Ammettere di star male...
 

...con gli altri, ci riuscite?

Io mi sono reso conto di dover sempre lasciare una nota positiva o di miglioramento.
Molte conversazioni più o meno intime su come mi sento possono finire con "ma sono sulla buona strada per risolvere" o "ma alla fine ce la farò non preoccuparti".

Questo accade anche in terapia, per cui malgrado senta certi problemi pesanti, mettendoli a nudo ho sempre bisogno comunque di minimizzarli o trovarne una scappatoia positiva più o meno vicina.
Non riesco a mostrarmi totalmente debole o in balia delle onde.

Può sembrarvi una stupidaggine ma per me questa cosa può potenzialmente dire molto.

Re: Ammettere di star male...
 

Nelle conversazioni leggere, la nota positiva finale ci sta, e direi che fa parte di una certa capacità di buona conversazione.

Quando si parla sul serio, no, non dovrebbe esserci la nota positiva per forza.
Se c'è bene, tanto meglio! Se senti di doverla mettere per forza pur non essendone convinto, può essere un errore, soprattutto se avviene in terapia.

Re: Ammettere di star male...
 

Nascondo tutto anche con gli altri. Chissà come pensano che io stia.
Ma è così che sono stato abituato in famiglia, a nascondere, a nascondermi, a evitare di aprirmi. Riuscire ad aprirmi con un'altra persona è una delle più grandi fatiche che io possa affrontare, difatti ce l'ho fatta con pochissime persone, direi meno delle dita di una mano...

Re: Ammettere di star male...
 

Mi è del tutto impossibile
Anche con le persone con cui ho più confidenza non mi riesco ad aprire molto, il ché è un male

Re: Ammettere di star male...
 

Io non ci riesco... pure quando sto a pezzi dentro, ad ammetterlo mi sentirei tremendamente a disagio con chiunque. Ma questo mi succede sia quando sto male psicologicamente sia quando sto male fisicamente. Odio essere trattata come se fossi di vetro, pur essendo consapevole di esserlo.

Sono sempre stata convinta che mantenere il segreto su certi problemi fosse inutile quindi ho sempre cercato di superare la vergogna e di chiedere consiglio. Ai tempi della scuola non mi è mai passato per la testa di fare simili confidenze ai coetanei, li vedevo solo come "carnefici". Mi sono sempre istintivamente rivolta agli adulti e mi dispiace dirlo ma la maggior parte delle volte è stato inutile, parlare con i miei delle prese in giro subite a scuola non è mai servito a nulla, non hanno mai saputo cosa dirmi, hanno fatto finta di niente e a distanza di anni negano, dicono di non essersi mai accorti di nulla. Gli adulti non vanno mai idealizzati, neanche quando si tratta della propria famiglia, la saggezza dell'età adulta è un falso mito, alcuni adulti sono più inetti dei giovani a cui amano fare la predica. Anche parlando con gli amici ho ricevuto reazioni di disagio, anch'io ho sentito l'obbligo implicito di concludere la serata raccontandosi la solita bugia socialmente accettabile. Sono ancora convinta che in alcuni momenti confidarsi possa salvarti la vita ma so anche che è molto raro trovare una persona che non abbia l'istinto di lasciarti solo. Confidarsi con le persone sbagliate può portare a sentirsi ancora più soli. (non quotate)