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Critiche, farle / non farle / come farle
Come alcuni di voi sapranno, qualche giorno fa ho aperto una discussione sullo scrivere / non scrivere a una tipa (che chiaramente è finita male)
Fatto sta che parlando con la tipa in questione mi ha detto che non potevamo stare insieme perché io la criticavo troppo, e vabbè Oggi parlando con un'amica mi dice la stessa cosa, che era arrabbiata con me perché stanca di essere sempre criticata / giudicata Dal mio punto di vista, volevo bene a entrambe, e cercavo di fare delle critiche costruttive per farle crescere, ma evidentemente non mi è venuto bene Voi cosa ne pensate, le critiche vanno fatte? non vanno fatte? Se sì, come vanno fatte? |
Re: Critiche, farle / non farle / come farle
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Re: Critiche, farle / non farle / come farle
a mio avviso le critiche non vanno fatte se non sono chieste... e in ogni caso meglio usar il tatto se proprio si deve farle....
che tristezza che a tanti fobici bravi ragazzi non glie la dà nessuna e ai criticoni si :/ |
Re: Critiche, farle / non farle / come farle
Il piglio a mo' di bacchettone irriterebbe chiunque, mettiti nei loro panni :D
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Re: Critiche, farle / non farle / come farle
Eviterei di farne una questione di genere, molto dipende secondo me dal tipo di rapporto che abbiamo con la persona a cui rivolgiamo delle critiche e dalla sua sensibilità e capacità di acccettarle.
Quando si parla di amicizie di una certa importanza o addirittura relazioni credo che la sincerità abbia priorità assoluta, se si vuole costruire un rapporto solido e "vero" bisogna parlarsi e muovere critiche costruttive quando necessario, si presuppone che in virtù del rapporto l'altra parte sia capace di cogliere le buone intenzioni che vi sono dietro. Detto ciò bisogna comunque sempre cercare di capire chi si ha davanti, quanto è sensibile e il momento che sta attraversando (non sempre si è ben disposti) e in base a ciò trovare il modo più opportuno per trasferirgli il messaggio. Questa è una capacità che si può allenare un po' con l'esperienza. |
Re: Critiche, farle / non farle / come farle
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Re: Critiche, farle / non farle / come farle
Non so, dipende tantissimo dal tipo di rapporto e dalla conoscenza che si ha con l'altra persona. Meno conosco qualcuno e meno mi sento in diritto di criticare.
A me generalmente le critiche "spaventano" (non è proprio il termine esatto che volevo usare, ma non mi viene in mente altro) e non mi piace riceverne. Le accetto e cerco di usarle per migliorare, ma anche se sono costruttive e senza cattiveria all'inizio faccio fatica ad incassarle, e ogni volta le associo ad un mio fallimento/ad una mia incapacità di fondo. Quindi la mia già fin troppo bassa autostima ne risente. Per questo motivo non amo neanche farle ad altri, ho paura di ferire. Se ritengo che una mia critica possa servire ed essere di aiuto cerco comunque di usare più tatto possibile. |
Re: Critiche, farle / non farle / come farle
Dipende dal tipo di critica. Alcune non hanno nulla di realmente costruttivo e anche se sono fatte in buona fede, rivelano sotto la volontà di chi le rivolge di cambiare qualcosa nella persona, per rendersela più piacevole secondo propri standard. Questa è una stronzata arrogante ad esempio. Poi ci sono quelle mosse invece sinceramente nell'interesse altrui, ma vanno sempre mosse consapevoli del fatto che è un diritto dell'altro prendere atto o meno della critica. Se poi continua con lo stesso atteggiamento, pace. Altrimenti si torna nella situazione della critica come mezzo di imprinting aggressivo.
E poi tatto, sempre e comunque i modi e le parole giuste. Inviato dal mio E5823 utilizzando Tapatalk |
Re: Critiche, farle / non farle / come farle
Io le faccio solo a persone con le quali ho un ottimo rapporto..altrimenti evito.
E' faticoso per me perché io vorrei criticare sempre tutto e lamentarmi in continuazione:D però se voglio che la gente mi sopporti mi tocca stare zitto il più delle volte:testata: Un consiglio è quello di non criticare direttamente la persona ma criticare l'atteggiamento/affermazione/modo in cui ha fatto la cosa..cercando di mantenere un tono pacato. |
Re: Critiche, farle / non farle / come farle
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Re: Critiche, farle / non farle / come farle
Alla gente non piace che gli si dica che ha fatto qualcosa di male. Potresti farlo se avessi una certa autorità nella materia oggetto di critica (nel qual caso il criticato si incazzerebbe ugualmente, ma eviterebbe di dirtelo direttamente), altrimenti meglio lasciar perdere.
Comunque attento che c'è differenza tra "criticare" e "giudicare". Una critica può anche essere fatta su basi oggettive, ma giudicare significa sempre fare una valutazione soggettiva. Se la tua amica ti ha detto che la giudichi troppo, io mi concentrerei più su quell'aspetto, perché evidentemente la tua critica è letta come un giudizio, il problema potrebbe esser quello. |
Re: Critiche, farle / non farle / come farle
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Re: Critiche, farle / non farle / come farle
L'empatia cattura i cuori, l'amore li allontana.
Una critica o un consiglio mirato ad aiutare qualcuno è un bel gesto che purtroppo non viene sempre apprezzato. Spesso conviene "limitarsi" a capire.. |
Re: Critiche, farle / non farle / come farle
Penso le critiche vadano fatte solo se richieste, e in tal caso provare a essere più morbidi possibili.
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Re: Critiche, farle / non farle / come farle
non mi piacciono le critiche costruttive per farle crescere
se una persona ti chiede pareri e/o consigli ci sta ma altrimenti no |
Re: Critiche, farle / non farle / come farle
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Re: Critiche, farle / non farle / come farle
Anche io ho difficoltà in questa cosa, spesso non so come risolvere.
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Re: Critiche, farle / non farle / come farle
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1) La critica va fatta? In genere no, per una somma di motivi arcinoti: la critica potrebbe partire da un buon movente ma essere inopportuna, potrebbe non centrare il punto, potrebbe essere sentita come inutile, potremmo credere in buona fede di poterla fare ma in realtà la stiamo facendo a una persona che ci dà otto piste, potrebbe essere sentita come un'indebita invasione del proprio spazio. Quest'ultimo aspetto è forse il più comune: a me personalmente dà molto fastidio una critica non richiesta se non arriva da persone che conosco molto bene e so senza ombra di dubbio che vorrebbero aiutarmi. Ma anche così quasi sempre sono sbagliati i modi e questo vanifica in gran parte il valore che potrebbe avere. Detto questo, se proprio si vuol fare: 2) Ci sono modi noti, collaudati e sperimentati. Si chiama la tecnica del sandwich, ovvero se voglio dirti che non sai nuotare faccio così: 2.A) [prima fetta di pane] "Guarda, ci sono delle cose che vanno bene; è molto apprezzabile lo sforzo che ci metti e mi piacerebbe vederti migliorare, ne sarei proprio contento"; 2.B) [l'hamburger amaro] "ecco, la tecnica è migliorabile qui e qua" [mai dire "non va"]; 2.C) [seconda fetta di pane, ribadisce e rafforza il contenuto della prima] "però guarda, la tua volontà di fare progressi è fantastica e vedo già che ci stai riuscendo, è solo questione di allenamento e pratica". Certamente non è la sola tecnica, ma è conosciuta e si usa proprio in ambito didattico. Per questo, una volta che le osservazioni sono fondate, poterle presentare non è un problema. Ma alla fine di tutto questo io resto sempre scettico sull'utilità di fare osservazioni al prossimo. Se ci si muove in un ambito didattico io mi sento di solito molto sicuro di saper fare le valutazioni giuste e poter dare una mano. Ma su cose afferenti alla persona e al modo di essere io mi dico sempre: chi sono per poter sapere cosa c'è nella mente del mio interlocutore e per poter sapere se non sono io per primo in errore nel valutare la situazione? Da questo secondo punto di vista ricordo davvero poche volte in cui ho preso l'iniziativa. Beninteso se la critica è richiesta, vale sempre la necessità del modo corretto di presentarla, ma a questo punto si è salvaguardati dato che ci è stata esplicitamente sollecitata. |
Re: Critiche, farle / non farle / come farle
Nelle critiche, molto dipende dal modo in cui ci si pone nei confronti dell'altro. Come qualcuno ha già fatto notare, probabilmente veniva percepito un certo tono di "superiorità"; per cui, più che la critica in se stessa, non è stato accettato il dislivello.
Alcune persone, invece, accettano le critiche effettivamente da chi ritengono sia nelle condizioni di poterle fare. Ovviamente non ti conosco, ma ponendomi dalla parte delle ragazze, evidentemente... Comunque io preferisco usare il termine "suggerimento". |
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