Finalmente ho capito
Finalmente ho capito. Un intuizione mi ha fatto vedere tutta la mia vita sino ad ora da una prospettiva diversa: molte volte ripensando al mio passato mi sono chiesto: ma perché tutte le persone con cui ho fatto amicizia (sia ragazzi che ragazze), una volta presa un po' di confidenza, mi sfruttavano o trattavano come l'ultimo del gruppo, come una persona inferiore, di serie b e financo, alle volte, mi bullizzavano. Non è un caso, ora ho capito: è colpa mia, sono un maschio omega, senza palle, un ignavo, senza forza per imporsi, senza dignità, un verme che si fa mettere i piedi in testa, che usa l'accondiscendenza come strategia difensiva, che ha paura pure della sua ombra. Dopo aver compreso ciò, ho sentito dentro di me, un profondissimo disprezzo verso la mia persona nella sua essenza: non si tratta di un mero atto di volontà, mio padre era tale e quale a me: è un modo d'essere geneticamente determinato.
Purtroppo in questo mondo bisogna stare sempre all'erta, la gente tende sempre a voler prevaricare su qualcuno quando ne scorge la possibilità, tende a deridere ed escludere per sentirsi migliore se trova qualcuno con cui poterlo fare, tende a cercare un caprio espiatorio contro cui scaricare l'ira accumulata durante la propria vita sebbene la persona in questione non c'entri nulla. Per alcune ragazze quelli come me sono oro: persone da sfruttare per i propri comodi, bidoni dell'immondizia in cui scaricare la spazzatura accumulata durante le loro giornate. In questo mondo bisogna pensare solo a se stessi, sfruttare le persone e tenerle in ogni caso alla larga, soprattutto se si è della mia stessa razza, avvicinandole quanto basta per ottenere ciò che serve. Mi dispiace tanto di essere arrivato a questo punto, di essere arrivato a scrivere queste parole, vorrei tanto che le cose non stessero in questo modo, però purtroppo stanno così. In questo mondo se hai poco più o poco meno di vent'anni ti trovi a vivere in un vero e proprio campo di battaglia: è una guerra tutti contro tutti per cercare di dimostrare di essere migliori degli altri, lo chiamano "ipercompetitivismo", ovvero: ognuno pensa esclusivamente a sé competendo, anzi, combattendo contro gli altri per dimostrare di essere meglio di loro. Risultato? I deboli vengono esclusi, soffrono e nessuno aiuta loro: vengono lasciati soli e a nessuno importa del loro dolore.
Credo di aver capito, inconsciamente, tutto ciò tanto tempo fa e solo ora ne ho preso consapevolezza: l'essermi isolato ed essere diventato estremamente chiuso verso qualunque persona nuova e, anzi, verso il nuovo in generale ne è la dimostrazione.
Ps: tutto ciò che ho scritto non è uno sfogo, sono pensieri meditati: non sminuiteli pensando che siano, appunto, risultato di uno sfogo.
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