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Non essere il mago cattivo
"Tanto tempo fa c'era un bellissimo regno sulla luna splendente. Il regno era assai pacifico.
Una adorabile principessa nacque, fra lo splendor di stelle. Quel giorno fu pieno di gioia. La principessa era la più bella ragazza in tutto il mondo; e nel momento in cui vide il più splendido cavaliere del regno, si innamorò perdutamente. Tuttavia, il mago che segretamente amava la dottoressa, cadde in una profonda afflizione. Col passare del tempo, la sua oscurità crebbe e crebbe." Giocavo a un giochino scemo sul cellulare (Picross Luna), la cui trama è presentata, a mo' di fiaba (che ho provato a tradurvi, con qualche licenza, assieme a tutto il pregresso), e ho da poco sbloccato la parte in cui viene introdotto il mago. Mi ha fatto riflettere su una questione che magari per alcuni può risultare ovvia, ma che non so come io avevo dimenticato. La concupiscenza oscura è un topos ricorrente nelle fiabe occidentali. Dal lupo di capuccetto rosso alla strega di biancaneve, il desiderio e l'invidia sono sempre stati i motori fondamentali delle storie che hanno costellato la mia infanzia; e forse anche la vostra. E quindi mi stupisco, quando leggo qua e là, considerazioni forumbruttistiche o redpillate, sul genere "le taglio la gola col coltello a quella puttana" o simili. Forse a qualcuno la mamma non ha raccontato abbastanza fiabe? Che poi, per carità, capisco che a nessuno piaccia, non potendo in mancanza del physique du rôle recitare il ruolo del bel principe, far la parte del Quasimodo di turno. Ma mi fa pensare all'alternativa sperata. Un'altra storia di passione oscura dovremmo averla studiata tutti, ed era quella in cui Don Rodrigo voleva a tutti i costi impedire il matrimonio tra Renzo e Lucia. Alcune esternazioni forumbruttistiche mi fanno pensare che quei bei tempi vengano considerati "auspicabili", e che la soluzione al problema maschile sia da ricercarsi in un ritorno a un neanderthalismo in cui episodi come il ratto delle sabine possano esser di nuovo attuati. Se vi sembra esagerato, basta fare una breve ricerca su google per capire che certi orrori e peggiori sono una realtà di fatto in certe parti del mondo contemporaneo. Non propongo soluzioni con questo thread al problema della frustrazione maschile, che esiste e va in qualche modo affrontato. Ma credo che sia retrogrado, nonché disumano, rivolgersi al cinismo di chi si vanta del proprio cattivismo per stabilire una linea di azione. Forse qualche fiaba può fungere da antidoto a tutto quest'odio che sento sempre più permeante. |
Re: Non essere il mago cattivo
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Re: Non essere il mago cattivo
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Praticamente denunci un ribaltamento del canone standard delle fiabe, in cui la principessa non sceglierebbe più un bel principe di sani valori, ma sia ella stessa artefice delle sue e altrui sventure preferendo scegliere in prima battuta il vero cattivo. Posto che come generalizzazione ovviamente rifiuterei la cosa, credo tuttavia che casistiche simili siano tutt'altro che eccezionali, e diano da riflettere. Mi par di capire che la tua tesi sia che è inutile che gli uomini lottino contro modelli di mascolinità tossica se poi si ritrovino sovente soli ad esser oggetto di dileggio e discriminazione. Ho capito bene? |
Re: Non essere il mago cattivo
Infatti gli uomini non lottano la mascolinità tossica, al massimo gli uomini concorrenti.
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Re: Non essere il mago cattivo
tutto nasce dall'incapacità di creare e gestire interazioni sociali, di mantenerle e capirle.
poi 3/4 di danno lo fa internet che peggiora la situazione psicologica di tutti, normie compresi e il resto la frustrazione a palla di neve che porta all'alienazione. da lì la percezione del mondo è delirio puro, completamente distaccato dal mondo reale. il casino è che con le persone bisognose si fanno soldi e via di sitimerda, pua, redpill e forumdeibrutti, che poi in assenza di emozioni anche l'odio a casaccio va bene. e via e via per cui se uno tira in ballo vaccate sul sito non va seguito o discusso, il suo cervello fa la cacca e la cacca puzza. |
Re: Non essere il mago cattivo
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Re: Non essere il mago cattivo
Per quanto mi riguarda, preferisco la figura del giullare, e personaggi affini.
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Re: Non essere il mago cattivo
Piuttosto direi troppe fiabe, fantasie di pace e amore per bambini dove il bene trionfa sempre ben diverse dalla realtà.
Mago cattivo si diventa o si nasce? Penso siano personaggi cresciuti con ideali di equità e giustizia e che han condotto una vita secondo quei precetti, quando poi si accorgono che non gli ha giovato niente che anzi li ha portati a subire soprusi e sbeffeggi, delusi e amareggiati cercano poi di vendicarsi contro il sistema. |
Re: Non essere il mago cattivo
nn esiste sto problema , una percentuale bassissima di gente nn è accoppiata o nn viene scelta o sceglie , quindi il caso nn esiste .... piacciono i buoni, i cattivi, i brutti, i belli, gli stronzi, i santi, i simpatici , gli antipatici etc...
inutile scrivere trattati basati sul nulla. è come dire " nn c è lavoro" , significa solo che nn si trova lavoro per chi non ne ha , ma la maggior parte ce l'ha ..... diventa rilevante solo quando il fenomeno diventa molto esteso ..... nn mi pare il caso delle coppie . poi se si vuole analizzare la società e cercare di capire perchè uno sta da solo allora nn s è capito veramente ncazzo :sisi: |
Re: Non essere il mago cattivo
Rielaborando quanto scritto da Hallucigenia assieme alle parole di Kitsune, mi viene in mente che forse il problema è in un sistema educativo che è più che altro "addestrante", il quale funziona (apparentemente) bene nell'infanzia, ma che mostra le sue contraddizioni al sopraggiungere dell'adolescenza.
E' una fase di transizione in cui si passa da una vita semplice, basata su regole fisse e calate dall'alto, a un sistema di interazioni fluido in cui "alcune regole possono essere eluse, altre infrante". Nel sistema infantile il meccanismo di funzionamento è semplice: rispetti le regole = premio. Non rispetti le regole = punizione. Non risulta difficile capire il rosikamento di chi vede nel successo dei cosiddetti "bad boys", quelli che "girano col coltello" la dimostrazione di un sistema premiante distorto, anziché l'assenza stessa di qualsiasi sistema premiante esterno. La citazione di Matrix non è casuale. In effetti certa frangia si dichiara detentrice di quella "red pill" che permetterebbe loro di veder la realtà nella sua cruda interezza. Ma nessuno di loro acquisisce quei superpoteri che invece caratterizzano il protagonista della fortunata trilogia wackowskiana. Invece, pur percependo un'incongruenza di fondo tra il mondo quale è stato loro presentato e il mondo quale effettivamente è, non riescono a quadrare il cerchio. Quando va bene, la reazione è quella di isolarsi, chiudersi a riccio in comunità di consimili dove poter trovare conforto e reciproca compassione. Quando va male succedono cose come la strage di Toronto. Ha ragionissima perciò Kitsune a dire che forse le fiabe son state fin troppe. Accludendo ad esse i teen drama in cui perfetti sfigati riescono alfine ad aver la meglio sui vari Chad di turno, dove l'insistenza molesta viene dipinta e valorizzata come tenacia (e quindi causa alfine la capitolazione della "fortunata" "oggetto" del "corteggiamento") e dove alla fine si reitera un modello di regole, quello infantile, al posto di spiegare con cruda onestà ai ragazzi che il mondo adulto non possiede nessuna regola ferrea. Il ragazzo che gira col coltello a suo modo l'ha capito. Ma non è che per forza bisogna fare come lui per dimostare altrettanta consapevolezza. |
Re: Non essere il mago cattivo
Gruen's place in the history of psychology can be summarized as follows. According to Sigmund Freud, human beings are born with an innate tendency to destruction and violence; throughout his scholarly and clinical career, Prof. Gruen challenged that assumption, arguing instead that at the root of evil lies self-hatred, a rage originating in a self-betrayal that begins in childhood, when autonomy is surrendered in exchange for the "love" of those who wield power over us.
To share in that subjugating power, people create a false self, a pleasing-to-others image of themselves that springs from a powerful, deep-seated fear of being hurt, humiliated or abandoned. Gruen traced this pattern of over-adaptation, and the fate of those who resist the pressure to conform, through a number of case studies, sociological phenomena—from Nazism to Reaganomics—and literary works. The insanity of rage and numbness that this hyper-conformity produces, unfortunately, goes widely unrecognized precisely because it has become the cold, tough "realism" that modern society inculcates into its members and even admires. Gruen warned, however, that escape from these patterns lies not simply in rebellion, for rebels often remain emotionally tied to the objects of their rebellion, but in the development of a personal autonomy and a relinquishing of all forms of self-numbing and self-deception. His elegant and far-reaching conclusion, elaborated in the books and essays listed below, is that while autonomy and authenticity are not easily attained, their absence proves catastrophic to both the individual and society as the embittered conformists seek new victims on whom to wreak violence and avenge their psychic wounds. https://en.wikipedia.org/wiki/Arno_Gruen Purtroppo, al momento non ho molto tempo di argomentare, ma mi è venuto in mente il collegamento agli studi di questo tizio e alle sue teorie. Prova a buttarci un occhio. |
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Re: Non essere il mago cattivo
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Re: Non essere il mago cattivo
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Re: Non essere il mago cattivo
Non ho capito niente di questo topic, ma vorrei dire che stimo marcorusso perché creativo
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Re: Non essere il mago cattivo
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Re: Non essere il mago cattivo
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Lo dico provocatoriamente, ma se ci pensate bene è davvero così. |
Re: Non essere il mago cattivo
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Re: Non essere il mago cattivo
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Secondo me la società nel suo insieme deve farsi carico del fatto che tutti i suoi membri godano del miglior stato di benessere possibile. Se no che società è? Tanto vale ritornare sugli alberi (ognuno sul suo). |
Re: Non essere il mago cattivo
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nn mi pare azzeccato il paragone di gente che subisce violenza , o che viene pestata in quanto gay o qualsiasi altra categoria con il fatto che uno nn riesce a trovarsi una donna o un uomo per farsi una famiglia o semplicemente fare sesso, o piacere a qualcuno per alimentare autostima (come tanto si narra in fs) |
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