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Sproloquio triste
Non so nemmeno a chi sto scrivendo o cosa spero di ottenere, forse ho soltanto bisogno di esternare lo schifo che c'ho in questo momento.
Non ho mai conservato tante illusioni, ma adesso sono convinto di aver perso anche le ultime che erano rimaste e tenevo strettissimo. E sono rimasto col nulla, il vuoto più inaridito e inquietante ch ci si può immaginare, senza emozioni o sensazioni tangibili, come una mer** apatica, ingoiato dall'ansia e lacerato dall'idea del tempo. Non riesco a piangere e lo vorrei tantissimo, infinitamente, mi capita ogni tanto la notte quando l'insonnia mi rammenta la mia ansia assurda, i miei attacchi, e non è un pianto silenzioso, ma un pianto imbarazzante, stridente e inascoltabile. In questo momento non riuscirei a comprendere la sofferenza per una persona o per qualsiasi tipo di fallimento. Sono iscritto all'università di milano e sto andando bene, ma questa apatia psicologica potrebbe distruggermi metà della strada che ho fatto. Non sono spronato da alcun pressing esterno e non riesco a provare sensazioni come la preoccupazione. L'unico motivo che mi incita a tenermi stretto con i denti è l'infinito bene che voglio ai miei genitori e al sacrificio estremo dalla quale ne consegue la mia opportunità. Mi sono seriamente rotto il cazzo di avere delle pretese dall'esterno. Se non è l'arte, l'ironia per cui la gente dovrebbe campare che cosa strapazzo è? Come si fa a credere a dei valori o a Gesù cristo o ritenersi soddisfatti di qualsiasi cosa. Cosa sono i traguardi? Che giovamento ne ricavo se sono più disilluso di un vecchio. Penso seriamente di essere malato ma allo stesso tempo non capisco come facciano le persone ad aggrapparsi ancora alle illusioni che ho perso da tempo. è stata una perdita lenta è graduale ma ero consapevole da tempo che sarei arrivato a questo punto. A me non importa più nulla di questa roba, vorrei soltanto produrre dell'arte per la quale la gente possa definirmi geniale a modo suo, abbracciarmi per affinità di tristezza e comprensione del mio lamento isterico, trasformato in note tristi, mellow e mascherate dalla malinconia. Voglio infinitamente bene a tutte quelle persone che soffrono per le mie stesse ragioni, cioè quelle che soffrono sul serio. A chi si rifiuta di categorizzarsi, chi è annoiato dalle persone e di conseguenza dalla vita, perché parliamoci chiaro non si può stare soli. E io non sono manco una persona timida, non soffro da questo punto di vista, soffro perché mi sto annoiando, perché mi circondo di persone che non possono darmi nulla se non delusioni e nausea. Io devo cavarmela e me la caverò sentendo il peso massiccio di tutte le mie azioni. Insoddisfazione. La condizione permanente del mio caos. Io voglio vedere che le persone esternino la loro sofferenza. Forse sono troppo impegnati a pensare a ciò che è virile oppure a sostenere i fr** o le donne con la fi** pelosa. A me non frega nulla di sta roba, cavolo, potete anche trapiantarvi un cipresso sul seno, non mi importa. Che senso ha la misantropia o la misoginia o qualsiasi concetto filosofico concepito, se devi scrivere racconta la tua vita di mer**, esterna la tua introspezione, così magari posso sentirmi un pò meglio. Sono circondato da bambocci. Io è sempre così che ho concepito tutto, l'amore o qualsiasi relazione sentimentale, due individui accomunati da una sola cosa, sofferenza. Sana sofferenza.Soffrire da soli t'ammazza d'ansia, farlo con altre persone la trasforma in quella sofferenza piacevole che si muta in quella magnifica, lucida e assolutamente artistica malinconia. Ecco cos'è l'arte critici dei miei cogli***. Sono finiti i tempi i tempi di quell'arte che rafforza l'immaginazione o alimenta i desideri (illusioni). L'arte è disillusione, tranquillità, rassegnazione e sofferenza. Ed è bello, bellissimo. |
Re: Sproloquio triste
Ho vissuto in ogni tua parola
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Re: Sproloquio triste
Sei depresso.
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Re: Sproloquio triste
la società di oggi non tollera la sofferenza spirituale (non MATERIALE, come ad es. una malattia fisica, stiamo parlando di due cose completamente diverse...) come parte integrante dell'essere umano, c'è l'ostentazione della positività, non sono concessi momenti negativi, ma dato che fanno parte della vita quando li proviamo ci sentiamo sbagliati, e si tenta di nasconderli per non essere fuori posto
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Re: Sproloquio triste
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Re: Sproloquio triste
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Re: Sproloquio triste
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Re: Sproloquio triste
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Re: Sproloquio triste
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Re: Sproloquio triste
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Re: Sproloquio triste
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A me capita quasi lo stesso quando percepisco l'omologazione degli individui, il conformismo ostinato, anche da parte di chi si dichiara anticonformista. Vedo l'incoerenza ovunque e anche tanta stupidaggine tra i social che, al momento, ho abbandonato. Il problema si pone quando non abbiamo obiettivi oppure, quelli che abbiamo, non sono nostri ma dei nostri genitori o dell'immagine che abbiamo proiettato negli altri. Nel tuo caso (come anche nel mio) probabilmente i tuoi genitori si aspettano che tu faccia un certo percorso... Dici di volergli bene, e per questo non vuoi deluderli, ma nella realtà stai vivendo una vita non tua, nella quale, avresti bisogno di cambiare qualcosa. Forse per me è più facile capirlo perché tutte queste domande me le pongo anch'io ultimamente. Posso soltanto dirti che spero di innamorarmi di nuovo (anche se è molto difficile) perché è l'unico stato d'animo che fa pensare di meno alla frivolezza che abbiamo intorno. |
Re: Sproloquio triste
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Io bellezza non ce la vedo nel vivere in prima persona situazioni in cui si viene vessati, umiliati, picchiati o torturati da malattie, contesto sociale o altro. Credo che anche il masochista più incallito di fronte a certe forme di umiliazione e crudeltà indietreggerebbe. Sull'altro versante quello del carnefice, quello che non vive la sofferenza in prima persona ma la osserva, il discorso cambia ovviamente. Questo elogio della sofferenza subita proprio non riesco a condividerlo, posso capire chi dice che siccome è necessario stare una schifezza qua e là, tanto vale farci qualcosa, se si riesce, ma arrivare a dire che è una cosa positiva per fare arte proprio non mi va, maledico il creatore ogni giorno per questi "regali" qua che ci ha fatto. Me ne fotto dell'arte, se potessi togliere certi mali non mi rammaricherei di certo perché insieme a questi sono sparite certe opere d'arte. Massimo Troisi https://it-it.facebook.com/MassimoTr...3454526056496/ E Kurt Cobain... Quanto pensi che la sofferenza fisica abbia influenzato la tua scrittura? È una domanda che fa paura, perché ovviamente se uno ha dei tormenti nella propria vita, quelli si riflettono pure nella musica, e spesso è una cosa positiva. Credo che mi abbia aiutato. Ma rinuncerei a tutto pur di star bene. |
Ognuno di noi si asseconda ad un determinata percezione della vita, io trovo autenticità soltanto nella sconfitta, nel nulla, nella perdita dei valori, per me è una battaglia persa. Non c'è illusione che regge, e anche se ne persiste qualcuna vivrei con la consapevolezza di illudermi. Io non sto cercando il male nelle mie parole, voglio soltanto essere onesto con me stesso senza alcun filtro negativo. La mia percezione è questa e basta, non è frutto di delusioni passate, non è frutto di repressioni, non è frutto di nulla che mi ci abbia condotto. È qualcosa di talmente radicato che non si è alterato minimamente negli anni. Non ho mai smesso di vedere la morte in ogni sogno, circostanza e persona. Forse mi sbaglio a farne una questione universale ma io veramente non vedo che la morte in tutto. È come se ogni sensazione sia spenta. Riesco soltanto a confortarmi e sento il bisogno di confortare.
Leggendo tutte ste mie parole vi sarete fatti un disegno di me che nemmeno mi corrisponde, sono stra socievole e riesco anche a far ridere le persone o a parlare di cose più profonde. Sono versatile socialmente, ma mi annoio subito perché pare che nessuno vuole parlare di ciò che voglio sentirmi dire ogni tanto, voglio gente che mi pungola. |
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