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Depressione innata o incapacità di vivere
Ripensando l'ennesima volta alla depressione o meglio profonda malinconia che mi affligge a momenti, cerco sempre una causa e se un altro al mio posto reagirebbe allo stesso modo.
Perché il problema forse non è la causa in sé ma come reagisce il nostro cervello. Per esempio se uno è senza lavoro, senza una donna, senza o pochi amici insomma problemi abbastanza gravi, ci sarà quello che si deprime e non vede vie di uscita e un altro invece continua a vivere normalmente, va al bar a bere e scherzare con altra gente , va al mercato , va alle sagre del paese e ride e scherza con tutti. Condividete questo pensiero? Cioè ci sono 2 modi di affrontare i problemi, ma sicuramente due modi di amare la vita e due modi per stare bene in mezzo alla gente. Due modi di vivere : ci si " chiude" in casa imprecando contro una vita non voluta e mai felice, o invece si esce e si continua a vivere con gioia tenendo presente che alla base ci sono sempre dei problemi. Ovviamente niente forzature, deve partire da come ci si sente dentro se andare a dx o sx. |
Re: Depressione innata o incapacità di vivere
questi sono misteri.
anche chi non reagisce non credo che non ami la vita, però si sente perso, non sa come reagire.. |
Re: Depressione innata o incapacità di vivere
Un certo modo di vedere la vita, di valutare
le persone, il mondo, se stessi non mi cambia a seconda dei luoghi dove mi trovo o di cosa sto facendo. Ho una malinconia di fondo che mi opprime. Non potro' mai essere gaio e spensierato come vorrebbe la definizione del dizionario. Non so se esistano i due modi di cui parli, per me no. Esistono temporanee distrazioni sia andando a dx che a sx |
Re: Depressione innata o incapacità di vivere
Caro Jacksparrow,
la depressione è simile all'edera che infesta un albero. Comunque questo cresca, essa lo ne prende la forma e si attacca a qualunque ramo. Per noi è essenziale tener conto di com'è fatto l'albero, sapendo che questi sono tutti diversi. |
Re: Depressione innata o incapacità di vivere
Hai ragione, però quanti "depressi" veri , parziali o presunti guariscono con una vincita di un milione di euro
alla lotteria? Pensa dipenda molto anche dalle rinunce, dalle mancate soddisfazioni che nella vita tutti dovrebbero avere. Lavoro, donna, amici, sesso, salute per esempio. |
Re: Depressione innata o incapacità di vivere
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Sicuramente poi influenzano anche altri fattori sociali, culturali e ambientali.. |
Re: Depressione innata o incapacità di vivere
niente lavoro, nessuno che ti vuol bene, nessuna prospettiva futura, persone fredde e menefreghiste, uno come dovrebbe stare?
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Re: Depressione innata o incapacità di vivere
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di una ex utentessa del forum (Abuela) che canta sulle note di Britney Spears mi e' venuto da ridere e da piangere contemporaneamente. Bella da ascoltare; eppure mi ha richiamato alla mente un episodio della mia vita buttata nella spazzatura. Non c'e' niente da fare; non mi distacco dalla negativita' che risale dal passato e che mi aspetta nel futuro. Il bicchiere mezzo pieno non serve a nascondere quello vuoto. |
Pensiero interessante.
Credo che chi riesce a rimanere positivo e a uscire, ecc fondamentalmente tenda anche meno a darsi contro per la propria vita fallimentare. Questo sicuramente pone loro in condizione di uscire da quello stato più facilmente da chi invece tende a buttarsi giù. Diciamo che chi si butta giù ha un ostacolo ulteriore. Bisognerebbe cercare di lavorare su questo ostacolo facendo sì che alla fine il cervello switchi da "sono messo male e andrà sempre peggio, la vita fa schifo" a "sono messa male ma ho pur sempre la vita e magari un giorno migliorerò". Il punto allora è: come provocare questo cambiamento? |
Re: Depressione innata o incapacità di vivere
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Re: Depressione innata o incapacità di vivere
Sembrate un po' tutti trascurare l'elemento famigliare: a volte il modo in cui la socializzazione coi nostri "caregivers" agisce nel determinare il senso di insoddisfazione e inadeguatezza verso il mondo è talmente sottile e sepolta nella memoria, da apparire impercettibile e rimanere nel dimenticatoio.
Conoscerete senz'altro il principio o paradosso della rana bollita: se questa viene immersa in una pentola con acqua fredda e poi riscaldata gradualmente fino a diventare bollente, si lascerà cuocere senza colpo ferire, se invece viene immersa quando l'acqua è già bollente, tenderà a schizzare via per reazione al fastidio provato tutto in una volta. Bottom line: veniamo abituati gradualmente fin dai primi anni di vita a cose, situazioni, stati d'animo sgradevoli o disfunzionali ma non ce ne rendiamo conto finché poi non ritroviamo situazioni analoghe al di fuori del terreno di coltura famigliare che ad esse ci ha resi avvezzi con lentezza e gradualità. Appena le riviviamo al di fuori della famiglia e tutte in una volta, reagiamo con fastidio e attuiamo comportamenti di repentino allontanamento, evitamento, rifiuto. Ma tutto ha un'origine precedente. |
Re: Depressione innata o incapacità di vivere
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Re: Depressione innata o incapacità di vivere
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Non siamo tutti uguali e non diamo tutti la stessa importanza ai "problemi" (che possono essere tra l'altro "problemi" per alcuni ma non esserlo per altri). Per esempio per quanto riguarda il lavoro, alcune persone possono essere depresse se disoccupate altre molto meno oppure non gli interessa neanche piu di tanto.. Dipende anche dove uno vive, e dall'importanza sociale del lavoro (oltre che economica...) .. se rimani disoccupato in un contesto dove tutti lavorano (tipo nord europa) e dove si da parecchia importanza al lavoro (anche come "status" sociale) avrai maggior probabilità di deprimerti e di sentirti un "fallito" rispetto ai paesi latini, dove la disoccupazione è molto più diffusa (e dove non si da tutta questa importanza al lavoro). per il resto poi, anche dal punto economico, dipende com'è messa la persona.. magari quel disoccupato che vedi al bar tutto sommato non è messo cosi male economicamente, magari ha delle rendite famigliari oppure ha lavorato di continuo per 10/20 anni e ha tutto sommato un bel gruzzoletto di risparmi in banca (e non si preoccupa più di tanto della sua attuale situazione di disoccupato). Alla fine le casistiche di ognuno sono molteplici, ma anche l'importanza che si da a certi "problemi", non dobbiamo pensare che tutti i nostri problemi o comunque le cose che ci fanno deprimere possano necessariamente essere così anche per altri e viceversa. L'età anche è un fattore determinante, ad esempio per dire per un 18-20 enne potrebbe essere depresso perchè non esce mai al sabato sera e non ha amici con cui uscire (una casistica diffusa sul forum di fs), al 35-40 enne la cosa non gli interessa più di tanto, magari non lo vede neanche come problema e da più importanza ad altri problemi che per lui sono più gravi (mentre per il 18 enne il più grande problema è quello) Inoltre si affronta la vita in un modo diverso, c'è chi vive più alla giornata e riesce a "fregarsene", chi invece si fa mille programmi, progetti e... paraonie. |
Re: Depressione innata o incapacità di vivere
Io voto per incapacità di vivere.
Fasi depressive ce le possono avere tutti, perchè sono pochi a condurre una vita perfetta. La noia, la tristezza, la solitudine sono solo fasi della vita che può provare chiunque. Il fatto è che quando sono io il soggetto di tali emozioni non riesco a metabolizzarle e a digerirle... ristagnano in me e non vanno più via. Non riesco a metabolizzare neanche le emozioni positive a dire il vero. Vorrei tanto riuscire a innescare il meccanismo del cambiamento citato da Jupiter... |
Re: Depressione innata o incapacità di vivere
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