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-   -   VERY FOBIC O NON VERY FOBIC.. (https://fobiasociale.com/very-fobic-o-non-very-fobic-6262/)

IperBo 21-07-2008 09:47

"Come ho già scritto in un altro messaggio...senza psichiatra e farmaci..non sarei andata a nessuno raduno..mi sarei limitata a leggere il forum senza parteciparvi, xchè non ne avrei avuto il coraggio.
Sarebbe stata l'ennessima occasione persa."


Senza farmaci, da soli è durissima. Oggi richiamo lo psichiatra e ritornero' a prendere quelle droghe: l'importante è che si sappia che son delle vere e proprie droghe. Senza son ridaduto in profonda depressione (con tutte le conseguenze a livello fisico e mentale), senza non riesco a vedere in faccia le persone (non rispondo al telefono...figuariamoci venire ad un raduno), senza non riesco a vedere il futuro perchè il futuro me lo sto mangiando giorno dopo giorno facendo nulla.

Credo comunque che ai raduni sia libero di andarci chiunque: chiunque si senta in grado di affrontare sconosciuti (o quasi) che abbiano avuto o abbiano la stessa difficoltà nelle azioni quotidiane. Con farmaci o senza, con psichiatra alle spalle o senza. I social-fobici, per definizione, non possono e non riescono a partecipare ad un raduno: quindi è chiaro che al 90% si tratta di casi di ex-fobici o di persone sotto farmaci.

Credo altrettanto che sia normale che tra 20 persone sconosciute (o quasi) possano nascere delle incomprensioni, se vogliamo conflitti o addirittura invidia per qualcosa: è assolutamente normale.

Forse l'eccitazione pre-durante-post incontro (il saper riconoscersi come gli altri, uguale agli altri, essere parte del tutto) provoca atteggiamenti istinitivi che son scorretti ma comprensibilissimi: è dovuto alla poca esperienza nei rapporti sociali e forse alla presunzione inconscia che il fatto di "esserci" comporta già nella testa il pensiero di "saperci stare" . Ci vuole allenamento, si sbaglia. E purtroppo l'allenamento comporta assumere col tempo e l'esperienza anche degli atteggiamenti in parte ipocriti: il mondo va cosi', la pura e semplice genuinità e spontaneità esiste in casi rari oramai.

Detto questo, credo che Sara sia la persona piu' diretta e genuina del forum: pur avendoci "litigato" e pur non conoscendola direttamente (come tra l'altro nessuno del forum) ritengo che sia la dimostrazione di quanto detto sopra. Sbagliando s'impara. A volte bisogna controllarsi, fare un respiro (anche cento) prima di rispondere a una frase che si ritiene offensiva o lesiva: questo è il primo passo per convivere con gli altri. Bisogna capire che nessuno è nato per provare invidia o per "attaccarci": è anzi un suo segno di debolezza e forse un segnale di richiesta d'aiuto.

Infine, concludo, credo sia errato passare troppo tempo su questo sito: etichettarsi e leggere sempre cose negative non fa altro che aumentare l'agitazione e la tristezza interiore. E' invece utilissimo per scambiarsi qualche suggerimento, consiglio, aiuto : ma stare qui non deve diventare una schiavitu' o dipendenza (e vedo che per molti lo sia!).

bardamu2 21-07-2008 10:12

Io da dicembre faccio psicoterapia e mi ha aiutato parecchio. Nonostante per anni mi fossi autoanalizzato sino allo sfinimento e fossi giunto a diverse conclusioni già da solo, la terapia mi ha permesso di capire molte cose e di fare chiarezza dentro di me. Negli ultimi mesi ho percepito chiaramente diversi cambiamenti dentro di me, con effetti che forse non sono visibili a tutti ma che io osservo e vivo di giorno in giorno.
Avrei voluto che molte persone mi avessero conosciuto prima, specialmente qua dentro, per poter fare il confronto.
Ancora non ho raccolto le cose più importanti, ma sento che sto vivendo uno dei periodi relativamente più sereni della mia vita.
Di farmaci non ho mai fatto uso, un po' perchè mi spaventano terribilmente, un po' perchè, vedendo comunque molti miglioramenti, penso di poterne fare a meno.

Per questi motivi consiglio a tutti coloro che ne hanno la possibilità di fare altrettanto e di affrontare la cosa nella maniera più diretta possibile. Non solo è importante trovare il giusto terapeuta, ma anche crederci veramente e non nascondere nulla, nemmeno il più piccolo dettaglio, sin dall'inizio. Io ho cercato di fare in questo modo sin dal primo incontro, parlavo come se davanti a me avessi avuto un muro. All'inizio non è stato facilissimo, ma poi passa.

Aleydis 21-07-2008 10:52

Bene finalmene una discussione sensata!
Almeno qui avete dimostrato di essere consapevoli dei vostri disturbi e tentate di affrontarli, non di nasconderli o di parlarne come se fossero dei trofei (cosa che ho visto su altri topic).
Bravi, complimenti! Si deve sempre reagire...non serve a niente vivere in questa maniera...o non vivere, per meglio dire. Possiamo essere felici anche noi e se per fare ciò è necessario andare in terapia che ben venga allora! Faccio gli auguri a tutti, abbiate coraggio e non abbattetevi più!

andreattt 21-07-2008 11:56

io da settembre faccio psicoterapia cognitivo comportamentale + terapia farmacologica da fine gennaio, causa forte depressione ( pianti da mattina a sera, addirittura pure d'avanti alla psicologa per la durata di tutta la seduta.
da settembre ad ora un po' le cose sono migliorate, nel senso che riesco ad affrontare le situazioni pur percependo una forte ansia, prima invece evitavo proprio o se affrontavo avevo una fortissima ansia, pensieri tipo , tutti mi guardano , mi prendono per scemo, sono brutto, sono uno sfigato, tremavo stile martello pneomautico ecc... diciamo che prima di un anno fa non sapevo neppure che esistesse la fobia sociale,infatti ero quasi convinto di essere l'unico scemo, perche' mi consideravo proprio uno scemo ad avere questi disturbi. poi ho scoperto che non e' scemenza ma e' un disturbo mentale che va affrontato ,se grave, con l'aiuto di qualcuno e cosi' ho fatto.
apparte questo sono contro fare una specie "di gruppi a parte" credo sia bello confrontarci con fobici o meno fobici e addirittura con gente che non e' per niente fobica tipo il ragazzo svizzero che al raduno accompagnava semplicemente la sua ragazza. e' interessante vedere il suo comportamento e le sue reazioni che ha nei nostri confronti.
da perte mia positivi

lev 21-07-2008 11:56

Io sono in cura da circa 4 mesi da uno psichiatra. In realtà è una situazione che mi porto dietro da qualche anno ormai o forse, più o meno, da sempre. Prendo farmaci (Entact da poco più di un mese e dalla scorsa settimana anche il Nottem per dormire) e seguo una terapia cognitivo-comportamentale. Onestamente grandi benefici non ne vedo se non una maggiore consapevolezza dei miei problemi. Infatti ho scoperto questo forum quando lo psichiatra mi ha detto che soffro di fobia sociale. Purtroppo tendo molto ad abbattermi nel senso di credere che tanto non riuscirò a guarire/faccio tutto per niente probabilmente perchè voglio tutto e subito cioè guarire in fretta o comunque vedere risultati in breve tempo. Il paradosso è che dipende tutto da me. L'aiuto che ho trovato in questo forum è il parlare con alcune persone che mi hanno spiegato che la strada è ancora molto lunga, che bisogna continuare a lottare e non bastano pochi mesi di terapia. Detto questo sono d'accordo con Lily nel dire che anche a me i topic sul chi sta peggio o varianti sul tema mi interessano poco così come trovo pessimi pure quelli sull'andare a prostitute, escort ed affini. L'idea di raduni mi sembra buona. A me per esempio piacerebbe partecipare anche se per motivi "tecnici" (non guido) magari potrei fare fatica a partecipare se fossero trippo lontani oltre al fatto che forse avrei un po' di paura a incontrare persone che non conosco visto che sono nuovo del forum. Però credo che magari, con il tempo, potrei partecipare.

Muttley_upgrade_version 21-07-2008 13:12

E' solo per motivi economici che non ho mai intrapreso percorsi terapeutici da specialistici né tantomeno assunto farmaci.
Per farlo dovrei lavorare duramente e guadagnare bene, solo che il lavoro mi crea ansia, l'ansia poi deve essere curata da uno specialista....quindi devo per forza lavorare abbestia per andare dallo psicologo? :?

animaSola 21-07-2008 13:49

..

HurryUp 21-07-2008 13:55

Le probabilità che io possa trovare uno psicologo che mi soddisfi tendono a zero, perciò io cerco un'altra strada per superare l'ansia.
Il motivo dell'incompatibilità sta nel fatto che la mia necessità psicologica di cercare un senso alla realtà attraverso la riflessione e la speculazione logica (necessità A), verrebbe, come al solito, considerata un pensiero disfunzionale, mentre la necessità opposta (quella di non cercare un senso alla realtà: necessità nonA) verrebbe considerata una pulsione positiva.
Di conseguenza la tendenza dello psicologo sarebbe cercare, attraverso un plagio, di farmi scambiare la necessità A con la necessità "nonA".

Preferisco andare in cerca di una personalità di questo tipo:
http://it.wikipedia.org/wiki/INTJ
con cui condividere una specie di terapia autogestita.

Tristan 21-07-2008 20:28

Quote:

Originariamente inviata da bardamu2
Per questi motivi consiglio a tutti coloro che ne hanno la possibilità di fare altrettanto e di affrontare la cosa nella maniera più diretta possibile. Non solo è importante trovare il giusto terapeuta, ma anche crederci veramente e non nascondere nulla, nemmeno il più piccolo dettaglio, sin dall'inizio. Io ho cercato di fare in questo modo sin dal primo incontro, parlavo come se davanti a me avessi avuto un muro. All'inizio non è stato facilissimo, ma poi passa.

Forse è più facile per chi ha già raggiunto una certa maturità, acquisito maggiore consapevolezza di sé.
Quando mi spedirono per la prima volta da uno psicoterapeuta riuscì appena a parlare di quello che vivevo come un grande trauma da quando ero bambino (invece non lo era) prima di abbandonare (per la vergogna, perché non mi trovavo bene) al terzo/quarto appuntamento. Avrò avuto 16 anni circa e avevo preso l'iniziativa dei miei, tra me e me, con un certo sollievo (finalmente avevo qualcuno con cui parlare). Eppure è stato difficilissimo.
Col secondo sono durato un paio d'anni, mi pare. Quando finalmente ero pronto ad affrontare certi argomenti, lui si trasferì. Seguì traumone da abbandono (in quel periodo mi sentivo profondamente solo e al capolinea), crisi d'ansia forte (quasi panico) durata una notte intera, successiva visita di corsa dal cardiologo il quale mi spedì da uno psichiatra (il mio cuore stava benissimo) che mi passò al collega psicoterapeuta, col quale sono rimasto fino ad oggi (a periodi alterni, in realtà). Anche con quest'ultimo, col quale mi sono trovato bene e mi ha aiutato molto (grazie al suo supporto ho fatto parecchie cose che non ritenevo alla mia portata), ci ho messo del tempo prima di capire fino a che punto potevo fidarmi, e insomma, cominciai a parlare di ciò che non riuscivo più a tenere per me soltanto dopo mesi, o addirittura un anno.

(Mammà, se ora con gùgol sbarchi qui e ti pare di riconoscermi, non sono io, ok? 8))

HurryUp 21-07-2008 21:07

Quote:

Originariamente inviata da -Lilly-
Come ho già scritto in un altro messaggio...senza psichiatra e farmaci..non sarei andata a nessuno raduno..mi sarei limitata a leggere il forum senza parteciparvi, xchè non ne avrei avuto il coraggio.
Sarebbe stata l'ennessima occasione persa.

A me piacerebbe che ai raduni partecipassero anche i fobici che sono quasi completamente bloccati nell'espressione del corpo dall'ansia, non mi farei problemi se questo provocherebbe una comunicazione simile ai robot, con un tono di voce sempre uguale, senza gesti e con una dizione difettosa, perchè a me interessa che ci sia meta-comunicazione verbale, per migliorare l'espressione del corpo c'è sempre tempo.
Io ero ben consapevole di essere limitato dell'espressione dalla fobia sociale, ma io non aspetto di superare questi limiti per partecipare a un raduno, e vorrei che fosse così per tutti

valmor 21-07-2008 21:17

Io ho provato la psicologia ma non mi ha fatto niente, forse per motivi simili a quelli di HurryUp, visto che tendo ad elaborare ciò che mi dicono, a mantenere sempre un atteggiamento critico che mi porta ad entrare in contrasto. Le parole possono darmi un punto di vista esterno, dei pareri, ma non fanno nulla all'ansia psicofisica, all'incapacità di socializzare e a tutte le altre cose.

Quote:

Originariamente inviata da IperBo
"Come ho già scritto in un altro messaggio...senza psichiatra e farmaci..non sarei andata a nessuno raduno..mi sarei limitata a leggere il forum senza parteciparvi, xchè non ne avrei avuto il coraggio.
Sarebbe stata l'ennessima occasione persa."


Senza farmaci, da soli è durissima. Oggi richiamo lo psichiatra e ritornero' a prendere quelle droghe: l'importante è che si sappia che son delle vere e proprie droghe. Senza son ridaduto in profonda depressione (con tutte le conseguenze a livello fisico e mentale), senza non riesco a vedere in faccia le persone (non rispondo al telefono...figuariamoci venire ad un raduno), senza non riesco a vedere il futuro perchè il futuro me lo sto mangiando giorno dopo giorno facendo nulla.

Questo è il motivo per cui almeno per ora mi tengo lontano dai farmaci, che tu definisci droghe. Dipendenza, sintomi secondari, paura di ricadere ancora peggio di prima una volta che si smettono e quindi di doverli prendere a vita.

Perchè se ti abitui a fare un'attività quotidiana con ansio e antidep in corpo, una volta che non ce l'hai ho paura che potresti ritrovarti più ansioso e giù di prima, peggiorando la situazione iniziale, ed è un rischio che non voglio correre.

IperBol 21-07-2008 21:22

Quote:

Originariamente inviata da valmor
Io ho provato la psicologia ma non mi ha fatto niente, forse per motivi simili a quelli di HurryUp, visto che tendo ad elaborare ciò che mi dicono, a mantenere sempre un atteggiamento critico che mi porta ad entrare in contrasto. Le parole possono darmi un punto di vista esterno, dei pareri, ma non fanno nulla all'ansia psicofisica, all'incapacità di socializzare e a tutte le altre cose.

Quote:

Originariamente inviata da IperBo
"Come ho già scritto in un altro messaggio...senza psichiatra e farmaci..non sarei andata a nessuno raduno..mi sarei limitata a leggere il forum senza parteciparvi, xchè non ne avrei avuto il coraggio.
Sarebbe stata l'ennessima occasione persa."


Senza farmaci, da soli è durissima. Oggi richiamo lo psichiatra e ritornero' a prendere quelle droghe: l'importante è che si sappia che son delle vere e proprie droghe. Senza son ridaduto in profonda depressione (con tutte le conseguenze a livello fisico e mentale), senza non riesco a vedere in faccia le persone (non rispondo al telefono...figuariamoci venire ad un raduno), senza non riesco a vedere il futuro perchè il futuro me lo sto mangiando giorno dopo giorno facendo nulla.

Questo è il motivo per cui almeno per ora mi tengo lontano dai farmaci, che tu definisci droghe. Dipendenza, sintomi secondari, paura di ricadere ancora peggio di prima una volta che si smettono e quindi di doverli prendere a vita.

Perchè se ti abitui a fare un'attività quotidiana con ansio e antidep in corpo, una volta che non ce l'hai ho paura che potresti ritrovarti più ansioso e giù di prima, peggiorando la situazione iniziale, ed è un rischio che non voglio correre.


dici bene.
io iniziai 4 anni fa a prendere antidepressivi, seppur a dosi leggere. a gennaio ho smesso graduatamente...il risultato: depressione profonda. e son costretto a riprenderli. è una sconfitta morale pesantissima perchè mi rendo conto di quanto non sia capace di vivere, non sia capace di stare con gli altri e come gli altri. son a terra.

fuxia82 21-07-2008 21:28

da metà luglio scorso faccio psicoterapia e prendo psicofarmaci.
le cose sono piuttosto migliorate.
le mie reazioni sono più controllate e pacate e non uso (quasi) più metodi violenti per esprimere le mie insoddisfazioni.
non ho (quasi) più attacchi di panico, ma non credo che mi spariscano per sempre.
a metà della terapia mi è successo di litigare con tutti gli amici e senza l'aiuto e il conforto e i pianti presso lo studio della dottoressa non so come avrei fatto ad arrivare fino ad oggi.
non litigo più tanto spesso con mia madre perchè ho imparato a esaminare i suoi comportamenti.
riesco a guidare da sola in città.
giovedì ho l'ultima visita prima delle ferie e le dirò che partirò per le ferie senza aver organizzato e prenotato nulla. ricordo che nella prima seduta aveva scritto su un foglietto le parole che ripetevo più spesso nei miei discorsi: organizzare, pensare.
devo però ancora trovare l'equilibrio.
sono ancora spesso triste.


x muttley: non diffidare!

solo85 21-07-2008 21:40

Re: VERY FOBIC O NON VERY FOBIC..
 
Quote:

Originariamente inviata da -Lilly-
...cut...
Mettere i bollini ai very fobic (si uno scherzo certo, ma alla lunga stanca..almeno meI)...
...cut...


muttley 21-07-2008 21:56

Per Lilly e Fuxia: ok, mi fiderò, ma non ho capito se la mutua passa anche lo psicologo, perché a me è soprattutto quello che interessa. Ho fatto una ricerca su internet al proposito e le risposte sono contrastanti.

Per Anima: guarda che io conduco una vita molto parca fatta soprattutto di astinenze :P

infelice1 21-07-2008 21:59

io ho sempre cercato di farcela da solo,sono sempre stato scettico a riguardo di psichiatri e farmaci,pero devo ammettere che per la prima volta mi sta passando per la testa di iniziare qualcosa,da solo combino ben poco,vorrei provare qualche farmaco disinibente,se esiste;sono confuso,non so bene cosa succede quando vai alle sedute..si parla solo con lo psichiatra? si fa terapia di gruppo? dovrei scegliere uno psicologo o uno psichiatra? pensandoci mi piacerebbe andare da una donna sento che mi sentirei piu' a mio agio a dire i miei problemi,giovane sarebbe l'ideale perche' secondo me puo' capire meglio,le anzianette non mi ispirano,e perche' no anche carina almeno ci andrei piu' volentieri dato che devo spenderci dei soldi

lucy_vanpelt 21-07-2008 23:03

Quote:

Originariamente inviata da HurryUp
Quote:

Originariamente inviata da -Lilly-
Come ho già scritto in un altro messaggio...senza psichiatra e farmaci..non sarei andata a nessuno raduno..mi sarei limitata a leggere il forum senza parteciparvi, xchè non ne avrei avuto il coraggio.
Sarebbe stata l'ennessima occasione persa.

A me piacerebbe che ai raduni partecipassero anche i fobici che sono quasi completamente bloccati nell'espressione del corpo dall'ansia, non mi farei problemi se questo provocherebbe una comunicazione simile ai robot, con un tono di voce sempre uguale, senza gesti e con una dizione difettosa, perchè a me interessa che ci sia meta-comunicazione verbale, per migliorare l'espressione del corpo c'è sempre tempo.
Io ero ben consapevole di essere limitato dell'espressione dalla fobia sociale, ma io non aspetto di superare questi limiti per partecipare a un raduno, e vorrei che fosse così per tutti


C'è stato un malinteso..è chiaro che quello era solo un esempio, riferito al raduno da poco fatto. Io nn assumo certo farmaci x partecipare ai raduni. Ma x uscire di casa, x studiare, lavorare, conoscere le persone, salutare, parlare. Per non pensare + tutte le notti ad ammazzarmi, riuscire a dormire bene qlche volta.
Ciao Hurry Up!

HurryUp 22-07-2008 00:54

Quote:

Originariamente inviata da lucy_vanpelt
C'è stato un malinteso..è chiaro che quello era solo un esempio, riferito al raduno da poco fatto. Io nn assumo certo farmaci x partecipare ai raduni. Ma x uscire di casa, x studiare, lavorare, conoscere le persone, salutare, parlare. Per non pensare + tutte le notti ad ammazzarmi, riuscire a dormire bene qlche volta.
Ciao Hurry Up!

E' tutto chiaro. A proposito di questo, ne approfitto per rispondere a una domanda che hai lanciato in questo topic:
Quote:

Originariamente inviata da -Lilly-
mi vorrei confrontare con queste persone..

e anche con quelle che ritengono che la sociofobia non sia una malattia, e quindi non ci sia necessità vera di curarla.. (anche se preclude tantissime opportunità di vita? anche se passi gli anni chiusa in camera?)

Spero sia possibile!
Sara

Posso sentirmi chiamato in causa in questa domanda, perchè io ho una particolare concezione della fobia sociale.
La considero un disagio, ma non ho opinioni ortodosse riguardo alla cura ideale.
Infatti penso che partecipare a tutte quelle attività come uscire di casa, studiare, lavorare e conoscere le persone, non sarebbe realmente impossibile se le persone accettassero, con la stessa naturalezza con cui accettano le persone comuni, che io possa esprimermi con una voce monotona, una dizione imperfetta e un'espressività extra-verbale povera di gesti.
Se quindi mi sono precluse tantissime opportunità di vita sociale, la preclusione non la percepisco come una conseguenza della mia fobia sociale, di un mio limite, ma della non accettazione, o non comprensione, da parte degli altri, del mio modo di esprimermi.
Neanche il più forte attacco di panico, probabilmente, mi persuaderebbe a cambiare idea. Fino ad ora ho sperimentato sintomi psicofisici come attacchi d'ansia, un attacco di panico, e, in altre occasioni, sintomi di imminenti attacchi di panico: eppure continuo a non sentire in me il problema.
Ciao :wink:

lucy_vanpelt 22-07-2008 05:01

Quote:

Originariamente inviata da HurryUp2

Non credo che il giudizio sia qualcosa di cui possiamo fare a meno, e neanche l'intolleranza. Allo stesso tempo non credo che il giudizio e l'intolleranza impedisca la comunicazione.
Per quanto ci si sforzi di non giudicare e di tollerare ogni punto di vista, non possiamo farne a meno, e se ci proviamo, sarà la vita stessa a metterci nelle condizioni di prendere una parte (e prendere una parte implica necessariamente giudicare).
Quando la mente non è abbastanza lucida da distinguere un giudizio rivolto a un comportamento da un giudizio rivolto alla persona, il giudizio sarà rivolto alla persona, e in quel caso la cosa che rimprovererei non è l'aver giudicato in se', ma l'aver giudicato la persona invece dell'atteggiamento di quella persona: ma sicuramente l'atto di giudicare non lo considero tempo perso, perchè era a lui necessario per conoscere meglio se' stesso.
Abbiamo quindi il diritto di giudicare e il dovere di accettare i giudizi degli altri, più che altro nessuno ha il diritto di sentirsi esonerato da questo aspetto della comunicazione.

Quoto..condivido ogni parola che hai detto.
Grazie di aver spiegato queste cose in modo così lucido.. io lasciandomi prendere dall'emotività non ci sarei di certo riuscita.

Tristan 22-07-2008 10:52

Quote:

Originariamente inviata da HurryUp
Se quindi mi sono precluse tantissime opportunità di vita sociale, la preclusione non la percepisco come una conseguenza della mia fobia sociale, di un mio limite, ma della non accettazione, o non comprensione, da parte degli altri, del mio modo di esprimermi.
Neanche il più forte attacco di panico, probabilmente, mi persuaderebbe a cambiare idea. Fino ad ora ho sperimentato sintomi psicofisici come attacchi d'ansia, un attacco di panico, e, in altre occasioni, sintomi di imminenti attacchi di panico: eppure continuo a non sentire in me il problema.

Hurryno, devo dire che posso anche comprendere il tuo punto di vista, ma, obiettivamente, ritieni che ti sia davvero utile spostare il problema solo sugli altri?
A volte ho come l'impressione che tu ti culli un po' nell'idea di poter controllare gli altri, come se lo sforzo richiesto- benché totalmente fallimentare già in partenza - fosse molto meno oneroso che lavorare su se stessi. Cosa che comunque tu in qualche modo già fai, ma ripeto ho quest'impressione che deleghi un po' troppo agli altri il compito di capire, di comprendere, di accettare. Non corri il rischio che, nel frattempo, l'unico risultato sia di continuare a vivere male - tu e soltanto tu - tra attacchi d'ansia e sintomi vari?

Quote:

Originariamente inviata da HurryUp2
Non credo che il giudizio sia qualcosa di cui possiamo fare a meno, e neanche l'intolleranza.

Abbiamo quindi il diritto di giudicare e il dovere di accettare i giudizi degli altri, più che altro nessuno ha il diritto di sentirsi esonerato da questo aspetto della comunicazione.

Se è vero che non possiamo fare a meno di giudicare e di essere giudicati che sia almeno a ragion veduta e non fatto in modo del tutto gratuito, urlato, usato come un'arma più che di difesa di offesa, seguendo un criterio (discutibile) secondo il quale le nostre sofferenze pesano comunque molto più di quelle degli altri, magari senza nemmeno esserci presi il disturbo di conoscerle.


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