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credere nell'amicizia...
secondo voi esiste ancora l'amicizia? si può credere ancora di poter trovare qualcuno su cui si può davvero fare affidamento? o è solo un tipo di relazione legato ai tempi passati e che non ha più alcun valore oggi?
(ovviamente amicizia tra esseri umani; gli animali sono sempre amici se si sa trattarli) |
Re: credere nell'amicizia...
Mm a mio parere sì. Il che non vuol dire che io, al momento, abbia un "migliore amico" proprio come lo vorrei, ho buoni amici ma con i loro limiti.
Io ci credo (e cerco) ancora perchè ritengo di poter essere, io stessa, una buona amica e ciò implica (statisticamente?) che sulla Terra ci sarà almeno una persona che la pensa come me sull'amicizia, no? Poi, secondo me, l'amicizia è in gran parte una scelta, non è solo feeling e compatibilità o interessi comuni o stima reciproca. E' sia queste cose che il desiderio consapevole di sostenere e rispettare l'amico. Detto in maniera semplicistica. |
Re: credere nell'amicizia...
Sì, esiste..ma perde di valore con gli anni, secondo me..passati i 25-30 anni solitamente ci si crea una famiglia propria (ovviamente quelli come me non ci riescono) e l'amicizia perde notevolmente importanza..almeno per me è stato così.
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Re: credere nell'amicizia...
Un po' come nella pubblicità dell'Amaro Montenegro. :)
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Re: credere nell'amicizia...
L'amicizia esiste, il problema è che l'amicizia, quella vera è impegnativa, a volte ci si sente dire frasi come "da te mi aspetto così e cosà". Si vivono periodo abbastanza tranquilli in panciolle, altri in cui si fanno cose cretine e si ride un sacco, poi ci sono le fasi noiose. Poi arriva sempre il momento del discorso al vetriolo, delle parole non dette e gli atteggiamenti passivo/aggressivi.
Si creano situazioni assurde, in certi momenti ci si rende conto di dipendere di più di quanto si vorrebbe dall'altro, e che al contrario dall'altra parte si può fare a meno di te. E viceversa. Ma la cosa più difficile da affrontare sono le aspettative reciproche, il fatto che ci si aspetti qualcosa o un determinato atteggiamento. Perché ci si conosce da tanto e allora, non è tollerabile che si faccia diversamente. Non ci si può deludere oltre una certa soglia. E allora scattano le trappole dei discorsi seri, e salta fuori che ci si giudica più di quanto si vorrebbe. Ma questo non toglie il fatto che l'amicizia esiste ed ha un suo gran valore, perché come tutte le cose della vita che contano, è bella e brutta al tempo stesso. Ti fa fare salti mortali un giorno e ti toglie la voglia di svegliarti quello seguente. Ti fa fare le 4 del mattino a parlare della vita e poi passi giorni a ignorare messaggi e rispondere con monosillabi. Ti fa mettere in discussione, ti fa sentire apprezzato, giudicato, supportato, compromesso, ti da sicurezza, ti crea ansie, ti da un motivo di uscire di casa e te ne da altri 100 per non farlo. Ma soprattutto ti da soddisfazioni e delusioni, non sempre in egual misura. Essere amici davvero, è maledettamente difficile, hai la responsabilità di coinvolgere nella tua vita persone che abbassano la guardia verso di te. E chi abbassa la guardia è fragile. E devi al tempo stesso impegnarti a metterti in gioco a tua volta, e diventare fragile. Responsabilità e impegno sono due parole molto poco consone al nostro periodo storico per come la vedo io. Ma c'è sempre chi si ostina ad andare controcorrente. |
Re: credere nell'amicizia...
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Per quel che mi riguarda, io la penso diversamente sul punto dell'integrazione. E' vero che non puoi andare in giro con un cartello son scritto "la mia vita è una merda", ma al tempo stesso le recite non fanno per me. Se non sono di buon umore lo si vede, e onestamente non vedo perché dovrei nasconderlo. Non mi pagano mica per sorridere. Ma a parte ciò ognuno vive i rapporti con gli altri come preferisce, io dal canto mio ho vissuto qualcosa di particolare. Che poi ad essere totalmente onesti, non ho sempre apprezzato a sufficienza. Ho avuto anche di che lamentarmene addirittura. E potrebbe non durare ancora molto. La terra continuerà a ruotare comunque. In ogni caso, personalmente non riesco a vivere la vita come un insieme di obbiettivi da raggiungere, ma è una cosa mia. Non dico che chi lo fa sbagli. Siamo quel che siamo, semplicemente, e non c'è niente di male. Se tu preferisci vivere un rapporto meno impegnativo per poterti concentrare su altro, è ok. |
Re: credere nell'amicizia...
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Re: credere nell'amicizia...
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C'è uno storico notevole passato, ma senza perdermi in preamboli infiniti, ho sempre dato una mano notevole in casa a tutto tondo. Intendo a livello di tempo/energie/soldi, per ragioni X. Facciamo parte di quell'Italia che non è povera ma si deve arrangiare parecchio. La solfa era più o meno "ti sbatti tanto per loro, poi se un giorno magari, che ne so, tuo fratello crescendo si fa la sua vita, ha successo e ti lascia da parte, a te cosa rimane?". Personalmente non mi interessa, io guardo al presente. Voglio bene alla mia famiglia ma non pretendo che mi venga riconosciuto chissà cosa. Anzi se i miei sforzi produrranno qualcosa di straordinariamente positivo per loro sono solo che contento. E tanto vale lo stesso discorso per il tempo speso con gli amici. Però capisco che per altri non sia così. E' una questione di personalità immagino. |
Re: credere nell'amicizia...
Per me l'egoismo gioca la sua presenza in qualsiasi esperienza umana, non lo vedo come un'ostacolo. E' una caratteristica implicita del vivere e non può essere altrimenti.
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Re: credere nell'amicizia...
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Il proprio ego, è senza la minima ombra di dubbio l'ostacolo imperativo da superare, anche solo per avviare il processo conoscitivo, attenzione, non mai avvenuto, ma abbandonato a causa dell'ego altrui frutto di false convinzioni, per rendere di semplice e chiara lettura questo passaggio basta immaginare un ciclo imperituro che alimenta se stesso ripetendo lo stesso errato percorso. Dubito che il pensiero espresso nella frase da te scritta sia nata per caso nel corso della vita, inevitabilmente è stato assimilato da altri o da altro, il modo adesso non importa. Il danno procurato dalle convinzioni altrui è per me in questo campo assolutamente significativo, purtroppo, volutamente plasmato l'ego, un costrutto mentale innaturale. Ciò che noi definiamo ego, e in seguito tramite azione egoismo, è un riflesso, una reazione di ciò che pensiamo essere la nostra reale essenza e conseguentemente presenza nel dunque della contrapposizione con un altro essere, un altro bagliore di ego riflesso, e il ciclo continua grazie alla nostra mancanza di conoscenza, non relativa al tutto, ma di noi stessi. Lo sfoggio di questo ego in maniera così naturale è un'illusione, nel credere, nel porsi, nel capire dinamiche che nella realtà ci sono oscure. Mi rendo conto che un discorso tale può essere fatto per altre migliaia di situazioni, ma questa per quanto mi riguarda è la principale, da qui nascono le radici che congiungono le altre. Non perdo tempo a disquisire su cosa sia l'ego, però ci tengo a precisare che la mia non è una prosopopea su quanto sia inutile l'ego, infatti solo comprendendo l'illusione è possibile giungere ad un livello più alto di consapevolezza, senza di essa non vi sarebbero nemmeno i presupposti per anche solo accorgersi di un'altra via. Ora un piccolo contributo al focus centrale del thread, se occorre "credere" in un sentimento, che sia l'amicizia (come in questo caso, ma vi rientrano anche altri sentimenti) per renderlo "concreto" tra due o più individui, vale a dire creare un angolo, un'alcova insuperabile dove covare e far crescere speranza e attesa, pertanto per me non nascerà mai nulla da quel coacervo mentale poiché è destinato alla morte in quanto uno spirito incosciente si dissolve nel vuoto nel momento in cui il sentimento scopre se stesso per quello che è: vanagloria. |
Re: credere nell'amicizia...
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Re: credere nell'amicizia...
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PS: per "un pelo" intendo parecchio.. |
Re: credere nell'amicizia...
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Re: credere nell'amicizia...
Non me ne è mai fregato più di tanto dell'amicizia, ho sempre voluto una donna
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Re: credere nell'amicizia...
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Ho chiesto perche' per certi problemi e oltre un certo numero di favori penso diventi troppo per tutti ma mi pare di capire che tu intenda in senso di reciprocita', avere in cambio un trattamento proporzionato a quanto si da' . Credo pero' che ci sia una sproporzione fra quanto si pensa di dare e quanto gli altri effettivamente pensano che tu stia dando loro, fra quanto si pensa di chiedere e quanto agli altri sembra stai loro chiedendo. E' da li' che nascono i problemi. |
Re: credere nell'amicizia...
Ritengo che quasi tutte le persone abbiano la speranza di trovare qualcuno che rimanga loro accanto anche quando si trovi in difficoltà....e chi non vorrebbe?
Chiaramente però l'esperienza e l'evidenza nella maggior parte dei casi suggerisce proprio l'opposto.....e si è ben consapevoli che trovare una persona con queste caratteristiche e disponibilità è davvero al giorno d'oggi merce davvero rara e molto "preziosa". Quindi, sperare è lecito, crederci è davvero un atto di fede, averne la certezza si avvicina moltissimo al concetto di utopia. |
Re: credere nell'amicizia...
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Ha senso parlare di praticamente ogni cosa, ma non facendolo ad una..."immagine residua" di se stessi o di altri. |
Re: credere nell'amicizia...
L'amicizia esiste, quella tra maschi in particolare secondo me attecchisce e regge anche più facilmente perché non è soggetta a certe aspettative utopistiche di sacrificio: c'è abbastanza spesso una forma di cooperazione leale e quando qualcuno è in difficoltà c'è solidarietà e una mano all'altro la si dà volentieri... Ecco "una mano", non il braccio e tutto il resto come pretenderebbe un certo ideale volto a screditare l'esistenza della vera amicizia.
Se si è capaci di osservare equilibratamente le cose quel che si dà lo si riesce anche a ricevere. Già nell'amicizia con una donna questa regola qua spesso può saltare per aria (e in negativo per il maschio), mi si dirà che sono maschilista, no no, in base alla mia esperienza questo ho concluso. Le probabilità che siano equilibrate questo tipo di relazioni sono più scarse. In ambito amicale c'è spesso una reciprocità abbastanza spontanea se si è capaci di un minimo di empatia nel riconoscere i bisogni altrui - che non è detto coincidano con i propri. Ma parlo di amici ovviamente non delle persone di un gruppo che si frequenta per certi motivi. Le relazioni veramente problematiche secondo me sono quelle con l'altro sesso (quelle cosiddette d'amore), in cui entrano in gioco inevitabilmente grossi investimenti: siccome ognuno vuol fare "un buon affare" possono sorgere conflitti pesantissimi. |
Re: credere nell'amicizia...
Credo che le amicizie profonde esistano.
Per quanto mi riguarda però fino ad ora ho sempre voluto solo amicizie leggere/superficiali, non come quelle dove ci si dice tutto e ci si aiuta insieme nelle grandi difficoltà. Non so se è più per la paura dell'intimità ("amico intimo" è un'espressione che mi mette ansia), o perchè non me ne frega un ca**o |
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