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Originariamente inviata da bardamu
Idem con patate.
Spesso poi preparavo un esame col fiatone e dopo averlo dato mi rimettevo con piacere a leggere gli stessi testi che prima mi nauseavano. Oppure leggevo testi di altri esami che non c'entravano nulla con quello che dovevo dare o che non avevo neppure in programma.
E' proprio l'idea del dovere, del sacrificio, dell'obbligo, che mi blocca.
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Io ho la mente predisposta allo studio, ma l'ambiente esterno mi manda sempre suggestioni che hanno l'effetto di smontare tutto l'entusiasmo.
Mentre naturalmente sono animato dalla passione dello studio, gli altri mi mandano suggestioni negative, perchè mi proiettano in uno stato mentale in cui lo studio dovrebbe essere animato dalla banale volontà di superare un esame, prendere un bel voto, o soddisfare l'orgoglio dei genitori per avere un figlio con un talento.
E ironico che proprio loro che si scervellano per capire perchè non riesca a studiare non si rendano conto di essere proprio loro a complicarmi il lavoro.
Io poi mi innervosisco, perchè per me queste incomprensioni si devono poter risolvere definitivamente con la meta-comunicazione, cosa che loro rifiutano, ma io non voglio cedere, non voglio studiare dovendo allo stesso tempo sopportare quelle suggestioni che mi mandano.
Quindi temo che dovrò lanciare un messaggio forte perchè a me di sprecare il mio intelletto e i miei talenti non mi va proprio
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