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Jacksparrow 20-02-2018 21:44

Parole,parole,paroleeee
 
Non mi riferisco alla famosa canzone , piuttosto ai dialoghi lunghissimi tra normaloni specialmente tra parenti che si incontrano all'ospedale in dieci per trovare il familiare ammalato.
Parlano,parlano, parlano..ridono, scherzano, si capisce dai discorsi la loro origine.
Qualcuno della campagna ,chi dalla città, o dalla classe operaia o famiglia borghese.
Tutti hanno in comune una sola cosa: chiaccherare fino alla nausea in qualsiasi contesto vuoi a cena piuttosto che al bar o appunto in ospedale come oggi in quindici per un parente e nemmeno potevo vedermi la TV in pace.
Noi siamo diversi, degli alieni che mai potranno somigliare ai terrestri, però un po' di tranquillità o qualche parola in meno veramente non potrei stare in quel mondo.
Belle le famiglie unite e numerose per loro e per tutti il parlare è fisiologico come respirare.

varykino 21-02-2018 00:21

Re: Parole,parole,paroleeee
 
boh io sento che la gente in generale nei discorsi da bar parla solo di disgrazie :mannaggia:

Ogard 21-02-2018 00:28

Re: Parole,parole,paroleeee
 
Quote:

Originariamente inviata da Joseph (Messaggio 2073605)
Tutte le famiglie felici sono diverse, tutte quelle tristi sono uguali. Per questo le prime hanno mille lingue e si rinnovano continuamente pur nella loro coerenza, mentre le seconde hanno una sola lingua e rimangono sempre uguali pur nulla loro incoerenza.

Il detto non era al contrario? Ovvero: Tutte le famiglie felici si assomigliano mentre quelle tristi lo sono tutte a modo loro?

hermit94 21-02-2018 00:50

Re: Parole,parole,paroleeee
 
Mi si sgretolano i testicoli al solo pensiero

Ogard 21-02-2018 01:00

Re: Parole,parole,paroleeee
 
Quote:

Originariamente inviata da Joseph (Messaggio 2073627)
Le cose si possono osservare da diverse prospettive, variarle aiuta a coglierle nella loro totalità.
Anche perché l'abitudine, nel pensiero come nei sensi, riduce la capacità di sentire e cogliere. La variazione desta al pensiero.

Una cosa universale c'è, nella felicità si sta spesso in gruppo, la tristezza è sempre personale. Basta guardare la reazione dei giocatori di calcio dopo il fischio finale di una partita importante, chi vince esulta, si abbraccia, canta , balla (anche sugli spalti), chi perde si accascia al suolo in completa solitudine, il tifoso rimane fermo impietrito come se emanasse un'aura respingente.
In famiglia non è diverso, si può applicare ovunque.


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