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Originariamente inviata da cescA
aspettare qualche giorno o settimana avrebbe messo in pericolo gli stati uniti? no.
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Avrebbe fatto venire meno l'effetto sorpresa e, nel caso i giapponesi avvessero deciso ugualmente di non arrendersi, avrebbe di fatto reso inutile il sacrificio di Hiroshima. Il giappone era sì un paese in ginocchio, ma con un senso dell'onore, per questioni culturali, ben diverso da quello delle altre forze in gioco. Molte divisioni applicavano il codice dei samurai, combattevano letteralmente fino all'ultimo uomo e preferivano il suicidio alla resa. Gli stessi capi militari ordinavano ai soldati di suicidarsi, piuttosto che arrendersi al nemico.
Gli stessi capi civili giapponesi che erano favorevoli ad un armistizio (mentre l'esercito era compatto nel continuare a combattere), videro i bombardamenti come l'evento chiave che permise di uscire dalla situazione di stallo in cui erano le trattative:
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Koichi Kido, uno dei più stretti consiglieri dell'Imperatore Hirohito, dichiarò: «Noi del partito della pace fummo aiutati dalla bomba atomica nel nostro tentativo di porre fine alla guerra». Hisatsune Sakomizu, il capo segretario di gabinetto nel 1945, definì i bombardamenti «un'opportunità d'oro data dal cielo al Giappone per porre fine alla guerra».
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Poi è anche vero che la storia la fa chi vince, ma mi sembra esagerato porre l'accento solo sull'atomica, perchè è come se si volesse far passare l'idea che si tratti di un crimine di guerra perchè si è usata un'arma nuova e spaventosamente potente, capace di entrare nell'immaginario comune.
Gli americani nella loro storia ne hanno fatte di porcate (che sono rimaste, quelle sì, molto più nell'ombra), ma in quella situazione, davanti a decisioni così difficili in cui non era permesso sbagliare, credo che nemmeno loro potessero prevedere gli effetti psicologici delle bombe sul nemico. Ci speravano, ma non ne avevano la certezza, di qui le due bombe piuttosto che una.
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