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Cos'è il successo, e come ottenerlo
http://www.centodieci.it/2018/07/suc...me-si-ottiene/
Ho trovato quest'articolo illuminante, e ho pensato di condividerlo con voi. |
Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
grazie per averlo condiviso e lo condivido anche se con un -ma- perchè ci sono tanti fattori a rendere possibile un successo, qualunque esso sia. Parlando del successo personale quelli come noi partono con punti in meno e la vera domanda è; come continuare a perseverare nel raggiungere il successo dopo tutti i nostri fallimenti?
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Sono abbastanza d'accordo sul fatto che sia in parte anche questione di atteggiamento mentale.
Quando si ha un obiettivo è molto importante capire quali sono le azioni che possono avvicinarci ad ottenerlo e quali ci allontanano e agire di conseguenza. Per obiettivi più complessi...però ovviamente non basta solo l'azione...ma entrano anche in gioco altri fattori che non sono controllabili dal singolo. |
Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
Ho letto.
Ma, dipende anche da quello che si vuole far succedere. Quelli che buttarono la bomba su Nagasaki ebbero successo; ma era meglio se non succedeva. Non sono favorevole al successo individuale. Meglio l'uguaglianza. |
Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
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Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
Il successo è ottenere le cose che vogliamo?
Bene e se non ci riusciamo per deficit o per altre circostanze cosa siamo perdenti. Il successo è fatto per gente che riesce a farcela e ben venga, per gli altri già la parola successo è demoralizzazione. Personalmente trovo mille interpretazioni a questa parola. |
Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
Non mi ha illuminato per nulla :pensando:
Avesse almeno fatto un esempio concreto di come "far succedere le cose"... il titolo mi sembra fuorviante. |
Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
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Hai le sfighe?Colpa tua. Ma vaff |
Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
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Perché, in fondo, chissenefrega. Se il mio successo personale in questo preciso istante è riuscire a non dare il pacco agli amici e uscire nuovamente con loro dopo un lungo isolamento, il fatto che non ci riesca perché mi sento troppo depresso oppure perché non mi sto "impegnando abbastanza" è irrilevante ai fini del risultato. Qualunque sia il motivo il risultato è che l'uscita coi miei amici "non è successa". Poi, ragionare sulle cause può avere senso a posteriori per valutare eventuali correttivi e migliorativi. Se è stata la depressione potrebbe aver senso fissare appuntamento con uno psichiatra, se non mi sono impegnato abbastanza magari potrebbe servire una riflessione su quanto davvero desiderassi la tal cosa, se non sono uscito perché troppo in ritardo magari la prossima volta val la pena organizzarsi prima, se troppo in ansia forse non era il caso di bere 5 caffé; se la sfida era troppo ardua va valutata l'ipotesi di abbassare l'asticella, la prossima volta mi darò come obiettivo quello di pulirmi la tazzina del caffé dopo averla usata. Eccetera. Il tutto per ricondurre il processo da un'ottica di "colpevolezza", come dice claire, a un'ottica di "responsabilità", cioé di controllo delle nostre decisioni. Il fatto duro da accettare Noriko, è che il "successo", nel senso del verbo in participio passato, "succede" in continuazione. Che noi lo vogliamo o meno. Quanti su questo forum si lamentano o si sono lamentati del fatto che oramai è troppo tardi, oppure oramai certi errori sono irrimediabili, eccetera eccetera? Non è un "successo" anche quello? Certo non è il successo che desideriamo noi. Tanto vale provare a far succedere le cose che vogliamo. O no? Poi chiaramente tutto questo discorso va a cadere se uno si trova comodo nel crogiolamento della deresponsabilizzazione. Parlare di colpe (dandole sempre ad eventi, circostanze ed attori esterni da noi) è comodo per evitare di mettersi in discussione. Più controintuitivamente, è comodo perfino dar colpe a noi stessi, nel momento in cui allontanano la presa di responsabilità. Se per esempio nella situazione di sopra, dopo non esser riuscito a raggiungere il mio "successo" nell'uscire con gli amici, mi colpevolizzo e mi dico di essere un depresso evitante senza speranza, questo controintuitivamente mi esime dalla responsabilità di invidividuare una soluzione attiva; cosa diversa dal dire "ho la depressione e soffro di disturbo evitante", frase che subito mi porta a domandarmi "come posso risolvere questa condizione?". |
Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto
cit - Micheal Jordan il successo nella vita è il non sentire il fallimento |
Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
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Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
@Marco.Russo .
Secondo me dire hai la depressione e il disturbo evitante ti devi attivare lo stesso, è sbagliato perché controsenso. La depressione è l'annullamento della volontà altrimenti non si chiamerebbe così. Ovviamente chi è depresso va dai medici o dallo psicologo e chissà cos'altro ma se nonostante tutto continua a stare male senza intravedere un futuro di scelte importanti, sfido allora ad avere il coraggio di dirgli alzati e cammina. Capisco molto bene quello che dici ma le persone provano un po' tutte le strategie per non stare immobili e le continueranno a provare, nel frattempo è dannoso sentirsi dire "tu non ti attivi abbastanza" perché secondo me non è vero. Grazie comunque Marco.Russo per la tua opinione. :) |
Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
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Chiaro che dipende dalla gravità della depressione. Se uno è proprio catatonico allora non c'è niente che possa fare di suo. A quel punto si deve solo sperare che ci sia qualcuno in grado di prendersi carico della questione, che sia un parente o un amico o i servizi sociali. Ma ovviamente un post come il mio non è e non potrebbe mai esser rivolto a casi così gravi, giacché chi è affetto da un livello di disfunzionalità tanto elevato probabilmente non è in grado neanche di alzarsi dal letto, figuriamoci di leggere un post su FS. Cerchiamo di relativizzare le cose! :) Quote:
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Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
Il successo non è altro che la giustificazione dell'ingiustizia sociale.
Ci sono i poveri? E' colpa loro. A questo serve l'ideologia del successo personale; una costruzione puramente metafisica, così come metafisico è il singolo individuo, che serve unicamente allo scopo di giustificare il potere delle classi dominanti. "Si meriti un uomo....Poichè ciascuno si merita ogni cosa, ogni cosa che fu accumulata nei tesori dei faraoni, e ciascuno non si merita nulla, nemmeno un pezzo di pane quando ha fame. Non abbiamo forse noi mangiato mentre un altro moriva di fame? Possiamo essere puniti per questo? Possiamo essere premiati per aver avuto la forza di morire di fame mentre un altro mangiava? Nessuno si merita una punizione; nessuno si merita un premio. Liberate la vostra mente dall'idea del meritare e comincerete a diventare capaci di pensare". (Citazione di Odo in "I reietti dell'altro pianeta" di Ursula K, Le Guin). Marco Russo, liberati dall'idea del merito e del successo. Comincia a pensare. |
Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
Il successo alle volte è basato sul compromesso, su regole deleterie, arrivare a fare azioni moralmente dubbie che giustificano il compromesso, insomma, il mezzo che giustifica il fine ultimo, la strada per il successo è lastricata di cadaveri, molti perdono la stima di se e iniziano a fare uso e abuso di sostanze varie ma, è ovvio che dei cadaveri che sono sotto il "red carpet" del successo se ne parli poco. (Meglio essere dei poveri sfigati come alcuni di noi che farsi bruciare lungo la strada del "successo", affermazione).
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Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
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Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
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Anche perché nel mio thread si vuole scardinare lo stereotipo che indica nel successo l'acquisizione di una condizione (status) di desiderabilità riconosciuta dalla massa. Per me è più successo quello di una persona che piena di compassione e desiderio di aiutare gli altri riesce a realizzare la sua ambizione di lavorare nel sociale, che quello di un Vacchi qualsiasi che si fa foto tra fighe e yacht non perché lo voglia davvero, ma perché l'unica cosa che desidera è l'approvazione altrui. |
Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
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Sul pezzo da te linkato avevo scritto qualcosa di simile, ben 6 anni fa. https://fobiasociale.com/credete-nel...16/#post706808 La fortuna (e di converso la sfiga) possono e anzi debbono essere gestite. Non credo sia un caso che le persone che si considerano maggiormente "di successo" si percepiscano mediamente più fortunate. Come diceva un famoso spot, "luck is an attitude". |
Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
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Re: Cos'è il successo, e come ottenerlo
Ho imparato proprio in questi ultimi anni, e anche grazie a questo stesso forum, a relativizzare l'importanza della volontà. Spesso l'incoraggiamento a ricorrere ad essa è un tentativo di reprimere istanze inconsce di cui invece bisognerebbe semmai raggiungere maggior consapevolezza.
Tuttavia non condivido la dicotomia volontà/caso. Prendere atto del caso è un fatto sì troppo scontato. Perché il caso c'è, ma c'è per chiunque. E' dove si può agire che si può far la differenza, non certo dove non si ha alcun controllo. Secondo me invece bisogna considare una terza via, quella della consapevolezza. La quale ci può, a volte, indicare una direzione agibile (quindi accessibile dalla volontà che possediamo in quel preciso momento, date le congiunture della situazione). Ad esempio l'esempio che facevo a Noriko: non "sforzarsi" di fare una cosa che proprio non si è in grado, per disturbi alla sfera psichica, di fare; ma prendere atto di possedere tali disturbi e rivolgersi a chi può aiutarci a superarli. Ciò detto, rimane il caveat che non sempre esiste una direzione agibile, lo so bene avendo sperimentato la cosa in prima persona. In certi drammatici casi val la pena provare a riposarsi, lasciando per quanto possibile che altri si prendano cura di noi. Poi vabbé se vogliamo analizzare la sfiga in ogni sua possibile sfaccettatura qualcuno mi potrebbe tirare fuori il caso di quello che non ha nessuno, non ha nessuna risorsa, non sa a chi rivolgersi e non ha le forze di farlo, ecc. Faccio notare che, per quanto ci si possa dispiacere per casi simili, se non si è in quella situazione pensare a certi casi ipotetici e rari è sovente un modo per bypassare la sfida derivante dal proprio agibile. |
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