alien boy |
28-01-2019 00:32 |
Re: Rassegnarsi alla solitudine sentimentale
Quote:
Originariamente inviata da XL
(Messaggio 2215062)
Ma gli atti violenti sono un estremo che ho riportato per fare un esempio. Si può diventare violenti per difesa, per vendicarsi (= giustizia in senso lecito). Per far certe cose gli atti violenti (ma qua mi riferisco anche al crear disagio e disturbo per rispondere ad un'offesa ad esempio) contro altre persone in certi casi io li userei se ne fossi in grado (qua poi c'è questo problema qua).
Dico che tra il non dar fastidio e recare danno a qualcuno e il ricavare nell'insieme uno stato di benessere A (e ci mettiamo tutto probabilità elementi positivi e negativi) e il ricavare uno stato di benessere B (anche qua ci mettiamo tutto) creando danni a qualcuno, si sceglierà la seconda opzione se B > A.
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è che non riesco ad immedesimarmi molto nella parte che trae qualche giovamento dal dare fastidio o creare danno in sè, che farebbe pendere la bilancia dalla parte di un comportamento rispetto ad un altro; per cui per me non ne vale pena, considerando anche che nel primo ci sarebbe un rischio di ripercussioni che mancherebbe in genere nel secondo (considerando la condizione in cui A e B sia entrambi inutili ai fini dell'effettivo raggiungimento del proprio obiettivo, che era quella di cui stavamo parlando).
Tornando all'argomento inziale, la non corrispondenza da parte di un'ipotetica persona dell'altro sesso, volendo estremizzare la possiamo anche paragonare ad un atto che ci fa del male, mettiamo di arrivare a paragonarla ad un omicidio di una persona cara compituo da un certo individuo. Se questo omicidio è volontario è possibile che provi anch'io desiderio di vendetta, anche se personalmente non proverei piacere ad esempio nel restituire in forma fisica il dolore provato ma più che altro potrei sentire l'impulso di eliminare tale individuo: già qui il causare e il protrarre la sua sofferenza oltre un certo tempo non mi farebbe molto effetto. Se l'omicidio fosse colposo non so come reagirei psicologiamente. Se non fosse neanche colposo ma un inciddente, conseguenza di un caso sfortunato, al di là di un momento di rabbia iniziale verso chi è comunque stato causa della morte per cui starei male, non credo che alla fine mi vorrebbe da volergli causare qualche danno, sapendo che in fondo non ha alcuna colpa reale.
Ritornando da questo esempio estremo verso l'esempio di una donna che rifiuta e che, seppur in modo molto meno tragico, anch'essa provoca una sofferenza. La sua scelta non dipende dalla volontà e quindi non è da annotare nella cella sottostante al campo 'omicidio volontario' in una immaginaria tabella che ha nella prima riga (quella con le intestazioni) i tre tipi di omicidio di cui sopra e che nelle successive righe rappresenta esempi di eventi che si intendono confrontare con i tre diversi tipi di omicidio. Verosilmente sarà da collocare nella colonna corrispondente a un omicidio senza responsabilità (l'attrazione non dipende dalla volontà o dall'aver avuto un comportamento volontario e consapevole precedente che l'ha influenzata), anche se in alcuni casi forse sarà colposo (quando si seduce volontariamente e poi si rifiuta), per cui, considerata anche la minor gravità del fatto, non mi verrebbe da seguire una condotta che arrechi danno alla persona "responsabile", nè quindi ne trarrei alcun beneficio reale.
Ho esagerato nella scelta dell'esempio dell'omicidio per vedermi più facilmente nel ruolo di chi compie una vendetta, ma si può sostituire con un generico far del male da parte di una persona a un'altra.
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