Re: Effetti delle sostanze chimiche
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Assorbimento: si può fumare anche la pasta di coca; i tox fanno uso di cloridrato di cocaina pura che inalano, "sniffano" in striscette tirando la polvere con cannucce, in ciascuna narice a dosaggi di 20-50 mg. La purezza della cocaina di strada varia tra il 10% e il 50 % essendo impiegate sostanze adulteranti di taglio: lattosio, mannite, procaina, lidocaina, glucosio, caffeina, talco, chinino e la morfina stessa. L’emivita è di 40-45 minuti (emivita = tempo di dimezzamento della sostanze nel sangue), la biodisponibilità è bassa, l’assorbimento è lento, la cocaina da un rush, una specie di orgasmo che investe tutto il corpo, per cui il tox la assume per inalazione o endovena, chiaramente non per os allo scopo di avere un flash di piacere intenso; la stessa visione della neve di New York è stimolo che richiama nella mente del cocainoma l’idea della cocaina (memoria associativa - fenomeno della plasticità neuronale); la cocaina riscaldata in cristalli che si ottengono per estrazione in idrossido di sodio o NaOH, detti "rock", se fumati danno il caratteristico rumore "crack", miscela di ammoniaca e soluzione acquosa di cocaina cloridrato, soluzione che libera nel letto polmonare grandi quantità di coca, con aumento notevole del picco ematico che si fuma nelle pipe, sotto forma di cristalli, con concentrazioni che varia dal 20 al 30%, nel cervello fino a 20 volte maggiore rispetto al sangue; i dosaggi vanno da 20 mg a 50 mg, per il crack fino a 250 mg!
Fenomeno della Dipendenza: La cocaina dà dipendenza di tipo psicologica che si manifesta nell’incapacità a provare piacere (concetto dell’anedonìa), esiste una ragione perchè la cocaina evoca la produzione di dopamina dai centri della percezione del piacere (nucleo ventromediale del mesencefalo) che rappresenta la parte meno nobile del cervello ma certamente importantissima per la conservazione del piacere dove hanno sede i centri del sesso e dell’alimentazione. Sostanza d’abuso è quella che provoca drug - seeking behaviour, cioè l’atto ossessivo-complulsivo della ricerca di droga in quanto dal nucleo ventromediale del mesencefalo vi sono proiezioni nei centri motori e, perciò, una memoria motoria associativa: l’animale cioè ritorna con movimento alla sostanza, dopo che ha appreso come procurarsi il piacere; la droga si caratterizza come sostanza di rinforzo positivo. La cocaina, infatti, interagisce col sistema di trasporto, responsabile del reuptake della DA e lo blocca però lo può fare anche con la Noraepinefrina o NE (noradrenalina) e la 5HT (leggi cinque idrossitriptamina o serotonina) anche se ha maggiore affinità (cioè capacità a legarsi) con il sito di reuptake della dopamina; tuttavia se blocca la ricaptazione della NE prevale l’azione periferica di vasocostrizione mediata appunto dalla noradrenalina con possibilità di morte per infarto del miocardio e spasmo delle coronarie; col blocco di ricaptazione della serotonina avremo una stimolazione delle cellule piramidali della corteccia cerebrale quelle cioè deputate alla trasformazione delle sensazioni in percezioni; la loro attivazione mi dà ad es. la visione reale e concreta ma una iperstimolazione (es. sotto influsso di ecstasy) mi darà sensazioni strane del tipo da LSD, con aumento della sfera percettiva e perciò illusioni ed allucinazioni, la schizofrenia paranoidea; per stimolo con aumento della DA, avrò il piacere intenso.
Meccanismo farmacologico: I recettori su cui si fissa la DA sono di 5 tipi, suddivisi a sua volta in sottogruppi; a noi per quanto concerne l’azione della cocaina interessano quelli D1 e D2, in quanto dopo stimolazione dell’area ventrale del tegmento mesencefalico si hanno due proiezioni nervose verso il nucleo accumbens (messaggio motorio) su recettori di tipo D1 che causano aumento dell’AMPciclico e danno effetto disforico, cioè la tristezza irritabile del cocainomane e D2 con riduzione dell’AMPciclico ( 2 messaggero ); per cui dopo stimolo con la cocaina nei primi 10 minuti avremo euforia per rilascio di dopamina con i D2, poi ansia e disforia per stimolazione dei recettori dopaminergici D1; il cocainomane invece pensa che gli effetti euforizzanti siano svaniti e torna a riassumere cocaina; per cui un individuo che fa crack farà l’abbuffata di cocaina ed andrà in depressione (CRASH); il fenomeno della tolleranza esiste anche per la cocaina per cui il tox avrà necessità di aumentare le dosi, anche un grammo/die, però più ne tira e più è la disforia; i recettori D2 sono infatti accoppiati ad una proteina G inibitoria e la trasduzione del messaggio dopo interazione con la DA sarà un’azione di riduzione dei livelli di secondo messaggero o AMP ciclico, con significato inibitorio. La stimolazione di D1, invece, causerà disforia perchè l’AMPciclico aumenta e si forma dinorfina, quindi la DA causa stimolazione del recettore D1 e produrrà dinorfina, questa agisce su un altro recettore kappa e determina disforia. Alla sospensione della cocaina, perciò, il piacere mediato dal recettore D2 svanisce e quindi anche l’euforia ma rimane solo la disforia e l’ansia ed il soggetto diventa anedonico (cioè non prova piacere), depresso e perduto. Allora compare il craving, cioè la necessità ossessiva e compulsiva di tornare alla droga.
Effetto:disforia
Effetto:piacere e poi calo
Effetti dell’abuso: Quindi abbiamo 3 fasi del drogaggio: 1) fase che si caratterizza per il il craving in quanto la stimolazione di D1 del nucleo accumbens genera disforia tramite la dinorfina ed il soggetto torna ossessivamente e compulsivamente alla cocaina sperando di ottenere la riduzione della disforia; 2) quindi alla fase del "CRASH",dopo 9 ore e 4 gg dalla ripetuta assunzione di cocaina si passa alla fase del crash, perchè si esauriscono le scorte di DA, e compare fatica, facile esauribilità rispetto alla fatica; 3) fase in cui il soggetto va a dormire e quando si risveglia avrà la fame ma non il craving; tuttavia dopo il crash si ha un periodo dell’astinenza ed il soggetto diventa anedonico ed avrà dopo 1/10 settimane anedonia e craving feroce; se il soggetto supera le 10 settimane rientra nella fase 3 e si ha risoluzione del tono dell’umore ed allontanamento dalla cocaina a patto che non nevici, altrimenti il soggetto avrà relapse (ricaduta) e ritornerà all’abuso di coca;La cocaina può fare sviluppare una schizofrenia paranoidea e questo è un pericolo da scongiurare; ci sono cioè illusioni: microzoopsie, cioè il soggetto vede piccoli animaletti, le cimici cocainiche, forse dovute alla vasocostrizione e si taglia le carni con oggetti appuntiti; c’è vasocostrizione ed infarto del miocardio, ipertensione con apoplessia, aritmie cardiache e costrizione dei vasi con perforazione del setto nasale e riduzione della soglia delle convulsioni con rischio di attacchi epilettici; sulla sfera sessuale compare impotenza ed iperprolattinemia e ginecomastia.
Problemi in gravidanza: in USA dal 6 al 45% dei neonati vengono esposti alla cocaina, i crack’s babies, esposti al fumo passivo ma anche dopo il concepimento la cocaina si fissa allo spermatozoo e resta nello zigote determinando vasocostrizione: ne deriva scarso scambio metabolico tra madre e feto, feto ipossico, possibile distacco placentare, ipoglicemia del feto, feto di basso peso, microcefalia, disturbi di mielinizzazione, quindi rischio per il bambino che da grande sarà irritabile, con convulsioni ed a rischio di morte improvvisa per emorragia cerebrale subaracnoidea: in età scolare sarà disadattato, avrà una sindrome da deficit dell’attenzione ed iperattività. Oggi i crack’s babies si trattano col Prozac, fluoxetina cloridrato.
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Una ragazza che conoscevo, svampita figlia di genitori capitalisti e molto permissivi, ha cominciato a sniffare per noia/trasgressione (non sapeva che farsene del portafoglio sempre pieno di soldini che lei non aveva sudato in prima persona). Più passava il tempo e più le sue dosi aumentavano (fumava gli spinelli perfino quando andava al bagno del liceo!). Poi l'ho persa di vista per 5 anni e 2 mesi fa ho saputo del suo tremendo suicidio dovuto alla depressione. Era anche seguita dagli strizzacervelli, ma non è bastato a salvarla. Quello che voglio e posso dirti (xchè poi mi sono informato) è che l'aver assunto sostanze di quel tipo le ha annacquato il cervello e le ha fatto percepire come insuperabili le prime difficoltà della vita e come devastanti delle esperienze assolutamente spiacevoli (divorzio dei genitori cui era legatissima, fallimenti universitari) ma non di certo terribili. Sì, fino a condurla al suicidio.
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Altre due.
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