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La permalosità.
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Ciao, ho il grande piacere di aprire il mio primo thread qui :) Ho deciso di incentrarlo su un tema che a "noi" fobici può risultare un po' antipatico, ma che trovo talvolta ci riguardi, ahimè, da molto vicino: la permalosità. Mi ritengo permaloso? Sì, abbastanza. Al netto ovviamente degli attacchi alla mia persona mirati esclusivamente a farmi del male (cosa che per fortuna sento di aver subito poche - anche se dolorose - volte), ho sempre fatto un po' più fatica della media ad accogliere in maniera leggera e rilassata battute, prese in giro e scherzi rivoltimi in maniera bonaria da persone a me sufficientemente vicine. Trovarmi improvvisamente nella posizione di dovermi "difendere" o in qualche modo controbattere senza risultare acido e antipatico, o semplicemente accettare di trovarmi nel ruolo dello "scemo", del "raggirato/ingannato", o comunque quello di cui ridere per una eventuale figura di merda, anche se solo per poco tempo, mi ha sempre messo in grande difficoltà. Difficoltà che aumenta esponenzialmente se sono presenti persone terze con cui non mi sento sufficientemente in confidenza e che per qualche motivo mi stanno antipatiche. E voi? Cos'è per voi la permalosità? Vi ritenete permalosi, o vi hanno mai detto che lo siete? Come convivete con questo aspetto, e come avete gestito e gestite situazioni come quelle sopra? Siete invece mai voi nella posizione di prendere in giro o ordire scherzi verso altri? Come siete riusciti, se ci siete riusciti, a "limare" la vostra "permalosaggine" ? :) Grazie! |
Re: La permalosità.
Stiamo effettivamente parlando di permalosità o...si sta semplicisticamente definendo tali quelle eventuali reazioni ad un qualcosa che volontariamente o meno mina una autostima relativamente scarsa che si cerca strenuamente di tenere in piedi alla meglio?
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Re: La permalosità.
ho un brutto carattere, spesso basta un nulla per farmi sentire una nullità, tutto è un attacco alla mia persona e alla mia autostima, quindi appena qualcuno fa qualcosa che ritengo contro il mio essere esplodo, impazzisco, posso fare seri danni, rovinare rapporti ecc
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É ovvio che che una persona con bassa autostima è anche molto più suscettibile a scherzi.
A volte vedo persone che pur essendo amiche si punzecchiano e si sfottono di continuo in un modo che risulta amichevole. Funziona solo se l'altro ha stima di te e tu ne sei consapevole. Ma di persone che so con certezza che mi stimano non ne conosco.. |
Re: La permalosità.
Sono permaloso come un aspide. Molto spesso interpreto anche il più piccolo avvenimento come un attacco diretto alla mia persona, e mi offendo. Fin da piccolo sono stato incapace di incassare critiche o rimproveri; e anche gli scherzi o gli sfottò mi hanno sempre offeso moltissimo. Diciamo che in fatto di permalosità me la gioco alla pari con il Dio Re (min 0,50) :D:
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Re: La permalosità.
Sono estremamente permalosa, mi offendo per qualsiasi cosa, non accetto critiche, nemmeno le battutine apparentemente innocue. Comunque, nessuno mi ha mai fatto notare che sono permalosa, perché quando mi offendo non lo do a vedere, non faccio storie, né sembro arrabbiata. Semplicemente mi allontano.
Io non prendo mai in giro nessuno (beh, sono molto critica nei confronti degli altri, ma nessuno lo sa, non mi permetterei mai di offendere o criticare qualcuno), quindi non accetto che qualcuno lo faccia con me. Non so difendermi e se succede di essere criticata non dico niente, rimango imperturbabile, ma me lo lego al dito e mi regolo di conseguenza. |
Re: La permalosità.
ero anche io fino a qualche mese fa molto permaloso, adesso non piu, ho capito che non si conclude niente a essere cosi, se non a allontanare e non avvicinare nessuno.
e in qualche caso persino a farsi odiare. bisogna anche avere la giusta dose di menefreghismo, non ne vale quasi mai la pena prendersela troppo per certe persone o situazioni, tanto non esiste una sola persona e una sola situazione. (per fortuna direi). |
Re: La permalosità.
I permalosi si sentono attaccati anche quando si fanno dei discorsi con riferimenti in generale, capita per esempio quando si vuole far capire ad una persona con degli esempi un concetto. Di solito la reazione è di rabbia repressa, il loro ego si sente ferito con conseguente perdita di buon senso e di uso della ragione:mrgreen:
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Re: La permalosità.
purtroppo la permalosità diviene ancor più accentuata e percepita dal sottoscritto proprio a causa dei miei disturbi.
a me basta che qualcuno nel presentarsi mi dia la mano senza guardarmi per considerarlo oltre che un maleducato anche una persona che mi ha mancato di rispetto ... vedi un pò |
Re: La permalosità.
Il problema di molte persone insicure è che dipendono dal giudizio altrui.
Tutti gli esseri umani tengono in considerazione il giudizio altrui, è un'attitudine che deriva dal fatto che siamo una specie animale molto sociale, pertanto nei millenni di evoluzione la nostra sopravvivenza è dipesa dal riconoscimento e dall'inclusione nel piccolo gruppo sociale di riferimento. Molti insicuri però hanno sviluppato in misura eccessiva questa dipendenza dal giudizio altrui, che pure è del tutto umana. La permalosità è una reazione a ciò. Un individuo che ha terrore di essere abbandonato, non supportato, non voluto, aggredito, fa molta fatica a vivere serenamente le critiche. Le critiche sono vissute come un campanello d'allarme, un segnale che non siamo perfettamente allineati al contesto in cui stiamo operando, e una persona che è terrorizzata da ciò, perché non riesce ad accettare il minimo scostamento rispetto alla piena approvazione degli altri (perfezionismo sociale), fa molta fatica a sopportarle. |
Re: La permalosità.
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Re: La permalosità.
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Re: La permalosità.
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Condivido un aneddoto come esempio. Recentemente avevo riallacciato un po' i contatti con un amico con cui avevo perso un po' il legame da alcuni anni. È una persona molto diversa da me: immediato, passionale, focoso, poco riflessivo e molto pratico (ed è una di quelle persone che a tavola mangia tanto, pure essendo relativamente magro). Ci univa la passione per la musica (suonavamo anche assieme una decina di anni fa - forse in mancanza di questo "gancio" manco ci saremmo frequentati data la diversità caratteriale). Provavamo in una sala a casa dei miei, e una volta è capitato fosse invitato a cena da me e da loro (io vivevo lì). Non ricordo se prima o dopo, ma una volta fu lui ad invitare me e gli altri membri del gruppo a mangiare a casa sua, dove cucinò una grossa grigliata. Fatto sta che, dal suo punto di vista, quando fui io a mangiare da lui fui rifocillato a dovere (cosa obiettivamente vera), mentre un giorno mi disse semi-scherzando che dalla cena a casa dei miei era andato via senza essersi saziato (insomma mi manifestò una sorta di critica e insofferenza rispetto ad una presunta tirchieria e scarsa ospitalità da parte della mia famiglia). Lì per lì mi dispiacque, ma non me la presi eccessivamente, anche perchè al menù ci avevano pensato i miei e quindi non mi sentivo responsabile direttamente della sua insoddisfazione. Poi capita che quest'estate dopo molti anni lo inviti per un pranzo nella casa dove vivo attualmente da solo (avevamo già riallacciato i rapporti da alcuni mesi, ma non si era mai ripresentato uno scenario sufficientemente simile a quello di una decina di anni fa). Mi disse scherzando al telefono se doveva o meno venire con lo stomaco mezzo-pieno, riaccennando all'episodio del passato. Non me la presi e ci risi su, dicendogli che avevo cibo a sufficienza e che ci avrei pensato io a cucinare qualcosa, e di non disturbarsi a portare nulla. Poi però si presentò (con quasi un'ora di ritardo, cosa che aveva già fatto con me in diverse altre occasioni nei mesi precedenti), con del sugo ed altre cose da mangiare (non si trattava di una normale carineria da "ospite", perchè non ha semplicemente portato una bottiglia di vino o qualcosa di accessorio, ma il necessario per fare un intero pasto fatto e finito, senza prendere minimamente in considerazione cosa potevo aver pensato di cucinare io) . A quel punto me la presi molto, perchè l'ho vissuta come una totale mancanza di fiducia, e un non volermi assolutamente dare la possibilità di "rimediare" alla cosa per cui ancora mi punzecchiava. Siamo finiti a cucinare il pesto da lui portato, ma me la sono vissuta molto male. Dulcis in fundo, dopo qualche settimana ospitai per due giorni due amici, e mi piacque ospitarle con tutti gli onori (siamo stati tutti molto bene e ho ricevuto costantemente feedback positivi). È capitato che un pomeriggio decidessi di coinvolgerli per andare a bere qualcosa con l'amico di cui ho parlato sopra (lui sapeva che avevo ospiti). Bene, una tra le prime cose che lui chiese loro dopo che si sono presentati, era se avessero da me ricevuto cibo a sufficienza. Domanda così inopportuna e uscita dal nulla che uno dei due amici mi ha guardato con una espressione del tipo "ma questo che cazzo sta dicendo?". Risultato/morale: io da quel giorno ho tagliato completamente fuori quella persona dalla mia vita, in quanto sono arrivato a reputarla oltremodo irrispettosa e pesante. Avevamo avuto in passato delle discussioni per vie delle nostre differenze caratteriali (per via del suo essere troppo poco diplomatico e molto diretto e il mio essere più timido, sensibile e riflessivo), e pensavo che avesse afferrato alcuni aspetti di me e che riuscisse a tenere conto. Ma in quel momento le poche speranze di essere adeguatamente considerato da questa persona sono crollate disastrosamente. Ho fatto bene? Ho fatto male? Spesso me lo chiedo, e fatico molto a rispondermi. Certo, confrontarmi con degli amici in comune e sentirmi dire che anche con loro fa tutt'ora dei ritardi abnormi agli appuntamenti, in un certo senso mi porta a propendere per la prima cosa.... |
Re: La permalosità.
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Re: La permalosità.
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Re: La permalosità.
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Re: La permalosità.
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Re: La permalosità.
Sto cercando di guarirne, ma tanto ora come ora non ho quasi rapporti umani quindi il problema non si pone.
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Re: La permalosità.
Quella di Serse non è permalosità (che è una dimensione nevrotica), ma paranoia (che è una dimensione psicotica, espressione di un nucleo psicotico).
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Re: La permalosità.
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