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Era una trappola, pagherò con la vita
Due anni fa, di questi tempi, firmai la mia condanna a morte e caddi definitivamente nella trappola che mi era stata tesa.
Ho raccontato la mia storia su una serie di scelte sbagliate a livello universitario. Praticamente ho gettato all'aria l'opportunità avuta presso la migliore facoltà d'economia del paese. Stavo male, malissimo. Avevo completamente deciso di cambiare vita con l'avallo dei genitori. Ero sceso a più di un compromesso ma ero rinato sotto tutti gli aspetti. A distanza di mesi però i miei genitori ed una serie di circostanza mi fecero fare l'errore di reiscrivermi in un'università più vicina casa, decisamente peggiore di quello che avevo abbandonato, perché "tanto valeva la pena finirla". Mi fecero pena perché sembravano veramente delusi e "in buona fede" dal fatto che non finissi gli studi. A distanza di 2 anni sono crollato: morale a terra, non esco più di casa, mi sono fatto terra bruciata attorno con le amicizie, mi sento stupido e inetto, non ho più alcun obiettivo nella vita. Mi laureerò male e mediocremente a 27 anni suonati e avrò perso un buon 70% degli eventuali sbocchi possibili in precedenza. Dall'attività dei miei sono praticamente sparito: adesso passo mesi a fissare i libri per dare un esame. Mi sono ingrassato ed imbruttito. Sono pentito della mia scelta, non avrei mai dovuto reiscrivermi. Parlando con mia madre ho scoperto che era tutta una trappola: ha sempre favorito il mio riavvicinamento nella "confort zone" pur di far passasse la burrasca e farmi tornare all'università, "perché tanto un università vale l'altra", come dice sempre lei. Per lei è tutto uguale una cosa vale l'altra e tutto Piove dal cielo. Poco importa se prima mi ha assistito mentre buttavo all'aria la mia più grossa università e poi si è impegnata a farmi fare un'altra c.azzata enorme. Oggi mi dice "passaci sopra" e "succede". Mi dispiace ma io non riesco più a passarci sopra. Ho passato la vita a studiare e per cambiare vita, ho rinunciato alla più grossa opportunità avuta finora, non ho ottenuto i risultati sperati e mi sono ritrovato col sedere per terra. Non ho più nulla ed ho condizionato profondamente il mio futuro lavorativo, condannandomi ad una vita di rimpianti. Non mi fido più di mia madre. Nulla potrà mai togliermi questo tarlo dalla testa, che mi rode giorno per giorno. La mia vita non avrà mai nulla di positivo. Dal momento in cui col mio odiato pezzo di carta cercherò lavoro e fino a quando non andrò in pensione sbatterò il muso con ciò che avrei potuto essere, perché i paragoni saranno inevitabili e impietosi. No donne, pochi amici, nessun interesse e mi è stata negata la possibilità di avere una vita al di fuori dello studio. Ho avuto 5 mesi di spensieratezza e li ho pagati tutta la vita. Oggi sto peggio di prima ed ho avuto ben 2 esaurimenti nervosi. Sento come se una pianta di edere crescesse e si arrampicasse ogni giorno nel mio cervello, in tutti i suoi gangli, oscurando tutto ciò che ci può essere di buono. "passaci sopra", non ci riesco, è la situazione che è passata sopra a me. La vita sarà terribile perché, per come potrà andare, sarà una vita di seconde scelte, di "scarto". E io gli scarti non li voglio. Voglio morire. Penso a volte che sarebbe "clamoroso" suicidarsi il giorno dopo della propria laurea. Solo allora si capirebbero molte cose. Forse i miei si renderebbero conto. |
Re: Era una trappola, pagherò con la vita
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Questa non è certo l'epoca delle prese di coscienza dei problemi, permarrebbero nel loro sonno comatoso fino alla fine dei loro giorni. Tu per contro saresti costretto a subire calunnie e mistificazioni alla tua memoria senza oltretutto poter controbattere e il tuo sacrificio sarebbe totalmente inutile. A questo punto piuttosto che arrivare a questo livello è meglio che scappi di casa. E' meglio fare l'eremita in qualche sperduto paese dell'India o del Perù piuttosto che distruggere l'unica cosa veramente tua che ti è rimasta. Il tuo stato mentale forse non ti permette di vedere la realtà, non ne ho nessun dubbio in proposito, ma non vorrei che tu scorgessi una via d'uscita proprio nel momento in cui è ormai troppo tardi, in quel caso oltre che sconfitto moriresti pure disperato! |
Re: Era una trappola, pagherò con la vita
gli errori si fanno e purtroppo si pagano
le persone ci deludono e se vi vuole si perdonano il dolore è forte, ma non è mai troppo tardi per iniziare a fare quello che si vuole e la vita non è vita solo quando si è giovani, lo è anche quando lo si è meno m hanno insegnato che perdonarsi gli errori anche se gravi e proseguire è un modo sano per vivere |
Re: Era una trappola, pagherò con la vita
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All'eremitaggio ci ho sempre pensato, e non è escluso che un giorno mi organizzi in tal senso. |
Re: Era una trappola, pagherò con la vita
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comunque se avevi ottenuto quel positivo risultato nella prestigiosa università vuol dire che non sei senza speranze, anzi :) utilizza questo come motivazione per darti delle possibilità e non vederti come condannato a vita :) non sei stupido, sei giovane, lavora su te stesso (si, più facile dirsi che a farsi ma da qualcosa bisogna iniziare se si vuole intraprendere un miglioramento..) |
Re: Era una trappola, pagherò con la vita
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1) andare da un noto psicologo della zona 2)impegnarsi nella loro attività seriamente e con l'intenzione di farlo per davvero 3) assecondare qualsiasi loro richiesta non inerente l'università La "contropartita" era che non si fosse mai più parlato di università e di finire la magistrale. Sembrava scontato vista la gravità dell'abbandono ed il fatto che non era la priva volta (era già successo il primo anno di università). Sembrava che i miei avessero accettato di buon grado e si fossero messi l'anima in pace. Ero rinato e stavo benissimo nel giro di qualche settimana, una volta deciso che avrei abbandonato per sempre la condizione di "studente". In quel momento però l'unico obiettivo di mia era di riavermi a casa ad ogni costo, sperando che una volta ripresomi facendo leva sulla mia vanità e sul senso di colpa avrei finito la magistrale altrove. Fui assecondato in tutto, ti dico solo che cambiò pure l'arredamento del suo negozio, su mio suggerimento ed iniziarono tutta una serie di lavori. A fine Agosto fui "liquidato" dall'attività (tu non capisci un c.azzo ecc...) e ricominciarono le pressioni "ma non ti sei trovato un lavoro (avevo sgobbato 14 ore al giorno da marzo senza sosta)" ,"ma ti sentirai un fallito con i tuoi amici che si laureano", "sto morendo fammi contento" (papà) "ti troverai solo e senza amici". Ovviamente ci misero del loro pure i miei vecchi compagni di corso. All'epoca poi ero uscito dalla forte depressione, mi sentivo "forte" e ritenevo che i miei genitori fossero in buona fede. Ovviamente dopo pochi mesi la "forza" è venuta meno ed oggi sto peggio di prima. In tutto questo lei ha candidamente ammesso di aver pensato da sempre che mi dovessi re iscrivere e quindi sono stato fatto tornare apposta. HA anche riconosciuto che "come tanti laureati non troverai nulla da fare visti gli anni persi, insomma si rendeva benissimo conto di tutto ma "almeno prendi il pezzo di carta con i tuoi amici e poi stai qui con noi nell'attività" e secondo lei, in breve senza università sarei stato peggio di prima. |
Re: Era una trappola, pagherò con la vita
Lei, che non sa nulla di università e di studio, ed ha un sistema di ragionamento per la quale generalizza qualsiasi cosa all'inverosimile, mi ha impedito qualsiasi scelta "seria" essendo convinta, com'è, di mantenermi in una sorta di parco giochi universitario, perché così deve essere. "E tanto chissenefrega se non avrai gli sbocchi che volevi, si sa in Italia i laureati sono tutti disoccupati e poi che vuoi che siano due anni, se non ti va mica lo devi fare per forza"."poi sei tu che sei voluto tornare, noi ti abbiamo sempre incoraggiato".
Il problema è che non è che sia cretino, lasciare quell'università significava dover NECESSARIAMENTE abbandonare gli studi, per dedicarsi ad altro. Reiscrivendosi, per giunta sempre nello stesso tipo di facoltà, ma in un posto dove avrò si e no 1/4 delle precenti opportunità, ho fatto una c.azzata. Non è stato un errore, è stata una vera e propria stupidaggine. Se io all'epoca, a mente lucida, avessi capito che non sarei stato sostenuto nella scelta più importante della mia vita, probabilmente avrei stretto i denti e salvato il salvabile, finendo in ritardo ma in "quella" università. Adesso finirò comunque in ritardo clamoroso, avendo buttato in tutto tre anni, azzerando i pochi progressi procedenti e con la certezza di essere un buono a nulla, un fallito. E tra l'altro non sono neanche riuscito a cambiare "campo", che mi fa ogni giorno più schifo. |
Re: Era una trappola, pagherò con la vita
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Quindi il mio consiglio è di smettere di pensare al passato e di pensare al futuro, a ciò che puoi fare ora. Ciao. |
Re: Era una trappola, pagherò con la vita
la laurea non serve a nulla. è importante saper fare. il mondo accademico pullula di persone mediocri che non fanno altro che uccidere il talento. smettila fi piangere sul latte (non) versato e seguì la tua natura
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Re: Era una trappola, pagherò con la vita
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Re: Era una trappola, pagherò con la vita
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Re: Era una trappola, pagherò con la vita
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Ed è il non poter scappare che mi sta portando verso la fine. |
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Re: Era una trappola, pagherò con la vita
Credo di avertelo già scritto, secondo me dai troppa importanza a quello che pensano i tuoi.
La vita è tua, le scelte sono tue. Fare quello che dicono loro e poi far la colpa a loro ti fa solo male. Inizia a pensarti come persona e non come figlio. |
Re: Era una trappola, pagherò con la vita
Però, una volta cessati gli studi e lasciato il negozio dei tuoi, concretamente cosa vorresti fare? Dovrai pure avere un progetto alternativo
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Re: Era una trappola, pagherò con la vita
Ma tu non sei comunque di famiglia benestante? Dire che non avrai amicizie e donne, quando nella vita i soldi fanno metà del lavoro, mi pare un po' affrettato.
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Re: Era una trappola, pagherò con la vita
Noi qui sul forum non abbiamo risposte, non esiste nessuna sfera magica con cui risolvere i problemi. Il mio consiglio sarebbe quello di valutare tutta la questione da una diversa prospettiva, mi sembra tu sia arrivato a una specie di momento di svolta in cui, ora più che mai, ti converrebbe riflettere davvero cosa vuoi dalla vita, a che compromessi puoi scendere per tirare avanti perché il gioco di essere ambiziosi e di volere tutto come si vorrebbe dura fintanto che non si inizia a sbattere la testa contro le difficoltà reali, quelle del mondo vero. Penso dovresti darti una calmata e rilassarti un po, fermarti un attimo a riflettere con calma. Da quel che ho letto mi sembra che la causa di tutto sarebbe alla fine il rodimento segreto di non poter più fare quello che idealmente credevi avresti voluto fare, e adesso ti struggi e ti esasperi per non poter più cambiare lo stato delle cose perché le scelte sono irrevocabili e indietro non si torna. Guardalo bene questo mondo di cui fai parte, osservalo attentamente, e ti renderai conto che i suoi abitanti sono degli omuncoli invasati costantemente frustrati pieni di rimorsi segreti e rancori nel cassetto. E se invece le cose alla fine non andassero poi così male? E se per assurdo fosse stato un bene che le cose siano andate come sono andate? C'è chi sta molto peggio, gente con malattie gravi, persone che vivono sotto i ponti, quelli che vanno alla mensa dei poveri. Comunque alla fine noi risposte non ne abbiamo, alla fine la vita è tua e le scelte devi compierle da solo. Più di tanto mi sembra ormai non si possa fare per rimediare.
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Re: Era una trappola, pagherò con la vita
Eh, niente, anche questa storia mi ricorda quella di Raskol'nikov :pensando:
bisogna uccidere la vecchia ebrea, derubarla e attendere che i genitori muoiano per liberarsi. |
Re: Era una trappola, pagherò con la vita
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mi sembra eccessivo tutto ciò, come se per gli altri fosse tutto rose e fiori volevi la vita perfetta, eh, noi invece siamo contenti che la nostra fa schifo guarda suicidarsi dopo la laurea. . ma piantala e diventa adulto avessi avuto io possibilità di studiare, e una attività ben avviata dentro casa a volte volete proprio la Luna |
Re: Era una trappola, pagherò con la vita
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