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Il pensiero fermo vs. il dubbio che logora
Generalmente avete dei pensieri ben definiti riguardo ai diversi aspetti della vita oppure continuate a cambiare idea continuamente riguardo a un tema, passando da una certa considerazione a un'altra diametralmente opposta?
Insomma avete un pensiero ben fermo e solido oppure il dubbio vi attanaglia fino a farvi stare male? Quanto i vostri problemi legati alla fobia sociale e alla depressione influiscono su quest'aspetto? A me il dubbio riguardante una determinata faccenda certe volte consuma dentro. Non parlo solo di questioni come presentarsi a un appuntamento o meno, che possano riguardare un singolo evento o fatti ben circoscritti, ma di questioni più ampie legate al proprio modo di pensare. Spero di non essere stato troppo vago. |
Re: Il pensiero fermo vs. il dubbio che logora
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Mah, in generale ho pensieri abbastanza fermi, credo di sapere quello che voglio o non voglio, poi chiaro che sono influenzati dal mio carattere ed eventuali problematiche, non potrebbe essere altrimenti. In ogni caso sono anche possibilista, nel senso che potrei trovarmi a vivere le cose in modo diverso da come pensavo e accetto di buon grado di smentire certe mie prese di posizione o scendere a compromessi. Nessun dubbio che mi devasta, quello no. |
Re: Il pensiero fermo vs. il dubbio che logora
Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre laddove gli altri vanno avanti come pecore cit. Fabrizio De André
Il dubbio non deve assolutamente essere visto come una cosa negativa, ma devi utilizzare il dubbio per crescere non per limitarti per quanto sia difficile. |
Re: Il pensiero fermo vs. il dubbio che logora
Cerco sempre un centro di gravita' permanente che
non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla genteee..la la la |
Re: Il pensiero fermo vs. il dubbio che logora
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Per pensiero fermo intendevo sapere bene ciò che si vuole, ovviamente non in senso di una totale chiusura mentale, ma di un arrivo a una propria visione definita del mondo, che può essere rivista, sì, ma restando in pace con se stessi. |
Re: Il pensiero fermo vs. il dubbio che logora
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Re: Il pensiero fermo vs. il dubbio che logora
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È come per il sudoku, o il picross. Quando ci sono diverse possibilità le considero tutte contemporaneamente. Poi mano a mano che si esplicitano ulteriori dati e criteri valutativi, le possibilità che portano a conclusioni incoerenti o impossibili vengono elise. Et voilà! |
Re: Il pensiero fermo vs. il dubbio che logora
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Può capitare che le conclusioni sembrino entrambi coerenti o che comunque nessuna abbia la maggioranza assoluta sull'altra (una partita di calcio può anche finire in pareggio, ma ci sarà sempre una squadra, tra le due, che ha giocato almeno un po' meglio dell'altra). |
Re: Il pensiero fermo vs. il dubbio che logora
Dipende in merito a cosa, chi e sopratutto al contesto che va a crearsi.
Se sul "chi" s'intende me e sul "cosa" s'intende ciò che sento, provo e penso (quindi in rapporto al me come soggetto su cui riversare le dovute considerazioni) allora la "categoria" nella quale rientro è senza alcun dubbio la prima. Se invece si proiettano tali considerazioni all'esterno di sé, purtroppo, il dubbio non può che permanere (poco, molto o a tempo indeterminato) in quanto, in base ai contesti derivanti, il raziocinio non riesce a confermare o smentire delle sensazioni intuitive. Ancor più importante, affinché si parli di logorio, è la relatività in base al tipo di rapporto che ho con una persona: mi lacera l'anima proporzionalmente al grado d'importanza che io, individualmente, attribuisco a quella persona e se, come ho già scritto, la ragione abbia ricevuto gli input necessari per poter arrivare a ciò. Sempre al grado d'importanza che quella persona (che per me è solo una) ha per me, posso anche avvertire delle "paure" irrazionali - cioè che si temono senza che vi sia stata nemmeno la parvenza alcuna per motivarle logicamente -, ma tendenzialmente queste verrebbero meno per poi svanire gradualmente; ciò non posso invece asserirlo per quelle razionali avendo cause ostative. La fiducia per qualcosa o qualcuno viaggia anch'essa su di uno spettro e purtroppo le vicissitudini del mondo, dettate dalle nature umane, non possono evitarmi di concederla, col tempo e parsimonia, con riserva. Chiunque ha le potenzialità di deludere, ed è assai arduo (a dado oramai tratto) che al superamento di tale delusione la stessa fiducia provata anteriormente possa rifluire ex novo. |
Re: Il pensiero fermo vs. il dubbio che logora
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Devi capire che questa insoddisfazione legata all'insicurezza conoscitiva è semplicemente uno strumento funzionale alla nostra biologia affinché ci si adoperi a risolvere tale mancanza; parimenti lo è la soddisfazione nel trovare la quadra a un qualche processo valutativo o decisionale. Quando ti tornano tutti i conti e ti si accende la lampadina in testa, hai presente? Una scarica di dopamina prodotta dal tuo organismo per invogliarti a dire "Ancora!!". Il rischio tuttavia è sempre quello di scadere nel pensiero pigro, nell'affidarsi a pregiudizi e distorsioni cognitive varie per illuderci di un sapere che in realtà non possediamo. Mentre all'opposto, il socratico "so di non sapere" ti aiuta a definire conoscenze autentiche, quanto più universali possibili, e idealmente non dipendenti da altri fatti o elementi che necessitano ancora di valutazione. Insomma devi accettare che rinunciare al dubbio ti può dare una pace solo illusoria, dettato dalla sicurezza di una convinzione che in realtà non è affatto verificata. Quando lo fai ti accorgi che ti logora molto di più questa finta certezza, rispetto ad un'autentica consapevolezza di non capirne una cippa fritta (detto proprio prosaicamente) :) |
Re: Il pensiero fermo vs. il dubbio che logora
Dubbi dubbi dubbi..tutti frutto della mia insicurezza patologica
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Re: Il pensiero fermo vs. il dubbio che logora
Mi capita di avere dei pensieri ben definiti. Tuttavia, a causa della mia insicurezza e di fattori esterni, spesso mi capita di vacillare. E allora il dubbio subentra. Mi fa molto schifo la cosa.
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Re: Il pensiero fermo vs. il dubbio che logora
Sono cresciuto in una famiglia fortemente cattolica, con le solite punte di razzismo, amore per il dvce (e Berlusconi) e omofobia.
Sono passato dall'essere cattolico (solo di facciata, non ho mai creduto veramente, come il 99% dei fedeli) all'essere agnostico e poi ateo, sono un progressista e ovviamente non più omofobo. Metto in discussione tutti i giorni ciò che credo sia vero. |
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