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Capire cosa pensano di noi gli altri o esserne all'oscuro
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Re: Capire cosa pensano di noi gli altri o esserne all'oscuro
Ho da ridire in parte in merito alle persone appartenenti alla seconda categoria.
Di per sé il ragionamento è corretto, tuttavia sorge spontaneo un pensiero da non ignorare: modificare un lato del proprio carattere assecondando ciò che è il volere ed il giudizio altrui su cosa sia o non sia "piacevole" significherebbe dar ragione e potere a soggetti esterni alla propria persona di modificarci. Sulla base di questo ragionamento, pensandoci bene, è più simile ad un dare delle credenziali d'accesso al proprio essere, modificandolo indirettamente, ad altri piuttosto che far operare la propria coscienza. Si rischia non solo di concedere potere alle persone che vi circondano, ma soprattutto di diventare delle mere "tele" piuttosto che il pittore che le dipinge, un oggetto anziché un individuo. Chi ha la facoltà di riconoscere, specie se si portano avanti luoghi comuni e superficialità di ogni sorta, ciò che è opportuno migliorare (che è meno generico del modificare) se non in primis il soggetto stesso? E su che base il soggetto pone questa volontà? Qual è la (loro (quella altrui)) categorica filosofia di vita che sancisce ciò che è piacevole e ciò che non lo è? Chi sono loro? Individui o maschere? Ed una maschera cosa potrebbe "consigliare" se non ciò che essa stessa è? È questo ciò che si desidera davvero? Quante "anime" son cambiate in questo modo, senza porsi la domanda se fossero ancora sé stesse, solo per rincorrere una falsa tranquillità, per non sentire più quella tristezza, che le ha portate a non sentire più nulla... Rispondendo alla domanda a fine post: nessuna delle due; purtroppo o per fortuna (?)... |
Re: Capire cosa pensano di noi gli altri o esserne all'oscuro
Anch'io di solito percepisco cosa pensano gli altri.
Nel virtuale però è molto più difficile. Insopportabili le persone che ostentano tanta gentilezza con tutti ma in realtà si capisce che sono falsi-opportunisti... |
Re: Capire cosa pensano di noi gli altri o esserne all'oscuro
Per quello che ho letto di Jerico penso che quando dice di modificare qualcosa del proprio carattere intenda dire rendersi conto, attraverso gli agli altri, di un difetto che non piace neanche a noi, non cambiare qualsiasi cosa per far piacere a chi passa e giudica.
A volte da solo uno magari non si rende conto, che so', di arrabbiarsi troppo spesso e allora qualcun altro che glielo fa notare può essergli utile :pensando: |
Re: Capire cosa pensano di noi gli altri o esserne all'oscuro
purtroppo non riesco a captare le impressioni/sensazioni altrui rispetto a quella che sono.
quello che al massimo riesco a capire è se gli altri mi considerano positivamente o meno, ma sempre su un piano moolto generale.. vedo se mi tengono il muso/non mi rivolgono la parola ovviamente c'è qualcosa che non va, a volte indago, a volte no.. dipende dai contesti e con chi sono (ambiente di lavoro/amici) quello che posso dire però è che molte volte ho avuto la sensazione sui miei lavori (e mi sono confrontata con i miei colleghi/ex colleghi uomini) di essere invidiata dalle mie colleghe..ma penso perchè al contrario della gente con cui mi trovavo a lavorare non ho mai adottato l'atteggiamento della stronza, sono sempre stata a testa bassa e lavoravo, e se qualcuno mi chiedeva qualcosa ho sempre dato la mia disponibilità a fare le cose..insomma, sono una che a fine giornata va a casa sapendo che quello che doveva/poteva fare, lo ha fatto. ecco, questo mi porta ad essere vista come una possibile "rivale". personalmente io me la vivo serenamente, perchè dare il massimo a lavoro significa raggiungere i miei obiettivi personali, migliorare me stessa.. insomma, lo faccio per soddisfazione personale, non per atteggiarmi con qualcuno. ma evidentemente questo agli altri pare un voler primeggiare...:nonso: |
Re: Capire cosa pensano di noi gli altri o esserne all'oscuro
Quote:
Questo JericoRose lo sa benissimo, ma ad altre persone ciò passa in sordina sotto l'ombra dell'ignoranza. |
Re: Capire cosa pensano di noi gli altri o esserne all'oscuro
A me non interessa, vado in giro, finalmente, senza preoccuparmi di cosa possono pensare di me. Vivere per quello che può dire la gente o per quello che può pensare è una schiavitù. Ci saranno sempre persone che la penseranno di me in un modo e altre in un altro, perciò è inutile starci a pensare. E' inutile anche perché spesso nn siamo oggettivi nel pensare ciò che gli altri possono pensare di noi e magari possiamo scambiare atteggiamenti verso di noi come negativi, quando invece in realtà nn lo sono, magari una persona può avere na giornata storta quel giorno e si comporta in un certo modo con noi, chissà tutto puo essere.
Ma anche se una persona è esplicitamente negativa e tignusa con me me ne passa manco per il cavolo, perché sto in pace con me stesso. Le critiche e i giudizi negativi gli accetto e sono per me materiale per fare un po di autoanalisi, per capire e migliorare se lo ritengo utile e giusto, cercando di essere imparziale e dando le gomitate in bocca al mio ego:D. |
Re: Capire cosa pensano di noi gli altri o esserne all'oscuro
Storicamente appartengo alla prima categoria.
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Re: Capire cosa pensano di noi gli altri o esserne all'oscuro
Mi ritrovo più nella seconda categoria, ritengo di essere abbastanza consapevole di quello che gli altri pensano di me, i segnali in genere sono abbastanza chiari, lo sono soprattutto nei casi in cui non si tratta di pensieri positivi.
Questa consapevolezza ha sicuramente influenza sui miei comportamenti, è causa di inibizione e una delle leve principali che fa scattare il desiderio di evitare. Quote:
Poi come qualcuno ha detto non è automatico che il giudizio altrui abbia un fondamento, non sempre cercare di cambiare è la cosa giusta, bisogna cercare di soppesare gli input esterni ed interni e capire se effettiamente c'è qualcosa da modificare. Un lavoro non facile che richiede tempo ed esperienza. |
Re: Capire cosa pensano di noi gli altri o esserne all'oscuro
Ignoro totalmente quella che è la percezione altrui riguardo la mia persona.
E nel dubbio tendo a pensare che sia negativa. Anche per questo preferisco le persone dirette, che dicono apertamente quello che pensano nel bene e nel male. |
Re: Capire cosa pensano di noi gli altri o esserne all'oscuro
Bene o male afferro e comprendo quando sono benvoluto o meno, ed anche le caratteristiche che questa o quell'altra persona preferiscono, ma è un livello di lettura che mi permette di fare ben poco.
Secondo me tornerebbe utile capire se c'è un meccanismo a monte che si può modificare facilmente tramite qualche azione più semplice. Mi spiego meglio. Se per per piacere ad una certa donna che mi piace devo andare a pomparmi in palestra (cosa che magari detesto), avrò anche capito come mi giudica l'altra persona e cosa preferisce, però non è che abbia compreso molto dei meccanismi a monte che fanno desiderare a questa donna uomini pompati in palestra e se c'è modo di scassinare la sua cassaforte mentale senza usare questa bomba qua. Alla fine chi usa una bomba ha compreso superficialmente come funziona una cassaforte, è chi riesce ad aprire la cassaforte senza farla saltare in aria e magari senza neanche scassinarla che forse ha capito qualcosa in più e più di qualcosa del suo funzionamento interno. Capire come ci giudicano gli altri secondo me non equivale a capire cosa pensano. E' in questo punto che c'è una concentrazione del timido forse (ma probabilmente è il timido-evitante), riesce ad afferrare come viene giudicato anche correttamente, però poi gli sfugge il resto, questo resto socialmente e nelle interazioni potrebbe essere sfruttato. Anche se capisco che a qualcuno non piace la pasta al pomodoro non è che ho afferrato molto, ad esempio non so perché non gli piace... Il rosso lo infastidisce? Detesta la pasta in generale? In buona parte quel che pensa - come questo suo giudizio si connette a tutto il resto - risulta opaco. Parlo comunque di analisi reali, non quelle del "profondo" in cui si mettono in mezzo entità quasi spiritiche, in questo ambito mi sembra di essere un po' "piatto". Direi di non essere una cima nel comprendere gli altri in tal senso, altrimenti sarei riuscito a negoziare più facilmente ed in modi più vantaggiosi per me, non userei il ritiro sociale o la strategia relativa al costringermi ad essere in certi modi per piacere (l'altra faccia della medaglia) che poi mi fa vivere all'interno delle relazioni in modo costrittivo, dovrei possedere altri strumenti, ma in concreto non ne possiedo molti. Può essere anche comunque che sono io più pessimista e credo di non capirci mai nulla. |
Re: Capire cosa pensano di noi gli altri o esserne all'oscuro
Ribadisco ciò che è stato già detto da altri, non vedo correlazione tra l'essere timidi e saper leggere gli altri. Per esempio io sono molto empatico e tendo a non voler ferire gli altri in nessun modo, sono timido e insicuro per le costanti critiche che ricevevo da piccolo, mettiamoci un pizzico di indole innata e il piatto è pronto.
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Ragionamento molto interessante!
Io appartengo decisamente alla seconda categoria. Onestamente non so come imparare ad accettare gli eventuali giudizi negativi degli altri, o meglio, a farmeli scivolare addosso. Sicuramente però finché non imparerò starò sempre male con me stessa e con gli altri perché il giudizio nella vita c'è sempre. |
Re: Capire cosa pensano di noi gli altri o esserne all'oscuro
Io so perfettamente ciò che pensano gli altri di me, ed è evidente dal modo in cui si rapportano con me, cambio di sguardo, cambio di atteggiamento, cambio del tono di voce, ecc.
Tuttavia, a me non frega nulla di quello che pensano, anche perché non posso farci nulla, si comportano così anche quando mi impegno per fingere, di più non posso fare. La timidezza, nel mio caso, dipende esclusivamente dalla fobia, che è appunto una paura irrazionale, priva di una vera spiegazione (se non sub-conscia/di origine traumatica). |
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