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In base a cosa vi considerate sociofobici?
Insomma, quali sono i vari "campanelli dall'allarme" che vi hanno condotto a rientrare nella definizione?
Vi sarei molto grata se mi rispondeste, in questi giorni ho un'immensa confusione in testa... ciao ciao 8) |
beh personalmente il fatto di cercare di evitare sempre qualsiasi contatto con altre persone, la difficoltà di relazionarmi con gli estranei, l'ansia ke ho quando devo uscire con gli amici ecc. ecc.
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Ci sono tanti sintomi che fungono da allarme. Generalmente può essere
considerata l'ansia o la paura eccessiva nell'affrontare situazioni che per altri non sono difficilissime, per alcuni normali e per altri addirittura piacevoli, ma che prevedono sempre la presenza di altre persone oltre noi. Io ad esempio entro in uno stato di agitazione esagerata nel mangiare in pubblico, cosa che per molti è situazione piacevole. Insomma il campanello varia, ti accorgi comunque di avere grosse difficoltà e ansia incontrollata in certi frangenti. A me questo sintomo è venuto fuori apparentemente senza motivo, così preso dalla paura mi sono recato dal mio medico di famiglia non sapendo cosa mi succedesse. Il medico mi ha consigliato uno psicologo che successivamente mi ha detto che si trattava di un tipo di fobia sociale. ergo: la tua confusione và messa in chiaro di fronte ad un medico, e non tramite le risposte che riceverai qui sul forum. un abbraccio |
Semplicemente ho paura degli altri esseri umani. Nella fattispecie del loro giudizio e di una serie di situazioni particolari che al momento sarebbe troppo lungo elencare. In particolare tale livello di paura è direttamente proporzionale al livello di stress che subisco in quel particolare periodo... (lavoro etc.)
Volendo essere più specifico (e concludendo !) sono affetto da un disturbo narcisistico di personalità... Da un lato questo mi rende eccellente nel mio lavoro... Dall'altro mi sfuota completamente di qualsiasi emozione... Quanti altri di voi sono nella mia stessa situazione (mi riferisco al narcisismo) ????? ciao, v |
eehhhhm narcisimo :roll:
io ho messo anche la foto quindi :D sono un caso disperato :D |
peccato che io sia brutto, altrimenti l'avrei fatto anche io... :)
ciao, v |
Ciao,
io non ho avuto campanelli di allarme, io così lo sono sempre stata. Sono nata con la mia timidezza, sinceramente ho un pò di confusione in testa, timidi ci si nasce, forse fobici ci si diventa. Io non so come classificarmi, so solo che fino a 7-8 anni fa avevo paura anche di andare a fare la spesa, la paura di essere giudicata è sempre stata presente in me e c'è ancora. Ho passato la mia adolescenza chiusa in casa per paura di confrontarmi con gli altri e di affrontare le situazioni. Ora ho 25 anni, la mia timidezza fa parte di me ma devo dire che se 10 anni fa mi fossi vista così, non ci avrei creduto. Penso che tutto si può affrontare, ogni tanto ho i miei momenti bui di depressione ma la vita va avanti. In questi anni ho capito che è troppo facile chiudersi in se stessi e rifiutare qualsiasi contatto, bisogna mettersi in gioco anche se questo comporta dolore e delusione. Si, lo so che non è facile. |
anche perchè senza sfera affettiva del resto rimane poco o nulla....?!
:( |
sensazione di estraneità, voglia di scomparire (anziché "scomparire" avevo scritto "scopare" :oops: ).
Le situazioni peggiori le incontro quando devo viaggiare in treno da solo in mezzo ad un mucchio di gente. Vorrei spararmi qualcosa endovena...e risvegliarmi nel mio letto... |
Anche io sono sempre stata così sin da quando ricordo...
da piccola andavo nel panico se incontravo persone che non fossero i familiari più stretti, alle elementari me ne stavo da sola anziché giocare con gli altri bambini, alle superiori un vero disastro: un mucchietto di tic incapace di spiccicare parola senza che mi tremassero le mani, nascosta sotto strati di abiti neri ed una cortina di capelli lunghissimi. Primo anno di università: scambiavo mediamente cinque parole al giorno, quelle necessarie per comprare le sigarette e il giornale. Il tempo, sicuramente, mi ha dato molto, quanto a capacità di sviscerare le mie fobie ed affrontarle, e fondamentale è stato cominciare a lavorare. |
[quote="Lilith"]Anche io sono sempre stata così sin da quando ricordo...
da piccola andavo nel panico se incontravo persone che non fossero i familiari più stretti, alle elementari me ne stavo da sola anziché giocare con gli altri bambini, alle superiori un vero disastro: un mucchietto di tic incapace di spiccicare parola senza che mi tremassero le mani, nascosta sotto strati di abiti neri ed una cortina di capelli lunghissimi. Primo anno di università: scambiavo mediamente cinque parole al giorno, quelle necessarie per comprare le sigarette e il giornale. Il tempo, sicuramente, mi ha dato molto, quanto a capacità di sviscerare le mie fobie ed affrontarle, e fondamentale è stato cominciare a lavorare.[/quote] posso domandarti che lavoro fai? io studio all'università e ho già il terrore di non poter svolgere senza sofferenze il lavoro per cui sto studiando |
Paradossalmente, ho scelto un lavoro che si basa sulla relazione umana e che mi porta ad assumermi la responsabilità di persone che per svariati motivi non sono in grado di essere autosufficienti.
Credo che questa responsabilità sia stata e sia tuttora per me una enorme spinta motivazionale... quando ho cominciato a fare questo lavoro, c'era il coinvolgimento emotivo in qualcosa che mi piaceva molto e che mi faceva sentire in un "ruolo", anziché nel limbo di essere studente o disoccupata, qualcosa insomma a cui non volevo rinunciare, e inoltre mi sono trovata a dovermi alleare con il mio orgoglio (anziché calpestarlo)... In altre parole, quando mi sono trovata ad avere di fronte lo sguardo di persone per le quali in quel momento ero un punto di riferimento, le mie, di fobie, sono passate in secondo piano. |
ho visto bene in te, anch'io dovrò aiutare gente che soffre.
Ho paura di stare male anch'io con loro. Un giorno forse sarò medico. Quello che non mi piace è la competizione dell' ambiente. Io vorrei stare con i pazienti e basta, senza essere angosciato da altri rapporti meno chiari. |
invece ti toccherà pipparti anche i colleghi :wink:
da alcuni avrai occasione di imparare, da altri imparerarai a... guardarti le spalle, e anche questo serve. Mettiamola così: se non fossimo costretti a confrontarci con gli altri, rischieremmo di cadere nel delirio di onnipotenza |
Re: In base a cosa vi considerate sociofobici?
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Re: In base a cosa vi considerate sociofobici?
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chi è stato il primo fobico della storia?
quando siamo nati? (intendo noi fobici cm gruppo) |
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Roba che piuttosto morivo di sete pur di chiedere anche solo un bicchier d'acqua in un bar (ci vorrebbero fontanelle OVUNQUE). Roba che mi vergognavo ad andare ai bagni pubblici per paura di incontrare gente. Roba che magari pur di non chiedere un'informazione giravo a vuoto per un'ora. Bisogna aver coraggio e fregarsene, ma ancora sono a metà strada tra la vita normale e la vita nell'ombra... |
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