La mia piramide
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Partiamo dal presupposto che a mio avviso ognuno ha la propria condizione e quindi non stiamo parlando di regole universali, ma di partire da una data situazione in cui ci si sente di poter fare certe cose.
Questa è la mia piramide. Io sono un casino, mi sento sicuro di me ma poi non combino niente, mi impegno, mi do da fare, raggiungo pure dei risultati, solo che non capisco mai quand'è il momento di fermarmi. Fai finta di costruire un castello di carte, più vai in alto e più tutto diventa instabile e delicato, magari arrivo al decimo piano quando potevo fermarmi al settimo e all'undicesimo crolla fino al secondo. Questo per quanto riguarda in generale, ma parliamo della punta. Se non hai una base solida come fai a raggiungere la vetta? Eppure c'è chi pensa che ciò che io metto in punta sia la colonna portante della piramide ma mi sembra più un errore concettuale.... Non fraintendetemi quando parlo di soddisfazione professionale, non penso che tutti dobbiamo raggiungere la massima soddisfazione lavorativa, ormai il 90% della gente fa un lavoro che odia, ma a volte un bell'ambiente o il sentirti utile e preso è sufficiente ad avere la realizzazione professionale. Quella personale invece è diversa, sono gli sfizi, le proprie passioni, il proprio tempo libero, che a volte coincidono col lavoro ma raramente. Commentate la mia piramide, ditemi cosa ne pensate. Grazie a tutti |
Re: La mia piramide
Ha senso. Ricorda molto la piramide dei bisogni di Maslow.
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Re: La mia piramide
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Re: La mia piramide
Concordo con Moonwatcher: simile alla piramide dei bisogni di Maslow.
Alla base quelli primari (lavoro, cibo, minimo comfort), di seguito quelli 'elevati': realizzazione personale, integrazione della personalità, affetti, ecc... La tua piramide abbia senso: costruire un piano alla volta. Ma potresti soddisfare dei bisogni 'alti' prima di altri che occupano un piano più basso...tutto è relativo. |
Re: La mia piramide
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Cioè si, il discorso è questo, ovvio che la vita in generale non è schematica come questa piramide e se proprio cerchiamo di viverla così rispettando alla lettera uno schema del genere si rischia di vivere ingabbiai o infelici per sempre, bisogna intendere la piramide come "superconcetto", accettando un po' di compromessi, com'è normale che sia. Ma il concetto sul quale mi volevo concentrare principalmente è un altro (chiedo scusa perchè riesco a tirare fuori tutto l'argomento solo a fronte di interventi altrui), non avere una buona base (i primi due livelli) non significa non poter costruire il terzo, ma in mancanza di solidità dei primi due, se il terzo c'è e viene a manca è una catastrofe emotiva. Ovvero, se già sto decentemente ed ho una condizione che io stesso reputo buona, in un tentennamento sentimentale riesco a "tenere botta", al contrario è massacrante se sono già instabile di mio per altre mancanze. |
Re: La mia piramide
Trovo che la piramide che hai disegnato ha una logica. Ma la troverei altrettanto sensata (se non di più) capovolta e con la punta ben conficcata nel terreno a mo’ di radici.
Io l’ho costruita quasi tutta (tra l’altro già da anni :timidezza: Gli antichi egizi mi fanno un baffo XD). Mi manca la parte più importante, la punta -.-‘ E mi sa che se continua così resterà incompleta per sempre. Purtroppo. |
Re: La mia piramide
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Quindi, almeno che tu non abbiamo trovato la persona più giusta per te ed affidabile, oppure almeno che tu non sia una roccaforte emotivo-sentimentale, la punta non potrò mai fare da radice alla piramide. I beni materiali e le soddisfazioni personali, per una persona che magari ne ha le capacità e ci mette impegno, sono cose gestibili e realizzabili, mentre le questioni derivate dai rapporti interpersonali sono assolutamente ingestibili anche per il più intelligente del mondo, almeno che tu non sia appunto, come dicevo prima, una roccaforte. Alla fine se ci penso, chi accusa dei brutti colpi sentimentali e si riprende, è sempre chi ha valvole di sfogo personali e professionali, per chi non ha queste valvole oltre che le sicurezze di base, subire un colpo sentimentale è una vera tragedia. Immagina una punta conficcata nel terreno a mo di radici che viene a mancare, credo che un paio di rotolate, questa piramide se le farebbe :sarcastico: |
Re: La mia piramide
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Cmq si, io “cerco”/vorrei (come penso tutti) la persona più giusta per me e affidabile, sarebbe la parte più importante della piramide a prescindere dalla posizione. Punta o radice che sia. |
Re: La mia piramide
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Beh si alla fine, la questione sentimentale si trova in cima proprio perché trovare la persona più giusta e più affidabile direi che è un terno a lotto, quindi visto che è un incognita è bene avere delle buone basi per prevenire piuttosto che curare...il senso sarebbe quello! :pensando: |
Re: La mia piramide
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Inoltre ormai di sicuro/affidabile da poter essere considerato una buona base c’è ben poco, a cominciare dal lavoro :pensando: :nonso: E pure la casa, che sia una base stabile è tutto da dimostrare XD |
Re: La mia piramide
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È stato nel ventesimo secolo, con l'industrializzazione, la rivoluzione sessuale e compagnia discorrendo, che ha iniziato a diffondersi l'idea della coppia come di due persone che si scelgono perché si piacciono e vogliono condividere un progetto comune di vita (in un grandissimo film di un regista che ami :mrgreen:, ovvero Aurora di Murnau, viene raccontata proprio la storia di questo percorso esistenziale di due persone, degli ostacoli lungo il percorso e di come poi si ritrovino). Ora sarà che sono disilluso sull'umanità di tutte le generazioni passate e future, ma io non credo che quel modello funzionasse e che poi sia intervenuto un qualcosa che lo abbia corrotto. Penso piuttosto che non sia mai riuscito a funzionare appieno (poi ovviamente ci sono sicuramente eccezioni felici, è un discorso generale eh), e che la disintegrazione della coppia e l'instabilità delle relazioni sia semplicemente emersa ma che già esistesse, che ci sia solo un po' più di sincerità e consapevolezza. Livello generale di nevrosi e infelicità della società probabilmente immutato (grande interrogativo: è questa la condizione umana?). Tornando in topic io più che una piramide penso allo sviluppo umano come un albero, dove alla base ci sono il benessere psico-fisico, da cui si sviluppano tutte quelle attitudini (professionali, creative, sentimentali) che sono i rami e che permettono di far germogliare le foglie (risultati concreti, aspirazioni, sogni, ecc.). |
Re: La mia piramide
Più o meno è ciò che pensavo io fino a poco tempo fa, mi sono in ogni caso reso conto che almeno nel mio caso se manca la punta tutto il resto della piramide è molto fragile. Difficile vivere il lavoro e le passioni tranquillamente quando manca serenità emotiva. Ho paura di crollare un giorno se continuo a vivere così senza una vita sentimentale, emotiva serena
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Re: La mia piramide
nulla da dire è una piramide sensata, anzi di piu perchè la soddisfazione professionale è importante, visto che appunto la stragrande maggioranza odia il proprio lavoro, e passandoci quasi tutta la vita a odiare e essere frustrati non è una gran bella vita... molto meglio invece fare un lavoro che non odi, e che forse addirittura ami.
tutto il resto condivido assolutamente ogni singolo ''blocco''. |
Re: La mia piramide
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In più tutto quello che dici sui matrimoni combinati etc.. etc... Tu sei uno che riflette molto sul presente, sul passato e magari anche sul futuro della condizione umana, per questo ti consiglio di vedere il documentario "La teoria svedese dell'amore", che sembrerebbe quasi uno specchio sul futuro, uno specchio un po' squallido ma abbastanza realistico. L'idea dell'alberò anche è bella, però diciamo che mentre le realizzazione professionali e personali, creative e quant'aòtro, siano in un certo modo controllabili, quelle sentimentali sono, come dire, attribuibili in grande parte al fatto fortuna. Però bella anche quella dell'albero, assolutamente, da provare a buttare giù :perfetto: |
Re: La mia piramide
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Se tu amassi fare qualcosa sarebbe qualcosa di spontaneo che rincorri con la volontà, di solito invece il lavoro rincorre questioni commerciali che rendono artefatto in parte ciò che fai. La passione è più naturale fuori dal lavoro che non dentro. Magari se una tua passione si trasformasse in lavoro e iniziasse a darti delle soddisfazioni, sarebbe una gran bella cosa, ma credo che alla lunga non sarebbe più una passione ma solo una grande soddisfazione (che sarebbe già tanto). :bene: Penso che il lavoro che ti faccia sentire utile anche se non è quello desiderato sia già più che sufficiente (dal mio punto di vista), perché la passione preferirei lasciarla sulle soddisfazioni personali. Poi, oddio, la soddisfazione personale è un universo che può spaziare su TANTISSIME idee e passioni, per cui non è detto che se uno dei tuoi sogni diventasse il tuo lavoro, tu non possa avere altre passioni fuori dal lavoro per altre cose ancora! :perfetto: |
Re: La mia piramide
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Re: La mia piramide
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Punti di vista diversi in base alla propria esperienza di vita. Ci sta. Ad es. ai tuoi genitori si “contrappongono” i miei che ritengo un modello positivo, da ammirare e prendere come riferimento. E un traguardo a cui io ambisco. |
Re: La mia piramide
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Re: La mia piramide
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Re: La mia piramide
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