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Follia e normalità
Dato che la follia (o alienazione) è uno stato di disadattamento dell'individuo rispetto al mondo in cui egli vive; constatato il fatto che il folle senza lesioni organiche del cervello non è altro che un disadattato, ossia un anormale, e chiarito il fatto che il concetto di normalità è un qualcosa di assolutamente relativo, mi stavo chiedendo, sarebbe possibile in questo senso una "rivincita dei folli"? Sarebbe possibile plasmare il concetto di normalità e trasformare la follia in normalità, facendo passare per folli quelli che oggi sono considerati normali? Infatti, wikipedia riporta: "la definizione di follia è influenzata dal momento storico, dalla cultura, dalle convenzioni, quindi è possibile considerare folle qualcosa o qualcuno che prima era normale e viceversa." Voi cosa ne pensate?
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Re: Follia e normalità
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La bibbia degli psichiatri e' il dsm manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, statistico appunto. Un tempo l'omosessualita' era da curare, magari oggi e' piu' considerata l'omofobia qualcosa da curare. Altro esempio chi vuole fare una dieta molto sana oggi e' considerato avere il disturbo di ortoressia, sancendo che sia meglio invece piu' elasticita' e fa nulla qualche schifezza, ma chi l'ha detto? ( poi invece ovviamente esiste una follia follia, il matto che non sa chi e' e es. riempie di cacca le pareti (storia letta), questi escludo possano mai ottenere il potere sugli altri democraticamente e definirsi loro i normali, anche fossero maggioranza gli mancano tutte le capacita' organizzative per poterlo fare ) |
Re: Follia e normalità
Secondo me è difficile anche identificare soltanto il comportamento folle. In realtà quel che è folle non è quel che fa una persona ma le motivazioni per cui lo fa e il riconoscimento sociale di queste motivazioni.
Se dici e fai cavolate e nessuno ti dà retta sei matto, se fai le stesse ed identiche cose e molte persone "riconoscono" quel che fai... Matto non lo sei più. Ad esempio il suicidio. Se ti ammazzi perché stanco di vivere sei matto, se ti immoli per la patria in guerra andando verso morte certa sei un eroe. Per questo io dirò sempre che i disagi e disturbi mentali non sono malattie come l'influenza o il rompersi una gamba. |
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Comunque cosa intendi nello specifico per "sano"? |
Re: Follia e normalità
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La diagnosi e' sul comportamento, non organica. |
Re: Follia e normalità
Non esiste solo la follia da ricovero coatto.
Ci sono pure persone normali con comportamenti folli, vedi come guidano certe persone o come si atteggiano in altre circostanze tipo al stadio etc. |
Re: Follia e normalità
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Re: Follia e normalità
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da folli così come far sgorgare birra dalle fontane nelle piazze. |
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Re: Follia e normalità
@E.Scrooge
Adesso mi è più chiaro ciò che intendevi per lesioni organiche... La follia, parola che non userei più perché, sembra nascondere la sofferenza della persona che è l'aspetto centrale del disturbo mentale. La parola follia indica per me lo stigma con il quale si escludono le persone "diverse" Il disturbo mentale come sofferenza, come istinto che prende il sopravvento, come aspetto cognitivo che viene a mancare e soprattutto come deficit relazionale. La società deve in questo caso superare la parola follia e responsabilizzarsi, comprendere il disturbo mentale per l'inclusione delle fragilità. |
Re: Follia e normalità
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