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Sospensione si o sospensione no
Ciao a tutti. Vorrei avere un consiglio spassionato da soprattutto quelli che come me prendono psicofarmaci da molto tempo.
Prendo Eutimil da ormai 10 anni causa attacchi di panico con in mezzo due sospensioni per tempi brevi ma che purtroppo mi hanno fatto avere delle ricadute e così giù di nuovo di eutimil. Per quasi tutto l'arco di questi anni ho preso mezza pastiglia, quindi in realtà una dose molto minima. Adesso, dopo aver fatto molti miglioramenti nella mia vita, il mio psichiatra mi ha detto di ridurre di nuovo, ma con la novità di introdurre il daparox, sempre ssri ma gocce e pian pianino di ridurre in circa due mesi. Le mie questioni sono però attente, perchè giustamente mi chiedo: ma se tanto questi attacchi di panico sono destinati a tornare (viste le passate sospensioni) allora perchè sospendere? Avevo già provato a rimanere senza, ma c'è sempre stato un peggioramento dopo qualche mese dalla sospensione. Insomma... Allora non pensate che sarebbe più facile prendere gli ssri tutta la vita? Qualcuno ha avuto delle esperienze simili? |
Re: Sospensione si o sospensione no
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Ma Eutimil e Daparox non sono praticamente la stessa cosa? Paroxetina entrambi. :pensando: |
Re: Sospensione si o sospensione no
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Daparox è sempre della famiglia degli ssri, solo che lo psichiatra dice che hanno fatto le gocce apposta per poter cercare di ridurre meglio la sostanza, cosicchè sia più preciso come dosaggio. Solo che non capisco se il dosaggio di cui ho bisogno dipende fortemente da me o da come reagisce il mio corpo |
Re: Sospensione si o sospensione no
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Re: Sospensione si o sospensione no
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Re: Sospensione si o sospensione no
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Re: Sospensione si o sospensione no
Penso che sia sempre preferibile riuscire a scalare e rimuovere i farmaci quando possibile; poi esiste il caso in cui ciò non lo sia, e allora ce ne si fa una ragione. Ma il tentativo val sovente la pena, visti anche gli effetti collaterali degli antidepressivi.
La strategia del tuo psichiatra mi sembra molto precisa: sostituire un antidepressivo con un altro identico nel princìpio attivo, ma diverso in formulazione (pastiglie vs gocce), con l'intento di provare a scalarlo con maggiore morbidità. Capisco il timore degli attacchi di panico, tuttavia nella risoluzione degli stessi è necessario che l'ansia venga esperita quel minimo necessario affinché possa essere affrontata, e con ciò si possa giungere alla ricostruzione delle necessarie risorse intrapsichiche che ti renderanno in grado di affrontare situazioni ansiogene. Provo a fare un esempio. Supponiamo che il tuo attuale livello di gestione dell'ansia (col farmaco) è tale da permetterti di condurre una vita relativamente normale: lavoro o studio, fare la spesa, qualche uscita con amici che conosci da tempo. Un giorno ti capita un evento imprevisto che ti scombussola. Può essere una cosa positiva (una bella ragazza che flirta con te, un'offerta di lavoro assai allettante) o negativa, come un banale tamponamento, un capo/professore che ti fa uno shampoo, ecc. Se non hai affinato risorse tue per gestire queste situazioni eccezionali, rischi di fare cazzate, di andare in panico, ecc. Questo lavoro di ricostruzione delle proprie capacità va fatto in parallelo al farmaco, che sia con la psicoterapia o in autonomia attraverso graduali uscite dalla comfort zone. Ma, sebbene il farmaco è utilissimo e talvolta indispensabile come stampella, se ti tarpa totalmente la capacità di vivere le emozioni negative, non riuscirai mai a migliorare. E' come se ci si spezza un femore e si rimane ingessati a lungo: alla fine bisogna fare riabilitazione, ma arriva un giorno in cui bisogna imparare a camminare col camminatore, poi con le stampelle, poi senza. Per arrivare a un giorno in cui si scopre di poter correre. Per concludere: i due farmaci sembrano assolutamente sovrapponibili, e nel momento in cui prenderai il daparox nello stesso dosaggio dell'eutimil non dovrebbe cambiarti assolutamente niente (potresti chiedere ulteriori ragguagli allo psichiatra in questo senso). Lo scalaggio può essere regolato in base al tuo feedback, quindi si può sempre tornare alla dose precedente qualora tu non fossi pronto. Dovresti giusto far mente locale sul percorso di "riabilitazione" che stai svolgendo. Se non sei seguito da uno psicoterapeuta potrebbe essere sensato cercarne uno (io sono dell'idea che sia meglio avere psichiatra e psicoterapeuta come figure distinte quando possibile). |
Re: Sospensione si o sospensione no
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L'esempio della gamba rotta è azzeccato nel suo caso ma c'è anche gente che la gamba non ce l'ha proprio. |
Re: Sospensione si o sospensione no
Buongiorno,
i sintomi sperimentati alle sospensioni precedenti erano verosimilmente astinenizali. Questo spiega la proposta dello psichiatra di passare alle gocce e ridurre più gradualmente. Tuttavia, solitamente, la riduzione graduale non protegge dalla comparsa dei sintomi astinenziali, per lo più li rende meno intensi. Se vuole legge di più su questo fenomeno clinico può consultare la pagina https://www.smettereglipsicofarmaci.unifi.it/index.php. Qualora ricomparissero sintomi astinenziali alla riduzione del farmaco, se vuole possiamo farle una valutazione gratuita con la nostra intervsta DID-W1 che consente di verificare se si tratti di astinenza da sospensione di paroxetina o meno. Un saluto cordiale, Fiammetta Cosci Università di Firenze |
Re: Sospensione si o sospensione no
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Re: Sospensione si o sospensione no
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