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Da'at 09-07-2018 17:15

Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
http://www.centodieci.it/2018/07/suc...me-si-ottiene/

Ho trovato quest'articolo illuminante, e ho pensato di condividerlo con voi.

Gio.solo 09-07-2018 18:43

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
grazie per averlo condiviso e lo condivido anche se con un -ma- perchè ci sono tanti fattori a rendere possibile un successo, qualunque esso sia. Parlando del successo personale quelli come noi partono con punti in meno e la vera domanda è; come continuare a perseverare nel raggiungere il successo dopo tutti i nostri fallimenti?

Saturnino 09-07-2018 18:49

Sono abbastanza d'accordo sul fatto che sia in parte anche questione di atteggiamento mentale.

Quando si ha un obiettivo è molto importante capire quali sono le azioni che possono avvicinarci ad ottenerlo e quali ci allontanano e agire di conseguenza.

Per obiettivi più complessi...però ovviamente non basta solo l'azione...ma entrano anche in gioco altri fattori che non sono controllabili dal singolo.

Aliquis 09-07-2018 20:00

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Ho letto.

Ma, dipende anche da quello che si vuole far succedere.

Quelli che buttarono la bomba su Nagasaki ebbero successo; ma
era meglio se non succedeva.

Non sono favorevole al successo individuale.
Meglio l'uguaglianza.

Da'at 09-07-2018 20:41

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Quote:

Originariamente inviata da Gio.solo (Messaggio 2138012)
grazie per averlo condiviso e lo condivido anche se con un -ma- perchè ci sono tanti fattori a rendere possibile un successo, qualunque esso sia. Parlando del successo personale quelli come noi partono con punti in meno e la vera domanda è; come continuare a perseverare nel raggiungere il successo dopo tutti i nostri fallimenti?

Secondo me è una questione di risorse. Ogni fallimento le consuma, e a furia di fallire si finisce consumati. La ricostruzione delle proprie risorse deve quindi diventare una priorità.

Noriko 10-07-2018 13:30

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Il successo è ottenere le cose che vogliamo?
Bene e se non ci riusciamo per deficit o per altre circostanze cosa siamo perdenti.
Il successo è fatto per gente che riesce a farcela e ben venga, per gli altri già la parola successo è demoralizzazione.

Personalmente trovo mille interpretazioni a questa parola.

Winston_Smith 10-07-2018 15:52

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Non mi ha illuminato per nulla :pensando:

Avesse almeno fatto un esempio concreto di come "far succedere le cose"... il titolo mi sembra fuorviante.

claire 10-07-2018 16:13

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Quote:

Originariamente inviata da Noriko (Messaggio 2138221)
Il successo è ottenere le cose che vogliamo?
Bene e se non ci riusciamo per deficit o per altre circostanze cosa siamo perdenti.
Il successo è fatto per gente che riesce a farcela e ben venga, per gli altri già la parola successo è demoralizzazione.

Personalmente trovo mille interpretazioni a questa parola.

Esatto.
Hai le sfighe?Colpa tua.
Ma vaff

Da'at 10-07-2018 17:40

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Quote:

Originariamente inviata da Noriko (Messaggio 2138221)
Il successo è ottenere le cose che vogliamo?
Bene e se non ci riusciamo per deficit o per altre circostanze cosa siamo perdenti.
Il successo è fatto per gente che riesce a farcela e ben venga, per gli altri già la parola successo è demoralizzazione.

Personalmente trovo mille interpretazioni a questa parola.

Già il fatto di stabilire delle differenziazioni tra ragioni giustificate o no per ottenere il proprio personale successo è un primo passo verso il fallimento.

Perché, in fondo, chissenefrega. Se il mio successo personale in questo preciso istante è riuscire a non dare il pacco agli amici e uscire nuovamente con loro dopo un lungo isolamento, il fatto che non ci riesca perché mi sento troppo depresso oppure perché non mi sto "impegnando abbastanza" è irrilevante ai fini del risultato.
Qualunque sia il motivo il risultato è che l'uscita coi miei amici "non è successa".

Poi, ragionare sulle cause può avere senso a posteriori per valutare eventuali correttivi e migliorativi. Se è stata la depressione potrebbe aver senso fissare appuntamento con uno psichiatra, se non mi sono impegnato abbastanza magari potrebbe servire una riflessione su quanto davvero desiderassi la tal cosa, se non sono uscito perché troppo in ritardo magari la prossima volta val la pena organizzarsi prima, se troppo in ansia forse non era il caso di bere 5 caffé; se la sfida era troppo ardua va valutata l'ipotesi di abbassare l'asticella, la prossima volta mi darò come obiettivo quello di pulirmi la tazzina del caffé dopo averla usata. Eccetera.

Il tutto per ricondurre il processo da un'ottica di "colpevolezza", come dice claire, a un'ottica di "responsabilità", cioé di controllo delle nostre decisioni.



Il fatto duro da accettare Noriko, è che il "successo", nel senso del verbo in participio passato, "succede" in continuazione. Che noi lo vogliamo o meno.

Quanti su questo forum si lamentano o si sono lamentati del fatto che oramai è troppo tardi, oppure oramai certi errori sono irrimediabili, eccetera eccetera?

Non è un "successo" anche quello? Certo non è il successo che desideriamo noi. Tanto vale provare a far succedere le cose che vogliamo. O no?


Poi chiaramente tutto questo discorso va a cadere se uno si trova comodo nel crogiolamento della deresponsabilizzazione. Parlare di colpe (dandole sempre ad eventi, circostanze ed attori esterni da noi) è comodo per evitare di mettersi in discussione.
Più controintuitivamente, è comodo perfino dar colpe a noi stessi, nel momento in cui allontanano la presa di responsabilità.
Se per esempio nella situazione di sopra, dopo non esser riuscito a raggiungere il mio "successo" nell'uscire con gli amici, mi colpevolizzo e mi dico di essere un depresso evitante senza speranza, questo controintuitivamente mi esime dalla responsabilità di invidividuare una soluzione attiva; cosa diversa dal dire "ho la depressione e soffro di disturbo evitante", frase che subito mi porta a domandarmi "come posso risolvere questa condizione?".

ricotta27 10-07-2018 17:47

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto
cit - Micheal Jordan

il successo nella vita è il non sentire il fallimento

Stasüdedòs 10-07-2018 18:35

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Quote:

Originariamente inviata da ricotta27 (Messaggio 2138339)
il successo nella vita è il non sentire il fallimento

... o non sentire il bisogno di avere successo.

Noriko 10-07-2018 20:08

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
@Marco.Russo .
Secondo me dire hai la depressione e il disturbo evitante ti devi attivare lo stesso, è sbagliato perché controsenso.
La depressione è l'annullamento della volontà altrimenti non si chiamerebbe così.
Ovviamente chi è depresso va dai medici o dallo psicologo e chissà cos'altro ma se nonostante tutto continua a stare male senza intravedere un futuro di scelte importanti, sfido allora ad avere il coraggio di dirgli alzati e cammina.

Capisco molto bene quello che dici ma le persone provano un po' tutte le strategie per non stare immobili e le continueranno a provare, nel frattempo è dannoso sentirsi dire "tu non ti attivi abbastanza" perché secondo me non è vero.

Grazie comunque Marco.Russo per la tua opinione. :)

Da'at 10-07-2018 20:48

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Quote:

Originariamente inviata da Noriko (Messaggio 2138423)
@Marco.Russo .

Ovviamente chi è depresso va dai medici o dallo psicologo e chissà cos'altro

Mica tanto ovviamente! Andare dal medico o psicologo è già un modo di "attivarsi". Parlando per esperienza personale, mi ci è voluto parecchio tempo e sforzo per farlo.

Chiaro che dipende dalla gravità della depressione. Se uno è proprio catatonico allora non c'è niente che possa fare di suo. A quel punto si deve solo sperare che ci sia qualcuno in grado di prendersi carico della questione, che sia un parente o un amico o i servizi sociali.

Ma ovviamente un post come il mio non è e non potrebbe mai esser rivolto a casi così gravi, giacché chi è affetto da un livello di disfunzionalità tanto elevato probabilmente non è in grado neanche di alzarsi dal letto, figuriamoci di leggere un post su FS. Cerchiamo di relativizzare le cose! :)

Quote:

Originariamente inviata da Noriko (Messaggio 2138423)
nel frattempo è dannoso sentirsi dire "tu non ti attivi abbastanza" perché secondo me non è vero.

E son d'accordo. Il punto è che non ho detto questo, né penso sia il messaggio dell'articolo linkato!

Aliquis 11-07-2018 07:29

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Il successo non è altro che la giustificazione dell'ingiustizia sociale.

Ci sono i poveri?

E' colpa loro.

A questo serve l'ideologia del successo personale; una costruzione
puramente metafisica, così come metafisico è il singolo individuo, che
serve unicamente allo scopo di giustificare il potere delle classi dominanti.

"Si meriti un uomo....Poichè ciascuno si merita ogni cosa, ogni cosa che fu
accumulata nei tesori dei faraoni, e ciascuno non si merita nulla, nemmeno
un pezzo di pane quando ha fame. Non abbiamo forse noi mangiato mentre
un altro moriva di fame? Possiamo essere puniti per questo? Possiamo essere
premiati per aver avuto la forza di morire di fame mentre un altro mangiava?
Nessuno si merita una punizione; nessuno si merita un premio. Liberate la vostra mente dall'idea del meritare e comincerete a diventare capaci di pensare".
(Citazione di Odo in "I reietti dell'altro pianeta" di Ursula K, Le Guin).

Marco Russo, liberati dall'idea del merito e del successo. Comincia a pensare.

super unknown 11-07-2018 08:03

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Il successo alle volte è basato sul compromesso, su regole deleterie, arrivare a fare azioni moralmente dubbie che giustificano il compromesso, insomma, il mezzo che giustifica il fine ultimo, la strada per il successo è lastricata di cadaveri, molti perdono la stima di se e iniziano a fare uso e abuso di sostanze varie ma, è ovvio che dei cadaveri che sono sotto il "red carpet" del successo se ne parli poco. (Meglio essere dei poveri sfigati come alcuni di noi che farsi bruciare lungo la strada del "successo", affermazione).

E. Scrooge 11-07-2018 08:48

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Quote:

Originariamente inviata da Marco.Russo (Messaggio 2138336)
Già il fatto di stabilire delle differenziazioni tra ragioni giustificate o no per ottenere il proprio personale successo è un primo passo verso il fallimento.

Perché, in fondo, chissenefrega. Se il mio successo personale in questo preciso istante è riuscire a non dare il pacco agli amici e uscire nuovamente con loro dopo un lungo isolamento, il fatto che non ci riesca perché mi sento troppo depresso oppure perché non mi sto "impegnando abbastanza" è irrilevante ai fini del risultato.
Qualunque sia il motivo il risultato è che l'uscita coi miei amici "non è successa".

Poi, ragionare sulle cause può avere senso a posteriori per valutare eventuali correttivi e migliorativi. Se è stata la depressione potrebbe aver senso fissare appuntamento con uno psichiatra, se non mi sono impegnato abbastanza magari potrebbe servire una riflessione su quanto davvero desiderassi la tal cosa, se non sono uscito perché troppo in ritardo magari la prossima volta val la pena organizzarsi prima, se troppo in ansia forse non era il caso di bere 5 caffé; se la sfida era troppo ardua va valutata l'ipotesi di abbassare l'asticella, la prossima volta mi darò come obiettivo quello di pulirmi la tazzina del caffé dopo averla usata. Eccetera.

Il tutto per ricondurre il processo da un'ottica di "colpevolezza", come dice claire, a un'ottica di "responsabilità", cioé di controllo delle nostre decisioni.



Il fatto duro da accettare Noriko, è che il "successo", nel senso del verbo in participio passato, "succede" in continuazione. Che noi lo vogliamo o meno.

Quanti su questo forum si lamentano o si sono lamentati del fatto che oramai è troppo tardi, oppure oramai certi errori sono irrimediabili, eccetera eccetera?

Non è un "successo" anche quello? Certo non è il successo che desideriamo noi. Tanto vale provare a far succedere le cose che vogliamo. O no?


Poi chiaramente tutto questo discorso va a cadere se uno si trova comodo nel crogiolamento della deresponsabilizzazione. Parlare di colpe (dandole sempre ad eventi, circostanze ed attori esterni da noi) è comodo per evitare di mettersi in discussione.
Più controintuitivamente, è comodo perfino dar colpe a noi stessi, nel momento in cui allontanano la presa di responsabilità.
Se per esempio nella situazione di sopra, dopo non esser riuscito a raggiungere il mio "successo" nell'uscire con gli amici, mi colpevolizzo e mi dico di essere un depresso evitante senza speranza, questo controintuitivamente mi esime dalla responsabilità di invidividuare una soluzione attiva; cosa diversa dal dire "ho la depressione e soffro di disturbo evitante", frase che subito mi porta a domandarmi "come posso risolvere questa condizione?".

Quello che dici riguardo alla responsabilità che ognuno ha nel raggiungere il proprio successo è vero, ma solo parzialmente secondo me. Ti linko il discorso di Macchiavelli sulla fortuna, magari ti può interessare, è un pezzo abbastanza breve --> https://letteritaliana.weebly.com/il...a-fortuna.html

Da'at 11-07-2018 13:30

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Quote:

Originariamente inviata da Aliquis (Messaggio 2138589)
Il successo non è altro che la giustificazione dell'ingiustizia sociale.

Ci sono i poveri?

E' colpa loro.

A questo serve l'ideologia del successo personale; una costruzione
puramente metafisica, così come metafisico è il singolo individuo, che
serve unicamente allo scopo di giustificare il potere delle classi dominanti.

"Si meriti un uomo....Poichè ciascuno si merita ogni cosa, ogni cosa che fu
accumulata nei tesori dei faraoni, e ciascuno non si merita nulla, nemmeno
un pezzo di pane quando ha fame. Non abbiamo forse noi mangiato mentre
un altro moriva di fame? Possiamo essere puniti per questo? Possiamo essere
premiati per aver avuto la forza di morire di fame mentre un altro mangiava?
Nessuno si merita una punizione; nessuno si merita un premio. Liberate la vostra mente dall'idea del meritare e comincerete a diventare capaci di pensare".
(Citazione di Odo in "I reietti dell'altro pianeta" di Ursula K, Le Guin).

Marco Russo, liberati dall'idea del merito e del successo. Comincia a pensare.

Assolutamente contrario, il tuo, te lo dico senza offesa alla persona, è un discorso da falliti, da rassegnati.


Anche perché nel mio thread si vuole scardinare lo stereotipo che indica nel successo l'acquisizione di una condizione (status) di desiderabilità riconosciuta dalla massa. Per me è più successo quello di una persona che piena di compassione e desiderio di aiutare gli altri riesce a realizzare la sua ambizione di lavorare nel sociale, che quello di un Vacchi qualsiasi che si fa foto tra fighe e yacht non perché lo voglia davvero, ma perché l'unica cosa che desidera è l'approvazione altrui.

Da'at 11-07-2018 13:36

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Quote:

Originariamente inviata da E. Scrooge (Messaggio 2138602)
Quello che dici riguardo alla responsabilità che ognuno ha nel raggiungere il proprio successo è vero, ma solo parzialmente secondo me. Ti linko il discorso di Macchiavelli sulla fortuna, magari ti può interessare, è un pezzo abbastanza breve --> https://letteritaliana.weebly.com/il...a-fortuna.html

Non so cosa intendi con "responsabilità parziale", per me uno o è responsabile o non lo è, al netto delle pur innegabili talvolta responsabilità altrui.

Sul pezzo da te linkato avevo scritto qualcosa di simile, ben 6 anni fa.

https://fobiasociale.com/credete-nel...16/#post706808

La fortuna (e di converso la sfiga) possono e anzi debbono essere gestite. Non credo sia un caso che le persone che si considerano maggiormente "di successo" si percepiscano mediamente più fortunate.

Come diceva un famoso spot, "luck is an attitude".


E. Scrooge 11-07-2018 14:10

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Quote:

Originariamente inviata da Marco.Russo (Messaggio 2138757)
Non so cosa intendi con "responsabilità parziale", per me uno o è responsabile o non lo è, al netto delle pur innegabili talvolta responsabilità altrui.

Sul pezzo da te linkato avevo scritto qualcosa di simile, ben 6 anni fa.

https://fobiasociale.com/credete-nel...16/#post706808

La fortuna (e di converso la sfiga) possono e anzi debbono essere gestite. Non credo sia un caso che le persone che si considerano maggiormente "di successo" si percepiscano mediamente più fortunate.

Come diceva un famoso spot, "luck is an attitude".

https://www.youtube.com/watch?v=aKuOk-8KsZ0

Sì, la pensiamo allo stesso modo. Quello che volevo sottolineare era però l'importanza di riconoscere i limiti della nostra volontà. In parte il destino delle persone è inevitabilmente governato dal caso: l'abilità, l'impegno e il talento da soli non bastano. Per farla breve: "aiutati che Dio ti aiuta", ma se Dio non ti aiuta rimani nella cacca egualmente.

Da'at 11-07-2018 16:48

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Ho imparato proprio in questi ultimi anni, e anche grazie a questo stesso forum, a relativizzare l'importanza della volontà. Spesso l'incoraggiamento a ricorrere ad essa è un tentativo di reprimere istanze inconsce di cui invece bisognerebbe semmai raggiungere maggior consapevolezza.

Tuttavia non condivido la dicotomia volontà/caso. Prendere atto del caso è un fatto sì troppo scontato. Perché il caso c'è, ma c'è per chiunque. E' dove si può agire che si può far la differenza, non certo dove non si ha alcun controllo.

Secondo me invece bisogna considare una terza via, quella della consapevolezza. La quale ci può, a volte, indicare una direzione agibile (quindi accessibile dalla volontà che possediamo in quel preciso momento, date le congiunture della situazione). Ad esempio l'esempio che facevo a Noriko: non "sforzarsi" di fare una cosa che proprio non si è in grado, per disturbi alla sfera psichica, di fare; ma prendere atto di possedere tali disturbi e rivolgersi a chi può aiutarci a superarli.
Ciò detto, rimane il caveat che non sempre esiste una direzione agibile, lo so bene avendo sperimentato la cosa in prima persona. In certi drammatici casi val la pena provare a riposarsi, lasciando per quanto possibile che altri si prendano cura di noi.

Poi vabbé se vogliamo analizzare la sfiga in ogni sua possibile sfaccettatura qualcuno mi potrebbe tirare fuori il caso di quello che non ha nessuno, non ha nessuna risorsa, non sa a chi rivolgersi e non ha le forze di farlo, ecc. Faccio notare che, per quanto ci si possa dispiacere per casi simili, se non si è in quella situazione pensare a certi casi ipotetici e rari è sovente un modo per bypassare la sfida derivante dal proprio agibile.

Aliquis 11-07-2018 18:20

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Non credo che il mondo si divida tra falliti e rassegnati. Penso che noi, individualmente, non contiamo nulla.

La volontà individuale non esiste. Ogni uomo fa quello che può fare, non quello che vuole fare. Sta poi alla società, al resto della società, apprezzare quello che sa fare e trascurare quello che sa fare. Ognuno di noi è un misto di capacità ed incapacità. Si dovrebbe prendere da ognuno in base alle sue capacità e dare a ognuno in base ai suoi bisogni. Accade invece il contrario. Siamo governati da un sistema, sempre più rigido, centralizzato, burocratico, pervasivo, ideologizzato, tecnocratico, tecnoligizzato allì'estremo, che decide dall'alto chi escludere, in base a parametri stabiliti a priori e utili soltanto a chi si trova al potere.

L'individuo, sotto, non può fare nulla; può soltanto prendersi la colpa che il sistema gli attribuisce per la propria miseria. (Assurdo; si può essere contenti di essere in miseria? Eppure il sistema, poichè ci attribuisce che siamo in miseria per nostra volontà, sottintende che ci piace esserlo...)

Finchè la maggioranza vive abbastanza bene il sistema può anche funzionare.
Ma quando i "falliti" diventano troppi il sistema comincia a scricchiolare.

Quello che sta succedendo nel mondo oggi dimostra che il sistema sta fallendo sempre più. Per cui, non durerà. Avremo o la rivoluzione oppure la comune rovina di tutta la società, come è successo altre volte nella storia.

Mi rendo conto che tu, Marco Russo, voglia puntellare a tutti i costi il sistema sociale attuale, ma esso crollerà lo stesso, in un modo o nell'altro.

Il mio movimento politico è stato sconfitto nel 1989. Ma, guarda caso, proprio da allora la disuguglianza e l'ingiustizia sono aumentate a dismisura e il mondo è in crisi su tutti i fronti. Non sarebbe stato così se il Muro di Berlino fosse crollato dalla parte opposta. Io continuo quella battaglia che allora fu persa.
La continuo concretamente: lo faccio con le mie pubblicazioni. Tendo ancora a quello scopo.

Quindi sono tutt'altro che rassegnato.

"Tutte le cose appartengono a tutti"

(Ultime parole pronunciate da Thomas Müntzer)

Hazel Grace 11-07-2018 18:55

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
il mio successo è tirare avanti, senza patemi d'animo.. figurarsi fare qualcosa nella vita di decente

Da'at 11-07-2018 19:04

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Quote:

Originariamente inviata da Aliquis (Messaggio 2138828)
Non credo che il mondo si divida tra falliti e rassegnati. Penso che noi, individualmente, non contiamo nulla.

La volontà individuale non esiste. Ogni uomo fa quello che può fare, non quello che vuole fare. Sta poi alla società, al resto della società, apprezzare quello che sa fare e trascurare quello che sa fare. Ognuno di noi è un misto di capacità ed incapacità. Si dovrebbe prendere da ognuno in base alle sue capacità e dare a ognuno in base ai suoi bisogni. Accade invece il contrario. Siamo governati da un sistema, sempre più rigido, centralizzato, burocratico, pervasivo, ideologizzato, tecnocratico, tecnoligizzato allì'estremo, che decide dall'alto chi escludere, in base a parametri stabiliti a priori e utili soltanto a chi si trova al potere.

L'individuo, sotto, non può fare nulla; può soltanto prendersi la colpa che il sistema gli attribuisce per la propria miseria. (Assurdo; si può essere contenti di essere in miseria? Eppure il sistema, poichè ci attribuisce che siamo in miseria per nostra volontà, sottintende che ci piace esserlo...)

Finchè la maggioranza vive abbastanza bene il sistema può anche funzionare.
Ma quando i "falliti" diventano troppi il sistema comincia a scricchiolare.

Quello che sta succedendo nel mondo oggi dimostra che il sistema sta fallendo sempre più. Per cui, non durerà. Avremo o la rivoluzione oppure la comune rovina di tutta la società, come è successo altre volte nella storia.

Mi rendo conto che tu, Marco Russo, voglia puntellare a tutti i costi il sistema sociale attuale, ma esso crollerà lo stesso, in un modo o nell'altro.

Il mio movimento politico è stato sconfitto nel 1989. Ma, guarda caso, proprio da allora la disuguglianza e l'ingiustizia sono aumentate a dismisura e il mondo è in crisi su tutti i fronti. Non sarebbe stato così se il Muro di Berlino fosse crollato dalla parte opposta. Io continuo quella battaglia che allora fu persa.
La continuo concretamente: lo faccio con le mie pubblicazioni. Tendo ancora a quello scopo.

Quindi sono tutt'altro che rassegnato.

"Tutte le cose appartengono a tutti"

(Ultime parole pronunciate da Thomas Müntzer)

A me sembra che invece la disuguaglianza e l'ingiustizia, dati alla mano, siano diminuiti, nel mondo. Fame, povertà, diritti. Controlla i grafici. Controlla cosa succede dal 1989 in poi. Certo, se poi facciamo i provinciali e guardiamo al nostro piccolo staterello di provincia, le cose vanno diversamente. Sarà forse che non è colpa del "sistema sociale attuale", ma di chi persevera a voler mettere la realtà dietro alle proprie ideologie.

Sull'inesistenza della volontà, mi sembra un'esagerazione tanto quanto la sopravvalutazione della stessa.
In mio parere esistono invece volontà multiple, conscie e inconscie, spesso incongruenti e in contrapposizione fra loro, da cui poi emerge un'agito oppure un altro, e la strada della consapevolezza può portare semmai a esprimere una volontà più netta, riconosciuta e meno autocombattuta.

A me piacerebbe un sacco andare a fare volontariato, ma in questo momento non ce la posso fare. E' chiaro che se mi impuntassi su questa cosa rischierei o di farlo a scapito di un mio equilibrio energetico che poi mi chiederebbe il conto (così come me lo chiese quando perseverai nel lavoro incurante dei segnali critici dal mio corpo). Mentre, preso atto che affianco a questa volontà ce ne sono altre, tra cui quella di gozzovigliare tra pc e cazzeggi vari mantenuto dai genitori, quella di recuperare capacità e funzionalità tali da rendermi adeguato alle sfide di una persona adulta, e quelle di acquistare maggior sicurezza e autostima, posso lavorare su una volontà alla mia portata e che conduca a una direzione desiderata di automiglioramento.

Questo val bene per chi desidera innanzitutto automigliorare sé stesso, per poter contribuire a migliorare la società. Quindi chi vuole abbatterli quei muri. Non chi vuole che la società migliori di suo, come per magia affinché possa aiutare lui. Chi vuole che i muri cadano da una parte anziché da un'altra.
Dimenticandosi che a Berlino cercavano tutti di scappare da una parte, e non certo per caso.

Aliquis 11-07-2018 20:04

Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
 
Si, la volontà, come la sua assenza, non è onnipotente.
Anch'io non posso fare volontariato pur volendolo.
Magari avrei da criticare anche com'è il volontariato oggi
in Italia, ma non posso scrivere molto, sto per spegnere
il computer. Un' altra cosa sulla volontà: pur avendo scritto molto
su questi argomenti mi risulta sempre difficile affrontarli a voce,
di persona, anche quando qualcuno mi punge sul vivo come è successo
ieri. Tra l'altro, quando scrivo, tendo a essere troppo esaustivo. Trovo stretti
i limiti del forum.
Continuo a pensare che sarebbe meglio un mondo in cui nessuno abbia bisogno di volontariato perchè i diritti fondamentali sono garantiti a tutti.
E' questo che è stato sconfitto nel 1989: la dignità di ogni essere umano. La felicità per tutti. Questo era il principio fondamentale per cui quel movimento era sorto. Poi è stato distorto, anche perchè una rivoluzine del genere poteva funzionare solo se vinceva in tutto il mondo. La parte più grossa è rimasta capitalista. Tuttavia, anche qui, lo stato sociale era presente perchè esisteavno i paesi socilaisti. Adesso non c'è più. Per i difetti intrinseci al campo socialista, su cui ho scritto, il capitalismo ha finito per infiltrarsi. Da qui la crisi, la fuga al di là del muro e il crollo.

Tuttavia, a me risulta che la povertà da allora sia uamentata. Così come le crisi umanitarie, le guerre, la devastazione dell'ambiente e il cambiamento climatico. I morti affogati tutti i giorni nel Mediterranebo e il razzismo montante qui da noi, con la gente che affibbia agli immigrati la colpa della mioseria (guerra tra poveri) non mi sembra indice di un mondo sano. Populismi razzisti, neofascismi, sconfessione della democrazia, criminalizzazione di chi vuole salvare vite umane, la Grecia, la Brexit, Trump, Siria, Afghanistan, l'Africa che si spopola tra genocidio, miseria, emigrazione forzata su rotte mortali con esito razzista, clima impazzito che ci porta verso la catastrofe ecologica, non mi sembrano indizi di un mondo sano....


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