Re: io volevo solo vivere....
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Re: io volevo solo vivere....
lascia assolutamente, e fregatene del giudizio degli altri.. perdi solo tempo prezioso e rischi di complicare la tua situazione
io ho fatto la stessa cosa (lasciato l'università dopo quasi due anni), ad un certo punto non ero più motivato (per varie ragioni) ad andare avanti ed era diventata una tortura...:mannaggia: tra l'altro erano quei anni in cui tutti dicevano "senza una laurea andrai sotto i ponti" "con il diploma non vai lontano" ecc.. Puoi immaginarti quindi i vari "commenti" da parte di parenti, amici e conoscenti... guarda coso poi mi sono ritrovato spesso colleghi di lavoro (stessa mansione) laureati (ma che si sono accontentati di un lavoro "da diplomato", visto che non trovavano altro.. alla fine da laureato avrei fatto comunque lo stesso lavoro :D) |
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So già che il titolo che prenderò non mi servirà a nulla, ne io potrei o vorrei servirmene. Il tutto è poi il massimo della sconvenienza economica. |
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Se la famiglia non ti rispetta e non ti considera vattene dalla famiglia. Trova un modo e fatti una vita lontano da loro, che cuociano nel loro brodo, tu mettiti in salvo.
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Comunque concordo con questa opzione. |
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Sarebbe foi una fesseria economicamente parlando |
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Il padre di questi due ragazzi peggiora di giorno in giorno e tra non molto - o forse già adesso - è costretto in sedie a rotelle. Un altro che conosco è stabile lontano da casa, come sua sorella e suo fratello, che è all'estero. La madre di questi tre ragazzi è paralizzata e suo padre fa un lavoro pesante. A me, invece, mia nonna ha sempre detto di non trasferirmi perché "così avrei dato una mano ai miei". Una mano a fare cosa, non si sa, visto che i miei sono sani. E anzi, il fatto che io sia ancora a casa non ha fatto altro che viziarmi ancora di più. Dammi retta: se te ne vai di casa e ti rendi autonomo e indipendente, sei un peso in meno per loro. A dare una mano si fa sempre in tempo. Ma pensa alla tua vita. |
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Stamattina ....
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E' da ieri che dormo: ....
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Liberarsi dalle imposizioni dei genitori può essere dura. Non è una cosa così semplice. Io ho lo stesso problema di marco, non sono mai riuscita a imporre quello che volevo e ho finito per ritrovarmi senza un'esperienza di vita in tasca. Chiunque alla mia età veda quanti blocchi imposti dalla famiglia ho sì fa due domande. Ma non è così semplice. Ti abitui a essere sottomesso quando sei piccolo e se non riesci a formare un carattere abbastanza forte arrivi tra i 20 e i 30, vedi la gente sposarsi, trasferirsi, cominciare carriere. E tu rimani lì e te lo chiedi perché non riesci a mandare a quel paese i tuoi genitori, ma non riesci a risponderti. Poi magari ti dici che è pur sempre la tua famiglia, che in fondo oltre a loro non ti rimane poi molto, che se te ne vai e fallisci poi ti toccherebbe tornare con la coda tra le gambe. È impossibile da spiegare, ma diciamo che è come essere sempre vissuti in gabbia e quindi pensare inconsciamente che è lì che bisogna stare. |
Re: io volevo solo vivere....
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Ma qualche problema di fondo ci deve essere io non riesco a staccarmi, ma pure mia sorella è tornata a casa, dopo un matrimonio andato male. A me le hanno fatte vincere "quasi " tutte, eccetto una serie di aspetti fondamentali che non sono trattabili. A 15 anni ci educavano come trentenni, oggi ci trattano come 15enni. Per l'università finora è sempre andata così 1) scelta senza intromissione da parte loro, posizioni morbidissimi. Nessun consiglio, mai, neanche quando richiesto.Omertà pazzesca, pur di non assumere una posizione si farebbero fucilare. "noi no vogliamo forzare nessuno" 2) mai nessuna opposizione economica rispetto a tasse e costi vari. "abbiamo i soldi, magari poi ci rinfacci qualcosa" 3) dubbi da parte mia sulla scelta fatta, voglia di fare dietro front. A questo punto si potrebbe sempre cambiare scelta, senza danni o perdite. Solo a questo punto assumono una posizione "hai preso un impegno, il lavoro tuo, il lavoro nostro, questo e quello, che penseranno gli altri ecc". 4) voglio tornare a casa, ho capito che questa facoltà/scelta non fa per me. No, assolutamente non puoi abbiamo preso un impegno 5) la situazione precipita, si arriva al punto di non ritorno, tipicamente verso aprile/maggio. "Torna a casa, che siamo preoccupati. 6) ritorno da sconfitto. Passa l'estate, non ti danno letteralmente tempo di pensare a nulla, solo h24 al lavoro. 7) arriva settembre. E' necessario reiscriversi all'università, senza se e senza ma. N.b.: io ai miei dico sempre tutto ed in tempo reale, non avendo loro nascosto mai nulla. Loro mi conoscono benissimo. Sarebbe costruttivo ed utile parlare seriamente durante i punti 1,2,3. Ma non succede mai. Nessun consiglio. Invece nel punti 4 si impuntano e fanno "muro", vado a "sbattere" mi rompo la testa. Nel punto 5 cedono a qualsiasi condizione Al punto 6 ti fanno sentire in colpa come un assassino Al 7 riparte la giostra. p.s. ieri sera mia madre mi ha detto "lascia perdere tutto e torna a casa", io stavolta lascio l'università o da laureato o da morto. Più probabile la seconda |
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Se stai così male, con tutti questi attacchi di panico, piuttosto che rischiare di finire al pronto soccorso previeni... Comunque comprendo l'autoimposizione di finire l'università, ma se quel percorso davvero non ti interessa rischi di mettere il risultato nel cassetto, come ho fatto io. Vale la pena, allora, soffrire così tanto? |
Re: io volevo solo vivere....
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Io so già che in un modo o nell'altro il mio risultato finirà nel cassetto, ed è dove io voglio finisca. Ci finirà perché altrimenti sarà una vita di rimorsi. Un laureato disoccupato non è scandaloso, un ragazzo "bravo" non laureato è vergognoso. Ormai tanto la mia vita è già andata a puttane, potrà andare solo peggio. L'autoimposizione di finire nasce dalla consapevolezza che al 3° abbandono ne seguirà un 4°, un 5° e così via. Quindi la storia deve finire, se oggi tornassi a casa abbandonando tutto è probabile che venga obbligato a reiscrivermi nuovamente a settembre. E' un loop infinito. |
Re: io volevo solo vivere....
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Comunque io ho trovato esattamente il problema opposto. Ovvero avendo una laurea in tasca tutti si aspettano che faccia un determinato lavoro e tirano fuori frasi tipo "eh, però essere laureati per poi fare altro è uno spreco", oppure "tanti soldi e tanto tempo spesi per niente"... Poi almeno fosse stata una di quelle lauree tipo filosofia, la mia, con cui è difficile trovare lavoro... No, sono solo io ad avere blocchi e questo peggiora tutto. Non c'è rimedio a una laurea. Una volta che ce l'hai sei bollato. Questo almeno è quello che è successo a me. A volte penso che sarebbe stato mille volte meglio se non avessi studiato, o se non avessi cominciato subito. Sarei andata a fare la segretaria e tanti saluti. Non sai quanto vorrei fare un lavoro a caso solo per tirar su due soldi e stare tranquilla. Però c'è una parte di me che continua a essere ambiziosa, la stessa che mi diceva "se non studi avrai sprecato il tuo cervello" e che vuole farmi studiare ancora e farmi avere uno stipendio decente. Il problema ora è che la parte pigra e mal messa prepondera su quella ambiziosa e quindi io agli occhi della gente sono solo una fallita e scansafatiche. Inoltre, come hai accennato tu, c'è sempre il problema del "cosa penserà la gente". Io sono stata indottrinata a ciò. Io penso, ma se vado a fare la bidella (esempio a caso), cosa penseranno di me genitori, amici, parenti, ex colleghi universitari? Siamo in un mondo connesso, se sei un fallito non puoi nasconderti più di tanto. Io sono pentita di essermi presa la laurea. Per lo meno, quella che ho preso. Tu dopo questo pezzo di carta per il cassetto, cosa vuoi fare nella vita? |
Re: io volevo solo vivere....
Di solito quando un genitore si mette a indirizzare un figlio sulla "buona strada" e questo subisce le decisioni altrui, accade SEMPRE un disastro. Garantito.
Se hai un'entrata economica tua autonoma o un reddito sufficiente in modo tale da non dover dipendere da loro nè rendere conto di niente, ti suggerisco di non dare loro ascolto e prendere le decisioni che credi più opportune, compreso anche lasciare l'università. La vita è la tua. |
Re: io volevo solo vivere....
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Potrei concretizzare il tutto facendomi frate, ma mia madre non reggerebbe il colpo, allora organizzerò un fallimento pilotato su tutti i fronti. Alla fine mi lasceranno in pace. |
Re: io volevo solo vivere....
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Sono io che fino ai 23-24 anni ho puntato tutto sullo studio, decidendo poi di buttare tutto all'aria perché non ne potevo più. Tornai casa e non ero mai stato meglio. Mi spinsero a reiscrivermi per farmi completare il percorso intrapreso con la triennale. Qui si sono impuntati e qui sta accadendo il disastro. oggettivamente sarebbe un peccato non finire, ma soggettivamente sono MORTO. |
Re: io volevo solo vivere....
"mamma devo fare un macello di cose per l'università"
"allora lascia perdere tutto.." "ma..mamma, ma come?" "o stringi i denti e finisci o lasci perdere" sono 2 anni e mezzo che glie lo dico, che la supplico, che metto in chiaro le cose, che non faccio loro illusioni di nessun tipo (non riesco a studiare, mi fa schifo quello che studio, sono bloccato). Non ha voluto sentire ragioni, mi ha di fatto obbligato a continuare "ingabbiandomi" in una situazione dalla quale sa benissimo che non posso uscire. Poi se ne esce "lascia perdere". E i 7 anni complessivamente persi chi me li ridà? e come spiego ad un eventuale datore di lavoro il vuoto degli ultimi 3 anni? Mi ammazzo e basta. Stop. E' l'unica soluzione. Tanto comunque finirebbe malissimo, ed io sono già morto dentro. |
Ti consiglio di guardare se c'è qualche corso professionale che puoi fare.
Ma scegli bene! Io ne sto facendo uno di 800 ore con tirocinio compreso ma ho fatto il fottutissimo errore di sceglierlo attinente al mio percorso di studi - che mi fa cagare -, mentre tornassi indietro ne sceglierei uno di illustrazione, ad esempio. Ma magari in futuro lo farò. Non ti senti inutile e alla fine farai anche un tirocinio! |
Re: io volevo solo vivere....
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A farmi sentire peggio, sarebbe il terzo step della discesa agli inferi, già mi vergogno in università, figuriamoci li. E' una gabbia dalla quale io già sapevo non sarei riuscito a uscire In famiglia e sull'attività dei miei mi hanno fatto capire che sarò estromesso. le poche relazioni sociali che ho non mi piacciono anche mi laureassi, il mio percorso è pieno di macchie indelebili ho perso un enormità di tempo e opportunità 0 relazioni affettive di fatto le mie relazioni ruotano attorno all'università, abbandonare comporterebbe l'obbligo di azzerare ogni rapporto sociale, altrimenti dovrei tollerare di vedere chi non ha fatto un c.... laurearsi qualora da laureato trovassi un lavoro sarei sempre 10 spanne indietro a quello che poteva essere, vivendo perennemente col bruciore di stomaco per le opportunità perse. verrei comunque stressato per 1001 motivi diversi, pure se trovassi lavoro ormai è tardi per farsi una vita sociale decente quello che voglio è l'isolamento totale da tutto e tutti, che non sarà mai possibile se lascio l'università non potrei comunque "nascondermi" nel breve termine, perché nella mia situazione è impossibile isolarsi dentro casa. Verrei tempestato di domande e impazzirei. non ho nessun obiettivo per il futuro. e' venuta meno ogni forma di motivazione, di qualsiasi tipo, questa è la cosa più grave. Le vie d'uscita sono 2: 1) darsi all'eremitaggio o farsi frate, o loro versioni moderne e attendere la morte. Cosa difficilissima perché mi verrebbe impedito. 2) provocarsi la morte, soluzione istantanea e immediatamente eseguibile. |
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- socializzare. È frequentato da persone dai 18 ai 29 anni; - non farti sentire inutile; - scegliere qualcosa che ti potrebbe piacere e metterlo subito in pratica; - fa curriculum; - tieni impegnata la mente, così eviti di deprimerti. Stiamo parlando di corsi che durano qualche mese, non anni! E sono molto pratici: niente da studiare a casa. Orari molto flessibili, e per nulla stressanti. Per esempio solo la mattina. Al pomeriggio puoi trovarti qualcos'altro da fare per non finire a vegetare sul letto. Io, tornassi indietro, invece di spendere anni e anni all'università avrei scelto un corso professionale. Magari più adatto a me di quello che sto facendo ora. Se hai fortuna, una volta finito, fai un tirocinio e se sei bravo ti assumono anche così sei a posto, non dico per sempre, ma per un po' di tempo. Se, invece, non succede, ti sentirai comunque a posto con la coscienza e potrai dire al mondo che "è il mercato del lavoro a essere una merda" ottendendo il plauso di tutti. Guardati dentro. Lascia perdere la sofferenza dell'Università e dei rapporti umani: cosa ti piaceva fare prima di cadere in questo limbo depressivo? Se qualcuno ti chiede: "perché non hai finito l'università?" Tu rispondi che "hai capito che non è la tua strada, hai resistito finché hai potuto , ma a un certo punto hai raggiunto il limite di sopportazione". È una risposta poco criticabile. E comunque la carriera universitaria puoi congelarla e non terminarla del tutto, volendo. Insomma, devi agire, e soprattutto smettere di piangerti addosso e autodiagnosticarti malattie mentali, perché quella è la via più facile ed è un'arma a doppio taglio: è vero che stai male e che soffri, ma crogiolarti nel tuo dolore è, allo stesso tempo, un rifugio e una consolazione, quindi è difficile uscirne. Scusa la crudezza, ma è una cosa che dico soprattutto a me stesso. Sto parlando a te , ma parlo anche a me. |
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mi sarei dovuto subito mettere a lavorare con i miei, avrei sicuramente concluso qualcosa di più. Quote:
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Re: io volevo solo vivere....
Ciao Marco, ma se sei del 1991 hai solo 26 anni e non sei per niente un fallito. Non lo saresti neanche se avessi 40 o 50 anni, sia chiaro.
La cosa che non sempre è chiara (perché si è dentro alle situazioni, e mi ci metto anch'io) è che ognuno ha le proprie attitudini, i tempi, le condizioni che gli da il cielo e non sempre è facile uscirne e tornare al passo, per chi ha problemi, con chi non ne ha. Ognuno ha il suo percorso, i suoi problemi personali e familiari, le battute d'arresto , come i colpi di fortuna, le cose giuste al momento giusto, le intuizioni positive che cambiano la vita. La cosa importante è, secondo me, fare il possibile. Per sé stessi, e per gli altri cui sentiamo di doverlo (ad esempio, i genitori). Se non ricordo male la tua storia, ti sei laureato in economia ed andavi anche bene, hai pure già preso la triennale, fai un bel respiro e pensa che puoi farcela, a costo di costringerti alla scrivania, a fare gli esami...pensi di non farcela? hai il rifiuto? Pazienza. Non farlo. Mia sorella era in una situazione simile alla tua, molto brava ma blocco totale ad un certo punto, si è fatta aiutare, le è rimasta l'ansia ma ce l'ha fatta ala fine (e ti assicuro che era davvero bloccata e depressa). Abbi la forza di cambiare le cose, che sia voler dimostrare a te stesso che puoi farcela oppure lasciare stare ma in pace con te stesso, trovare altro, mandare cv in giro, purché ti tiri su ed esci da questo stato. |
Re: io volevo solo vivere....
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La situazione in cui ti trovi è del tutto simile a quella che vivono e hanno vissuto in ogni epoca migliaia e migliaia di altre persone, intrappolate dal ricatto morale, dal perbenismo e dal conformismo a tutti i costi, ma per risolvere la situazione serve un atto di volontà e di amore per sè stessi che TU PUOI ancora compiere, leggi qualcosa sul famigerato "nodo gordiano" e come è stato sciolto e avrai un'idea di cosa intendo. |
Re: io volevo solo vivere....
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Re: io volevo solo vivere....
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Re: io volevo solo vivere....
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Ma devi sapere tu se puoi farvela. Se devi star male per farla lascia stare! Inviato dal mio HUAWEI VNS-L21 utilizzando Tapatalk |
Re: io volevo solo vivere....
Se devi finire per provare disgusto verso lo studio, credi a me, lascia perdere.
Imparare le cose deve essere un piacere, non una noiosa incombenza per poi scordarsi di tutto poco dopo aver ricevuto il fatidico riconoscimento e continuare così a fallire anche dopo, in un circolo vizioso senza fine di fallimenti e frustrazioni. Per prendere diplomi e lauree non ci sono limiti di età, ci sono anziani che l'hanno preso o presa a novant'anni suonati, anche solo per il piacere di dimostrare a tutti che ancora si poteva e che non è mai troppo tardi per riuscirci. Intanto cerca un lavoro, così ti mantieni da solo e riesci finalmente a andartene a farti la tua vita. Questo senza sensi di colpa o rimpianti perchè Natura vuole che i figli se ne vadano a farsi la loro vita. Aiutare la famiglia è un dovere morale ma questo dovere non può in alcun modo privare i figli del loro diritto a costruirsi un futuro e una vita propria. Altrimenti tutto diventa un'aberrazione in cui la famiglia diventa una prigione e i figli stessi maledicono chi li ha messi al mondo e questo non deve accadere. Sappiati regolare, ma fallo adesso finchè ancora puoi. |
Re: io volevo solo vivere....
Ciao Marco.
Mi reintrometto di nuovo, perché vedo che continui a stare male. Eppure mi pare che con gli studi eri davvero a un buon punto. Non so cosa ti stia bloccando così tanto, ma capisco che in questo momento l'università ti sembra un peso davvero grande da portare. Però, come hanno fatto altri, ti incoraggio (è solo un incoraggiamento, di più non posso e non voglio fare), a arrivare alle laurea: guardalo come un traguardo, (che sarà solo un'altra tappa della tua vita). Se il traguardo ti sembra lontano, comincia a puntare ai traguardi intermedi GPM, Velocità ecc.... visto che siamo in periodo di Giro d0'Italia!): il prossimo esame... sarà durissimo.. ma ne hai passati già tanti: supererai anche quello. Cerca di ritrovare gli stimoli, le motivazioni, le cose belle che ti hanno portato a scegliere quel tipo di studi. Lo so che certi esami sono "inutili", ma è un gradino in più da fare. Coraggio! :) |
Re: io volevo solo vivere....
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aggiornamento della situazione: martedì sono quasi crollato, ed ho parlato con mio padre, "ormai devi finire", mi ha detto. Traspariva dalle sue parole una sincera preoccupazione ed una totale insoddisfazione relativamente sia agli studi universitari, sia a me come figlio. Ma questo lo so. Nei giorni successivi, dovendo presentare dei progetti, ho avuto modo di stare a contatto con dei compagni di corso. Tutti stanno meglio di me, si sono realizzati nella vita e negli studi, molti non concludono nulla, ma non ne sono preoccupati, alcuni stanno dando del loro meglio, la maggior parte non si rende neanche conto di cosa stia studiando. Molte delle opportunità da me bruciate loro non le hanno mai avute. Però stanno tutti meglio di me, in tutti i sensi. L'importante è avere altro: ragazza, amici, vita sociale, sogni e obiettivi. Io non ho più nulla di questo e non sarò mai in grado di ricostruirmi una normalità. Qualsiasi cosa farò, o raggiungerò sarà macchiata, sarà insoddisfacente, sarà sporcata. Avrò difficoltà in tutto e rimpiangerò qualsiasi cosa. Ogni giorno che passa ho la certezza che le cose potranno solo peggiorare. Ogni mia giornata ruota attorno alla preoccupazione per l'università. Preoccupazione del tutto improduttiva perché non sto concludendo nulla. Voglio morire. |
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Dato che i tuoi genitori stanno puntando molto sulla tua istruzione, ma tu li senti colpevoli delle tue sfortune in campo sociale, dimostrare loro queste colpe è il motore della tua crisi e del fatto che vorresti mollare tutto. Forse trovarti qualcos'altro da fare oltre all'università, l'ideale è un lavoretto ma va bene anche un hobby o qualsiasi altra cosa, potrebbe alleggerirti il peso della vita da studente. Ci sono passato anch'io in quel periodo. Ho anch'io detto più e più volte ai miei che volevo mollare l'università e lo facevo per i motivi detti sopra. Ero talmente privo di personalità, di voglia di vivere, e ritenevo che la colpa fosse soprattutto dei miei genitori, che quasi per punirli li ho minacciati più e più volte che avrei mollato tutto fregandomene del fatto che la cosa avrebbe nuociuto più a me che a loro. E lo faccio tutt'ora. Tornassi indietro arricchirei il mio tempo di più attività. Anche se mi avrebbe ulteriormente rallentato gli studi. Chissenefrega. Mi viene una metafora: quando sei su una strada e non sai da che parte andare per raggiungere quello che stai cercando, è solo andando avanti che lo capisci, che scopri scorciatoie, percorsi alternativi, non stando fermo a scrutare l'orizzonte. Quindi l'unica cosa che devi rifuggire al momento è l'inattività. Non solo e non per forza in campo università. L'inattività in tutti i sensi. Il piangersi addosso. Non lasciare che il giudizio delle persone ti spenga quel fuoco che sicuramente hai dentro anche se un po' assopito. Abbi pazienza. Sii coraggioso. Ma vivi. |
Re: io volevo solo vivere....
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Re: io volevo solo vivere....
Aggiornamento della situazione:
Ieri sera ho detto a mia madre come mi sento in questo momento e del fatto che non potrò mai più avere una vita normale e che mi sento un fallito a 360°. Le ho detto che è il secondo esaurimento nervoso in 2 anni e che ormai sono irrecuperabile. Ha incominciato ad urlare "tu all'università non ci devi mettere più piede", le ho spiegato che il danno ormai è fatto ed è irreversibile, e sopratutto è colpa sua. Stasera, dopo aver oziato tutto il giorno, sul tardi mi sono messo sui libri, entro un ora stavo già saltando in aria, ho perso completamente la pazienza e sono dovuto scendere al piano di sotto di casa mia, dove mi sono abbandonato ai soliti deliri e sfoghi di rabbia, passeggiato e saltellato nervosamente. Parlavo da solo e bestemmiavo. Sto impazzendo, è un dato di fatto. Non so come farò con gli esami e tutto il resto, se appena apro libri e quaderni, succede questo. Per il resto sto continuando a prendere impegni e obblighi comportandomi di "facciata" come uno studente modello, cercando di mantenere una parvenza di normalità. Ma la realtà è che sto affondando. Addirittura mi trovo a portare avanti un paio di lavori di gruppo, nonostante li odi con tutto il cuore e non me ne freghi più nulla. Ma ormai l'impegno l'ho preso, non riesco a tirarmi indietro. Mi porteranno via solo tempo. Per tutti gli esami invece sono letteralmente nella merda fino al collo. Delle due una: o (poco probabile) mi laureerò o morirò provandoci. L'unica certezza è che potrà andare solo malissimo. |
Sei la mia fotocopia. Anch'io pensavo di dicevo esattamente le tue stesse cose.
Ma non è che stai reprimendo una parte di te? Sentimentalmente parlando. In tal caso, credimi: non reprimerti. ;) Vedrai che dopo andrà tutto per il meglio e ti farai nuovo amici. E nessun rimorso. |
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