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18-08-2005 08:41

Persone sbagliate
 
Credo di aver combinato un pasticcio comunque ci sono; se volete potete continuare a scrivere da qui.

Mi dispiace
Ciao

18-08-2005 09:46

Beh ricomincio. Avevo scritto a proposito del risveglio , molto traumatico con sintomi che tuttora persistono anche se prima duravano di più: come avevo detto ansia, agitazione, tachicardia.
Questa mattina lo stesso

aperonzolo 18-08-2005 09:57

ciao lisi,
anche io ci sono passato,tachicardia,ansia,paura di soffocare si pensa a chissà che cosa ma poi è una bolla di sapone.

18-08-2005 10:02

Speriamo che tutto passi presto: durante il giorno uno riesce a controllare queste cose ma al mattino sembra di no ti cadono addosso come una valanga.
Quello che mi dispiace è che c'è ancora tanta discriminazione verso chi attraversa questi momenti, questi periodi; si dicono frasi gratuite, e quello che è peggio ci fanno sentire in colpa perchè non reagiamo.

Vorrei vedere questi eroi e questi superuomini al posto nostro

aperonzolo 18-08-2005 10:38

si, questo è vero.
E' anche un motivo per cui nella vita "reale" sono restio a confidarmi.

18-08-2005 15:04

Veri amici
 
Non se se qualcuno di voi ha avuto degli animali domestici.
Io, se ora sto così è anche perchè due mesi fa è morto il mio migliore amico, è proprio così, è porprio vero quello che si dice.
Un bastardino che mi ha tenuto compagnia per dieci anni e che mi è stato vicino e mi ha consolato meglio di una persona.
Mi verrebbe da dire che gli animali sono altri...
Sono arrabbiatissima anche perchè i veterinari non ci hanno capito quasi nulla all'inizio e così quando si è ammalato c'è stato poco da fare.
E' bello averli ma quando ti lasciano così è molto doloroso.

18-08-2005 19:55

Parole
 
Spesso ci si rivolge a qualcuno e si hanno delle aspettative ma più di una volta , come avevo scritto, anzichè darti un aiuto concreto si riempono la bocca di paroloni.
Una cosa che ho notato qui dove abito, forse in qualche città è diverso, non c'è un qualche gruppo di riferimento, magari ci sono una miriade di associazion, di gruppi (anche religiosi) che servono solo a creare confusione.
Mi ero rivolta ad una persona (religiosa) che sapevo molto introdotta, per avere un qualche orientamento, mi sono sentita rispondere: Ci sono tante cose, basta cercarle, io non sono al dentro più di tanto..

19-08-2005 10:59

SE si chiede aiuto è perchè come ho spiegato si è confusi non si sa che strada prenderema allo stesso tempo c'è tanta voglia di uscire da un certo stato e da una certa situazione.
Per aiuto concreto intendevo un'indicazione dove andare magari per fare qualcosa di utile e le persone che avevo contattato, molto introdotte, credevo potessero darmi qualche indicazione.
E invece più io insistevo su una cosa più loro portavano il discorso su altre cose.
Credo che molte volte stare impegnati, fare qualcosa una qualche attività aiuti a non pensare a tante cose.
Vorrà dire, come ho fatto altre volte che cercherò da sola.
Ma allora perchè tanta gente si fa pubblicità e sbandiera la propria disponibilità che poi non c'è e si traduce in aria fritta?

19-08-2005 19:55

Citazione
 
Riscrivo questa bella considerazione di Eutimil. Virgoletto

"Incominciamo a credere più in noi stessi e in quello che facciamo: solo allora, consapevoli dei nostri mezzi, ci formeremo una corazza che ci permetterà di prendere dagli altri quello che eventualmente di buono ci possono offrire sia esso un giudizio positivo sia uno negativo che comunque ci permetterà di crescere e migliorarci."

Lilith 19-08-2005 20:29

Non è detto che gli altri, anche con tutta la buona volontà, riescano a comprenderci, se magari noi non riusciamo a farci capire.
E comunque nessuno ha la bacchetta magica.
Un amico (che già è merce rarissima) può darti affetto e sostegno, ma non può da solo risolvere i tuoi problemi.

Se parlando di "fare qualcosa una qualche attività aiuti a non pensare a tante cose" intendi fare del volontariato, sono anche io dell'idea che sia molto utile anche chi lo fa.
Due anni fa, in un momento di grande depressione, mi capitò di contattare tramite internet una associazione che si occupa di animali abbandonati e di offrire loro la mia disponibilità. Probabilmente in quel momento era ciò di cui avevo bisogno... mi sono dedicata per mesi ad accudire cuccioli, ho "dimenticato" tante paturnie davanti a quei musetti che avevano bisogno di qualcuno che li accudisse, ho conosciuto persone che condividevano il mio affetto per gli animali, sono poi anche andata a qualche convegno e raduno e continuo a mantenere i contatti con l'associazione e ad essere disponibile per dare una mano quando posso.

20-08-2005 11:32

Il nostro migliore amico
 
Comunque consiglio, soprattutto a chi è solo, di prendere un animale consiglierei un cane perché lui non ti rifuta, ti sta vicino, ti consola e soprattutto non serba rancore.
Certo un giorno dovrà lasciarci ma ci avrà dato tanto e ce ne ricorderemo.

Lilith 20-08-2005 21:42

però se ci riusciamo, vediamo di non ridurci come vecchie zitelle inacidite che vivono solo per il proprio gatto... :wink:

21-08-2005 09:36

Zitell? No grazie
 
No Lilith non voglio diventare una zitella ma è inutile che tu ti innamnori perdutamente e voglia bene a qualcuno se a quello di te non può importare.
Poi vanno a cercare quelle più svampite che magari li trattano a pesci in faccia e poi si lamentano

Quando è troppo è troppo

22-08-2005 00:14

Statemi vicino perchè sono stata molto male.
Chi ha dei genitori che capiscono e vi stanno vicino è molto fortunato.
Non mi abbandonate

triste 22-08-2005 01:48

lisi mi spiace molto della tua situazione , e del tuo cane ,io ho un cane e come dici tu è l'unco che mi sta vicino gli voglio un mondo di bene ,anch'io ho dei genitori che non capisco queste cose e devo combattere con loro oltre che con i miei problemi che sono diventati adesso pesantissimi,ciao lisi se hai bisogno ci sono ,ciaooo,non sei sola!

27-08-2005 18:37

Giusti e sbagliati
 
Comunque noi, credo tutti o la maggior parte qui, ci sforziamo per uscire da un certo stato, portiamo avanti la nostra battaglia. Solo che spesso dobbiamo essere sempre noi a fare tutto e mai gli altri che facciano un passo .
Come se il loro comportamento e il loro modo di fare non facesse una grinza e noi per forza costretti ad essere quelli sbagliati.
Torno a ripetere: Non ci faranno sentire un po' troppo sbagliati?

Lilith 28-08-2005 08:49

Dire "gli altri" non è un po' troppo generico?
Sa molto di "solo contro tutti"... e questa, credo, è una distorsione mentale nella quale rischiamo di cadere.

28-08-2005 18:12

confronti
 
Hai ragione: ma per quanto mi qiguarda un po' per carattere un po' perchè questo viene inculcato si è portati sempre a fare i confronti, ma non un confronto costruttivo.

CharlieJt900 29-08-2005 10:08

ciao, bella discussione. Io invece in questo periodo mi chiedo se sia corretto parlare dei nostri problemi agli altri, ad esempio se esco con una ragazza dirle della mia fobia senza nasconderla come una brutta bestia., è una cosa giusta o utile secondo voi? Io non l'ho mai fatto per questioni di giudizio e di apura di allontanare la persona che mi interessa, ma a volte preferirei parlare con sincerità piuttosto che nascondermi, ma ripeto ancora non riesco.

Lilith 29-08-2005 23:18

Mah, io ho molto pudore riguardo a queste cose, non riuscirei a parlarne se non con qualcuno di cui mi fidi enormemente (di fatto in tutta la mia vita ne ho parlato apertamente con due persone, e in uno dei due casi me ne sono amaramente pentita, dal momento che la persona mi ha detto di essere delusa e di essersi addirittura sentita "tradita").

Poi c'è stata un'altra persona, mesi fa, che mi riconobbe da ciò che di me avevo raccontato in questo stesso forum, e volle darmi arroganti, imbarazzantissime e soprattutto non richieste lezioni su come si sta al mondo... ma in quel caso la rabbia, alla fine, è stata superiore anche all'imbarazzo.

Mi è capitato, invece, di trovare amici o compagni che hanno probabilmente capito, senza mai doverle esplicitare, le mie fobie ed hanno avuto sufficiente garbo da farmi vedere, come in uno specchio, i miei comportamenti evitanti, aiutandomi a superarli.

demigod 30-08-2005 10:43

nel mio caso tutti i miei amici hanno capito le mie fobie....e alla fine proprio da come si comportano di conseguenza si capisce ki sono i veri amici e ki quelli a cui non gliene frega niente di te...anzi infieriscono pure...

30-08-2005 14:48

xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

alberto 30-08-2005 14:58

non e' utile dichiararsi soprattutto se dall' altra parte ci sono persone che non hanno di questi problemi e che non riescono a capire

30-08-2005 18:16

ETICHETTE
 
Però come mi è successo recentemente pur uno non volendo entrare in dettaglio su certe cose alla fine sono venute fuori: e così se prima sono stata giudicata intelligente, sensibile, educata, ecc. poi poiché non avevo fatto la vita che aveva fatto questa persona apriti cielo.. insomma ha cambiato completamente giudizio e mi ha affibbiato una bella etichetta .

CharlieJt900 30-08-2005 19:35

eh già probabilmente serve a poco parlarne prima ancora di risolvere.
Il discorso però era rivolto non agli amici, ma alle persone con cui entriamo in forte intimità, i partner insomma, specie quando la storia prende la giusta piega e si stà bene davvero.

Mi piace pensare che un giorno, alla persona cara che avrò accanto, riuscirò a dire <..sai io in quel periodo soffrivo di questo problema....> in maniera del tutto serena, senza alcun timore.

Non mi piace l'idea di dimenticare e nascondere a vita, io mi ricorderò, racconterò le mie esperienze, i miei problemi, e probabilmente quel giorno avvertirò la totale liberazione dalle mie paure.



intanto riprendo a combattere....

30-08-2005 19:52

Le cose stanno proprio così.
Però spero e mi auguro che se una persona ti vuole veramente bene , se ci tiene a te è in grado di capire certe cose e di venirti incontro. Altrimenti vuol dire che pensa solo a sè stesso .
Comunque è una paura che ho anche io perché non è che il mondo sia pieno di persone comprensive

demigod 30-08-2005 19:54

secondo me se aspetti ke un bel giorno potrai liberarti raccontando tutto alla donna della tua vita..stai fresco!!! secondo me già da adesso te ne devi fregare di questi tuoi problemi...se non ne vuoi parlare non farlo...se lo vuoi dire a qualkuno dillo...se questo qualkuno non ti capisce ke te frega...se lo racconta ad altri e tutti ti giudikeranno male ke te frega.
è facile stare ad aspettare e sognare: "un giorno racconterò tutto a ki mi vorrà veramente bene...e starò meglio"...io ormai con i miei problemi ci convivo senza sperare in kissà cosa...se cambierà qualcosa bene..se non cambierà niente è lo stesso...cerco di essere felice ora

CharlieJt900 30-08-2005 20:01

caro demigod io la forza per lottare la ricevo dai miei sogni, loro mi danno la spinta per muovermi, cado e mi alzo per loro, combatto oggi in nome di una vita migliore per me e per chi mi è accanto.

tu per cosa combatti le tue paure? per un benessere giornaliero?

demigod 30-08-2005 20:11

io le mie paure le combatto per riuscire ad arrivare sano e salvo al mio obiettivo principale a lungo termine...e cmq a breve termine il benessere giornaliero può essere un obiettivo...anke io ho i miei sogni..è ovvio...però non baso la mia vita solo su quelli..tutto qui

CharlieJt900 30-08-2005 20:30

ok certo, non dico di sognare ad occhi aperti mentre lavorate, socializzate, ecc....dico solo di credere in qualcosa, un sogno, un progetto, un'idea, un'obbiettivo concreto fate voi, che serva ad alzarsi e a "camminare" lungo stò percorso che ci siamo prefissi, ovvio che questo incontro non ci viene, altrimenti stiamo freschi come dici tu e stà roba rimane soltanto l'idea che avevamo della nostra vita.

ciao

31-08-2005 19:37

Sì hai ragione, ho risposto così solo perché mi sono figurato grottescamente una persona che andava a dichiararsi malata di fobia sociale.
Parlare dei propri problemi, dubbi, turbamenti con persone fidate (e non) fa sicuramente bene, perché porta a perdere un po' del proprio pudore e vergogna aprendosi agli altri, cioè l'esatto opposto di quello che tendenzialmente una persona fa ovvero reprimersi controllando le proprie emozioni, i propri pensieri, ecc...

Lilith 31-08-2005 21:41

mah... siamo pronti però alle eventuali mazzate, se la persona di cui ci fidavamo tanto reagisce male di fronte alle nostre debolezze spiattellate?

31-08-2005 22:13

??????????????????

01-09-2005 13:43

INGANNI
 
Purtroppo capita di incontrare persone che inizialmente si presentano disponibili o che ti fanno capire di avere i tuoi stessi problemi o lo stesso carattere; per poi dimostrarsi tutt'altro.
Il motivo di questo? farti parlare, venire allo scoperto e poi, come mi è successo, scaricarti. E delle volte farti sentire anche un verme.l
Credetemi, sanno fare bene il loro mestiere, è facile essere ingannati ed è la cosa più disgustosa del mondo e uno dei lati peggiori dell'essere umano (se nell'uomo qualcosa di umano c'è restato)

Malandrino 01-09-2005 16:55

Il non essere trasparenti con le persone, sopratutto se sono più che amiche, conoscenti è una dinamica comportamentale un pò di tutti, ma spesso siamo proprio noi, con i nostri problemi ad accentuare questa dinamica.
Le nostre paure non permettono un veloce rapporto di chiarezza è trasparenza, ma questo è umano.
Non mancherà situazione dove qualcuno sarà anche attratto da noi, dal nostro problema perchè combacia esattamente con il suo.
Così nei rapporti si creà questo incastro che:il sofferente spesso attrae la crocerossina, la viziata/o è facile che si avvicina a chi trasmette sicurezza, l'angoscioso a chi dona serenità e calma e così via in tanti possibili è intuibili incastri.

Il punto è che alla fine io sono convinto che per quanto noi possiamo star male a livello inconscio(e la prova lo è quando ci alziamo male perchè la notte portatrice si sogni e dove il corpo esprime al massimo il suo ego) c'è la possibilità che si possa star meglio con un atteggiamento razionale,ragionato, cioè come se comunque una possibile equazione matematica(non esattamente alla lettera) potrebbe garantire una probabilità di scalare un gradino in salita più agevolmente , o rendere la salita più un falso piano.

Non smetterò mai di crederlo dalla depressione si esce, la difficolta sta nel tenerla distante,tenergli sempre la porta chiusa e per quello ci vuole una consapevolezza del disagio,di quello che siamo ,di quello che possiamo raggiungere...... difficilmente ottenibile.

02-09-2005 15:17

Rimango sempre un po' perplesso difronte alla terminologia che "umanizza" le "malattie", ma anche all'uso di certi termini bellicosi come "lotta", "combattere", "nemico", "vincere", "perdere", "non dobbiamo abbassare la guardia". Viene da pensare ad un nemico in carne ed ossa oppure a qualche fenomeno di possessione, comunque sia a qualcosa di "estraneo" che non ci riguardi; a strategie e complicati piani d'azione per distruggere il nemico; ad un impegno faticoso e costante.
Io credo ci sia molto poco di tutto questo. Non c'è un punto preciso su cui indirizzare il raggio laser o qualche vietcong nella giungla che ci aspetta.
I cambiamenti avvengono spontaneamente, in modo naturale quando le condizioni sono maturate; ad un certo punto io mi sono ritrovato a pensare cose che prima non pensavo o a ragionare diversamente o a capire cose che prima non capivo...
I modi di pensare non cambiano dall'oggi al domani, sono necessari lunghi periodi di tempo e quando dico lunghi intendo dire anni. E' necessario vivere, fare esperienze, capire.
Fissare troppo l'attenzione sul sintomo, su singoli episodi e' come pestar acqua nel mortaio. Non credo realistico l'obiettivo di una persona che cerca di liberarsi completamente dei propri sintomi. Credo sia più realistico che una persona arrivi a non darci tutto questo peso.
L'obiettivo dev'essere lottare PER se stessi per diventare sempre più se stessi e NON CONTRO se stessi, o contro una parte di sè (quale?).
Credo infine che la depressione derivi da una perdita d'immaginazione, di prospettiva; incapacità a sognare. Il depresso vive una quotidianità che pensa sia immutabile: non troverò mai un lavoro, sarò sempre solo, eccetera eccetera.

CharlieJt900 02-09-2005 18:13

Io invece credo in uno obbiettivo, in linea generale per tutti noi è la "paura". La paura è la "figura" da affrontare. Il non mangiare in pubblico, o bere, parlare, stare nella folla sono solo sintomi che derivano appunto da essa. Io ho migliorato la mia situazione quando ho smesso di avere paura, non quando ho ripreso a mangiare in pubblico, che cosidero una conseguenza del superamento. Bisogna secondo me indirizzare l'impegno nell'affrontare le situazioni, dove la paura chiama, noi ci presentiamo, magari non riusciremo a superarla, però è importante mostrare coraggio, non tirarsi sempre indietro, e un pò alla volta.... Affrontare anche senza superare ci porta a fare esperienza che servono poi a maturare la giusta condizione per scavalcare il muro della paura.

io ad esempio alle volte ho paura (inconscia) che le esperienze negative mi portino in una situazione ancora peggiore e psicologicamente più triste. Si sà i fallimenti non sono graditi dal nostro cervello, però probabilmente dobbiamo cosniderare ed abituarci al fatto che non tutte le ciambelle vengono col buco. io faccio ancora fatica a parare le brutte figure e/o i "tentativi" andati male, però come ho scritto sopra cerco di ripetermi in testa che ad ogni modo tutte le esperienze aggiungono mattoncini per crescere.

Malandrino 03-09-2005 01:26

Quote:

Credo infine che la depressione derivi da una perdita d'immaginazione, di prospettiva; incapacità a sognare. Il depresso vive una quotidianità che pensa sia immutabile: non troverò mai un lavoro, sarò sempre solo, eccetera eccetera.
Io credo che questa sia una una opinione abbastanza piatta, come si può vedere la depressione come una entità assoluta?
Il depresso spesso è anche un euforico, uno che passa la giornata in iperattività, e impossibile farne una scala unica.

Il punto di vedere poi il proprio malessere(perchè così riconosciuto in medicina) con metafore, non vedo che problema possa suscitare, e solo un modo per aprire il dialogo a tutti.
C'è gente che fa esperienze straordinarie, addirittura la depressione e compagna di persone di una genialità fuori dal comune.
Non è realizzare i sogni che si stà bene, il meccanismo è ben più complesso, c'è un qualcosa anche di costituzionale, di organico.

La paura sicuramente è concausa di uno stato sociofobico, purtroppo sono dell'idea che non esistono cure assolute,sostengo che sia un insieme di cause che vanno da un'indole genetica a un determinato stile di vita.

04-09-2005 11:43

Le considerazioni che ho fatto sulla depressione le ho basate su due miei compagni di studi che ne soffrivano. Non sono considerazioni mediche è ciò che ho visto in loro.
Le metafore sono indice di un certo modo di pensare i propri problemi.

06-09-2005 15:07

Giusti interventi
 
Se si interviene per creare più confusione o per mettere in agitazione è meglio non intervenire.
Uno viene qui perchè almeno spera di non sentirsi fare i soliti ragionamenti di chi certe cose non le ha attraversate e invece mi sembra che ultimamente ci sia stato questo.
O si cercano un po' di aiutare le persone o si sta zitti


Scusate


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