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E. Scrooge 22-01-2018 10:09

Follia e normalità
 
Dato che la follia (o alienazione) è uno stato di disadattamento dell'individuo rispetto al mondo in cui egli vive; constatato il fatto che il folle senza lesioni organiche del cervello non è altro che un disadattato, ossia un anormale, e chiarito il fatto che il concetto di normalità è un qualcosa di assolutamente relativo, mi stavo chiedendo, sarebbe possibile in questo senso una "rivincita dei folli"? Sarebbe possibile plasmare il concetto di normalità e trasformare la follia in normalità, facendo passare per folli quelli che oggi sono considerati normali? Infatti, wikipedia riporta: "la definizione di follia è influenzata dal momento storico, dalla cultura, dalle convenzioni, quindi è possibile considerare folle qualcosa o qualcuno che prima era normale e viceversa." Voi cosa ne pensate?

http://i63.tinypic.com/6zwtpj.jpg

cancellato2824 22-01-2018 12:25

Re: Follia e normalità
 
Quote:

Originariamente inviata da E. Scrooge (Messaggio 2059434)
facendo passare per folli quelli che oggi sono considerati normali?

Se i folli diventano la maggioranza si' ( o anche se ci sono in alto interessi a far apparire alcuni piuomeno folli e non altri).
La bibbia degli psichiatri e' il dsm manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, statistico appunto.

Un tempo l'omosessualita' era da curare, magari oggi e' piu' considerata l'omofobia qualcosa da curare.
Altro esempio chi vuole fare una dieta molto sana oggi e' considerato avere il disturbo di ortoressia, sancendo che sia meglio invece piu' elasticita' e fa nulla qualche schifezza, ma chi l'ha detto?

( poi invece ovviamente esiste una follia follia, il matto che non sa chi e' e es. riempie di cacca le pareti (storia letta), questi escludo possano mai ottenere il potere sugli altri democraticamente e definirsi loro i normali, anche fossero maggioranza gli mancano tutte le capacita' organizzative per poterlo fare )

XL 22-01-2018 18:14

Re: Follia e normalità
 
Secondo me è difficile anche identificare soltanto il comportamento folle. In realtà quel che è folle non è quel che fa una persona ma le motivazioni per cui lo fa e il riconoscimento sociale di queste motivazioni.
Se dici e fai cavolate e nessuno ti dà retta sei matto, se fai le stesse ed identiche cose e molte persone "riconoscono" quel che fai... Matto non lo sei più.
Ad esempio il suicidio. Se ti ammazzi perché stanco di vivere sei matto, se ti immoli per la patria in guerra andando verso morte certa sei un eroe.
Per questo io dirò sempre che i disagi e disturbi mentali non sono malattie come l'influenza o il rompersi una gamba.

E. Scrooge 22-01-2018 18:53

Quote:

Originariamente inviata da ila82 (Messaggio 2059477)
( poi invece ovviamente esiste una follia follia, il matto che non sa chi e' e es. riempie di cacca le pareti (storia letta), questi escludo possano mai ottenere il potere sugli altri democraticamente e definirsi loro i normali, anche fossero maggioranza gli mancano tutte le capacita' organizzative per poterlo fare )

Ma in questo caso si parla di follia dovuta a lesioni organiche del cervello?

E. Scrooge 22-01-2018 18:58

Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2059593)
Secondo me è difficile anche identificare soltanto il comportamento folle. In realtà quel che è folle non è quel che fa una persona ma le motivazioni per cui lo fa e il riconoscimento sociale di queste motivazioni.
Se dici e fai cavolate e nessuno ti dà retta sei matto, se fai le stesse ed identiche cose e molte persone "riconoscono" quel che fai... Matto non lo sei più.
Ad esempio il suicidio. Se ti ammazzi perché stanco di vivere sei matto, se ti immoli per la patria in guerra andando verso morte certa sei un eroe.
Per questo io dirò sempre che i disagi e disturbi mentali non sono malattie come l'influenza o il rompersi una gamba.

Condivido. Giusto oggi ho visto il video di un bel discorso linkato da un altro utente in un'altra conversazione che vale la pena riportare: https://m.youtube.com/watch?sns=fb&v=G8dz5rU1fzU.

E. Scrooge 22-01-2018 20:12

Quote:

Originariamente inviata da Joseph (Messaggio 2059620)
Se non si parte dal presupposto, scontato e di buon senso, che ogni componente sano di una specie tenderà ad avere una vita mentale abbastanza simile si arriva facilmente a Thomas Szasz.

Philippe Pinel (uno dei padri della psichiatria) "sostiene che la follia nasce nella totalità dei casi da emozioni che il soggetto non riesce a governare e che conducono lo stesso a comportarsi secondo modalità che non si sposano con la MORALE UMANA CONDIVISA. In altre parole la pazzia è causata da forti passioni che non riuscendo ad essere controllate, portano alla deteriorazione delle REGOLE MORALI presenti nella mente di ogni soggetto. Egli propone, così, una teoria radicalmente antiorganicista della malattia mentale, poiché essa non compare mai senza una profonda alterazione delle QUALITÀ MORALI, le quali non costituiscono solo una conseguenza, ma rappresentano la causa stessa dell'instaurarsi della follia." Tieni però presente che la MORALE è un qualcosa di assolutamente relativo; non essendo dunque mai esistita una morale assoluta, ed essendo i concetti di "giusto" e "sbagliato" nient'altro che fantasmi, il concetto di malattia mentale (che potremmo dunque anche definire come immoralità) perde evidentemente di senso, o meglio, acquisisce senso solo in relazione alla morale vigente in un dato tempo ed in un dato luogo. Ad esempio, i libertini, gli omosessuali e i mendicanti un tempo venivano internati nei manicomi, ora sono invece considerati individui sani, e come dice ila82, probabilmente al giorno d'oggi vengono additati come non sani i loro antagonisti, tipo gli omofobi. La malattia mentale (non causata da lesioni organiche del cervello), dal mio punto di vista, è semplicemente una forma di diversità socialmente non accettata, ossia una forma di immoralità.

Comunque cosa intendi nello specifico per "sano"?

cancellato2824 29-01-2018 12:00

Re: Follia e normalità
 
Quote:

Originariamente inviata da E. Scrooge (Messaggio 2059604)
Ma in questo caso si parla di follia dovuta a lesioni organiche del cervello?

Non provate cioe' effettivamente nel cervello degli schizofrenici ci sono anomalie non facilmente interpretabili univocamente ma e' considerata una malattia psichiatrica, non neurologica, con cause diverse e di fatto dicono predisposizione ad ammalarsi più eventi stressanti.
La diagnosi e' sul comportamento, non organica.

Jacksparrow 29-01-2018 12:57

Re: Follia e normalità
 
Non esiste solo la follia da ricovero coatto.
Ci sono pure persone normali con comportamenti folli, vedi come guidano certe persone o come si atteggiano in altre circostanze tipo al stadio etc.

Noriko 29-01-2018 15:41

Re: Follia e normalità
 
Quote:

Originariamente inviata da E. Scrooge (Messaggio 2059634)
La malattia mentale (non causata da lesioni organiche del cervello), dal mio punto di vista, è semplicemente una forma di diversità socialmente non accettata, ossia una forma di immoralità.

Scusa ma quali sono i disturbi mentali che non sono causati da squilibri organici. La stragrande maggioranza tranne qualche eccezione dipende da fattori fisici.... almeno sapevo così...

trademarko 29-01-2018 17:08

Re: Follia e normalità
 
Quote:

Originariamente inviata da E. Scrooge (Messaggio 2059434)
" Voi cosa ne pensate?

http://i63.tinypic.com/6zwtpj.jpg

Penso che hai ragione. Il contesto è importante. Servire solo acqua all' october fest sarebbe
da folli così come far sgorgare birra dalle fontane nelle piazze.

E. Scrooge 29-01-2018 19:37

Quote:

Originariamente inviata da Noriko (Messaggio 2062031)
Scusa ma quali sono i disturbi mentali che non sono causati da squilibri organici. La stragrande maggioranza tranne qualche eccezione dipende da fattori fisici.... almeno sapevo così...

Per lesioni organiche intendevo danni gravi al cervello (come quelli causati dalla lobotomia). Non so dirti in che misura gli squilibri che tu intendi (ipotizzo quelli della serotonina o della dopamina) influiscano sulla malattia. Non so nemmeno dirti se lo squilibrio sia causa o conseguenza della malattia. Ad ogni modo, di solito si sostiene che allo sviluppo delle malattie mentali concorrono sia la predisposizione genetica che i fattori ambientali/sociali. Ciò che mi sono chiesto però è: nel caso in cui la "malattia" sia causata da fattori ambientali, possiamo considerarla una malattia? Per fare un esempio, il depresso che sta male perché ha perso il lavoro, non presenta lesioni organiche gravi del cervello; forse ha semplicemente uno squilibrio dovuto agli eventi negativi della vita, ma il suo cervello non ha nulla che non vada; infatti quando aveva il lavoro stava bene; inoltre lo psicofarmaco, in questo caso, allevia il dolore, ma non risolve il problema. Ma la domanda è: è malato? Inoltre tieni conto che le molte diagnosi vengono fatte sulla base di test concernenti il comportamento, e non attraverso analisi del cervello. Ma se il problema è organico, cosa te ne frega di come mi comporto? Inoltre, se dal punto di vista organico non compare nessuna anomalia, ma il mio comportamento risulta anomalo, posso essere considerato malato sulla base di criteri stilati da una qualche cricca di psichiatri? Tieni anche conto che il comportamento è influenzato molto più dall'educazione che non dalla genetica. Per finire, ad esempio, una diagnosi da disturbo antisociale di personalità, non rischia di stigmatizzare come mentalmente insana una persona semplicemente eccentrica, che magari dal punto di vista organico non presenta nessun problema? Comunque se ti interessa avevo aperto un'altro topic simile (sull'ADHD) qualche giorno fa, se hai voglia di dargli un'occhiata (https://fobiasociale.com/riflessione-sulladhd-63033/).

Noriko 29-01-2018 20:36

Re: Follia e normalità
 
@E.Scrooge
Adesso mi è più chiaro ciò che intendevi per lesioni organiche...

La follia, parola che non userei più perché, sembra nascondere la sofferenza della persona che è l'aspetto centrale del disturbo mentale.
La parola follia indica per me lo stigma con il quale si escludono le persone "diverse"
Il disturbo mentale come sofferenza, come istinto che prende il sopravvento, come aspetto cognitivo che viene a mancare e soprattutto come deficit relazionale.
La società deve in questo caso superare la parola follia e responsabilizzarsi, comprendere il disturbo mentale per l'inclusione delle fragilità.

trademarko 29-01-2018 21:50

Re: Follia e normalità
 
Quote:

Originariamente inviata da Noriko (Messaggio 2062135)
@E.Scrooge
Adesso mi è più chiaro ciò che intendevi per lesioni organiche...

La follia, parola che non userei più perché, sembra nascondere la sofferenza della persona che è l'aspetto centrale del disturbo mentale.
La parola follia indica per me lo stigma con il quale si escludono le persone "diverse"
Il disturbo mentale come sofferenza, come istinto che prende il sopravvento, come aspetto cognitivo che viene a mancare e soprattutto come deficit relazionale.
La società deve in questo caso superare la parola follia e responsabilizzarsi, comprendere il disturbo mentale per l'inclusione delle fragilità.

Si, si , e si, hai ragione. Siamo fragili. Dovrebbe esserci la "categoria" dei fragili, sarebbe più delicato


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