei comportamenti, e quindi in un modo o nell'altro sono sempre io che devo modificare qualcosa che non va di me. Quote:
Se ci vado io devono andarci 1000 volte di più loro, i miei comportamenti non sono certo più da correggere dei loro, anche se io ho il grave torto di essere "deviato" dalla norma sociale. Quote:
Nella mia visione si correggono i comportamenti sbagliati, cioè quelli che provocano danno agli altri. Se non lo sono non c'è problema e ognuno fa quel cavolo che gli pare. |
Re: Psicoterapia boff
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Re: Psicoterapia boff
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Capisco i tuoi dubbi, ma mi pare che non stai nemmeno prendendo in considerazione la possibilità che la psicoterapia non voglia essere in sè unicamente correttiva, quando un esercito di utenti che l'han vissuta ti dicono che non è come la descrivi. Proprio la frase "ho il grave torto di essere "deviato" dalla norma sociale" va contro quanto da me riportato sull'accettare che sono introverso e di non viverlo come una colpa, ciò però viene da te ignorato mentre per mia esperienza (ma te lo stiamo dicendo tutti) è l'approccio base di ogni terapia. A sto punto ti direi di provare con mano, se non ti fidi, così da toglierti ogni dubbio. |
Re: Psicoterapia boff
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Perché per stare meglio e socializzare meglio devo io venire incontro agli altri più di quanto non debba valere il viceversa? |
Re: Psicoterapia boff
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Re: Psicoterapia boff
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Re: Psicoterapia boff
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Re: Psicoterapia boff
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Re: Psicoterapia boff
Quello di cui io non riesco a capacitarmi, ma non lo dico come critica, evidentemente è perché ho problemi diversi e opionioni diverse, è il vedere i problemi psicologici come un frutto del mondo esterno, e quindi rappresentarli in una dimensione esclusivamente unidirezionale rivolta al rapporto con l'esterno. Per me non è così, non è così.
Torno agli esempi che ho fatto prima, ci sono mille situazioni in cui una persona si rode dentro, si consuma lo stomaco, si tormenta con sensi di colpa, vergogna, paura di sbagliare, paura di soffrire, paura di compiere delle scelte di vita o di lavoro che pure sarebbero importanti... e no, per me non deriva dalla paura che gli altri mi trattino male. Deriva dal fatto che la mia identità si è costruita in maniera fragile, senza le dovute sicurezze, e con un senso di inadeguatezza che mi distrugge ogni volta che faccio un passo falso o ho incontro la disapprovazione degli altri. Sono un cristallo che ogni volta che viene toccato anche delicatamente si rompe in mille pezzi. Io questa serenità di dire che vado bene così come sono, e che sono sempre gli altri a esagerare nel trattarmi in maniera sbagliata, non ce l'ho. Faccio un esempio: sono l'unico che ci rimane male e se lo ricorda per anni anche quando riceve una contraddizione o una critica garbata? nel lavoro quante volte mi è capitato che qualcuno mi dicesse "sì però questo era meglio se me lo dicevi prima..." o cose simili. Me le ricordo a distanza di anni. E la persona era stata garbata. E non è una gara, non ne faccio un discorso "prima si facciano curare loro, poi io". Io ho la mia vita da portare avanti, non quella degli altri. Non la vedo assolutamente in una chiave antagonistica, del tipo "mi vogliono far curare". Ma assolutamente no, mi curo io, se voglio. Non mi permetto di criticare la visione altrui, non è il mio obiettivo, solo non posso che constatare una differenza radicale della prospettiva in merito. |
Re: Psicoterapia boff
La mia prospettiva è radicalmente diversa perché se penso a fobia sociale o a problematiche che riguardino la socializzazione non arrivo a pensare a me stesso come staccato dal contesto esterno. E delle due l'una o entrambe, o qualcosa non va in me o qualcosa non va nel contesto esterno. OK, lasciamo perdere per un momento il "non va" come qualcosa di "colpevole" o "difettato", diciamo che non c'è sintonia, c'è poca affinità.
Bene, a me dà fastidio dover intervenire solo su di me, tutto qui. Non sono disposto a mettere in discussione (e non mi si venga a dire che la psicoterapia non lo fa) parti di me stesso che NON arrecano danno ad altri, almeno fino a quando non ci sarà reciprocità diffusa in questo. La trovo un'ingiustizia troppo grande da subìre. C'è chi trova giovamento da una visione più "pragmatica" delle cose, io no, io sono contento solo quando le cose vanno secondo criteri razionali ed equanimi, il resto è sopruso, abuso, violenza. Nel caso non sia possibile, preferisco isolarmi piuttosto che adeguarmi agli squilibri e all'illogicità, scelgo il male minore. |
Re: Psicoterapia boff
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Continui ad avere un approccio di raddrizzamento, cosa che la psicoterapia non si propone, a meno che non consideri il disagio o il senso di colpa o la voglia di fuggire parti intrinseche di te che non sei disposto a trattare. So che non hai detto ciò, ma dato che la psicologia su questo agisce, non vedo che altro non vorresti trattare. Ripeto, se sei introverso non ti renderà estroverso, semplicemente proverà a non farti sentire in colpa per la tua tendenza a non aver piacere nel socializzare. Della fobia sociale il problema non è il sociale, è la fobia, che va da sè essere una situazione personale di malessere in condizioni sociali. Ed essendo una fobia, può essere scaturita da causa esterna ma il processo che la perpetra è tutto interno. Ma poi non capisco, mi stai dicendo che se negli anni 60 ti fossi ammalato per l'amianto, non ti saresti fatto curare finchè non avessero tolto per legge tutto l'amianto? |
Re: Psicoterapia boff
Oggi Winston mi pare HurryUp. :o
La giustizia!!!1!1 :ridacchiare: |
Re: Psicoterapia boff
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Re: Psicoterapia boff
Il punto clou è che mi sembra tu abbia questa idea pregiudiziale per cui la psicoterapia è qualcosa di imposto dall'alto e che mira a correggerti. Diciamo che ti sei calato un po' troppo nel tuo personaggio, perdendo di vista quale sia la realtà. Non sei in 1984 e ti stanno cercando di piegare per renderti uguale alla massa, non sei un eroe. La psicoterapia per come la intendo io è principalmente il prendere coscienza dei propri pensieri e delle proprie emozioni in profondità. Anche se non è lo stesso perché è più difficile vedere certi meccanismi da soli si può benissimo farla o iniziare da soli. Anzi ti dirò di più, dato che ritengo tu sia solo mediamente nevrotico (diagnosi :mrgreen:), tu già la fai, quotidiamente.
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Re: Psicoterapia boff
Se il problema é prima loro e poi io o prima io e poi loro si può risolvere con un bel ambarabàciccicocó :ridacchiare:
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Re: Psicoterapia boff
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Re: Psicoterapia boff
Moon io parcelle per le diagnosi non richieste non le sgancio, è inutile che continui a sfornarne (perdita del senso della realtà e media nevrosi, alé, alla prossima diventerò psicopatico?) :sisi:
Comunque, se la psicoterapia non mira né in linea di principio né di fatto a una "correzione" delle "deviazioni", come mai ho l'impressione (ma magari è un altro sintomo di distacco dalla realtà :sarcastico: ) che ci vadano praticamente solo i "deviati", la famosa coda della gaussiana o comunque persone che in un dato momento/periodo della loro vita si trovano in quella condizione? In teoria ci dovrebbero andare tutti o quasi, visto che sembra essere una specie di processo di maggior autoconsapevolezza "assistito" da un esterno esperto, visto che non c'è diagnosi/cura, malato/sano, difettato/OK, giusto/sbagliato... o sbaglio? Per me iniziare un percorso di questo tipo significherebbe ammettere di avere un problema. E non è tanto questo a preoccuparmi, quanto l'individuare a cosa sia dovuto quel problema. Una malattia fisica è un problema che ti capita, una malattia psicologica è una parte di te, della tua personalità, del tuo modo di essere da correggere (sì, da correggere, guarire, sanare, modificare) oppure un problema che deriva da una mancanza di affinità con l'ambiente esterno. In questo secondo caso la psicoterapia dice "attaccati al cazzo, non c'è niente da fare" e propone soluzioni solo nel primo caso. A me questo non sta bene, l'approccio deve esser a 360° altrimenti è viziato pregiudizialmente dall'iniquità di cui parlavo prima. In altre parole per me la psicologia e la psicoterapia devono essere anche sociali, non possono essere solo individuali, amico caro fatti i cazzi tuoi e pensa a risolvere i tuoi problemi per conto tuo. L'aveva capito anche Basaglia che la cura non poteva riguardare solo i "matti" di dentro. La psicologia deve contribuire a proporre un nuovo modello di società, altrimenti ci sarà sempre qualcuno a cui servirà poco o nulla. |
Re: Psicoterapia boff
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Il senso è: se la causa è esterna è un falso problema, perchè la causa del malessere può essere esterna ma in ultima analisi è come tu vivi la causa esterna a recarti il malessere. Poi chiaro un limite è che non risolve la causa esterna in sè (oddio, non sempre in verità, spesso la causa esterna è dovuta anche al nostro viverla male, non sto dicendo che se vieni bullizzato è colpa tua ma ad esempio un rapporto che si deteriora la psicoterapia può aiutarlo anche singolarmente), ma mica è la polizia o riformatorio. Ritornando in esempio, è come pretendere che un medico non solo ti curi ma rimuova anche l'ambiente tossico che ti ha fatto ammalare. Che poi, per inciso, sono anche d'accordo sarebbe utile una figura che aiutasse le persone su più piani, non solo chi ha bisogno di aiuto in maniera esplicita e quindi anche la società, ma stiam parlando di cose totalmente differenti |
Re: Psicoterapia boff
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Re: Psicoterapia boff
E' come dire che se mi fosse venuta una malattia ai polmoni causata probabilmente dal fumo passivo, non mi sarei fatto curare prima che venissero promulgate le leggi che vietavano il fumare nei luoghi chiusi.
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Re: Psicoterapia boff
Bisogna però anche tener conto del fatto che interagiamo sempre con molti contesti, e le nostre reazioni possono riguardare non necessariamente una cosa in sé, ma il modo in cui questa viene vissuta e concettualizzata da altre persone.
La psicoterapia non sarà in sé una pratica di raddrizzamento (ma come possiamo non tener conto del fatto che dipende da chi la pratica, cliente e professionista?), tuttavia il riferimento al binomio normalità/anormalità non mi sembra in generale materia per gli archeologi. Quanti su questo forum leggendo le parole "fobico" e "normalone" (anche usate ironicamente) le qualificano emotivamente come etichette relazionali e provano risonanze inquietanti, magari negate/nascoste dietro qualche razionalizzazione? E quanti tra gli psicoterapeuti si sentono, sotto sotto, rassicurati dal qualificarsi in un certo modo invece che nell'altro? Non mi sembra una questione irrilevante, risolvibile con un semplice "la psicoterapia non è questo". |
Re: Psicoterapia boff
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E perché son sbagliati solo i miei? Chi l'ha deciso? In base a cosa? E ritorniamo al discorso di prima... Io rifiuto a prescindere il concetto di "cura" applicato alla psicoterapia, IO NON SONO MALATO (non più di tantissimi altri almeno), il provare disagio NON SIGNIFICA essere dei malati da curare. La psicoterapia, almeno per fobia sociale e dintorni, o è sociale o non ha senso per quanto mi riguarda. Il paragone con le malattie "fisiche" non sussiste e non può sussistere, non si può prescindere dal contesto esterno. |
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