Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
Salve a tutti,
non scrivo qui con molta frequenza, né amo aprire topic con argomenti molto personali, ma oggi sono entrata veramente in crisi, di conseguenza avverto forte il bisogno del confronto con chi penso possa capire certi vissuti emotivi e familiari. Allora, dovete sapere, in breve, che provengo da una famiglia altamente disfunzionale e litigiosa, anche se, da qualche anno a questa parte, ho perso mia mamma; tra i due genitori mia madre è stata sicuramente quella che - nonostante le zone di ombra e le molte contraddizioni - mi ha dato di più, sia in termini affettivi che intellettuali. Io e mia sorella (ora sposata con figlio) siamo quindi rimaste sole con nostro padre. E qui arriva il tasto dolente. Mio padre è sempre stato - da che lo ricordo - burbero, scontroso, litigioso con il mondo intero ed ora, con l'età, ha persino accentuato questo suo lato, divenendo un vero e proprio misantropo che mal sopporta il prossimo: ha da ridire su tutto e tutti, non tollera nulla che esca fuori dalle sue rigide idee su come si debba essere e ci si debba comportare. Spesso sbuffa, borbotta, lancia frecciatine e critiche aperte senza curarsi di essere ascoltato dal diretto interessato. Con noi figlie è stato sempre duro, anaffettivo, molto criticone e svalutante, tanto che da bambina - già verso l'età degli 8 anni - ho iniziato a maturare verso di lui un timore misto a ostilità, unito anche a una certa dose di indifferenza affettiva, specchio della sua totale freddezza verso noi figlie. Da bambina e adolescente ho subito liti, scenate, silenzi ricattatori, schiaffi immotivati, situazioni che mi hanno portato addirittura a non voler nemmeno mangiare per l'angoscia e il nodo allo stomaco che mi procuravano, portandomi a sviluppare un'ansia fortissima come risposta a quelli che percepivo come pericoli legati all'ambiente. Le cose sono migliorate quando ho lasciato casa e sono andata a vivere per conto mio, ritrovando una mia serenità e un mio equilibrio, spesso però minato da queste angosce pregresse, queste ansie che ormai si sono come incardinate nella mia personalità, purtroppo. Nonostante questo, cerco di essere serena e di godere dei piccoli progressi e delle piccole gioie quotidiane, conscia del fatto che è l'unico modo possibile per preservarmi e stare bene. Nonostante io sia timida ho delle amicizie care, anche se appunto non sono moltissime per via della mia alta selettività nei contatti umani; considero mdi conseguenza questi rapporti preziosi e importanti, una specie di nutrimento per un terreno rimasto troppo tempo incolto, ma che forse può ancora salvarsi dall'inaridimento se innaffiato e restituito ai "nuovi semini che nasceranno", insomma se restituito finalmente alla vita, troppo disprezzata da figure genitoriali che non hanno saputo amarla, pur avendo ricevuto dei doni da essa: "Un signore di Scandicci buttava le castagne e mangiava i ricci, quel signore di Scandicci"... Tornando a noi.... Le cose sono precipitate negli ultimi mesi: recentemente hanno trovato a mio padre un tumore, già il terzo nel giro di 8 anni, a dir la verità. Quest'ultimo è però particolarmente aggressivo e molto probabilmente sarò costretta a chiedere la 104 in modo da poterlo seguire passo passo, anche se un mio limite invalidante è non guidare, purtroppo. Quello che temo è dover andare a vivere di nuovo insieme a lui, e al solo pensiero mio sale l'ansia e mi si gela il sangue. E' praticamente già quasi tutto agosto che sono qui da lui e lo seguo nelle visite, analisi ecc, ma la cosa mi pesa molto non tanto per le questioni puramente materiali, quanto per la dose di stress a livello emotivo che sono costretta a incamerare stando con lui. Ad esempio oggi (con mia sorella per fortuna) sono andata a una visita di controllo e, oltre a trattare male le sue figlie, nostro padre ha iniziato a prendersela con tutti, a inveire e a polemizzare per i corridoi (uno ci ha anche intimato di zittirci:timidezza:), arrivando persino a mandare a fan*** l'infermiera mentre gli toglieva i punti. Ecco, mi sono sentita avvampare di vergogna (eppure non sono più una ragazzina), lasciata prendere da un senso di sconforto e impotenza dovuti all'incapacità di gestire le sue reazioni emotive, unitamente a un senso di odio -un odio antico e ben radicato - verso la sua persona e tutte le sue sgradevoli manifestazioni. Lo so, sta male, ma nessuno gli dà comunque il diritto di trattare gli altri senza rispetto, di disconoscere le più consuete norme di civiltà, di odiare così l'esistenza e il mondo intero. Sembrava un vecchio pazzo, un misantropo al culmine della sua follia, anche se scenate simili le faceva anche quando era molto più giovane, io ero una bambina e lui non aveva nessun male da usare come scusa. Quello che mi preoccupa sono essenzialmente queste cose: 1. So che devo occuparmi di lui, ma nel contempo so che è altrettanto importante proteggermi da lui, starne alla larga, perchè penso che non sia giusto che mi rovini la vita così. Da quando sono tornata a stare con lui sto regredendo a stati emotivi di angoscia infantile, mi sento fragile e spossata. Vorrei aiutarlo, ma mi angoscia l'eventualità di dovermi trasferire da lui, considerando che poi lavoro anche in tutt'altra zona. Già il lavoro per me costituisce una fonte di stress indicibile, mettiamoci pure questa situazione e io entro 6 mesi buoni mi vedo già alla neuro "bella che andata" :mrgreen:...prendiamola a ridere, va! 2. Mi sento scissa: so che dovrei amarlo e volergli bene perché sono sua figlia, sangue del suo sangue, eppure a volte sento salire dentro di me un odio profondo e incontrollabile; mi dico sempre che questo vuoto che si è creati attorno è solo colpa sua e del suo caratteraccio; dovete infatti sapere che lui non ha nemmeno uno straccio di amico e ogni tanto - immaginando il suo funerale - so già che non ci sarà nessuno, nessuno a compiangerlo, perché nella vita non ha seminato nulla di buono e positivo e nessuno gli ha voluto bene. Mi sento inaridita dal suo contatto e questa aridità mista a indifferenza mi spaventa, perché è la stessa che proprio lui ha trasmesso a me; mi guardo allo specchio e so che l'unica speranza per salvarmi è coltivare il mio lato umano, la mia umanità, nonostante io mi renda conto di essere nel contempo capace di tanta indifferenza e acredine verso un familiare, seppur malato. Oggi quando ho appreso i risultati della biopsia, non mi sono sentita scossa come avrei dovuto e non capisco se ciò sia dovuto a indifferenza o incapacità ancora di capire che cosa ci/mi aspetterà. Mi rendo conto che mi preoccupa più pensare al dolore che questa situazione potrà infliggermi che al suo dolore di persona, ma è come se non avvertissi alcun legame veramente forte con lui, né sento che lui ha bisogno veramente del mio affetto per stare meglio, perchè sia io che mia sorella siamo viste come mero strumento materiale per aiutarlo nelle cose pratiche e basta. Ho paura; ho tanta paura di questo lato oscuro che lucidamente riconosco in me stessa e che, pur non amando, non posso non prendere in considerazione; ma temo anche il dolore che questa situazione mi causerà, un dolore dettato dalla paura di essere fagocitata dalla rabbia cieca di una persona che ora ha raggiunto il suo picco con la malattia e la vecchiaia. Io ci provo ad essere calma, tranquilla, ma a volte poi sbotto, gli rispondo male perché sono esasperata, anche se dall'esterno, a un occhio estraneo, potrei sembrare (come oggi) una figlia insensibile e ingrata. Ma la domanda che mi sorge spontanea è (e da qui il terzo punto della questione): 3. Per evitare di fare violenza al prossimo, è giusto farla a se stessi? Incamerare la violenza e la rabbia altrui è giusto? Forse in nome di questo concetto patriarcale e intoccabile - quasi fosse un tabù - dell'amor filiale? E se io in fondo non lo provassi tutto questo amor filiale? Sarei da considerare un mostro? Scusate per il post molto forte, forse è il primo che scrivo di questo tenore e il mio innato pudore mi fa vergognare un po', ma ho cercato di portare a galla anche i miei lati meno nobili e forse più "bestiali"...non so se questo post rimarrà qui per sempre, comunque ringrazio tutto coloro che si sapranno mettere in ascolto cercando più di comprendere che di giudicare. Un saluto a tutta la comunità |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
Scusate, ho sbagliato la sezione del forum in cui è stato postata la discussione....come si fa a cambiare? Questa è finita in "scuola e lavoro"... :arrossire:
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
A me sembra sano che ti preoccupi più del dolore che creerà a te.
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
Ricorda molto lontanamente quello che ho vissuto con mio padre fortunatamente c'è stata mia madre a seguirlo,che dire è tuo padre devi seguirlo è un tuo dovere morale,però credo che visto il suo comportamento nocivo e distruttivo durante tutta la sua vita tu debba tenere anche le giuste distanze per salvaguardare la tua salute mentale,a quel che mi ricordo ci sono degli psicologi che aiutano sia il malato che la famiglia in queste situazioni,se è come mio padre di sicuro lui lo rifiuterà ma potrebbe essere utile per te.
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Che dire, dopo anni di terapia vorrà dire che ci tornerò di filato, a dimostrazione duratura del fatto che i figli pagano al posto dei genitori visto che la terapia che si sarebbero dovuti fare loro negli anni me la sto facendo io ora per ridurre i danni subiti nel corso del tempo.... @tre tilde: forse sì, ma mi sento comunque in colpa. Già oggi l'oncologa ha colpevolizzato me e mia sorella perché mio padre non aveva portato le analisi del lontano 2008 e relative a un pregresso tumore in altra parte del corpo, come a dire che NOI FIGLIE non lo seguiamo abbastanza bene, quando sinceramente non pensavamo che dovesse portare pure le questioni relative a due tumori fa...:nonso: Già mi sento inadeguata io in tutta questa situazione, poi c'è questa gente poco empatica e acida (pur facendo il medico) che giudica e punta l'indice anzichè capire. Nessuno ci aveva detto questa cosa, sinceramente.... |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
abbiamo un padre per molti versi molto molto simile e capisco fin troppo bene quello che provi.....
l'unica soluzione che ho trovato col mio (che ci convivo) è di usare l'indifferenza, farsi scivolare le cose addosso, non fiatare minimamente insomma essere totalmente muti in sua presenza....... di solito così si stufa presto perché non ottiene considerazione e se ne va.. e io imparando ciò mi vien molto, molto più facile non farci neanche caso.. certo ogni tanto scoppio anche io, e rispondo male e non la si finisce più.. e se gli si risponde ci si dilunga per ore etc. non è per niente facile.. però a mio avviso meglio cercar di usar il mutismo il più possibile finche si può anziché rispondere spesso.. bisogna tenere durissimo.. la rabbia, l'astio che provi lo trovo normalissimo anzi mi sembra minimo...... io per confortarmi quando ho l'astio per l'esasperazione, mi immagino di prender una padella di pietra per poi fracassargli il cranio :mrgreen: |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Resisto le prime 19 volte, ma poi alla 20^ entro nel "mood" difensivo; di conseguenza mi viene da vomitare addosso al mio interlocutore un uragano di violente emozioni - miste a malesseri sopiti - della medesima portata di quelle portate alla luce da Pandora quando, malauguratamente, decise di scoperchiare l'antico vaso contenente tutti i mali del mondo....bei paragoni che mi vengono in mente, mi dirai!! :testata: |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
Ciao Clizia, bentornata nel forum, anche se purtroppo per cose poco piacevoli..
Che dire.. spesso, come hanno già detto, è meglio non controbattere alle sue aggressioni verbali, devi cercare di farti scivolare le cose, seppur sia difficile, almeno provare. Pensi che ti possa essere d'aiuto la presenza di una badante? Anche solo per mezza giornata, almeno ti alleggerirebbe un po' i compiti. Speriamo bene dai, buona fortuna! |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
Ciao Clizia, questo post mi ha colpito molto.
Se ho inteso bene ti stai facendo prendere troppo dai doveri verso genitori che non sono stati proprio presenti. Secondo me se riesci dovresti dare certamente il tuo supporto, rimanendo però distaccata il più possibile, magari come suggerisce qualche utente del forum facendoti aiutare da un'altra persona (badante, parente). In tutto questo tua sorella che ruolo ha? C'è un buon rapporto tra di voi? Riuscirebbe a darti una mano? |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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La badante: per ora non ci sono i presupposti, ma mi hanno detto i prezzi e praticamente prendono quanto me di stipendio; a questo punto mi converrebbe prendere un part-time e seguirlo io. Non so se questa spesa ne vale la pena. Per ora mio padre è autonomo e si muove, se le cose si metteranno peggio ci penseremo magari..... Quote:
Il fatto è che stare con lui mi fa scattare meccanismi di ansia: anche se non rispondo comunque ti corregge su tutto, ti scruta mossa dopo mossa per prenderti in castagna e vedere se sbagli. A lui basta poco per "crocifiggerti": un piatto secondo lui fuori posto, una pentola non asciugata bene ecc. Nota ogni cosa per dire e criticare, dimostrando di non avere nessuna fiducia in me, reputandomi quasi un'emerita deficiente. A lungo andare è pesante e mi fa sentire emotivamente oppressa....poi si aggiunge l'ansia che tra poco dovrò tornare al lavoro ma sono stata trasferita in un'altra scuola, quindi sarà dura anche dover ricominciare da capo da un'altra parte. :( Quote:
Come dice Che Guevara si dovrebbe imparare ad essere "duri senza perdere la tenerezza"; invece, a volte, mi pare quasi il contrario e cioè di star perdendo ogni tenerezza e illusione positiva, senza riuscire ad essere nel contempo "tosta" nelle situazioni che lo richiedono. Conscia di ciò, cerco sempre di tenere vivo il mio "praticello interiore", per far sì che continuino a sbocciare piante e fiori e non solo cactus, ma a volte è difficile. In realtà non c'è nessuna psicologa a seguirci: il nuovo medico di base di mio padre è fortunatamente anche psicologa, quindi capisce tutta una serie di situazioni a livello umano, dimostrandosi umana e collaborativa. E' proprio una bella persona, insomma... |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
Mi spiace molto, ti do qualche spunto sperando di esserti utile:
-prezzi badante: non devono ricadere solo su te fate a mezzo tu e tua sorella, usate i soldi di vostro padre, ma dove state voi c'è per caso l'ANT? -tua sorella può fare meno per via del bimbo ma a meno che quel bimbo non sia malato la sua parte la deve fare eccome e dovrebbe essere quasi quanto la tua e così pure eventuali parenti, se è per questo pure il marito di lei (se c'è) non è che il suocero non è un parente -tuo padre fa così anche perché è vecchio e perché ha paura so che è difficile ma devi proprio fregartene, mia nonna mandava a fanculo mia madre e pensa che non era una donna sboccata e non c'era motivo ma era demenza senile. Non dico sia piacevole ma per la tua salute ti devi astrarre e fregartene -scusa la crudezza ma i medici vadano a farsi fottere, alla fine siete voi figlie a dover decidere e a 80 anni io allevierei il suo dolore come possibile ma lo lascerei morire in pace, la sua vita l'ha fatta |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
L'ho spostato in "ansia e stress".
Comunque fossi in te scapperei, sei obbligata ad occuparti di qualcuno che ti mette in pericolo? |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Lasciando poi tutto sulle spalle della sorella... E sì comunque c'è anche un obbligo legale. |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Per ora mio padre è ancora autonomo e la situazione è in fieri, nel senso che dobbiamo aspettare la visita oncologica di fine mese prima di capire che cosa c'è da fare! Se le cose si mettono male, valuteremo le altre possibili situazioni, per ora è ancora tutto nebuloso....so solo che intanto lunedì dovrò andare al patronato per la richiesta di 104! Quote:
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E' proprio una mia incapacità fare troppe cose insieme: pensavo di prendere un part-time, ma il paradosso della scuola è che - quando sei di ruolo - va chiesto l'anno prima per l'anno dopo! :angry: |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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La legge 104 ti dà una mano ma anche per quella i tempi potrebbero essere lunghi... Magari cercare una persona che faccia assistenza e automunita per portarlo alle visite...che è diversa dalla badante giorno e notte (che si renderebbe comunque necessaria se papà dovesse non essere più autosufficiente,speriamo di no). |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
I permessi della legge 104 sono solo 3 giorni di assenza sul lavoro al mese...sono un piccolo aiuto...molto piccolo...ben diverso e' il congedo straordinario retribuito legato alla 104...questo congedo arriva fino a 2 anni di assenza retribuita in caso di residenza di chi fruisce di codesto congedo (tu) con il disabile per il quale si usufruiscono i giorni di permesso legge 104 (in questo caso tuo padre)...ad ogni modo come dice claire per poter ottenere i permessi legge 104 i tempi sono lunghi..ho tribulato 2 anni tra visite su visite per i miei genitori...a mia madre inizialmente hanno negato la 104 ed ho dovuto rifare la domanda daccapo...un casino che non ti dico
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Una curiosità, ma se uno lavora e deve aspettare le velocissime tempistiche burocratiche? Non può lasciarlo da solo, ma bisogna lavorare per campare e...? Una soluzione che mi viene in mente è la mitosi. |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Beh ci si può sempre ammazzare prima che arrivi il declino grosso (quello graduale é già in corso) Io spero sempre di non superare i 70-75. Oggi allegria dentro di me yeahh! Però lo penso sul serio. Noi non siamo attaccati alla vita ora,figuriamoci da vecchi. Chi lo é da vecchio da giovane era un solarone localaro festaiolo |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Come si chiama quel regista che si é buttato di sotto a 95 anni.. Qualcuno lo fa.. |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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pochi rispetto a quelli che lo pensano |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
I festaioli la vivono poco? Casomai noi..
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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almeno all'apparenza, ma già è tanto. |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Nel mio caso, non ho pianto una lacrima quando se ne è andato e spero presto di liberarmi dei restanti secondini, senza rancore. Quote:
Per esperienza, proteggete la vostra sanità mentale in primis, a costo di assumere qualcuno in grado di non venire ferito dalle sue parole e quindi di dedicarsi alle sue cure con più serenità, attingendo dalle entrate di vostro padre e da una eventuale indennità di accompagnamento se ne avrà diritto, dividendo le spese restanti tra voi due figlie. |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
mi vien da dire di stare in guardia di assumere badanti o altri aiutanti specie se giovani donne nubili.... potrebbero rincoglionire vostro padre, sposarsi e prendersi una bella fetta di eredità....
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Ricordi male: quelli erano amici di mia madre, uno dei quali ora è nel frattempo deceduto. Le uscite e la poca vita sociale che ha potuto fare mio padre nel corso degli anni è frutto dell'impegno materno nel mantenere le relazioni sociali con soggetti esterni alla famiglia. Se fosse dipeso da lui, non avrebbe nemmeno mai avuto un contatto col mondo esterno. Infatti ora che mamma non c'è più, si sono sfaldate tutte le relazioni sociali che lei riusciva a mantenere attorno alla famiglia e ora papà è rimasto più solo che mai...inoltre lui cerca di ostacolare le mie amicizie e le mie uscite: sembra quasi infastidito quando esco o "faccio cose". Mi ha anche accusato di essere, come dire....."estroversona"! :D:D |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
Non si può dire che abbia tutti i torti :D
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Il fatto è che mi imbarazza per ora avanzare questa storia della badante. Mi sembra come se, così facendo, me ne volessi lavare le mani. Per ora non resta altro che attendere la visita oncologica per capire cosa c'è da fare, che speranza di vita o di guarigione viene data al paziente. Purtroppo quando il 1° settembre riprenderò servizio, sarò costretta a tornare a casa mia. Per ora - dato che è autonomo - si fa così, se poi lui non ce la fa a stare solo o la malattia peggiora, andrò a stare da lui. Speriamo bene. Per adesso penso a un passo alla volta. I dati medici per prendere una decisione certa sono ancora insufficienti. Quote:
Anzi, superati i 30 anni si inizia invece a scoprire l'angoscia del tempo che inesorabilmente passa. Ieri eravamo bambini e ora ci scopriamo già a metà del nostro cammino. Pensare a 10 anni fa non sembra più qualcosa di così lontano; 10 anni sono solo una fetta di tempo nemmeno così grande come si potrebbe pensare. Tutto inizia a scorrere troppo veloce e il fatto di non riuscire a stare dietro al vorticare delle ore e dei minuti che passano ci fa sentire impotenti e incapaci di controllare pienamente il declino di tutte le cose, la loro caducità che soggiace alla terribile legge del tempo. Io almeno sento questo. I miei 21 anni sono un ricordo tenace che perdura nel cuore e nella mente e ogni volta che torna l'estate mi sorprendo sempre a vagheggiarli con nostalgia. Eppure di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima, e gli eventi di 15-16 anni fa fanno capolino nella mente come qualcosa di vicinissimo e lontanissimo al contempo....è una sensazione strana da spiegare, però quando subentrano potenti i ricordi e i rimpianti significa che stiamo iniziando a percepire noi stessi come esseri temporali, prima o poi destinati alla fine e questo pensiero ci immalinconisce, o almeno per me è così. A 20 anni puoi pensare alla tua morte con sdegno e spavalderia, appunto perchè la avverti come una cosa lontana nel tempo e nello spazio. Ma quando superi i 35 e i ricordi si affastellano l'uno sull'altro, il pensiero del declino e della fine ci rende mesti, fiacchi, privi di energia per combattere contro l'idea di quello che non tornerà mai più. Quote:
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Ricambio l'abbraccio :) |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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L'attaccamento alla vita ho notato di averlo quando 2 anni fa mi sono visto la morte vicino all'improvviso, ma forse era più istinto e paura irrazionale. Io sinceramente già noto il decadimento fisico e in misura minore (ma c'è) cognitivo già adesso. Negli ultimi tre anni sono invecchiato parecchio, quindi posso immaginare cosa sarà fra 30 anni, aggiungendoci anche la solitudine e la non-gratificazione lavorativa, quindi attaccamento o non attaccamento, preferirei affrontare questa vita difficile con ancora un minimo di forze e non arrivare alla vecchiaia estrema che ti priva di ogni cosa. Ma penso che il mio desiderio sarà esaudito, in famiglia mia si campa abbastanza, ma 90-100enni non ce ne sono mai stati, per fortuna mia. |
Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
Personalmente temo più la vecchiaia della morte. Ho paura del dolore fisico ma se penso che all'età del papà di Clizia potrei trovarmi nella sua situazione ma senza nemmeno due figlie che si occupino di me mi viene la pelle d'oca. Che poi lui è fortunato perché lucido ma c'è gente che già a 70 anni ha l'Alzheimer. La vecchiaia non fa per me e preferisco morire giovane. Il tempo che passa non lo sento su di me e non mi preoccupa nonostante capelli bianchi, acciacchi, mancanza totale di memoria e roba varia. Lo sento sui miei genitori: sono gli unici amici che ho, quando moriranno rimarrò sola. Altro che paura di morire, ho paura di invecchiare, altroché. E l'unico modo per non invecchiare è morire giovani. Tanto io sto andando verso il mezzo secolo e la mia vita l'ho già fatta e ho fatto e visto tante cose.
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Re: Genitori difficili: "L'autunno del vecchio patriarca"
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Mi spiace comunque per la situazione. Io ormai non ho più rapporti da anni con mio padre e sento di star molto meglio da quando mi ci sono allontanata. Anche se fosse in fin di vita, dubito me ne di spiacerei, o men che meno mi verrebbe da accudirlo. Purtroppo si raccoglie quel che si semina, e c'è chi decide comunque di sacrificarsi, e qualcuno che proprio non ce la fa. Ma prenderti il congedo retribuito per accudimento di familiare? in questo caso dovresti spostarti la residenza a casa sua? Che io sappia si possono fare anche vari escasmotage, senza neccessariamente viverci davvero con tuo padre, ma magari solo accudirlo qualche ora al giorno, cosi da risparmiare sulla badante e al contempo non aver problemi di seguire anche il lavoro ( quindi uno stress in meno ). Un abbraccio comunque:arrossire: |
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