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Toph 03-10-2008 02:52

Confinato in camera: essere estranei in casa propria
 
Complice l'insonnia sponsorizzata dal mio nuovo amico Zoloft, voglio raccontare la mia esperienza agorafobica, che mi porta ansia non solo ad uscire di casa, ma più specificatamente dalla mia camera.

Sono uno studente fuorisede e divido la casa con altri due studenti estroversoni su per giù della mia età, e io percepisco la loro presenza talmente invadente che non riesco a vivere gli spazi in comune. La loro invadenza va da cose più banali come il rumore (musica ad alto volume, telefonate urlate, litigi con la fidanzata, sesso...) che mi ha portato a dormire con i tappi per le orecchie, alla conquista degli spazi di tutti, come la cucina (cene con amici che durano tutta la serata, lavello pieno di piatti sporchi...) o il bagno (sempre occupato e sporco!).
Come se non bastasse è come se, oltre a loro due, in questa casa vivessero, a causa della loro presenza più o meno fissa, le due ragazze dei miei coinquilini e la sorella di uno di loro... In pratica arriviamo ad essere in sei in una casa per tre persone. Senza contare che la presenza femminile mi inibisce molto: ricordo quando quest'estate ho trovato nel corridoio la sorella del mio coinquilino che gironzolava tranquillamente in cannottierina e mutandine, mettendomi in forte, forte disagio - voglio dire, non sono un bacchettone, so che fa caldo e tutto, ma se sei ospite in casa di qualcuno (e quando sei negli spazi in comune sei anche ospite mio, in fondo) cerchi di darti un contegno e almeno ti infili un paio di pantaloncini prima di uscire dalla camera di tuo fratello!

Insomma, queste non sono che alcune delle cose che mi fanno sentire "poco sicuro" persino dentro casa mia, e finisce che esco dalla mia stanza solo quando mi pare di sentire che nessuno è in giro, e anche allora sono sempre ansioso di essere "beccato": raramente mi cucino qualcosa, preferendo in genere cibi precotti, rustici, pizze o panini che posso tranquillamente consumare nella mia tana.
La sensazione è che non si accorgono della mia esistenza, delle mie esigenze, e io sono troppo timido per farglielo notare, quindi anziché reagire mi riduco a cercare di diventare il più invisibile possibile, agendo come una specie di saccheggiatore del frigorifero che salta fuori appena c'è il via libera.

Qualcun altro convive e ha esperienze simili alla mia?

gattasilvestra 03-10-2008 07:44

forse dovresti cercare un'altra stanza, magari affittata da una dolce vecchina (ok, spesso sono rompic**** assurde :D ma dovrebbero eliminare il problema "canottierina & mutandine", i festini notturni, ecc...)

bardamu2 03-10-2008 11:47

Io mi sono ritrovato più o meno dall'altra parte, quando facevo lo studente fuori sede. Abitavo con un ragazzo molto timido e introverso che praticamente viveva recluso nella sua stanza e faceva di tutto per evitarci, compreso svegliarsi prestissimo la mattina e comunicare con noi tramite bigliettini.
Noi da parte nostra non lo mettevamo in imbarazzo volontariamente, cercavamo anche di coinvolgerlo ogni tanto, ricevendo invariabilmente ogni volta un rifiuto. Eravamo anche gente piuttosto tranquilla, considerando il tipico appartamento medio di studenti.

Bisognerebbe trovare il giusto mezzo: loro magari sono eccessivamente invadenti in certe cose, tu però dal tuo canto non puoi certo pretendere che gli altri non vivano la loro vita, che è fatta anche di cose normalissime come cene in compagnia, parenti, ragazze, sesso...

Magari dovevi pensarci prima e sceglierti coinquilini più simili a te.

Non sono gli altri che ti confinano nella tua stanza, sono le tue paure che lo fanno.

Toph 03-10-2008 12:05

Hai ragione, bardamu: condivido quello che hai scritto. D'altronde, sono io che sono in terapia, quindi a un livello cosciente ho accettato che il problema sono io, e che loro invece sono dei ragazzi "normali" con cui sorgono i normalissimi problemi quotidiani che la coabitazione porta, problemi che dovrei saper affrontare - magari anche facendomi rispettare, quando ce n'è bisogno!
Il mio post voleva solo essere uno sfogo della mia parte fobica, che vorrebbe solo essere lasciata in pace e odia chi osa disturbarla!

Che poi è questo il motivo per cui so che cambiare casa (e quindi coinquilini) non sarebbe una soluzione: devo riuscire a risolvere il problema alla radice.
Anche prendere stanza da una vecchietta non è risolutivo: a parte che non mi esalterebbe la compagnia, sarebbe una fuga bella e buona la mia!

gattasilvestra 03-10-2008 12:18

Già... del resto ti stai "curando" (o migliorando), quindi supererai questa fase difficile; io non sopporterei la tensione continua...

Tristan 03-10-2008 19:50

Stessa identica situazione anche per me, e più che risolvere ho praticamente aggirato il problema lasciando la casa.
Ma perché questo topic sta in agorafobia?

Toph 03-10-2008 20:22

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Originariamente inviata da Tristan
Ma perché questo topic sta in agorafobia?

Volevo parlare in generale della mia agorafobia e sono finito a parlare solo della situazione in casa... Ma in fondo forse si può considerare agorafobia anche questa, se si pensa che è un po' come se l'esterno si fosse riversato in casa. O mi sto arrampicando troppo sugli specchi? ^^;

Tristan 03-10-2008 20:49

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Originariamente inviata da Toph
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Originariamente inviata da Tristan
Ma perché questo topic sta in agorafobia?

Volevo parlare in generale della mia agorafobia e sono finito a parlare solo della situazione in casa... Ma in fondo forse si può considerare agorafobia anche questa, se si pensa che è un po' come se l'esterno si fosse riversato in casa. O mi sto arrampicando troppo sugli specchi? ^^;

In un certo senso, forse, da un certo punto di vista... naa, troppo tirata per i capelli. :D

Scherzi a parte, forzando un po' le cose si potrebbe anche dire. Avevo la tua stessa sensazione di insicurezza, non mi sentivo al sicuro come ci si aspetta di sentirsi a casa propria (anche se sempre di casa di passaggio si trattava). Parecchio del mio tempo se ne andava per rimanere all'erta e fiutare il "pericolo" prima che arrivasse, capire quando poteva essere il momento di uscire dalla stanza senza farmi notare e via evitando.
Era un po' come vivere dentro un film di spionaggio. 8)

caffeineaddicted 03-10-2008 23:40

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Originariamente inviata da Toph
Che poi è questo il motivo per cui so che cambiare casa (e quindi coinquilini) non sarebbe una soluzione: devo riuscire a risolvere il problema alla radice.
Anche prendere stanza da una vecchietta non è risolutivo: a parte che non mi esalterebbe la compagnia, sarebbe una fuga bella e buona la mia!

Hai detto bene, cambiare coinquilini o casa sarebbe perfettamente inutile. A meno di non optare davvero per la vecchietta di turno che ti affitta una stanza, le situazioni che si ripropongono sono sempre le stesse. L’importante è parlare, non lasciare correre, di volta in volta esprimere il tuo disappunto, ed evitare di mostrare una finta accondiscendenza per la paura di risultare antipatico ai tuoi coinquilini. Non serve a nulla, se non a farti accumulare stress e frustrazione che alla prima occasione salteranno fuori nel modo sbagliato, e allora sarai antipatico davvero…te lo garantisco!!!

E poi c’è modo e modo di dire le cose, questo l’ho capito negli anni. Si può essere cortesi e simpatici anche nel far notare a qualcuno che i suoi comportamenti vanno ad invadere la nostra libertà…del resto farsi rispettare non vuol dire mettere paura alla gente.

Comunque apro una parentesi-sfogo sull’argomento coinquilini.
Vivo con un ragazzo che si comporta esattamente come te, esce solo se non sente presenze in giro per la casa, e a volte mi chiedo come faccia tutto quel tempo senza mangiare e senza usare il bagno (ok per le scorte di cibo in camera, ma la pipì?!?!). Io all’inizio, avendo capito che avrebbe potuto trovarsi male( diciamo “causa stili di vita diversi”, parole sue) gli ho ripetuto fino allo sfinimento che se qualcosa non gli stava bene doveva dircelo, in fondo era anche casa sua, avremmo trovato dei compromessi.
Purtroppo ho ottenuto soltanto che la mia gentilezza (gli altri 2 ragazzi hanno invece iniziato a ignorarlo da subito) venisse scambiata con la possibilità di fare comunella, per cui invece di rivolgere le dovute lamentele di volta in volta al diretto interessato (a cui riservava anzi sorrisini remissivi), cercava di coinvolgere me in uno squallido spettegolare e giudicare determinate cose.
Un tipo abbastanza meschino insomma (non ha alcun problema di sociofobia, agorafobia o timidezza, ha solo una mentalità un tantino chiusa e vede minacciate le sue piccole certezze basate sul nulla dal confronto con le persone diverse da lui, non saprei spiegarmi diversamente l’atteggiamento giudicante che riserva a tutto e tutti), per cui sono passata presto anche io all’ostracismo nei suoi confronti, e in molte occasioni mi rendo anche conto che della situazione che si è venuta a creare (per colpa sua) me ne approfitto molto, sapendo che difficilmente avrà il coraggio di riprendermi in maniera diretta…e le vie indirette (dispettucci da terza elementare) purtroppo non le considero.

Per tornare in topic, inizia a provare gradualmente e nel modo che più si addice al tuo carattere a sottolineare le cose che ti danno fastidio, ovviamente facendo le dovute distinzioni tra quello che effettivamente ti è dovuto e quello che invece non lo è, perchè frutto del tuo disagio personale (le urla, il bagno sporco, il rumore in generale hai tutto il diritto di contestarli, il fatto di portare persone a casa no, e anche avere da ridire sul modo di vestire degli ospiti). E' l'unico modo per guadagnarti il rispetto dei tuoi coinquilini e conquistare i tuoi spazi. Accumulerai meno rancore e non dovrai passare parte del tuo tempo, come qualcuno di mia conoscenza, a inventare mille modi diversi per mandare messaggi subliminali di odio agli altri (l’ultima sorpresa ce l’ha riservata oggi, causa un po’ di trambusto che c’è stato in questi giorni, credo, ormai vado per interpretazione).

P.S Nel mio periodo di isolamento maggiore, ero arrivata anche io a barricarmi in camera e a fare gli “appostamenti”, quindi la situazione la capisco, è per quello che con il tipo ci ho provato all’inizio a tirarlo fuori (prima di capire che non aveva problemi di socializzazione, era solo stronzo).
Nel mio caso per fortuna è durata solo qualche mese (l’ultima sporadica ricaduta risale a un annetto fa), e anche io sono stata tentata di mollare tutto e trovarmi un eremo. Non l’ho fatto, ed è stato anche grazie a questo che per fortuna è durato poco (l’isolamento, intendo). La sensazione opprimente di sentirmi continuamente messa alle strette da qualcuno e i relativi stratagemmi per evitare, mi succhiavano una quantità di energia tale che a un certo punto ho avuto la percezione netta della reale entità del mio disagio. Voglio dire, avere battute d’arresto è normale, ma avere paura delle persone in quel modo no. In casa mia poi. Ho dovuto reagire per forza, insomma, e per quanto in certi momenti avrei voluto sotterrarmi piuttosto che presentarmi alla vista di chiunque, alla lunga credo che mi sia servito per non andare ancora più a fondo, e iniziare a riportare la paura della gente a livelli “accettabili” per una persona timida. Poi ovviamente, superarla del tutto è un altro paio di maniche.

Toph 05-10-2008 06:44

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Originariamente inviata da caffeineaddicted
Per tornare in topic, inizia a provare gradualmente e nel modo che più si addice al tuo carattere a sottolineare le cose che ti danno fastidio, ovviamente facendo le dovute distinzioni tra quello che effettivamente ti è dovuto e quello che invece non lo è, perchè frutto del tuo disagio personale (le urla, il bagno sporco, il rumore in generale hai tutto il diritto di contestarli, il fatto di portare persone a casa no, e anche avere da ridire sul modo di vestire degli ospiti). E' l'unico modo per guadagnarti il rispetto dei tuoi coinquilini e conquistare i tuoi spazi. Accumulerai meno rancore e non dovrai passare parte del tuo tempo, come qualcuno di mia conoscenza, a inventare mille modi diversi per mandare messaggi subliminali di odio agli altri (l’ultima sorpresa ce l’ha riservata oggi, causa un po’ di trambusto che c’è stato in questi giorni, credo, ormai vado per interpretazione).

Come non darti ragione? È quello che ho provato a fare io diverse volte, ma la maggior parte di esse ho chiaramente preferito la via più comoda: la fuga, ovvero far finta di niente.
Quote:

Originariamente inviata da caffeineaddicted
P.S Nel mio periodo di isolamento maggiore, ero arrivata anche io a barricarmi in camera e a fare gli “appostamenti”, quindi la situazione la capisco, è per quello che con il tipo ci ho provato all’inizio a tirarlo fuori (prima di capire che non aveva problemi di socializzazione, era solo stronzo).
Nel mio caso per fortuna è durata solo qualche mese (l’ultima sporadica ricaduta risale a un annetto fa), e anche io sono stata tentata di mollare tutto e trovarmi un eremo. Non l’ho fatto, ed è stato anche grazie a questo che per fortuna è durato poco (l’isolamento, intendo). La sensazione opprimente di sentirmi continuamente messa alle strette da qualcuno e i relativi stratagemmi per evitare, mi succhiavano una quantità di energia tale che a un certo punto ho avuto la percezione netta della reale entità del mio disagio. Voglio dire, avere battute d’arresto è normale, ma avere paura delle persone in quel modo no. In casa mia poi. Ho dovuto reagire per forza, insomma, e per quanto in certi momenti avrei voluto sotterrarmi piuttosto che presentarmi alla vista di chiunque, alla lunga credo che mi sia servito per non andare ancora più a fondo, e iniziare a riportare la paura della gente a livelli “accettabili” per una persona timida. Poi ovviamente, superarla del tutto è un altro paio di maniche.

Ecco, hai descritto perfettamente le mie sensazioni, e ti ringrazio per le parole di supporto, spero di riuscire a migliorare, per quanto magari lentamente, anche io :)

zitello 15-06-2009 12:13

Re: Confinato in camera: essere estranei in casa propria
 
Quote:

Originariamente inviata da Toph (Messaggio 108835)
Complice l'insonnia sponsorizzata dal mio nuovo amico Zoloft, voglio raccontare la mia esperienza agorafobica, che mi porta ansia non solo ad uscire di casa, ma più specificatamente dalla mia camera.

Sono uno studente fuorisede e divido la casa con altri due studenti estroversoni su per giù della mia età, e io percepisco la loro presenza talmente invadente che non riesco a vivere gli spazi in comune. La loro invadenza va da cose più banali come il rumore (musica ad alto volume, telefonate urlate, litigi con la fidanzata, sesso...) che mi ha portato a dormire con i tappi per le orecchie, alla conquista degli spazi di tutti, come la cucina (cene con amici che durano tutta la serata, lavello pieno di piatti sporchi...) o il bagno (sempre occupato e sporco!).
Come se non bastasse è come se, oltre a loro due, in questa casa vivessero, a causa della loro presenza più o meno fissa, le due ragazze dei miei coinquilini e la sorella di uno di loro... In pratica arriviamo ad essere in sei in una casa per tre persone. Senza contare che la presenza femminile mi inibisce molto: ricordo quando quest'estate ho trovato nel corridoio la sorella del mio coinquilino che gironzolava tranquillamente in cannottierina e mutandine, mettendomi in forte, forte disagio - voglio dire, non sono un bacchettone, so che fa caldo e tutto, ma se sei ospite in casa di qualcuno (e quando sei negli spazi in comune sei anche ospite mio, in fondo) cerchi di darti un contegno e almeno ti infili un paio di pantaloncini prima di uscire dalla camera di tuo fratello!

Insomma, queste non sono che alcune delle cose che mi fanno sentire "poco sicuro" persino dentro casa mia, e finisce che esco dalla mia stanza solo quando mi pare di sentire che nessuno è in giro, e anche allora sono sempre ansioso di essere "beccato": raramente mi cucino qualcosa, preferendo in genere cibi precotti, rustici, pizze o panini che posso tranquillamente consumare nella mia tana.
La sensazione è che non si accorgono della mia esistenza, delle mie esigenze, e io sono troppo timido per farglielo notare, quindi anziché reagire mi riduco a cercare di diventare il più invisibile possibile, agendo come una specie di saccheggiatore del frigorifero che salta fuori appena c'è il via libera.

Qualcun altro convive e ha esperienze simili alla mia?

Non sei affatto patologico, semmai saranno loro ad essere burini. Avere la casa in condivisione è infinitamente peggio che non essere in casa, sia un hotel o pure un carcere, e fa pena che negli annunci di condivisione si cerchino ragazzi seri simpatici ordinati ecc. Meglio viaggiare ogni giorno, come ho fatto io stando a 80 km dall'università. E' insulso sommare le ore di percorrenza e considerarle tempo sottratto allo studio, tanto le ore prima dell'inizio mettiamo alle 9 si userebbero per pisolare di più, senza contare che non sempre l'alloggio è proprio di fronte all'università, poi ci si mette la spesa la cucina ecc., il tempo perso a blaterare coi compagni e paradossalmente il tempo di andare all'appartamento a inizio e fine settimana invece che direttamente dalla stazione all'università.
Se invece la distanza è effettivamente troppa, meglio il collegio o qualcosa tipo bad and breakfast purché non sia autogestito. Se sei alla fine degli studi e va in università solo occasionalmente magari per incontrare il relatore della tesi, non escludere neppure l'ipotesi che piuttosto di un posto in appartamento sottoutilizzato non convenga pagare singole notti in hotel basso costo, come a Bari conosco l'Albergo Bartolomeo e la Pensione Giulia in Via Crisanzio.

misteroafirenze 15-06-2009 13:43

Re: Confinato in camera: essere estranei in casa propria
 
se in casa mia girava la sorella di uno in canottiera e in mutandine altro che rintanato XD

napapijri 15-06-2009 14:21

Re: Confinato in camera: essere estranei in casa propria
 
Ho vissuto anch'io con una ragazza che teneva il tuo stesso comportamento, ma alla fine siamo diventate molto amiche e lo siamo tutt'ora.
Non so da quando vivi con queste persone, ma se non è molto datti ancora un po' di tempo, magari la situazione si sblocca e scopri di avere qualcosa in comune con loro, almeno con uno di loro. Se questo accade ti si potrebbero aprire scenari ottimistici e potresti tu stesso trarre dei benefici per il futuro. Al contrario se la convivenza dura già da un po' ed hai constatato che non ci sono margini di miglioramento, forse è meglio trovare un'altra sistemazione. Comunque non desistere, molte persone proprio grazie all'esperienza fuori casa, anche se dura all'inizio, si sono salvate da un futuro di isolamento e di non vita.

Faith2 11-07-2009 04:04

Re: Confinato in camera: essere estranei in casa propria
 
Io,mi spiace ma per i miei problemi arrivati ad essere assurdi...
non vedo l'ora di cambiare casa ed ambiente!
Ora,sono proprio peggio che in carcere...

Anche se,per altre situazioni posso condividere i consigli dati dagli altri.

gold5933 31-08-2009 16:58

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