Re: bruttezza vs dismorfofobia
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È sufficiente fare un confronto pregi altrui vs propri difetti per perdere pressoché sempre. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Se è vero che sei poco attraente vedrai in giro soprattutto persone più attraenti. I discorsi probabilistici si possono fare su un campione e scelte casuali su questo campione non sulle caratteristiche di una persona specifica, tu o sei bionda o non lo sei, o sei molto brutta o mediamente bella o bella non è più una questione probabilistica questa qua. Quel che può essere vero è che una persona è convinta di esser più brutta o più bella di quel che è davvero, ma anche se fosse convinta in modo distorto non credo si possa convincere con un discorso probabilistico del genere. Se ti guardi allo specchio e ti vedi bionda non è che dicendoti che i biondi sono (che so invento) il 10% della popolazione totale ti convinco che non lo sei bionda e che in realtà dovresti esser bruna perché la maggior parte delle persone i capelli li ha scuri e per questo dovresti arrivare alla conclusione che i tuoi occhi o lo specchio hanno qualcosa che non va. E' come dire che siccome la maggior parte delle persone è più alta di un metro e cinquanta io non posso essere più basso di un metro e cinquanta. Se misuro la mia altezza con metro alla mano e trovo un risultato che stride con i dati probabilistici bisogna concludere che devo aver sbagliato per forza a misurare la mia altezza perché risulta poco probabile che io sia così basso? :nonso: Si potrebbe riuscire a convincere un nano vero che non lo è mostrandogni che i nani sono pochi in relazione alla stragrande maggioranza delle persone? |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
Credo che molti siano un po' fuori strada, potrei sbagliarmi ma per esperienza diretta con una persona che soffre di questo tipo di problema il confronto con gli altri è un aspetto secondario, c'è ma non è così rilevante come la visione distorta della propria fisicità e l'ossessione verso il proprio corpo che arrivano a livelli inimmaginabili e rendono assolutamente irrilevante qualsiasi tipo di feed back positivo.
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
se notate quelli che vivono meglio la propria cnodizione estetica sono quelli che hanno un'autostima inversamente proporzionale alla bellezza :pensando:
brutto + pavone = contento bello + umiltè = contento bello + pavone = disagiato (perchè comunque c'è un tronista o un ragazzo cubo che lo batterà sempre) brutto + umiltè = disagiato |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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in effetti pensavo più alo caso femminile stragnocca umiltè, in 5 o 10 minuti (tempo stimato per eccesso ò_ò) arriva il belloccio e la fidanza, magari impara ad accettarsi un pò di più, non so :pensando: |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
La mia classificazione però è ben diversa.
brutto + pavone = narcisista (persona che crede di essere ma non è e che fallisce perché fa leva su caratteristiche estetiche che non possiede. Nel pavoneggiarsi una persona sgradevole esteticamente si renderebbe solamente ridicola come recita la canzone su Pippo... "Si crede bello come un apollo e saltella come un pollo") bello + umiltè = timido, insicuro (persona che crede di esser meno di quel che è e non sfrutta pienamente le sue potenzialità estetiche) bello + pavone = consapevole e sicura in relazione alle sue reali possibilità (se hai una bella ruota e la metti in mostra, ottieni qualcosa davvero) brutto + umiltè = consapevole e sicura in relazione alle sue reali possibilità (se non hai una bella ruota devi cercare di far leva su altro, simpatia, personalità, c'è poco da fare, pavoneggiarsi non aiuta, se sei brutto davvero mostrare una ruota logora secondo me peggiora soltanto la situazione) Secondo me è sempre meglio che l'autostima sia abbastanza allineata, magari solo un po' spostata verso l'alto, ma abbastanza allineata con la realtà concreta. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Quello che intendevo dire è che osservadola pareva molto più ossessionata da quelli che percepiva come propri difetti, dal come correggerli e anche dal peggioramento dovuto all'invecchiamento, che dai pregi altrui o più in generale dal confronto. Chiaramente parlo di un caso, può essere che da una persona all'altra alcuni aspetti caratteristici della patologia siano maggiormente presenti rispetto ad altri.... |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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e a molte donne sopratutto in cerca di altro che una figurina, il maschio pavone non piace , magari piacerà alle ragazzine in tempesta ormonale , beh qui la perdita è poca diciamo ... |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Un'altra cosa che mi chiedo è come si fa a convincere un dismorfofobico che è dismorfofobico e che non è realmente deforme o brutto come sostiene. Se un dismorfofobico è arrivato a dirsi "sono dismorfofobico" qualche prova che non è davvero brutto deve essere riuscito a costruirsela qualche volta in relazione a certe esperienze. Quindi non può essere totalmente vero che vede in ogni caso le cose in questo modo, altrimenti non sarebbe arrivato a dire nemmeno di esser stato dismorfofobico, avrebbe continuato a sostenere che risultava soltanto più brutto o più deforme degli altri. In alternativa bisogna solo credere che queste convinzioni possano esser curate chimicamente, si assume un farmaco e la convinzione svanisce. Se non sparisce con un farmaco non ci sarebbe nulla da fare, nessuna disputa o esibizione di prove potrebbe mai estirparla. Un dismorfofobico se risulta completamente convinto di esser tale, non è più dismorfofobico :mrgreen:. E' uno scherzo paradossale. Talvolta esser consapevoli della verità di qualcosa rende falsa la cosa stessa. Se dici "sono dismorfofobico" e ci credi davvero, allora non lo sei: se sei davvero dismorfofobico, in base alla definizione, credi di essere brutto e basta. E' come per la paranoia, un paranoico consapevole dei propri deliri e di esser tale, non è più paranoico perché dovrà per forza di cose annoverare questa roba tra le fantasie. Mi sa che rischio di sbroccare anche io, sempre se non l'ho già fatto, perché in modo analogo credo che non me ne accorgerei. Buonanotte M.me Adelaide. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Secondo me l'analogia più corretta è con una fobia. Tu puoi anche comprendere razionalmente che ad esempio non hai nessun motivo di aver paura dei ragni e che questi non possono farti nulla ma nonostante questo appena ne vedi uno scappi dalla paura. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Se io evito qualcosa perché ho paura di certe conseguenze sgradevoli quando divento sicuro al cento per cento che queste conseguenze non ci saranno la mia paura svanisce completamente. Però devo esserne davvero convinto, non è che poi ho dubbi, se ho dei dubbi la paura ritorna. Per esempio ho paura di espormi in certe situazioni, ma perché credo che davvero poi andrò incontro con buone probabilità ad una serie di umiliazioni e rifiuti, se non ci credessi più che c'è questo grosso rischio, già avrei meno paura di espormi. Mi si può dire "ma le umiliazioni e i rifiuti non uccidono", sì ma io li trovo comunque sgradevoli in sé. Per me questo sentire qua viene influenzato fortemente dalle credenze, ovviamente però, come ho già detto, comunque penso che ci sono situazioni sgradevoli in sé che voglio evitare, queste non è che sono influenzate dalle credenze. D'altra parte penso anche che a qualcuno i ragni possano far schifo e voglia evitarne il contatto e la vista, ma questa non è mica una paura irrazionale, non è che ci deve essere pericolo di vita affinché debba ritenersi una certa situazione, ambiente, animale o persona molto sgradevole. Per esempio a fare una doccia di pipì magari non muori, però potresti ritenere sgradevole la cosa e quindi evitarla, in casi del genere la paura irrazionale che c'entra? :nonso: Che significa dire che il sentire in casi del genere è irrazionale? Non è che veicola informazioni, è solo un giudizio di preferenza a monte. Faccio ancora un altro esempio, se io avessi delle allucinazioni e vedessi cose che tu non vedi, nel momento in cui rieuscissi a distinguerle chiaramente da quelle che non sono allucinazioni, avrei solo un modo di percepire diverso il mondo circostante, tutte le cose aggiuntive che osservo finirebbero col diventare sogni e fantasie ad occhi aperti per me. E' quando una persona non può o non riesce a tracciare questa linea di demarcazione che sorgono grossi problemi. Una persona che afferma "sono completamente persuasa che quel fuoco davanti a me non esiste e non può bruciarmi o ferirmi o farmi male" e poi va a prendere un secchio d'acqua per spegnerlo, esempio che ho fatto altrove, non è davvero persuasa che non esiste. Non è il vedere il fuoco da solo che ci spinge ad andare a prendere un secchio d'acqua per spegnerlo, se lo guardiamo in tv per esempio, nessuno di noi si spaventerebbe, mentre qualcuno che non conosce il funzionamento di quel mezzo potrebbe andare a prenderlo questo secchio d'acqua. Quando i fratelli Lumiere proiettarono l'arrivo di un treno, alcune persone spaventate scapparono via. In casi del genere non è il sentire che attiva la paura sono le credenze relative a questo sentire che la fanno scattare. Se vedo una cannuccia immersa in un bicchiere d'acqua la percepisco come se fosse spezzata visivamente, ma non mi comporto poi come se fosse spezzata. Qua non posso proprio correggere il mio modo di sentire, la vedo e continuerò a vedere per sempre così la cannuccia, ma sapendo che non è spezzata succhio lo stesso dalla cannuccia per bere il liquido nel bicchiere, non è che cerco di aggiustarla prima, il sentire non può influenzare cose del genere se poi non viene intepretato come un certo tipo di realtà. Non è il sentire in casi del genere che mi fa comportare in certi modi è l'interpretazione di questo sentire come una certa realtà che mi fa fare certe cose piuttosto che altre. Alla fine quel che vedo è un'immagine, questa sento, la realtà non è mai questa immagine, il sentire da solo non può produrre alcuna realtà, bisogna per forza di cose aggiungerci qualcos'altro. La paura può essere catalogata come irrazionale soltanto se c'è una situazione temuta e ci si comporta in certi modi per evitarla quando poi non c'è alcun pericolo reale di incappare in questa situazione qua. Ma che la situazione sia sgradevole è qualcosa che viene giudicato a monte, qua non ha senso parlare di razionale e irrazionale. I problemi veramente grossi sorgono quando non si riescono a distinguere le allucinazioni o credenze false dalla realtà. Per questo si possono catalogare le persone e gli individui in più o meno deliranti. Nel momento in cui sai che un delirio è un delirio già ne sei fuori dal delirio. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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quando ho cambiato look e attitudine sociale anche la mia immagine riflessa è cambiata :) |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
@XL
Secondo me non hai ben compreso il significato di paura irrazionale se me la paragoni a una semplice reazione di schifo. Ti faccio un esempio. Qualche tempo fa io e mio padre siamo rimasti bloccati nell'ascensore ed è passato qualche minuto prima che lo sbloccassero. Di fatto non c'era nessun pericolo di alcun tipo perché il portiere era in servizio e avrebbe sentito il campanello d'allarme inoltre, non essendo periodo di ferie era pieno di inquilini che avrebbero potuto intervenire. Io non ho detto nulla ma oggettivamente c'era caldo e avevamo fretta quindi una reazione seccata o innervosita sarebbe stata sempre esagerata ma comprensibile. Beh mio padre nel giro di 30 secondi ha iniziato a perdere la testa, battere con forza sulla porta dell'ascensore, urlare per chiedere aiuto, sudare come se stesse correndo e, non appena sono arrivati soccorsi (meno di 5 minuti), ha iniziato a urlare offese pesanti perché a suo dire erano stati troppo lenti. In quella situazione è stato PALESE che si trattava di claustrofobia e non solo di fastidio. Una volta conclusosi tutto lui stesso si è reso conto di aver reagito in modo esagerato, al limite deo ridicolo, eppure non può farci nulla. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
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Sapere che sei al sicuro e non rischi di finire soffocato in quella situazione è una credenza, un'elaborazione ben più complicata, non qualcosa che senti direttamente come quando percepisci un suono o annusi un odore. Torniamo al discorso di prima. Una persona che ha un dolore al petto e crede di avere un infarto inizia ad aver paura e reagisce in modo diverso da un'altra proprio per questo. Qua il sentire delle due persone magari è identico a livello sintomatico, sentono lo stesso ed identico dolore e gli stessi sintomi, solo che una crede siano dolori intercostali l'altra che si sta per fermare il cuore e ha bisogno di soccorsi e di un'ambulanza e reagiranno perciò in modi diversi proprio per questo. Non è che sentono qualcosa di diverso, qua intepretano proprio, rappresentano e valutano, in base ad una bella massa di esperienze e vissuti precedenti, quel che sentono adesso. Chiaro che se una persona non è davvero convinta siano solo dolori intercostali reagirà così perché avrà paura che le cose possono evolvere con buone probabilità realmente in un infarto. Se tuo padre veramente credeva in quel momento che eravate al sicuro e che non si rischiava nulla, qualora i soccorsi non fossero stati tempestivi, non avrebbe reagito così. Ma lo credeva questo in quel momento come supponi? Io penso proprio di no. Non è che credeva una cosa e ne sentiva un'altra, no non credeva proprio che la situazione era sicura, credeva a tutt'altro. Che poi dopo abbia cambiato idea non è che conta, in quel momento non ci credeva che eravate al sicuro, il problema è questo. Dal tuo punto di vista credeva a qualcosa di falso ma dal suo punto di vista in quel momento la credenza era vera, non è che credeva alle stesse cose che credevi tu e sentiva altro, non ci credeva proprio alle stesse cose che credevi tu in quel momento. Se lo avesse saputo in quel momento che era falsa sarebbe stato automaticamente calmo come te. |
Re: bruttezza vs dismorfofobia
che poi io lo vedo giallo , ma te potresti vederlo anche rosso chi lo sa :D
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Re: bruttezza vs dismorfofobia
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