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Sopportare adolescenti
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Parita Iva?Codice fiscale?
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Re: Ciao
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Io non sono nè un insegnante nè ho a che fare con gli adolescenti per questioni di lavoro...ma ho una sorella adolescente a casa, quindi so ancora meglio com'è averci a che fare...ci vivo!
Però vorrei sottolineare una cosa: gli adolescenti non sono affatto sicuri di sè. Anzi, è l'età in cui lo si è di meno. E quel loro essere frenetici, egoisti ed "estroversi" è solo un modo per difendersi quasi da sè stessi... Sono così in stravolti dalla loro condizione, dal cercare di costruire un'identità che sia sufficientemente stabile, che si arrampicano sulla vita, vorrebbero afferrare il mondo, sono in lotta con tutti (in primo luogo con se stessi) e il loro modo di fare può solo essere compreso in questo senso. Non nego che sia difficile avere a che fare con un adolescente...soprattutto negli ultimi tempi in cui si hanno molte più libertà rispetto al passato (es. abigliamento, uscite serali, amicizie, fidanzatini ecc). Io poi devo ammettere, anche con un pò di vergogna, che litigo costantemente con mia sorella anche per questioni stupidissime...spesso vorrei anche che non ci fosse, per non sbattermi continuamente in faccia la sua condizione di spensieratezza... Però devo dire che sbaglio, e sbaglio alla grande...potrà sembrare spensierata ma non lo è affatto. Certo, ha un carattere totalmente diverso dal mio e lo si vedeva anche da quand'era più piccola, però la sua è un'età difficile, e il suo modo di fare nei miei confronti e nei confronti dei miei genitori è anche normale, perchè è alla ricerca della sua indipendenza, oltre che della sua identità. E i conflitti in questa ricerca sono inevitabili, perchè sia io che i miei genitori siamo quelli che "le impediscono le cose", siamo quelli contro i quali ribellarsi. In ogni caso il comportamento più saggio sarebbe quello di cercare di comprendere gli adolescenti...trattarli con polso fermo ma saperli anche ascoltare e consigliare, perchè ne hanno veramente bisogno. E anche se è come se cercassero continuamente il conflitto hanno molto bisogno di essere sostenuti. Non so perchè hai aperto questo post, se hai fratelli o sorelle adolescenti, o se ci lavori o meno...però si dovrebbe cercare, nei loro confronti, di vedere oltre le apparenze. Perchè spesso la loro spavalderia è solo una mera facciata. |
io ho un odio/amore per gli adolescenti.e adoro le teenagers .a volte mi dà fastidio la loro esuberanza , ma vorrei essere come loro "libero" .anche se e una libertà fittizia.non hanno un cervello perfettamente aperto, per via dell'età , anche se credono di averlo grazie alla loro strafottenza e egocentrismo.che dire, li amo.io non ho vissuto l'adolescenza in modo normale.cmnq non riuscirei a stargli dietro, anzi sarei abbastanza impaurito all idea di essere in balia di una classe di stronzetti .sopratutto per via delle ragazze, che sono bellissime a quell'età.e finirei per farmiprendere in giro come il piu ingenuo dei poppanti.
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http://www.opsonline.it/forum/psicol...rno-55652.html :lol: -------------------------------------------------- Scherzi a parte, Quote:
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Ma che vogliamo farci? C'est la vie!...del resto le voglio bene e sono contenta che lei non sia come me. Non lo augurerei a nessuno. PS:Uff, perchè non riesco mai a quotare!?Mi dite gentilmente come fate a citare solo delle frasi del post di un utente?? Scusate ma sono totalmente impedita.. |
Ti rispondo anch’io, visto che ho a che fare coi ragazzi per mestiere….
A dire la verità, non posso dire di intendermene poi tanto di adolescenti, anche perché ho insegnato per un solo anno e quest’esperienza mi è appena bastata per entrare un pochino nel mondo dei preadolescenti (ora come ora lavoro con loro, ma spero di cambiare) e per recuperare un po’ delle antiche memorie seppellite, riguardanti la scuola media…. A dire il vero non condivido il punto di vista che hai proposto tu, secondo il quale si debba necessariamente invidiare gli adolescenti perché starebbero “assaporando” quella vita che noi non abbiamo vissuto sino in fondo. Ci credi che ringrazio tutti i giorni non so quale divinità per avere superato quell’età così ingrata? Quando assisto alle dinamiche tra pari mi vengono i brividi e non rimpiango affatto di essere cresciuta, perché nonostante l’apparente forza e arroganza dei ragazzi (anche dei più strafottenti) si cela al contrario la più totale dipendenza da schemi e modelli comportamentali, un’indecisione di fondo derivante dal fatto che ormai il porto sicuro dell’infanzia è stato abbandonato, ma ancora non si è riusciti bene a scorgere la riva dell’approdo, per cui si annaspa per restare a galla e ci si aggrappa all’altro per non affogare in totale solitudine. A prevalere è la logica del gruppo e dei luoghi comuni, dell’aggressività per difendersi dai colpi bassi altrui, senza che in tutto questo faccia capolino né la ragione, né la forza di dire no o di esimersi da certi meccanismi perversi. No, no, non rimpiango affatto di essere grande e forse per certi versi la preadolescenza è ancora più crudele della piena adolescenza, proprio perché si è in balia degli altri, degli stereotipi e non si hanno le armi per difendersi, perché ancora non si è delineata quella personalità in grado di renderti forte ai contraccolpi esterni. Sarà che poi sono capitata in un ambiente medio-basso (non sto in un liceo come Ludwig, dove l’ambiente è certamente più selezionato), e tutto ciò non mi ha messo di fronte a ragazzi “da invidiare” (come dici tu), perché in gamba, interessanti ecc. A dire la verità, un’alunna soltanto ha suscitato in me un sentimento simile al rimpianto, ma per motivi diversi da quelli legati a quel presunto vitalismo che tanti qui rimpiangono, associandolo necessariamente all’adolescenza. Questa ragazzina è stata a dir poco la mia alunna preferita e non semplicemente perché rientrava nella categoria alquanto scontata e riduttiva della brava scolaretta, no, no. Gli occhi di E. esprimevano quella personalità che alle altre sue coetanee mancava del tutto, invischiate ancora nella lotta per superare la loro stretta infanzia. E. mi ha colpito, perchè a soli 11 anni già aveva iniziato a scrivere per passione e lo sapeva fare benissimo, con una capacità di sondare personaggi e situazioni in maniera ineccepibile. E. aveva già le idee chiare: conoscere il mondo e diventare una scrittrice-attrice (la trovavo tenera questa cosa!), tanto che frequentava già un corso di teatro. Ciò che più mi ha colpito era scorgere in lei la presenza di quel pensiero critico che non vedi comparire nei ragazzi prima dei 14-15 anni, assieme ad una capacità di essere diversa dalla massa, eppure di non subire alcun tipo di esclusione proprio in virtù della sua personalità, tramite la quale sapeva difendersi senza l’uso della forza, del ricatto o della minaccia. Eppure era taciturna, ma dietro l’apparente timidezza si celava una forza sconosciuta agli stessi suoi più baldanzosi coetanei. Ecco, invidio chi già in giovane età può dire di essere stato in grado di padroneggiare se stesso, di comprendere i suoi gusti, di coltivarsi. Io alla sua età ero una ragazzina in preda a 1000 insicurezze, impaurita e fragilissima e inerme di fronte alla ferocia altrui, incapace di dire sia chi fossi e soprattutto che cosa volessi. L’ho capito forse troppo tardi. Ecco, solo con E. si risveglia in me quella sorta di rimpianto, ma quando guardo il mondo crudele e incerto dell’adolescenza non posso fare altro che tirare un sospiro di sollievo per aver superato quell’età infelice. Sono d’accordo però quando sostieni che è difficile suscitare rispetto come insegnante se mostri in maniera troppo evidente le tue insicurezze e non possiedi il giusto carisma. È difficile mostrare sicurezza quando non si possiede di base una buona autostima (ed è il mio caso), ma penso che tutti i giovani insegnanti siano stati un po’ insicuri, perché questo è un mestiere dove l’esperienza conta quasi di più del bagaglio culturale che ci si porta dietro una volta usciti dall’università. Certo, non aiuta sembrare troppo piccola: a me manca realmente il “fisique du role”, e anche la mia “mise” non si concilia troppo con il ruolo che dovrei ricoprire, tanto che la prima volta i bidelli mi sgridarono perché - entrando alla terza ora a scuola – credettero che fossi un’alunna ritardataria!! In realtà, la scuola la sto vivendo un po’ come una palestra, perché ho veramente passato troppi anni a crogiolarmi nel mio idealismo fatto di pensieri e di “malsano velleitarismo”…in questo modo – ricoprendo un ruolo di responsabilità- sono costretta a ridimensionare l’aspetto troppo mentale che mi caratterizza, e essere io l’adulta mi obbliga crudelmente a mettermi allo specchio a fare i conti con i residui di un’infanzia e di un’adolescenza che tenacemente resistono in me, e che prima o poi devono essere messe al margine, per fare posto ad un io un po’ più adulto e meno bambino….forse sarebbe ora…. Rigiuardo al fatto che possano esserci alunni o alunne provocanti, il tuo è il tipico punto di vista maschile! Personalmente quando feci il tirocinio alle superiori vidi ragazzi molto carini, tanto che c’era un 16enne che soprannominai segretamente Tazio (come il giovinetto di morte a Venezia) per i suoi tratti delicati e il suo volto efebico…nonostante ciò, non riuscirei mia a vedere come appetibile un adolescente, perché appunto manca di quella personalità che rende un adulto più interessante di un ragazzino che è ancora alla ricerca di se stesso… PS. Aggiungo questa osservazione: penso che la mia analisi sia più calzante per il mondo dei preadolscenti o della prima adolescenza, perchè verso i 16 anni penso che certi meccanismi di gruppo che io stessa ho definito crudeli si stemperino, e sopraggiunga una capacità critica e una capacità di immedesimarsi nell'altro che manca del tutto sino ai 14-15 anni |
io sono adolescente,x cui se avete delle domande,kiedete pure :lol:
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io vorrei dare fuoco agli emo.
ma penso sia solo una fase della mia crescita personale. per il resto sono molto legata all'immaginario adolescenziale che non ho mai avuto, tipo primo bacio, primo ragazzino, amicizie facili e quelle cose lì. se avrò un figlio spero che si possa godere questa età in modo più semplice di come l'ho vissuta io. anche se secondo me l'adolescenza non è mai semplice. |
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Si, bisogna andare al di là della superficie, comprendere il malessere di fondo che si agita dietro l’inquietudine apparentemente vuota dei ragazzi di oggi, ma credimi, non sempre un atteggiamento irrispettoso è sinonimo di sofferenza o frutto di realtà difficili….a volte è semplice e pura maleducazione. Paradossalmente mi risultava più indigesta l’arroganza senza scuse dei figli di papà, la loro superbia e sicurezza ingiustificata, anziché la cafonaggine del ragazzetto ignorantello di periferia, che però non ha avuto un’adeguata educazione in famiglia in quanto figlio del degrado e dell’abbandono…. II paradosso è trovare nelle nuove generazioni al contempo abbandono a se stessi e opulenza materiale. A nessuno mancava nulla materialmente, eppure, sembrava che alcuni di loro fossero privi di quel "qualcosa" che riconsci essere molto più importante di un jeans firmato… |
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Io penso che se fossi un professore sarei parecchio stronzo.
Ho un'opinione molto bassa di pre-adolescenti e ragazzi della prima adolescenza, che saranno si tanto fragili interiormente, insicuri etc.. ma anche tanto rompiballe: sono bulli per definizione. E lo dice uno non che subiva, ma che ai tempi delle medie se ne stava in disparte disgustato mentre i suoi compagnoni insultavano e sfottevano il capro espiatorio di turno. In tutta la mia carriera scolatisca ho imparato una cosa sola: che quando un professore è buono e spera di avere così la fiducia degli alunni, nel 90% dei casi è mal risposta. Tantissima gente che ai bei tempi insultava il prof di turno stronzo quotidianamente e dopo qualche anno diceva: eh alla fine è con lui che si è imparato di più... Secondo me molti adolescenti non meritano altro che un pò di regime duro, poichè spessissimo sono casinisti per il semplice gusto di vedere dove arriva la pazienza di coloro che provocano, atteggiamento tenuto in conseguenza del comportamento dei genitori, permissivi oltre ogni maniera. |
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