Re: Nuovo virus cinese
Quote:
Ce ne sono molte grazie a Dio |
Re: Nuovo virus cinese
Alfa, beta, gamma, omega la lista delle varianti sarà lunga e così le punture, i si vax sono contenti :D
|
Re: Nuovo virus cinese
Quote:
|
Re: Nuovo virus cinese
Quote:
|
Re: Nuovo virus cinese
qui c'è ancora gente che pensa che il vaccino offra immunità al 100% quando in realtà il rischio di contagio è di poco inferiore rispetto ai non vaccinati. secondo me sono tutti azionisti della pfizer. non si spiegherebbe altrimenti il livello di disinformazione.
|
Re: Nuovo virus cinese
Quote:
|
Re: Nuovo virus cinese
Quote:
Rischio di contagiarsi inferiore + contagiosità verso il prossimo inferiore + reazione al virus più leggera nel caso di positività ---> applica tutto questo ad un'estesa rete di individui che interagiscono fra di loro ---> benefici esponenzialmente maggiori per la collettività + reparti di rianimazione privi di stress e lontani dal collasso ---> problema sotto controllo. Grazie a Dio non guardo la TV. |
Re: Nuovo virus cinese
Quote:
|
Re: Nuovo virus cinese
https://i.ibb.co/zn0Zt2C/finir-nel-duemilacredici.jpg
La Omicron doveva uscire l'anno prossimo, chissà perché hanno anticipato... Capisco che la variante Xi rischiava di suonare come il nome del nostro amato presidente della Repubblica Popolare, ma perché hanno saltato la Ni? |
Re: Nuovo virus cinese
Dal prossimo 15 ottobre diventerà obbligatorio sottoporsi a un trattamento sanitario invasivo, un tampone faringeo o un'iniezione ripetuti nel tempo, per poter svolgere un lavoro nel nostro Paese. Ormai non fa quasi più effetto osservare che si tratta di una misura senza riscontri nella nostra storia, nel mondo, nella storia del mondo. È bastato infatti un anno e mezzo di deroghe continue alle consuetudini e alle leggi per fare dell'eccezione un'abitudine e dell'inconcepibile una norma. Se per molti la desiderabilità del fine enunciato, di frenare il diffondersi di una malattia, può motivare ogni mezzo, altri hanno invece contestato l'utilità e la liceità della decisione e, ancora una volta, i cittadini si sono divisi in un conflitto dove gli uni vanno all'attacco con tutto l'arsenale offerto dai potentati della politica e dell'informazione, gli altri si difendono alla disperata, come possono.
Nel polverone di questa guerra asimmetrica è difficile orientarsi, impossibile soffermarsi sull'analisi quando paura, interesse e rabbia gridano le loro ragioni e, oltretutto, il tenore tecnico del contendere riduce al minimo il margine del giudizio informato. Compromessa la possibilità di conoscere, occorre allora un criterio restaurativo della conoscenza possibile, un criterio gerarchicamente superiore e quindi epistemico. Se l'acqua è torbida, bisogna attingere alla fonte. Una definizione autorevole e antica di questo criterio si trova nel Vangelo di Matteo, quando il Maestro spiega ai discepoli come smascherare i «falsi profeti»: Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere (Mt 7,15-20). Su questa verità poggia ogni altra verità. Non ci è dato conoscere le cose nella loro essenza, ma solo riconoscerle risalendo a ritroso dai loro fenomeni. Definiamo i sostantivi dai loro predicati: i composti chimici da come reagiscono, gli oggetti da come ci appaiono, il pensiero da ciò che si dice e si fa ecc. Confezioniamo così modelli e tassonomie dell'inconoscibile «scatola nera» (Watzlawick, Pragmatica della comunicazione umana) in cui si nasconde la realtà «reale», e quindi anche le scienze, le cui leggi sono vere se i frutti dell'osservazione combaciano con l'albero delle ipotesi «e non con testi e nude autorità, perché i discorsi nostri hanno a essere intorno al mondo sensibile, non sopra un mondo di carta» (Galileo, Dialogo sopra i due massimi sistemi). Il sermone evangelico estende il principio anche al dominio morale affinché valga per giudicare le intenzioni degli uomini: siccome «tu solo [Dio] conosci il cuore di tutti i figli degli uomini» (I Re 8,39), ai mortali tocca indovinare l'albero del cuore considerando i frutti delle azioni. Chi vuole il bene non farà il male, da chi fa il male non verrà un bene. La vicenda del passaporto verde e del suo intento sotteso, di «accelerare le vaccinazioni e farne fare di più» (così Paolo Mieli, tra i tanti), si presta molto bene alla prova evangelica perché il suo beneficio si declina nel tempo futuro della promessa, appunto di una «profezia» non ancora realizzata ma i cui frutti pendono già maturi dal ramo. Da questi ultimi si deve oggi riconoscere l'albero, se è buono o se va «tagliato e gettato nel fuoco». Proviamo a esaminarlo qui, ramo per ramo. Primo ramo: la tutela della salute. Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità la salute è «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia» (Costituzione dell'OMS, 1946). Una discriminazione volta a limitare il godimento di alcuni diritti costituzionalmente ordinati, o una campagna denigratoria di vasta eco dove chi esprime una certa scelta diventa pubblicamente un «sorcio», un «pazzo» o un «criminale» sono evidentemente lesive del «benessere sociale», e quindi della salute. L'angoscia di chi ha perso o perderà il lavoro, lo stigma, la vergogna, il risentimento, l'emarginazione, il conflitto sono evidentemente lesivi del «benessere mentale», e quindi della salute. La mancanza di reddito e la crisi di alcuni settori economici sono evidentemente lesivi del «benessere fisico» se non proprio della sussistenza, e quindi della salute. La sospensione di migliaia di medici e di altri operatori sanitari mina proprio l'«assenza di malattia», e quindi la salute anche nella sua accezione più elementare. Quindi no, anche escludendo i danni più controversi, eventuali e specifici dei trattamenti prescritti, ciò che nuoce già così gravemente alla salute non la può tutelare. Secondo ramo: ne vale la pena. Nei bollettini epidemiologici italiani si legge che da quando le coperture vaccinali hanno superato soglie significative, i decessi attribuiti alla malattia non sono diminuiti ma anzi aumentati rispetto allo stesso periodo del precedente anno «pandemico», pur caratterizzato da meno restrizioni e dall'assenza di vaccinazioni. Lo stesso nesso è stato osservato nella conta dei contagi su scala globale (cfr. l'ultimo studio di Subramanian e Kuman, European Journal of Epidemiology). Senza trarre altre conclusioni, previsioni o interpretazioni, osserviamo galileianamente che la robustezza dei frutti promessi «nel mondo di carta» è assai lontana da quella dei frutti osservati nel «mondo sensibile». Terzo ramo: la libertà. Che i provvedimenti in parola servano a ripristinare le libertà perdute negli ultimi mesi è fattualmente falso in senso assoluto, perché al contrario introducono limiti al godimento dei diritti sociali e civili. Ma lo è anche in senso relativo, perché i nuovi limiti non escludono né sostituiscono i precedenti. In questa torsione che tanto sembra parafrasare un celebre motto orwelliano, ricorre la solita fallacia discronica dell'albero della profezia (saremo più liberi) che produce frutti a sé opposti (siamo meno liberi). Quarto ramo: un «atto d'amore». Così Papa Francesco ha definito la nuova vaccinazione, caricandola di un'aura anche spirituale. Il segretario generale della Fraternità San Pio X, roccaforte dell'ala tradizionalista cattolica, ha rilanciato l'idea in modo più contorto argomentando che sì, «le condizioni attuali possono essere considerate abusive, così come la pressione che viene esercitata per imporre la vaccinazione», ma proprio in virtù di queste condizioni «può accadere che l'obbligo di compiere un dovere di carità ci spinga ad accettare di essere vaccinati». È buffo osservare che tra i tanti frutti portati dall'albero di questi amorevoli precetti, i più evidenti siano invece proprio quelli dell'odio. Di un odio feroce come può esserlo quello che prepara le purghe e le guerre civili, che fa desiderare in pubblico l'annientamento dell'avversario. Del resto, quanto amore può esserci in un dispositivo consapevolmente congegnato come una vessazione e un ricatto? E se la prospettiva di perdere il lavoro e la retribuzione spaventa soprattutto chi non può farne a meno, quanto è amorevole infierire sui più bisognosi? Nel catechismo della Chiesa cattolica non si parla di iniezioni, in compenso il peccato di opprimere i poveri è tra i quattro che gridano vendetta al cospetto di Dio. In un famoso commentario del 1963 padre Carlo Dragone lo descriveva con una precisione che oggi sembra profetica: Chi abusa della sua forza fisica o morale, della sua autorità e della posizione sociale per opprimere gl’indifesi, per imporre la sua volontà ed estorcere quello che vuole, pecca gravemente contro il comandamento dell'amor del prossimo, rende insopportabile la vita, già dura per se stessa, specialmente per i poveri. Quanti politicanti e quanti ricchi possidenti si rendono colpevoli di questo peccato, dicendo e facendo credere che procurano il bene del popolo, che tutelano gl’interessi delle classi umili e dei lavoratori, speculando sulla loro miseria e vivendo del loro sangue! *** Non c'è nulla di irrazionale nel dubitare della bontà di una cosa che fa male a così tanti livelli. Nulla di illogico nelle parole della consigliera veneta che valutava di vaccinarsi «ma l'aggressività e la coercizione che adottate sono così abnormi che ho deciso che non mi vaccinerò per nulla al mondo». O dell'insegnante altoatesino che rispondeva ai microfoni della televisione: «se mi costringono e dicono ah, io ti procuro la morte economica se non ti fai vaccinare, allora è un indizio che è sbagliata la tesi». Nulla di irragionevole nel diffidare di un'offerta che non si può rifiutare: è solo l'applicazione di un criterio naturale e anche divino. Assurda è piuttosto l'idea contraria, che sia scaltro respingere sempre e comunque le apparenze e che l'immaginazione conti più dell'esperienza, col risultato di rendere indifferentemente plausibile ogni cosa, anche che l'uva cresca dalle spine e i fichi sui rovi. Triste è il destino di una civiltà che non crede più ai suoi occhi e alle sue orecchie, «ingiunzione essenziale e definitiva» del governo distopico e violento immaginato da George Orwell. Che baratta la propria autonomia cognitiva con la promessa di elevare i semplici sui semplici stipandogli la bocca di verità controintuitive, strategie di lungo termine, arcani retroscena, latinorum scientifici, false correlazioni, garbugli logici e ideologici. Perché un'equazione irrisolvibile ammette tutte le soluzioni e per un popolo che a tutto crede, tutto è lecito. Eccoci al punto, di questo e di qualunque altro copione. Mettere insieme i frutti con l'albero pareva dunque ovvio, pareva non dovesse scomodarsi Nostro Signore per dircelo. Invece è l'unica rivoluzione utile, urgente, possibile. |
Re: Nuovo virus cinese
Quote:
PS. E poco basta, se il "poco" viene applicato a grande scala. |
Re: Nuovo virus cinese
Quote:
|
Re: Nuovo virus cinese
|
Re: Nuovo virus cinese
Quote:
La vita è costellata di insidie |
Re: Nuovo virus cinese
Quote:
Invece a mio padre viene l'herpes quando mangia i fichi, ma li mangia lo stesso |
Re: Nuovo virus cinese
Quote:
|
Me lo immaginavo...prima la terza dose andava fatta dopo 6 mesi, poi dopo 5, ora addirittura dopo 3 mesi sei già idoneo.
https://www.ilfattoquotidiano.it/202...conda/6409180/ Per adesso é solo in Inghilterra, ma ancora qualche settimana e sarà cosí in mezza Europa, secondo me. A sto punto la durata del green pass verrà ridotta ulteriormente. |
Re: Nuovo virus cinese
Quote:
|
Quote:
Adesso diranno che la colpa é della variante omicron e per questo bisogna fare assolutamente la terza dose il prima possibile... Quali saranno gli effetti di queste iniezioni ravvicinate? Boh... Chi dice che il vaccino é assolutamente sicuro, altri sono perplessi, altri cambiano opinione dopo una settimana...bah... |
Re: Nuovo virus cinese
Quote:
poi tutto sto bisogno di sicurezza nn lo capisco molto , niente è sicuro , è tutto provvisorio , i lavori , la vita , tutto , è sempre stato cosi e alla gente da fastidio questa idea e cerca di allontanarla e lo capisco pure , ma è sempre stato cosi , niente è sicuro , perchè dovrebbe esserlo un farmaco come il vaccino , quando tutti gli altri farmaci al mondo non lo sono? quando appunto nn esiste una sola cosa sicura? boh |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 15:51. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.