Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
Trovo che molto spesso si giudichino i suicidi con molta arroganza e banalità.
Prima di tutto sono vittime che evidentemente non hanno ricevuto l'aiuto necessario. |
Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
Non c'è nulla di sbagliato, ma se tu ti suicidi poi costringi le altre persone a fare i conti con la realtà e con la loro vita di merda, è per questo che viene demonizzato
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Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
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Se il mio medico mi dice di mangiare un rospo, per evitare la depressione, lo mangio; se mi dice di ricoverarmi per una settimana, malvolentieri ci vado. Il mio piano B, in caso.di emergenza, non è il suicidio, ma il ricovero ospedaliero. Sono pronto anche ad andarci da solo. |
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Pensa invece chi non ha mai avuto uno straccio di relazione senza amici con un lavoro avvilente,devastato nella mente nello spirito e nel corpo,ridotto a vegetaRe trascinandosi un giorno dietro all'altro con la consapevolezza che le cose non possono che peggiorare divorato dai rimorsi e dai sensi di colpa. |
Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
Io non la faccio facile (e come potrei, visto che sono un collega di depressione?).
Ma amo il senso critico. Chiunque manifesti una malattia o una ferita, fa di tutto per cercare la cura. Si aggrappa a volte al più esile filo di speranza, viaggia, spende, s'indebita. Ecco, il depresso non sa più cosa sia la speranza: la depressione è disperazione. Quindi tende a non credere nella medicina. Non è colpa del depresso, ma della depressione, che fa dire: tanto è tutto inutile. |
Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
Potrebbe non essere del tutto sbagliato specie nel mio caso. Spero sempre che domani sia un giorno propizio e migliore.
Ora penso di essere oltre il mezzo del cammin della mia vita, se guardo indietro il cammino gia' fatto e' uno schifo completo. Dovevano essere gli anni migliori della mia vita; c'e' da rabbrividire se penso che i prossimi saranno i peggiori. Pianificare una ragionevole via d'uscita prima di trovarmi oltre che solo, pure vecchio o acciaccato; mi sembra perfettamente logico. |
Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
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A molte persone gli fanno direttamente le iniezioni nel centro diurno, la terapia devono prenderla per forza (il cosiddetto rospo lo mangiano e basta), sono seguiti e controllati, ma io sinceramente non ho visto tutta 'sta gente che conduce questa gran bell'esistenza grazie a queste cure. Chi è catatonico, chi inizia a piangere all'improvviso, chi non riesce a muoversi, chi ha sintomi extrapiramidali da farmaci... TSO usati come minaccia per far star più tranquillo qualche ricoverato. Per me si dovrebbero andare a far curare gli psichiatri che sostengono che tutta questa roba curi da sola, a me risulta evidente che in moltissimi casi non basta. Si è chiesto alla medicina di sostituirsi ad interventi che dovrebbero essere prima di tutto psico-sociali, di avvicinamento e di integrazione. L'intervento di Basaglia non è servito a nulla, si è tornati al punto di partenza. E questa per me è la vera follia. |
Le sofferenze per la perdita da parte delle persone vicine, se queste ultime ci sono.
Non so quanto può essere motivante la possibilità di momenti piacevoli futuri che non sarebbero vissuti suicidandosi, perché quello di cui si avrebbe bisogno sarebbe un cambiamento sostanziale, non sensazioni più o meno casuali sparse qua e là, dentro una vita che non si riesce ad accettare. |
Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
Di sbagliato nel suicidio c'è la "mancanza di volontà" di prendere questa cosa chiamata vita e dargli un significato. Perché non è che sia una cosa automatica; bisogna lavorarci su. Poi si potranno anche trarre delle gioie; ma solo se si riesce ad attribuire un senso alle cose.
Tu ad esempio Superpippo, hai dato un significato a questo tuo andare in bicicletta. Ma sei stato te a render l'esperienza piacevole, tanto da farti dire "beh, tutto sommato ne val la pena di star qua per questo. Ma non si può escludere l'importanza della chimica cerebrale in questo processo; tu stesso dichiari d'esserci arrivato grazie a dei farmaci. Io anche ho passato momenti difficili di sconforto, nei quali sono arrivato al punto di non riuscire più a contrastare i pensieri suicidi. Il ricordo dei bei momenti passati non m'era di alcun conforto, perché in quel preciso momento non riuscivo più a dar significato a nulla. Sentivo che qualsiasi situazione, anche la più positiva, non avrebbe cambiato di una virgola il mio stato. Proprio di recente ho riprovato questa sensazione, a causa di farmaci che probabilmente mi sono stati prescritti in dosaggio/tipologia errata. Da quando ho smesso di assumerli sono tre giorni che son felice solo per il fatto di poter sentire la musica che voglio su youtube. La stessa identica musica che ascoltavo prima nella speranza di avvertire un moto nell'anima, inutilmente. Ora, a volte la chimica del cervello necessita solo di una scossa; può essere un'azione radicale e forzata, come il lasciare un lavoro o un corso di studi che crea più frustrazione che altro. Può essere l'assunzione di qualche sostanza, come gli psicofarmaci. Se questo scatena delle azioni che ripristinano l'equilibrio elettrochimico, tutto si risolve. A volte invece bisogna prendere dei farmaci a vita. E anche questo può portare al raggiungimento di un equilibrio funzionale. Ma se si sono fatti numerosi tentativi, e si sono tutti rivelati infruttuosi? Ha una persona ad un certo punto il diritto di dire "basta, mi sono rotto di tentarle tutte"? Secondo me sì. Cioè, tanto alla fine non è che non suicidandosi si vive in eterno. Quindi... io dico che è una scelta legittima. E che solo se viene presa in considerazione c'è speranza di scongiurarla. Solo se ci si dà una scadenza, ci si promette impegno nel cercare di evitarlo, e nel contempo si accetta la possibilità di non esserne in grado. La stragrande maggioranza dei suicidi lo fanno in maniera impulsiva, non ragionata. Secondo me accettare che il suicidio possa essere una scelta giusta potrebbe paradossalmente scongiurarne il ricorso. |
Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
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Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
E' un post lungo, ma a Marco Russo si risponde volentieri.
Non pongo la questione nei termini giusto-sbagliato, ma nel senso di cosa succede se vai avanti nel tentativo suicida e cosa succede se torni indietro. Se vai avanti, ormai.... Se torni indietro, devi cambiare qualcosa, altrimenti torni sempre allo stesso punto e vivi sull'orlo del suicidio. Ma la questione non è nemmeno nel suicidio in sé, ma nel calvario che passi per arrivarci. Morire tanto, dobbiamo morire, ma cuocere a fuoco lento sulla graricola di san Lorenzo prima di morire, proprio no. La depressione è il cancro dell'anima. E' operabile. Se non si opera , va in metastasi: non resta più uno spazio felice. |
Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
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Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
Proprio niente, anzi può essere una sorta di ribellione alla crudeltà dell'esistenza. Però bisogna vedere perché. Altrimenti ci si suicida per motivi stupidi. E sbagliato suicidarsi per motivi futili o stupidi? Nemmeno, ma è stupido appunto. E a quel punto la tua stupidità (intesa soprattutto come vedere il mondo da un ottica errata o comunque non conveniente al tuo benessere per problemi che seppur gravi, sono risolvibili) diventa l'ostacolo per una vita felice.
Esempio? I ragazzini che si buttano dai balconi e si impiccano perché vengono bullizzati o cyberbullizzati. Voglio dire, è brutto lo so, ma non ragione di suicidio, poi ognuno fa quel che vuole. Quote:
Non saprei però a pelle troverei più ingiusto vivere per non provocare questo dolore, il suicidio è l'atto di totale e assoluta libertà, che slega anche dall'affetto che lega ai propri cari. |
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Rimuovo i precedenti messaggi. |
Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
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Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
Comunque la si voglia intendere, la depressione vuol dire umore sempre basso. La vita quindi si fa infelice e vien voglia di liberarsene, tipo: via il dente, via il dolore.
Ma non si può capire come migliorare l'umore? Qualcuno dice di no? Beh un giorno se io volessi accopparmi e prendessi un gratta e vinci a capocchia e vincessi 5 milioni di euro, forse mi rimarrebbe la voglia di suicidarmi, ma non quel giorno lì!!! Credo che aspetterei... |
Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
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Sul secondo punto non credo si possa vivere di attesa. Se uno ha una pessima vita percepita e decide di terminarla, perché deve aspettare un evento che ha bassissime probabilità di verificarsi dato che non si è verificato prima? Certamente, l'infermiera che arriva in ambulanza chiamata dai cari della vittima poteva essere la sua felice moglie. Ma quando si ha "già dato", pace. Forse perché la vita di aspettativa è il destino che la mia famiglia ha progettato per me, ma ho una totale avversione per queste prospettive che poi sono anche quelle religiose del "oggi male ma domani vedrai...". Anche questi problemi devono essere valutati come fanno i normali e saggi imprenditori: se un'attività iniziata non comincia a produrre in tempi ragionevoli la si chiude, non ci si intigna ostinatamente a tenere in piedi un probabilissimo fallimento. |
Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
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Se il ragazzo ti lascia,il lavoro fa schifo,la salute va di merda,soldi non ne hai,ti metti un attimo tranquillo e un evento distrugge tutto,hai voglia a tirare su l'umore. Superpippo dovrebbe parlare più per se e dare meno regolette generali.Tu al suicidio non ci pensi più,Buon per te.C'è chi invece ci pensa ogni giorno,che sta appeso a un filo e non sa cosa farà quando si spezza. |
Re: Cosa c'è di veramente sbagliato nel suicidio
Ad alcuni non è chiara una cosa: se mi suicido, mi suicido IO. IO muoio, non chi viene a sapere della notizia.
IO non posso essere legittimato a prendere una scelta per me stesso che serva a togliermi dalle palle tutta la sofferenza che provo, mentre gli altri sono legittimati a farmi soffrire per il loro misero bene? Direi che, se mi suicido e tu soffri per me, a meno che tu non ti suicidi a tua volta, non hai diritto a lamentarti per la sofferenza che t'arreco. Non t'avvicini minimamente a quello che provo io. Non sei nessuno per rompermi i coglioni. E vaffanculo. Ora devo stare a preoccuparmi pure dei giudizi della gente quando io sono finalmente crepato... |
Mi fanno ridere comunque i flame di questo genere, posso capire la posizione di Superpippo ma flammare per difendere il suicidio è semplicemente assurdo, sarebbe come flammare per difendere la libertà di rubare quando si sta morendo di fame, difficile che una cosa del genere venga socialmente accettata ma scommetto che molte persone che si trovano in quella situazione lo farebbero.
Però devo ammettere che su questo forum le cose si capovolgono ed è la posizione a favore del suicidio ad essere più sostenuta, mentre nel mondo reale penso proprio che sarebbe il contrario, non a caso anche se il suicidio è legale viene scoraggiato in tutti i modi, il suicidio è un po come il fumo di tabacco a pensarci bene, legale ma scoraggiato, dovrebbero far vedere ai depressi immagini di corpi in decomposizione mangiati dai vermi e cose del genere, poi uno oltre che suicidarsi vuole pure vaporizzare il corpo. :sisi: |
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