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Alimentazione e socialità
Quanto l'alimentazione può condizionare il proprio vissuto, in particolare il modo in cui percepiamo noi stessi e stiamo assieme agli altri? Io posso testimoniare come un buon rapporto con il cibo sia senza dubbio necessario per una sana socializzazione.
Ecco la mia storia: da piccolo, per un trauma non precisato,cominciai a smettere di mangiare. Da un momento all'altro. Il cibo mi spaventava, non sopportavo gli odori. Per molto tempo mi sono nutrito solo di latte, il resto mi faceva venire la nausea. Poi col tempo aggiunsi qualche altro alimento, ma non mangiavo (e in parte ancora oggi) la stragrande maggioranza dei cibi che mangiavano gli altri bambini. Non ci riuscivo. E questo mi faceva sentire diverso, difettoso. E me ne sono sempre vergognato. Questo ha avuto come diretta conseguenza un isolamento sociale praticamente totale da tutte quelle situazioni (molte) che comprendevano il mangiare con gli altri, a meno di casi rari. Per cui (a parte qualche occasione) non sono andato ai compleanni, alle gite,alle mangiate con i compagni... oggi ho fatto dei significativi passi in avanti, ma questo problema ha segnato la mia vita sociale nel mio paesino, col risultato che mi ritrovo un escluso, emarginato. Ancora ho un po' di vergogna per il mio rapporto con il cibo, ma non voglio più farmi condizionare. Ora vi chiedo: chi ha una storia simile? Chi ha conosciuto isolamento e vergogna per una colpa inesistente, un male che non si è fatto, un evento che non è dipeso da noi? |
Re: Alimentazione e socialità
Sono parecchio schizzinosa pure io sui cibi, ma questo non mi ha mai provocato vergogna o dosaggio, caso mai un po di invidia per gente che mangia di tutto, perché per loro più facile sopravvivere anche nelle condizioni di povertà..
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Re: Alimentazione e socialità
Anch'io escludo molti cibi e spesso mi vergogno a mangiare con altri.A breve ho un pranzo importante a casa di gente e ho paura di auello che mi capiterà sul piatto.Da piccola ero ancora più selettiva,adesso mangio qualcosa in più.
Comunque non è questo che ha causato il mio isolamento,semmai il contrario.Sono fobica e mi vergogno di spostare su di me l'attenzione (dover dire no quello non lo mangio, far portare indietro piatti pieni).Infatti al giorno d'oggi le persone che non mangiano "normale", per scelta o non, sono tantissime :no glutine, vegani,intolleranti,diete varie...E se non sono fobici non si vergognano di ordinare a parte e di dire cosa non mangiano. |
Re: Alimentazione e socialità
Si Claire, nel mio caso la fobia c'entra eccome, dato che mi vergogno di essere mal giudicato o essere visto come uno strambo. Appunto, c'è tanta gente che ha una alimentazione molto particolare (addirittura un mio collega universitario è melariano,mangia solo mele). Il problema è appunto che la sua è una scelta (io molti alimenti non riesco proprio a mangiarli, li vomito o li mastico con disgusto) e che non si sente gli occhi addosso o teme di essere deriso o rifiutato per questo. É incredibile come questa paura del rifiuto possa poi estendersi a qualunque altro aspetto della vita sociale.
Ci sarebbe poi da chiedersi che cosa origina la fobia sociale. Io credo sia da rintracciare comunque in una "diversità" che nasconde delle ferite che temiamo possano essere colpite dagli altri. Perché ci curiamo tanto del giudizio di chi ci sta intorno?Temiamo di essere abbandonati? |
Re: Alimentazione e socialità
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