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Una prospettiva deprimente
Dopo così tanto tempo torno a scrivere su questo forum con la coda tra le gambe. E' bastato così poco per farmi tornare nel mio buco nero e dire che pensavo di esserne fuori.
Trascurando la motivazione del totale annichilimento che sto passando, quello che non riesco più a sopportare è la prospettiva di vivere così per ancora... quanto? Secondo le statistiche, la speranza di vita media di una donna italiana è di 85 anni. Vuol dire che io non sono neanche a un terzo della strada. Mi chiedo come si possa pensare di vivere altri 50,60 anni con la prospettiva di non riconoscersi mai meriti, di non riuscire a distinguere tra piccoli e grandi fallimenti, di focalizzarsi solo sulle proprie imperfezioni e mai sulle proprie virtù. Come posso pensare di laurearmi in magistrale sapendo già che questa cosa non mi porterà a nessunissima soddisfazione ma solo riprove di inadeguatezza, esattamente come è successo in triennale? E guardando al futuro, anche nell'ipotesi remota che riesca a trovare un lavoro, una persona da amare, costruirmi una famiglia... a che scopo se la prospettiva è sempre quella di sentirsi un fallimento? A maggio entrerò nel quarto anno di terapia psicologica. Ho investito soldi, tempo e energie fisiche e emotive sperando davvero che mi avrebbe aiutato. Invece a questo punto devo rassegnarmi: si certo qualcosa è cambiato, i perchè del mio perfezionismo cronico e della totale mancanza di autostima sono chiarissimi ma mi manca ancora del tutto la capacità di sostituire i pensieri disfunzionali con quelli funzionali. E quando lo faccio annego nel senso di colpa. Perdonate lo sfogo. |
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