Re: vorrei essere normale
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Ho pensato, ho temuto, e ho creduto di non farcela. Poi soffrivo, ma il tempo scorreva comunque, qualsiasi cosa io facessi o pensassi. Quindi come arrivavano i rari pensieri ottimistici e se ne andavano, così quelli pessimistici. Non avevo armi contro la depressione, è una condizione patologica e non la guarisci con azioni o pensieri dall'oggi al domani. Devi essere consapevole che stai facendo le cose giuste e aspettare un pò di tempo, prima di avere qualche lontano segnale positivo. Mi collego alla seconda domanda, dicendoti che il tempo non mi preoccupava perchè non ero convinto di poterne uscire, quindi va da sè che il tempo che ci avrei messo eventualmente era relativo. Anche l'età era relativa. Nel senso che i pensieri riguardo allo scorrere del tempo e al mio immobilismo c'erano sempre, ma non mi influivano più di tanto, perchè la mia mente era concentrata spesso sulla sofferenza (intesa proprio come dolore mentale) creato dalla depressione. Difatti i miei 24-25 anni manco mi ricordo cosa stanno a significare, non hanno ricordi o dati legati ad esso, è come se non li avessi fatti. Con la fs senza dep il discorso è un pò diverso, perchè non sei immobile, qualcosa puoi fare e puoi anche decidere cosa fare e cosa non fare, sei frenato ma non cementato al terreno. Infatti i pensieri relativi al tempo che scorre sono più ficcanti perchè ti rendi conto che PUOI fare, e spesso non fai, quindi spesso ti chiedi se sia saggio gettare al vento, giorni, mesi, anni senza far nulla avendone di fatto i mezzi. |
Re: vorrei essere normale
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Forse con medicinali diversi come le benzodiazepine potrei ottenere risultati migliori, ma come procurarle? Ho già avuto una vergogna estrema per farmi fare la richiesta del medico la prima volta, e andare a pagamento al momento lo escludo visto i costi e perchè poi le medicine dovrei prenderle in farmacia (mentre tramite tiket me le fornivano loro) Detto questo, mi pare che tu sia guarito o comunque sulla buona strada, come mai sei sul forum allora? Te lo chiedo per capire se si può guarire o se la testa ci dirà sempre: <<fa attenzione, è una situazione ansiogena!>> |
Re: vorrei essere normale
sono in parte normale,con la pratica,ma continuo a contenere molte anormalità che si manifestano,alcune le supero con la pratica,altre conservo dei blocchi, non ho raggiunto una stabilità soddisfacente,mi aiuto con un po di farmaci in base alle situazioni,la strada e lunga,e non sempre in avanti,e fluida è facile fare passi indietro...non mi dilungo in esempi...ma da quando ho ricominciato a frequentare vecchi amici,mi si sono riattivate certe abilità,all'inizio soffrivo per il tempo perso,stringendo un po i denti ora va meglio socialmente,ho meno fobia con i vicini di casa abitando da solo,mentre l'anno scorso,aspettavo tipo le ore 24 per portare fuori l'immondizia cose cosi,in paese giro e mi sento un po piu a mio agio,da quando conosco qualcuno,poco piu di vista,non sanno come sono,commissioni va a giornate,vado a giornate,a volte ho voglia di affrontare,parlare,fluidificare a volte ancora di evitare,..son sempre passi in avanti con qualcuno indietro causa incostanza pigrizia...invasione di pensieri disfunzionali,ma molto meno ora me ne vengono..
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Cioè nel caso di un individuo, le sue caratteristiche sono l'attivazione o disattivazione di del corredo genetico da parte dell'ambiente: innato vs vissuto. Nel mio caso (che ho sottolineato essere mia esperienza, quindi magari non estendibile), fa differenza se ero geneticamente timido e l'ambiente mi ha spento la timidezza, o come pare affermi tu io sono innatamente estroverso e il vissuto mi aveva cambiato spegnendomi la mia estroversione, poi a sua volta tramite benzodiazepine (beh, una mi pare veramente eccessivamente ottimista) "ha liberato" la mia vera natura? E' proprio questo secondo me l'errore: dare per scontato che un imprinting iniziale o una eredità o una caratteristica siano quelle VERE e le altre il risultato di un dopaggio o ricondizionamento comportamentale. Dovremmo a questo punto considerare il cane come un lupo geneticamente modificato (quale è EFFETTIVAMENTE) ma non sarebbe più comodo analizzare il funzionale rispetto allo storico? Essere adesso incece che essere nati così per sempre immutabili? Stringendo il concetto sulle cose pratiche, avevo paura del dentista e non sarei mai riuscito a curarmi i denti, prendendo delle sostanze ci son riuscito. A parte che dopo non ho più avuto paura dei dentisti, neanche senza l'influenza di uno psicofarmaco, una cosa innegabile rimane: i miei denti sono stati curati. L'essere timidi in un frangente della propria vita non significa essere condannati ad esserlo per sempre, tutt'altro. Per quanto riguarda madre natura, o selezione della specie, il suo "compito" è far sopravvivere gli adatti, non certo evitarne le sofferenze. |
Re: vorrei essere normale
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Una cosa però mi è rimasta: cercherò sempre di portare il massimo aiuto possibile e il massimo sostegno a gente che soffre di attacchi di panico, agorafobia, depressione. Per questo frequento forum sul Dap e depressione. |
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Io vorrei solo essere ricco, sto bene pazzo non voglio essere come gli altri.
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Re: vorrei essere normale
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Nell'eritrofobia (di cui soffriva mia moglie, ora da anni non più, senza alcun trattamento) il meccanismo è lo stesso degli attacchi di panico: non si ha paura delle conseguenze ma della pre reazione alle conseguenze. Fino a una certa età può essere molto molto utile il Training autogeno, più piccoli trucchi quali aumentare la melanina (se hai pelle chiara). Poi ci sono diverse tecniche di respirazione. Per ultimo (but not least) lascio una attività che ho praticato e mi ha dato gioie immense e soluzioni di nevrosi: fare teatro, esporti al muro nero che è il pubblico, sfruttando tutta la paura e incanalandola nella performance. I migliori attori che ho conosciuto erano ex timidissimi. |
Re: vorrei essere normale
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Scusa, dimenticavo una tecnica psicoterapeutica molto utile: io non ho sofferto di eritrofobia ma di una nevrosi simile ma ben meno nota, che a descriverla fa ridere, credo non abbia ancora nome ma ho conosciuto 2 che come me ne soffrivano: quando lavoravo in ambienti chiusi e silenziosi, in presenza di colleghe, mi prendevano dei borborigmi intensi che riproducevano il rumore delle "scorregge", insomma una flatulenza emotiva irresistibile, per cui chiedevo di andare spesso in bagno e liberarmi dell' "aria". alla fine, per disperazione, l'ho raccontato a tutte le colleghe, che ci hanno riso su, mi son creato un autoironia in questo senso, ci ho giocato. Ma alla fine mi sono rivolto a una psicologa: mi faceva fare il TERRIBILE esercizio dello sguardo fisso. Ci guardavamo fissi negli occhi e lei teneva conto del tempo di resistenza mio (che ovviamente cedevo). E' una strana pratica peraltro durissima 8soprattutto con una donna) ma ti aiuta a spostare il focus sugli altri e abbassare la soglia dell'invasività degli sguardi altrui. Perché son gli occhi degli altri il tuo problema, o sbaglio? Lo avresti se vivessi in una tribù di ciechi? |
Re: vorrei essere normale
Per quanto riguarda le benzodiazepine, che hanno subito un duro attacco commerciale quando hanno "eletto" come antipanico principi i "miracolosi" serotoninergici", credo che il tuo medico generico sia propenso a prescrivertelE per qualsiasi stupidaggine, perché sono ben più gestibili (da parte di un medico generico) che gli ssr.
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Re: vorrei essere normale
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