Dipendenza Affettiva - mito o realtà?
Ciao a tutti,
Bazzicando sul web ho trovato svariati riferimenti a questa forma di anientamento di un partner per l'altro. Ciò che ho trovato scritto su siti tipo http://www.maldamore.it/ rispecchia molto alcuni meccanismi che sono solito mettere in atto all'interno di una relazione. Tuttavia sembrerebbe che tale tipo di "patologia" non abbia trovato, in campo scientifico, riscontro unanime. Spesso mi chiedo se si tratti veramente di una patologia oppure, più semplicemente, un modo di impostare la vita sentimentale proprio di alcune persone. Alcuni sostengono si tratti di una malattia dalla quale è necessario guarire per poter vivere delle relazioni sane, ma a me l'idea non piace granchè... Mi piacerebbe piuttosto trovare una persona che condivida quello che io vedo come grande senso di devozione, lealtà, interesse, cura, affetto e sostentamento reciproco (e chi più ne ha più ne metta). Voi che ne pensate? |
Re: Dipendenza Affettiva - mito o realtà?
Io ho vissuto una relazione con una persona che si è comportata in questo modo e ti posso assicurare che la relazione non può durare poiché non ci sono i requisiti necessari per instaurare la relazione stessa. Cercare di arrivare alla realizzazione personale attraverso una relazione sentimentale è controproducente.. bisogna diventare indipendenti e forti così da essere in grado di vivere e non di accontentarsi di sopravvivere.
Due persone forti fanno una relazione forte, se anche uno dei due è debole e troppo dipendente dall'altro, beh, fa colare a picco entrambi. |
Re: Dipendenza Affettiva - mito o realtà?
Più che una patologia mi sembra una dinamica relazionale.
Una malsana dinamica relazionale. Non è amore, è una relazione soffocante (perché sta sempre lì a controllare), risentita, colpevolizzante (perché il partner trascura sé stesso per TE) e annullante (si vuole fondere con TE). |
Re: Dipendenza Affettiva - mito o realtà?
Beh, non è detto che sia così tremenda come cosa... Forse lo dico perché non mi è mai capitato di stare con una persona così ma, se l'altra persona mi vuol stare incollata dov'è il problema? Certo se diventa così forte che l'altra persona non studia/lavora più ecco che li può essere problematico, per lei più che altro ma, nel mio caso, non è mai stato così forte anzi, nello studio riuscivo meglio, ero più motivato. Certo magari i miei hobby venivano meno, non mi interessavano più così tanto e, certe volte (persone un po' tignosette ne ho avute) avrei voluto avere il tempo per mettere un po' a posto casa o reinstallare quel maledetto sistema operativo. Ma quel che mi è più pesato erano le critiche - se non mi lasci il tempo di pulire perché mi vuoi tutto per te è ovvio che avrò casa sporca - non l'appiccicume in se.
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Re: Dipendenza Affettiva - mito o realtà?
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Non è una questione poi di forza o cose del genere, io non la metterei su questo piano. Può capitare in una relazione che uno dei due sia più in gamba dell'altro a far certe cose ma non è detto che non si stia bene comunque secondo me. Però quando una persona proprio non riesce ad organizzare i propri spazi e il proprio tempo ogni qual volta è assente l'altro, diventa davvero pesante per me da sopportare. Forse è vero, è solo una preferenza mia e non una malattia. Poi penso che in generale questi modi di fare e di interagire non sono vere e proprie malattie, capita solo poi che ci sono poi poche persone che apprezzino questi atteggiamenti. Chiamare "malattie" questi disagi che hanno a che fare con certe preferenze ed interazioni sociali conflittuali non è stata una mossa teorica molto pulita e trasparente secondo me. C'era bisogno di un'etichetta negativa che poteva esser riconosciuta come oggettivamente negativa e si è pensato bene di usare questo termine qua presente in ambito medico. Non è che una persona che ruba o ha comportamenti antisociali risulta malata davvero di qualcosa da cui vorrebbe guarire sicuramente e se non si convince a tornare sulla "retta via" questo vuol dire che proprio non vuol guarire (ed è perciò a maggior ragione matta). Quel che risulta vero oggettivamente è solo questo: a me e ad altri non sta bene che si comporti in certi modi e cerchiamo di contrastare questi atteggiamenti e comportamenti. Può capitare poi che questo gruppo inizi a chiamare "malato" questo comportamento facendo uso di un'analogia o una metafora (ma tenendo ben presente che è una metafora). In seguito qualche signore in camice bianco (che risulta d'accordo con questo gruppo qua) ha pensato bene di far divenire l'espressione metaforica qualcosa che risulta vero letteralmente, ed il gioco è fatto, è venuta fuori una malattia vera e propria che viene riconosciuta in un manuale diagnostico. Ma è come credere che l'inquinamento sia una malattia vera e propria solo perché qualcuno ha usato una metafora dicendo che "il nostro pianeta è malato"! Ma la terra non è un organismo, non può ammalarsi proprio! Scambiare le metafore per espressioni vere letteralmente produce solo una gran confusione. Mica poi gli effetti globali dell'inquinamento li si studierà a medicina per questo! E nemmeno che la terra intera diverrà un singolo paziente di un medico specifico! Che poi sia misurabile quanto è inquinato un fiume e cose del genere, di nuovo, non rappresenta una prova a favore del fatto che abbiamo a che fare con una malattia vera e propria. Secondo me tutta la psichiatria ha prodotto solo una grandissima confusione. I comportamenti e i modi di fare devianti possono produrre disagio in diverse persone, lo ammetto, ma supporre che questi risultino malattie vere e proprie finisce con lo snaturare la realtà effettiva dei fatti che consiste poi semplicemente in certi conflitti tra tipi di persone che vogliono vivere in modi diversi che risultano incompatibili. Come poi si dovranno risolvere questi conflitti e se pure li si risolverà non è un problema medico. Può essere che rimangono aperti comunque, non è che poi se le cose restano così (conflittuali) allora vuol dire che c'è qualche persona che risulta malata. |
Re: Dipendenza Affettiva - mito o realtà?
Non so come sia per chi la subisce,per chi la vive è bruttissima,rovina tutto.
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Re: Dipendenza Affettiva - mito o realtà?
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Ma ho sempre il dubbio d'esserle venuto a noia per il fatto di averla messa al centro di tutto (sebbene determinate cose, tipo quella del mio amico, non le ho mai accettate). Alla fine sembrava semplicemente avesse perso interesse. |
Re: Dipendenza Affettiva - mito o realtà?
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Re: Dipendenza Affettiva - mito o realtà?
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Re: Dipendenza Affettiva - mito o realtà?
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Ora chiediamoci: il comportamento o il modo di essere di quale oggetto ha causato la rottura? A domande del genere si può rispondere in moltissimi modi. Si potrebbe far variare la durezza dell'oggetto che urta contro la lastra e mostrare che se fosse stato di gommapiuma la lastra così non si sarebbe rotta. Sostenendo che è stata questa caratteristica a causare la rottura si attribuisce la responsabilità dell'accaduto ad una proprietà di questo oggetto qua, ma si può ragionare anche in altri modi e sostenere che la lastra si è rotta perché era la lastra a non essere abbastanza spessa e resistente e viceversa in quest'altro caso l'oggetto responsabile dell'accaduto, che andrebbe modificato, poi diviene la lastra. Un'altra risposta alternativa può consistere nel sostenere che erano la posizione e velocità relative che hanno causato l'evento rottura. Ecco, si possono far variare moltissime cose e dedurre poi che in casi del genere la rottura non ci sarebbe stata. In generale è nell'insieme che tutta una situazione ne causa una successiva, non si possono distinguere elementi singoli o oggetti specifici che risultano singolarmente responsabili e uniche cause dell'accaduto, a meno che non siamo noi ad imporre che tutto il resto non può variare in alcun modo: in questo caso subito si trova l'unico responsabile, ma lo si trova per definizione. La responsabilità morale non è qualcosa che risulta scientificamente e oggettivamente attribuibile secondo me, ci sono diversi modi incompatibili tra di loro nell'attribuire la responsabilità di certi effetti al comportamento di questo o quell'agente. Rappresenta sempre qualcosa che viene stipulato e in tal senso si può anche essere in disaccordo, non abbiamo veramente a che fare con singole cause oggettive che risultano rintracciabili, di singole cause oggettive, come ho mostrato prima, ce ne sono praticamente infinite se non si vuol prendere in considerazione come causa proprio tutta la situazione precedente. |
Re: Dipendenza Affettiva - mito o realtà?
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Scena tipica Lei si annoia e esordisce: "Dai facciamo qualcosa!" Io un po' stanco dopo un intensa giornata di lavoro rispondo: "Guarda stasera sono un po' stanco, fosse per me rimarrei qui accoccolato accanto a te sul divano ma se ti va di fare qualcosa dimmi, mi bevo un caffè e ti seguo" E lei: "Ah non lo so... Dai facciamo qualcosa!" E io: "Mhm... Cinema?" E lei: "No non mi va... Dai facciamo qualcosa!" Eccetera, fino all'incazzo di lei... |
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