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Solitudine che sembra infinita
Da piccola non mi faceva stare male la solitudine, qualche volta la cercavo pure per avere del tempo e dello spazio esclusivamente mio.
Sono timida, introversa, un lupo solitario ma a cui piace molto stare in gruppo. Sono impacciata nei rapporti di socializzazione e tendo a non parlare spesso; la maggior parte delle volte non so cosa dire o introdurmi nel discorso e così sto zitta ad ascoltare. Oltretutto non ho manco la patente, per cui sono molto limitata ad uscire, stare fino a tardi e spostarmi molto lontano per il rischio di non sapere come tornare indietro. Tutte queste cose mi pesano: mi sento un macigno sulle spalle da dover sostenere in continuazione e in solitudine: non posso contare su nessuno, solo su me stessa. Le poche volte che mi sono affidata a qualcuno, che fosse la mia famiglia o i miei amici, ho sempre ricevuto delusioni, pugnalate alle spalle e tanta tanta amarezza. Vorrei ritornare a stare bene, ad avere un gruppo di persone con cui passare le mie giornate, a sentire meno il peso della solitudine che mi perseguita in continuazione. Sono stanca di stare sempre in casa e uscire solo per fare la spesa o per le lezioni. Sono stanca di dipendere dagli altri: Per uscire, le poche volte che sono riuscita, dovevo per forza chiedere un passaggio di ritorno altrimenti dovevo sempre scappare quando la notte è ancora giovane per non perdere l'ultimo pullman e gli altri uscivano fino a tardi. Mi sono stancata di cercare chi nell'ultimo anno non mi ha mai cercata manco solo una volta e che non accenna minimamente un passo nei miei confronti, nonostante i miei sbadati e timidi tentativi di mantenere un contatto. Sono stanca della mia vita e di tutto ciò che mi circonda. Come posso rimediare a tutto ciò? Come posso socializzare con le persone in modo da avere un rapporto duraturo? Non c'è la faccio più... |
Re: Solitudine che sembra infinita
Che bel titolo per descrivere perfettamente anche la mia situazione.
Sono sempre stato solo fin da piccolo, pochi rapporti occasionali con coetanei che non riuscivo mai a rendere saldi o duraturi, un continuo vagare tra le situazioni, sempre da solo, ogni nuova avventura che affrontano la prendevo di petto da solo. Solo i miei genitori ho sempre avuto accanto. Ora sono stanco di questa situazione, lavoro lontano da casa e non ho neanche i miei alle mie spalle. Tant'è che quando ho almeno un paio di giorni liberi prendo il treno e vado a casa pur di non rimanere solo per rivedere casa ed i miei spendendo un botto di soldi. Non ce la faccio più però, per quanto io voglia nasconderlo e per quanto possa considerarmi misantropo ho bisogno di sentirmi parte di qualcosa, ho bisogno di avere persone da poter chiamare amici con cui affrontare situazioni che mi consentano di staccare la spina dalle vicende quotidiane. |
Re: Solitudine che sembra infinita
Certe volte penso che questo mio bisogno di non sentirmi più solo dipenda dall'esistenza stessa della società. Se tutti sparissero e rimanessi da solo molto probabilmente raggiungerei un'apparenza di tranquillità, finalmente.
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Re: Solitudine che sembra infinita
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Io sono scappata da una famiglia che mi ha solo irrigidita verso gli altri e che mi ha proprio rovinato la vita e, da una parte ho trovato una certa serenità, ma dall'altra sento di appartenere solo ad una monoesistenza costituita solo dalla mia persona. Non ho un gruppo a cui appartenere o una realtà che mi possa accogliere e far anche a me staccare la spina dalla quotidianità. Una volta c'è l'avevo e sono stati gli anni più felici che possa ricordare, ma come ogni cosa, è giunta al termine. Le persone cambiano, vanno incontro ad altri progetti e priorità e si dimenticano del passato...Nel mio gruppo ognuno ha inseguito i propri sogni escludendo gli altri e, ho come avuto la sensazione di essere solo io a vedere che c'era qualcosa di sbagliato: farsi la propria vita e proseguirla implica tagliare in tronco con le persone con cui hai condiviso molto? Non so... l'ho trovato e lo trovo tutt'ora sbagliato, ma a quanto pare sono l'unica a pensare che entrambe le cose possano coesistere nella giusta misura... |
Re: Solitudine che sembra infinita
Un lupo solitario a cui piace stare molto in gruppo? Hmm... singolare.
Per me l'essenza solitaria non è divisibile in due, puoi solo renderla in parte adattabile al gruppo a cui miri, e affinarla fino a mimetizzarla al ruolo che intendi assumere. Solo che l'effetto da animale ingabbiato devi saperlo dominare, col protrarsi dell'esperienza da socio-integrato uno s'aspetta che come premio ai suoi sforzi quell'effetto svanisca, o si attenui, per dare un appagamento alla costanza che ci metti, ma quel momento non arriva mai, e l'epilogo è il richiamo della liberatoria solitudine che vince sul metodo. Non ci sono vie di mezzo, o sei un cane o sei lupo solitario. Le vie di mezzo sono giochetti funambolici momentanei che non possono reggere negli anni. |
Re: Solitudine che sembra infinita
Perchè non prendi la patente? Hai paura di guidare o problemi economici? :pensando:
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Re: Solitudine che sembra infinita
Mah, io credo che sotto sotto la mia voglia di socializzare e di avere gente intorno sia sempre stata scarsa. Ieri ho letto su internet di uno con la mia stessa mutazione genetica e mi è sembrato di leggere me. Diceva di essere uno che fin da piccolo si chiudeva in casa e sentiva l'esigenza di isolarsi. Ecco, io sono sempre stata esattamente così. Socializzavo per forza e male, tutto mi creava fastidio, ansia, panico addirittura. Oltretutto non mi va a genio nessuno. Penso di avere proprio un cervello a dir poco particolare, diciamo così.
In genere, sono attratta da ciò che alla gente non piace e viceversa. Socializzare non mi dà piacere, uscire nemmeno. Fondamentalmente sto bene con i miei interessi, solo che di tanto in tanto penso che non è normale vivere come faccio io, e mi vengono brutti pensieri. Mi ripeto che devo darmi una mossa, conoscere gente, trovare amici, ma la verità è che non mi va. Se provo a cercare gente, mi stanco subito, non mi piace nessuno e mi sembra di comunicare per forza, perché va fatto, non perché lo voglio io. E quindi, torno nel mio guscio. Come ho sempre detto, nel mio caso non si tratta solo di fobia sociale, perché in quel caso prenderei un ansiolitico e uscirei, ma non è quello il punto. Ho proprio un problema nel farmi andar bene le persone, e per quello non ci sono pillole adatte. |
Re: Solitudine che sembra infinita
Mi rivedo in molte delle cose che descrivi. Io, ormai, più che quarantenne, sono solo come un cane... nel senso assoluto (non ho nessuno, a parte mio padre, che è come se non ci fosse). A me la solitudine, mi fa sentire molto male, l'unico ambiente sociale, che mi è rimasto è solo il lavoro. Quando arriva il fine settimana è un'angoscia, conto le ore che mi separano dal lunedì.
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Re: Solitudine che sembra infinita
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Re: Solitudine che sembra infinita
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Però dipende anche da cosa si intende per stare in gruppo, o comunque in compagnia, e dipende pure dalle capacità di farlo. Cercare compagnia non vuol dire necessariamente fare gli estroversoni , o quelli che la solitudine non la sopportano per niente e devono sempre mettere in mezzo qualcosa. Però essere parte di qualcosa, pure solo una compagnia di una persona di cui ti fidi e con cui puoi essere te stesso, ti fa sapere che esisti, che appunto non sei solo ad affrontare il mondo. Anche solo l'idea di un punto di riferimento sociale fa già immediatamente stare meglio le persone. Inoltre, capita che si cerca la compagnia ma si incontrano difficoltà nel trovarla, psicologiche, materiali, o derivate da situazioni singolari, e quindi può succedere che la condizione di lupo solitario viene di conseguenza a queste, e capita pure che alla fine si cerca la solitudine proprio per l'inadeguatezza che si prova e che si è possibilmente sviluppata nel tempo a seguito di difficoltà passate. Diventa un ciclo dove l'incapacità influenza il comportamento asociale e viceversa, proprio come il rapporto tra una vita di merda e la depressione, cioè, pure supponendo una tendenza genetica di base, la maggior parte delle volte la depressione non è completamente endogena, quindi una vita del cazzo o un trauma ti provocano la depressione, e quando la depressione dopo un po' va a consolidarsi, va ad influenzarti anche la vita, pure se le condizioni migliorano un po'. E da ciò potrà derivare misoginia, l'odio nei confronti di altri o di un certo tipo di persone, insomma tutte convinzioni che si sviluppano dopo che incoraggiano ulteriormente la situazione. |
La solitudine è una brutta bestia...in realtà credo sia un po' un male dei nostri tempi così "social".
Io sono economicamente indipendente, ho la macchina, ho la casa, la salute (anche se ho degli acciacchi) ...ma mi manca una vita. Hai detto niente? Ne ho parlato in un post recentemente..si vive un'esistenza vuota, priva di alcun senso di appartenenza a un gruppo se non a quello dei colleghi di lavoro. Fuori da quella sfera, eccetto rarissime uscite con vecchi amici...il vuoto!! Ognuno si fa la sua vita ed ha le sue priorità ...tutti i miei amici storici si son sposati o comunque convivono o hanno il trombamico/a e quindi la loro vita ruota molto sul rapporto di coppia (uscite con altre coppie, vacanze con la famiglia etc). È giusto ed è normale che sia così. Quanto a me, le ferie, che per tutti sono sinonimo di allegria e spensieratezza, diventano un maledetto incubo di depressione. Se non avessi il lavoro mi legherei una corda al collo, giuro. |
Re: Solitudine che sembra infinita
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Re: Solitudine che sembra infinita
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Re: Solitudine che sembra infinita
E poi, ho notato che gli asperger, a differenza mia, hanno interessi molto particolari di cui amano parlare anche per ore. Io non amo proprio parlare di me, né di quello che mi piace. Su quel forum mi sentivo estranea a tutti pure lì. Gli asperger spesso si sentono isolati perché vengono effettivamente derisi e messi da parte dagli altri per le loro particolarità. Io invece non sono mai stata esclusa perché ero strana, solo perché parlavo poco. E sono più io a evitare che essere evitata. Non penso che gli asperger siano così selettivi. Io ho tutta una serie di caratteristiche che cerco nelle persone e se non le hanno non ho interesse a frequentarle. Sono rigidissima. Gli asperger in generale mi sembrano molto più aperti.
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Re: Solitudine che sembra infinita
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Diciamo che l'equivoco è dietro l'angolo quando i termini con cui ci si descrive sono in netto contrasto tra di loro, non che questo indichi cattiva fede, ma offrono chiavi di lettura varie. Io ad esempio le visioni contraddittorie le ricollego alle identità non ben definite, quelle troppo sorrette da concetti astratti, mentre per me quello che definisce con più precisione chi siamo sta nel corpo e nelle sue reazioni organiche, non nella mente: sei un lupo solitario quando puoi stare molto tempo senza avvertire il bisogno fisico di un abbraccio sincero, di un bacio, di un contatto fisico. Puoi però anche convincerti anche del contrario, quando l'identità è costituita in prevalenza da concetti astratti: sogni, ideologie, proiezioni del futuro, aspettative che gli altri nutrono su di noi. Quel contatto fisico a questo punto lo brami anche se non era strettamente necessario. |
Re: Solitudine che sembra infinita
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Re: Solitudine che sembra infinita
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Re: Solitudine che sembra infinita
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Re: Solitudine che sembra infinita
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Re: Solitudine che sembra infinita
Mi ci rivedo totalmente in tutto quello che hai scritto, io pur avendo la patente esco poco e se esco lo faccio da solo.
Non ho mai avuto veri amici ed alla mia età oramai è complicato crearsi una compagnia. Lo so che forse è un azzardo, ma potresti provare a chiedere qui sul forum se c’è qualcuno della tua zona con cui uscire |
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