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muttley 14-09-2017 16:47

Re: Non sapere come amare
 
Anche cose come xenofobia e omofobia possono nascere dall'assenza di un modello di rapportarsi all'altro fondato sull'inclusività che ha come conseguenza poi l'incapacità stessa di comprendere e rapportarsi alle differenze con la conclusione di arrivare ad una svalutazione dell'altro come strumento compensatorio di difesa dell'ego e della sua vulnerabilità.

muttley 14-09-2017 16:52

Re: Non sapere come amare
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1997802)
Una metafora per far comprendere la complessità del problema.

La svalutazione dell'altro come metodo di difesa è l'errore.
Non è colpa mia se non mi è stato dato un modello affettivo, ma arrivare a compensare il sentirsi diversi dagli altri mediante la svalutazione degli stessi mi porterà dalla parte del torto.
Anche il sostenere che questo errore già avviene da parte della controparte (ammesso e non concesso che sia vero), non mi assolve dall'errore, in quanto due torti non fanno una ragione.

Winston_Smith 14-09-2017 17:12

Re: Non sapere come amare
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1997849)
Anche cose come xenofobia e omofobia possono nascere dall'assenza di un modello di rapportarsi all'altro fondato sull'inclusività che ha come conseguenza poi l'incapacità stessa di comprendere e rapportarsi alle differenze con la conclusione di arrivare ad una svalutazione dell'altro come strumento compensatorio di difesa dell'ego e della sua vulnerabilità.

Il fatto che omofobia e xenofobia siano sbagliate non implica che sia inevitabile il rifiuto di modalità d'interazione "strambe".

muttley 14-09-2017 19:19

Re: Non sapere come amare
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 1997868)
Il fatto che omofobia e xenofobia siano sbagliate non implica che sia inevitabile il rifiuto di modalità d'interazione "strambe".

E' la svalutazione dell'altro ad essere sbagliata.

XL 15-09-2017 07:20

Re: Non sapere come amare
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1997927)
E' la svalutazione dell'altro ad essere sbagliata.

Secondo me anche qua c'è un fraintendimento. La svalutazione di qualcosa è soggettiva. Se sei una persona che si trova su una sedia a rotelle, in quanto tale valuterai in modo negativo certe barriere architettoniche, ma non vedo perché sia un errore valutarle così a partire da questa condizione.
Ovvio che se le gambe ce le hai che motivo avresti di valutar male queste cose visto che per te non rappresentano un impedimento?
La valutazione negativa di certi aspetti della realtà circostante, o se vuoi la presenza di una svalutazione rispetto al modi di valutare di altre persone è una conseguenza della condizione in cui si trova il disabile, ma non è chiaramente un errore, errore rispetto a cosa? :nonso:
Se il disabile le gambe le avesse non avrebbe motivo per valutare negativamente determinate cose e allora avremmo a che fare con un errore, ma il disabile adesso le gambe non ce le ha e deve usare altri mezzi rispetto ad altri per vivere, quando avrà le gambe si potrà affermare che commette un errore.

Stiamo assumendo a monte che il modello interno la persona in questione non ce l'ha adesso (o magari ha modelli che mal si adattano al contesto) così come il disabile non ha le gambe, per questo poi quel che hai scritto dopo per me non regge.

Chiarissimo che il valutare qualcosa come una barriera dipende dal fatto che una persona debba usare la sedia a rotelle.

Ma individuata questa cosiddetta causa è sempre poco chiaro poi come si dovrebbero risolvere certi problemi. Dire "il problema si risolverebbe se il disabile avesse le gambe funzionanti" risulta un'affermazione banale per me.
Si potrebbe anche risalire all'incidente che ha prodotto il malanno così come si risale ai problemi avuti con un'educazione che non funzionava con noi, ma risaliti alle cause per caso le gambe del disabile iniziano a funzionare di nuovo oppure viene creato automaticamente un modello funzionante?

La consapevolezza di queste cause fa sparire le barriere sociali o fisiche con cui il disabile fisico o mentale ha a che fare? Comprendere vagamente le cause che hanno prodotto un danno non ci dà molte informazioni sul come ripararlo (ammesso che si possa riparare in ogni caso).

Winston_Smith 15-09-2017 16:33

Re: Non sapere come amare
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1997927)
E' la svalutazione dell'altro ad essere sbagliata.

Mai negato.
Ma mi pare che il punto del mio discorso fosse un altro.
Tra le varie implicazioni dello schema che hai quotato (che beninteso non credo siano sempre tutte presenti in ogni caso di problematica relazionale presente sul forum, e questo vale anche per la svalutazione degli altri) mi ero soffermato su quella del rifiuto altrui verso i modi strambi e inaspettati del fobico/timido, che mi pareva un fattore attribuibile all'esterno da sé non meno che all'interno di sé.
Una persona che, più o meno carente di un buon modello affettivo, più o meno predisposta "geneticamente" ad essere "diversamente socievole", più o meno "traumatizzata" da eventi e contesti poco favorevoli negli anni della formazione, arriva ad assumere comportamenti "strambi" e viene rifiutata per questo, arrivando magari a sviluppare ansia sociale e abbassamento dell'autostima senza però per questo necessariamente arrivare alla svalutazione degli altri, può legittimamente dire che almeno parte dei fattori che determinano la sua problematica derivino dall'esterno da sé? E' inevitabile, ripeto, che i modi "strambi e inaspettati" vengano rifiutati? Si tratta sempre e comunque di un proiettare strumentalmente le cause all'esterno? O se certe dinamiche sociali fossero meno univoche le cose potrebbero andare diversamente, almeno per alcuni, almeno in certi casi?

muttley 15-09-2017 17:36

Re: Non sapere come amare
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 1998353)
può legittimamente dire che almeno parte dei fattori che determinano la sua problematica derivino dall'esterno da sé? E' inevitabile, ripeto, che i modi "strambi e inaspettati" vengano rifiutati? Si tratta sempre e comunque di un proiettare strumentalmente le cause all'esterno? O se certe dinamiche sociali fossero meno univoche le cose potrebbero andare diversamente, almeno per alcuni, almeno in certi casi?

Anche nel caso della genesi di tutte le forme di diffidenza (comprese quelle che citavo prima, xenofobia e omofobia) non si può escludere una genesi appartenente all'esterno da sé. Quante volte ho sentito persone promuovere pensieri non includenti verso stranieri perché sentitisi rifiutare da certe dinamiche sociali...il risultato poi è stato quello di elaborare pensieri di segno uguale e contrario mediante un'altra forma di esclusione, la xenofobia appunto.
E allora è qui che si vede la caratura del pensiero analitico di chi tiene conto di tutti i possibili fattori in gioco ma non vive sul risentimento.


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