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Gummo 16-05-2019 00:40

Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Non so voi, ma vedo una grande frattura fra il novecento e i primi anni duemila. In particolare, vedo molte persone strombazzare le proprie idee in televisione, sui giornali, sui social network, ma non incontro quasi mai intellettuali capaci di corrodere, di entrare nella mente, di proporre idee nuove.
Mi sembra che non stiano nascendo semi capaci di soppiantare i pezzi da novanta del passato. Vedo delle meteore, più che altro. Dove sono le persone capaci di compere con i filosofi, i giornalisti, gli osservatori, gli scrittori e i poeti del secolo scorso?
È per questo che io al nuovo preferisco il vecchio. Se davanti ho un piatto di bucatini e voi mi mettete davanti una scodella piena di merda, dicendo "mangia che è un piatto nuovo", io rimango a mangiarmi la mia pastasciutta, eh, scusate tanto. Lo stesso vale per i libri e per i film. Age of Ultron sarà pure divertente, ma Il buono, il brutto e il cattivo è un capolavoro dell'intrattenimento. La bellezza ormai la vedo solo nel passato. La profondità? Quasi esclusivamente lì, dietro le spalle. E poi dovrei mettermi ad ascoltare chi parla di politica e filosofia su YouTube, con sotto la musica trendy e il montaggio adrenalinico? Ma per carità; tutta questa roba verrà spazzata via dalla storia, come probabilmente verremo spazzati via tutti noi, così piccoli.
Forse è la frammentazione dei tempi in cui viviamo, forse è la velocità spasmodica della nostra epoca a impedire che nascano grandi pensatori (o che si esprimano, o che ci raggiungano), perché siamo prigionieri del nostro bisogno di letture corte, concetti semplici, riflessioni veloci, e questo porta a miliardi di post su Facebook ma a pochissime analisi davvero profonde. Dove è finito lo sguardo?
Questo thread non ha uno scopo specifico, è più una scusa per liberarmi un po' la testa dai pensieri, se qualcuno vuole dire la sua è il benvenuto.

hermit94 16-05-2019 00:52

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Sì eccomi

MrBean 16-05-2019 01:02

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Volevo rispondere ironicamente Giampiero Mughini :D

Gummo 16-05-2019 04:08

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Quote:

Originariamente inviata da Shjatyzu (Messaggio 2269276)
Condivido, e la cosa si estende, in maniera generica, a tutte le categorie che dovrebbero essere "ispirate".
Personalmente, ad esempio, noto questa carestia nell'intelligenza artistica musicale, seppur si vada un po' indietro, rispetto al '900.
Basta leggere uno spartito di Chopin, di Beethoven, di Liszt, di Mozart, o magari "visionarlo" su YouTube, in MIDI.
Quante note, quante voci, la polifonia, le concatenazioni...
Tutto perfettamente armonioso, anche le dissonanze.

Al giorno d'oggi, invece, nessuno si avvicina neppure minimamente a un simile genio artistico.
O meglio, magari ci saranno le menti nascoste, ma non credo verranno mai alla luce "diffusa".

Sì il discorso potrebbe allungarsi all'indietro per molti secoli, ho preso il 900 come esempio perché mi affascina molto ed è a noi ancora vicino. Comunque, è come se vivessimo in una frattura abissale fra due mondi, uno durato interi secoli, e un altro appena iniziato.
Comunque il tema delle menti nascoste è interessante. La cosa brutta di questo tritacarne in cui viviamo, è che non solo le persone valide non vengono alla luce, ma che molti, i quali sarebbero capaci di dare tantissime cose all'umanità, non sono coscienti di ció, o ancor peggio lo sono, ma le condizioni in cui vivono gli impediscono di esprimersi; è anche una cosa psicologica, secondo me: se tutte le persone sono superficiali, perchè un uomo dovrebbe soffrire, dannarsi, cercare di produrre qualcosa di "elevato", se poi verrebbe apprezzato solo da una misera nicchia? Già sono poche le persone coscienti delle proprie capacità, ma pochissime sono poi quelle che riescono ad andare in direzione ostinata e contraria. Gli altri si annullano, accettano di vivere secondo le regole. È davvero una cosa orribile.

Ps. Non so quasi nulla di musica e di musica classica ancor meno, ma a me viene in mente anche il blues, che è qualcosa agli antipodi, ma in fondo ci dice la stessa cosa: perfino con una semplice scala minore, ficcandoci dentro la "blue note", degli africani sfruttati sono riusciti a produrre arte; non avevano certo studiato in conservatorio, andavano di istinto, ma sant'Iddio hanno tirato fuori grande musica. Avevano cuore e ragionavano, costruivano momenti musicali. Cuore e pensiero, oggi così dimenticati. *sigh*

claire 16-05-2019 06:27

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Diciamo grazie a questi governi di ignoranti di successo e grillini che sfottono gli intellettuali chiamandoli comunisti col rolex e radical chic della Boldrini, i laureati vengono dileggiati da chi ha la laurea all'università della vita e sbeffeggiati dagli imprenditori con la licenza elementare che fatturano, nessuno se ne incula della scienza che tanto le mamme informate ne sanno di più, e via andare.

Joseph 16-05-2019 07:10

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
I big pensieri ancora vengono fatti, anche perché stanno a ordini di grandezza da quelli delle masse (anche se in realtà no, esistono solo affermazioni giuste o sbagliate), quindi anche se ne perdessero un po' sarebbero comunque ad anni luce di distanza (in realtà le distanze sono brevi, ma per l'ego ogni minima distanza da percorrere, quindi ogni minima rinuncia, è sempre una rinuncia enorme), ma sopratutto vengono influenzati poco o per nulla dalla pressione delle masse alla mediocrità ("la cosa x non significa niente psicologicamente nemmeno in termini probabilistici") e all'entusiastica distruzione reciproca degli aspetti narcisistici positivi, questo credo riguardi più la classe media del pensiero.
Le élite tirano dritto per i fatti loro, le masse non se le filano e non le saprebbero nemmeno riconoscere anche perché manca sempre più la classe media a metterci sopra un'etichetta per loro.

Crepuscolo 16-05-2019 07:42

Quote:

Originariamente inviata da Gummo98 (Messaggio 2269309)
Sì il discorso potrebbe allungarsi all'indietro per molti secoli, ho preso il 900 come esempio perché mi affascina molto ed è a noi ancora vicino. Comunque, è come se vivessimo in una frattura abissale fra due mondi, uno durato interi secoli, e un altro appena iniziato.
Comunque il tema delle menti nascoste è interessante. La cosa brutta di questo tritacarne in cui viviamo, è che non solo le persone valide non vengono alla luce, ma che molti, i quali sarebbero capaci di dare tantissime cose all'umanità, non sono coscienti di ció, o ancor peggio lo sono, ma le condizioni in cui vivono gli impediscono di esprimersi; è anche una cosa psicologica, secondo me: se tutte le persone sono superficiali, perchè un uomo dovrebbe soffrire, dannarsi, cercare di produrre qualcosa di "elevato", se poi verrebbe apprezzato solo da una misera nicchia? Già sono poche le persone coscienti delle proprie capacità, ma pochissime sono poi quelle che riescono ad andare in direzione ostinata e contraria. Gli altri si annullano, accettano di vivere secondo le regole. È davvero una cosa orribile.

Ps. Non so quasi nulla di musica e di musica classica ancor meno, ma a me viene in mente anche il blues, che è qualcosa agli antipodi, ma in fondo ci dice la stessa cosa: perfino con una semplice scala minore, ficcandoci dentro la "blue note", degli africani sfruttati sono riusciti a produrre arte; non avevano certo studiato in conservatorio, andavano di istinto, ma sant'Iddio hanno tirato fuori grande musica. Avevano cuore e ragionavano, costruivano momenti musicali. Cuore e pensiero, oggi così dimenticati. *sigh*

"se tutte le persone sono superficiali, perchè un uomo dovrebbe soffrire, dannarsi, cercare di produrre qualcosa di "elevato", se poi verrebbe apprezzato solo da una misera nicchia?"

Penso che è sempre stato così, solo una nicchia apprezza e conosce certi argomenti. Nei secoli scorsi la maggior parte della gente era ignorante, poco scolarizzata eppure ci si ricorda di alcuni personaggi e di quello che hanno fatto. Ora è difficile giudicare il periodo in cui stiamo vivendo, tra un centinaio di anni si potrà analizzarlo meglio.

E. Scrooge 16-05-2019 09:19

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
La sterilità contemporanea si manifesta in più settori; credo però che essa sia l'effetto di cause differenti, a seconda dell'ambito. Provo ad esprimere le mie idee in merito a quei campi che conosco un pochino meglio: la filosofia e la letteratura.
Per quanto riguarda la filosofia essa è stata il tentativo di alcuni uomini originali e di genio, di fornire delle spiegazioni plausibili che fossero in grado di fugare i dubbi che via via si imponevano alla mente degli uomini (quelli colti, almeno). Con il progredire della scienza molte questioni filosofiche hanno trovato risoluzione oppure, molto semplicemente, hanno perso di senso. Ti faccio un esempio; Schopenhauer nel mondo come volontà e rappresentazione, parlando della reattività di alcune sostanze scrive: "per millenni le forze chimiche sonnecchiano in una materia, fino a quando il contatto con i reagenti non le libera: allora si manifestano, ma il tempo esiste solo per questa manifestazione fenomenica, non per le forze stesse." Ecco, questo che hai letto è il tentativo rudimentale di dare una spiegazione plausibile di quei fenomeni che solo molto tempo dopo vennero compresi a pieno. La prima edizione del mondo è del 1819, Schopenhauer dunque, per ovvie ragioni, non disponeva nemmeno della rudimentale tavola periodica di Mendeleev (1869); tantomeno poteva contare su di una qualsivoglia conoscenza relativa alla struttura atomica e alla configurazione elettronica degli atomi stessi; non poteva dunque sapere che la reattività degli elementi dipende proprio dalla loro configurazione elettronica; perciò ecco che, per dare delle spiegazioni plausibili, tira fuori dal cilindro le sue metafisiche "forze sonnecchianti", che oggi ovviamente non servono a niente e non spiegano nulla. Nelle università la consapevolezza che la filosofia ha subito una notevole restrizione del suo campo d'azione c'è, ed è per questo, a parer mio, che gli accademici, più che filosofi, decidono di diventare degli storici della filosofia; scelgono cioè di occuparsi dell'analisi filologica dei testi classici, abbandonando l'ambizione velleitaria di pubblicare testi nuovi, che sarebbero forse inutili, o a paragone dei frutti della scienza, approssimativi.
Per quanto riguarda la letteratura, beh, penso che qui i problemi siano due: il primo è che il mondo accademico si limita a produrre studi filologici che nessuno, a parte i professori stessi, leggerà mai. In università pare abbiano trasformato Keynes in un maestro di vita: «La saggezza del mondo insegna che è cosa migliore per la reputazione fallire in modo convenzionale, anziché riuscire in modo anticonvenzionale». Per cui tutti si limitano a fare quello che Papini consigliava di non fare, cioè "rosicchiare, rimasticare e biascicare le opere degli altri"; per il quieto vivere si limitano a fare il loro lavoricchio da borghesucci modesti, così da poter tirare a campare sereni e tranquilli: in poche parole preferiscono il pane alla gloria. Il secondo problema è il mix fra mercato e società di massa; il fatto che la gente scrive per soldi, il fatto che certi testi particolari e raffinati non saranno mai accessibili al grande pubblico, quindi non saranno mai, dal punto di vista commerciale, un affare ecc, però qui si aprono miliardi di temi che non ho tempo di esporre (ma forse non ne sono nemmeno in grado).

pokorny 16-05-2019 09:32

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Quote:

Originariamente inviata da montag (Messaggio 2269283)
Io credo che il tempo ci dirà, come per tutte le epoche, cosa meriterà di essere ricordato di questa epoca e cosa no. Ma sinceramente non amo la nostalgia: come mostra Woody Allen in Midnight in Paris, ogni epoca, per quanto splendida, rimpiange sempre l'epoca precedente.
E poi bisogna chiarire cosa intendiamo per la "nostra epoca": se intendiamo il ventunesimo secolo, bè, siamo ancora agli inizi; se intendiamo l'ultimo secolo (dal 1919 al 2019), direi che ce n'è di roba (filosofi, musicisti, scrittori, scienziati...) da salvare.

Sottoscrivo tutto. Aggiungo che una delle poche cose per cui mi dispiacerà lasciare questa valle di lacrime è che non potrò leggere un libro di storia dell'arte scritto tra tre secoli. Mi piacerebbe sapere come saranno considerate e valutate le troppe assurdità di arte contemporanea e musica contemporanea, cosa sarà diventata arte classica e cosa una nota a margine per un riferimento erudito ma nulla più.

Mi piace pensare che nella spazzatura ci finirà il 95% di quello che oggi viene osannato dagli intellettuali radical-chic e sarà stato "riscoperto" molto di quello che oggi nemmeno conosciamo, magari perché l'artista viene considerato un bravo illustratore e niente più mentre era semplicemente inadatto al gusto dei suoi tempi, che poi sono i nostri di adesso.

Pima 16-05-2019 10:48

Quote:

Originariamente inviata da pokorny (Messaggio 2269343)
Sottoscrivo tutto. Aggiungo che una delle poche cose per cui mi dispiacerà lasciare questa valle di lacrime è che non potrò leggere un libro di storia dell'arte scritto tra tre secoli. Mi piacerebbe sapere come saranno considerate e valutate le troppe assurdità di arte contemporanea e musica contemporanea, cosa sarà diventata arte classica e cosa una nota a margine per un riferimento erudito ma nulla più.

Mi piace pensare che nella spazzatura ci finirà il 95% di quello che oggi viene osannato dagli intellettuali radical-chic e sarà stato "riscoperto" molto di quello che oggi nemmeno conosciamo, magari perché l'artista viene considerato un bravo illustratore e niente più mentre era semplicemente inadatto al gusto dei suoi tempi, che poi sono i nostri di adesso.

Quale é la differenza tra un intellettuale ed un intellettuale radical chic ?

Teach83 16-05-2019 11:20

Devo dire che c'è anche un invasione di "finti" intellettuali e te li ritrovi nei vari salottini televisivi, a destra e a manca. Ecco, a costoro che ciarlano e sbandierano la propria superiorità vera o presunta, io preferisco il clochard della stazione. Lo considero più autentico. Attenzione, con questo non si vuole sminuire lo studio ed il sapere, perchè l'ignoranza va sempre combattuta e mai applaudita.

pokorny 16-05-2019 11:25

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Quote:

Originariamente inviata da Pima (Messaggio 2269365)
Quale é la differenza tra un intellettuale ed un intellettuale radical chic ?

Direi quel certo non so che, l'impressione che la persona vive o meno a seconda di quello che dice. Nessuno chiede che un intellettuale impegnato debba essere povero ma il complementare di tutto questo è che da una comoda casa e una comoda condizione economica è facile pontificare. E non sto necessariamente pensando alla politica, conosco umanisti anche in gamba che però scrivono per giornali importanti nella pagina culturale e se anche pensassero qualcosa di diverso da quello che devono scrivere per campare, non lo possono dire.

Diciamo che se avessi ingranato con il lavoro avrei potuto dire a me stesso che qualsiasi mia opinione su arte, politica e cultura avrebbe potuto essere totalmente sincera dato che per vivere avrei contribuito in modo fattuale al mondo in cui vivo e non a chiacchiere. Ma sottolineo se non era chiaro: attribuisco grande valore alle discipline umanistiche, non sto certo dicendo che chi vive di arte sia un peso per la collettività, al contrario fa la sua parte come tutti. Dico solo che dovendo avere a che fare col consenso per poter vivere è in una posizione delicata che non vorrei mai.

EDIT: solo ora ho riletto il dialogo: nello specifico pensavo a quei critici che spendono pagine di parole vuote per dire che uno scarabocchio su un pezzo di cartone è chi sa cosa, con termini contorti e roboanti. Conosco l'ambiente e so che spesso si nascondono operazioni di manipolazione del consenso a fine di marketing, o di poter far considerare queste cose come quelle che occorre apprezzare per essere persona di cultura. Già credo che molti quadri di Picasso (solo per fare un nome ormai entrato nella storia dell'arte) abbiano quotazioni assurde a causa di fenomeni di questo tipo e che un giorno ci si chiederà perché tutto questo. Non parliamo di una quantità sterminata di artisti oggi noti che a mio parere non sopravviveranno alla storia. E non dimentico la musica, provate a cercare su youtube l'opera di Stockhausen per quattro elicotteri e ditemi se è arte. Anzi, no, l'ho trovata:

https://youtu.be/7ykQFrL0X74

Pima 16-05-2019 11:36

Quote:

Originariamente inviata da pokorny (Messaggio 2269380)
Direi quel certo non so che, l'impressione che la persona vive o meno a seconda di quello che dice. Nessuno chiede che un intellettuale impegnato debba essere povero ma il complementare di tutto questo è che da una comoda casa e una comoda condizione economica è facile pontificare. E non sto necessariamente pensando alla politica, conosco umanisti anche in gamba che però scrivono per giornali importanti nella pagina culturale e se anche pensassero qualcosa di diverso da quello che devono scrivere per campare, non lo possono dire.

Diciamo che se avessi ingranato con il lavoro avrei potuto dire a me stesso che qualsiasi mia opinione su arte, politica e cultura avrebbe potuto essere totalmente sincera dato che per vivere avrei contribuito in modo fattuale al mondo in cui vivo e non a chiacchiere. Ma sottolineo se non era chiaro: attribuisco grande valore alle discipline umanistiche, non sto certo dicendo che chi vive di arte sia un peso per la collettività, al contrario fa la sua parte come tutti. Dico solo che dovendo avere a che fare col consenso per poter vivere è in una posizione delicata che non vorrei mai.

Tranquillo, la mia era una semplice curiosità, capisco cosa intendi perché anche io sempre piú spesso tendo a fare un pastrocchio fondendo le due figure. Il problema é che se non é povero non va bene perché ci sembra che ci faccia la morale e che pontifica, se é povero e scrive per un giornale facilmente non puó scrivere quello che vuole. É difficilissima come situazione !

Di intellettuali liberi non so se esistono perché o potrebbero essere emarginati senza che essi possano esprimersi dagli ambienti accademici o non farli pubblicare idee non consone al giornale.

Wrong 16-05-2019 13:14

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Diego Fuffaro!

bukowskiii 16-05-2019 13:39

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Il 68 ha fallito, lì è morto tutto...

muttley 16-05-2019 14:21

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Interessante che tu Gummo, che sei praticamente un 2000, rimpiangi tempi pre-nuovo millennio. D'altronde io sono nato durante gli anni di piombo e a forza di vedere documentari e leggere articoli sul periodo mi sembra a volte di averli quasi vissuti.
Per restare in tema, viviamo da diversi anni ormai sotto una coltre di forte anti intellettualismo, e io credo che la causa sia da ricercare, nel bene o nel male, nell'allargamento degli spazi di partecipazione alla vita democratica e mediatica. In pratica gli intellettuali che un tempo predicavano tutto ciò (l'allargamento) oggi pagano le conseguenze della realizzazione del loro sogno.
Tutto iniziò con le radio libere e le loro trasmissioni coi microfoni aperti (memorabili quelle di Radio Popolare o Radio Radicale), e la deriva a cui assistiamo oggi è già in essere da lungo tempo.


Gummo 16-05-2019 17:43

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Peró Zizek ha settant'anni, appartiene più al novecento che al duemila. Anche Noam Chomsky, per esempio. :pensando: Come hanno detto alcuni, temo che ci sia molta discussione cerchiobottista dentro gli atenei, e poca roba capace di uscire fuori al livello della gente comune. Sarà anche perché la gente ormai si fa le opinioni da sè, usa i social network e molti si sentono tuttologhi, il che lascia poco spazio all'intellettuale di professione e organico alla società, rappresentando un ceto popolare, o magari un'idea, o una visione del mondo, materiale o spirituale che sia.

idk 16-05-2019 17:45

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Zizek è più interessante per i suoi tic che per i contenuti :sisi:

Gummo 16-05-2019 17:50

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Boh io non ho mai letto Zizek, sono ancora fermo a Nietzsche, ed è un brutto problema, perchè è difficile e faccio fatica a trovare tempo per contentrarmi. Prima di arrivare ai filosofi più recenti devo fare molta strada, se mi rimane il tempo. Il passato è così pieno di cose interessanti che temo non riuscirò mai ad arrivare al presente. :sisi:

TheCopacabana 16-05-2019 18:03

Re: Ma esistono ancora gli intellettuali?
 
Oggi la figura del pensatore classico e' stata sostituita dai "tuttologi", gente specializzata in tutti i campi dello scibile umano.
Costoro hanno la soluzione pronta a qualsiasi tipo di problema, e ci tengono a sfoggiare la propria ignoranza & stupidita' in ogni contesto.

Il loro habitat naturale sono le trasmissioni televisive colte: Grande Fratello, Isola dei Famosi, etc.

Ci sono anche dei gruppi specializzati: mamme pancine, no-vax, terrapiattisti, complottisti delle scie chimiche, etc.

P.S. sono ironico, giusto per esser chiari


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