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vita incagliata: fobia sociale?
Ho quasi 40 anni e da circa 15 svolgo la professione di commercialista.
La "professione" per modo di dire, giacché, a causa di forti difficoltà a creare comunicazione efficace (anche nella vita privata, avendo a tutt'oggi obiettive difficoltà a trovare, ad esempio, compagnie per uscire nel tempo libero o per fare un viaggio, nonostante coltivi hobbies come gioco del golf, affiliazione a un noto club di service, enogastronomia, palestra, etc. tutti scenari in cui però, dopo anni, sono ancora accolto come un mix fra una macchietta e una "pallina antistress"), non sono ancora riuscito a centrare l'obiettivo di aprire uno studio in autonomia causa incapacità di crearmi relazioni sociali qualificate e, di riflesso, canali che mi portino clientela e contatti lavorativamente proficui. Ovviamente, non sono sposato né fidanzato (carattere a parte, sono il tipo del quale da sempre una signora di cinquant'anni dice "bell'uomo" ed una ragazza di 25 mai dice "ragazzo carino"), ma questo, rispetto a quanto sopra, oggi è in ampio subordine. Corsi di PNL e terapie, anche farmacologiche, non mi hanno fornito alcunché di aiuto. In buona sostanza, sono schiacciato da una morsa trilatera "relazioni lavorative-relazioni per il tempo libero-relazioni affettive" che ogni giorno si fa sempre più stretta. Tant'è che, arrivato al limite della sopportazione, passando giorni interi a chiedermi perché o percome, mi chiedo anche... ho sbagliato mestiere o sbagliato vita? Ogni consiglio, per il quale sin d'ora ringrazio, è ben accetto. |
Re: vita incagliata: fobia sociale?
Effettivamente per uno con problemi di socializzazione la tua professione non ti facilità di certo, per lo meno oltre un certo punto. Forse dovresti concentrarti su uno solo degli altri due campi, crearti delle amicizie solide magari. Sicuramente ti aiuterebbe a fare passi in avanti anche per tutto il resto, in fondo il problema è sempre quello, gli ambiti diversi rappresentano solo diverse declinazioni della tua incapacità di gestire le relazioni sociali. Comincia a vederti come un unico individuo in ogni situazione, e a delineare le paure comuni ad ognuna di esse.
Buona fortuna! |
Re: vita incagliata: fobia sociale?
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Poi, come conseguenza, ci sono weekend da solo, vacanze da solo, sedie del soggiorno nuove di pacca escluso quella che uso io, telefoni tristemente silenziosi dalle 20 in poi e nei festivi, etc. |
Io conosco un ragazzo che veniva a scuola con me.Adesso lavora nello studio del padre(commercialista).Nonostante sia finito li' per forza di cose e all'inizio non sia stato facile(pur lavorando sotto suo padre faceva tanti errori) ha una buona vita sociale quindi riesce ad essere sereno e ultimamente sta migliorando al punto che potrebbe lavorare anche da solo.
Devo dire che comunque dalla sua ha avuto sempre un carattere estroverso e riesce a farsi notare,è spigliato.Forse sei ossessionato dal fatto che vorresti emergere,farti vedere,vorresti sentirti un po' al centro dell'attenzione e concentrandoti troppo ad aspettare una eventuale apertura da parte degli altri che puntualmente non arriva perdi stima di te. |
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Comunque sul quel che dici sono d'accordo... anche se ad oggi il mio problema (da cui deriva quello professionale), più "a monte", è riuscire a creare rapporti umani. Non solo (o non tanto) per il lavoro, ma anche per il tempo libero. E affettivo. |
Re: vita incagliata: fobia sociale?
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Re: vita incagliata: fobia sociale?
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Tempo fa partecipai ad un seminario di PNL, dove ad ognuno chiesero qual'era il proprio traguardo di vita. Io risposi che il mio è lavorare 14 ore al giorno, guadagnare di conseguenza ed avere le compagnie e i rapporti umani per godermi tali frutti. Ad oggi sono ancora al palo. O quasi. |
Re: vita incagliata: fobia sociale?
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Forse ti troveresti meglio se cercassi di separare le tue eventuali amicizie dalle conoscenze lavorative, ti aiuterebbe a non temere troppo di poter perdere due cose, un'amicizia e una possibile collaborazione, nel caso andasse male. Fuori frequenta persone e luoghi diversi da quelli che frequentano i tuoi colleghi. Scusami se le mie ti sembrano parole un po' dure, è solo un mio spunto di riflessione. |
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Per quanto concerneil tipo leccato,non c'è niente di male ad esserlo.Pero' se lo vuoi essere e ti ci senti come hai detti tu,altrimenti diventa solo una macchietta. |
non pensi che il fatto di non essere professionalmente avviato sia la causa del "non avvicinamento" di una donna? da 25 anni in poi le c.d. "femmine" si voglion sistemare, metter su famiglia, e se non abbiamo un impiego fisso ci scartano, cazzo!
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Oltre a non essere un buon oratore: potrei stare tranquillamente seduto 4 ore a tavola con sconosciuti o meno e non riuscire a dire 10 parole. |
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Mentre stante il mio grado di preparazione e specializzazioni potrei guadagnare - diciamo - quanto un calciatore della Juventus non ma dell'Empoli si. Diciamo pure anche dell'Atalanta. Ciò per il semplice fatto che il "non saper creare relazioni", se in altri contesti può significare non trovare una donna se non scadente, o non avere 4 amici per prendere un tavolo in un locale alla moda, nel lavoro significa non trovare clienti per dare il via a una propria struttura. Oggi tutte le professioni sono sàture, e l'80% del successo lo fa la capacità di fare pubbliche relazioni: se vuoi un architetto di livello non devi prendere uno che disegna anche bendato, ma uno che in 3 mesi fa passare un progetto (magari perché gioca a tennis con l'assessore), o se vuoi vincere una causa non devi scegliere l'avvocato che sa a memoria il codice civile, ma quello che ha i figli che vanno a scuola con quelli del giudice, etc. |
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1) non voglio dichiarare "bancarotta sociale", e poi, ripeto, tutto nasce da problemi di comunicatività, e non riguarda solo il lavoro, come ho scritto prima: nel 1994 sono stato 8 mesi negli USA, dovevo starci 1 anno ma venni via prima perché non ero riuscito a farmi amici, compagnie, donne, etc.; 2) il mio è un mestiere giuridico, a 40 anni dovrei ripartire da zero. |
Insomma un po' te la suoni e te la canti.Hai un buon stipendio pero' non hai una buona vita sociale e non vedi margini di miglioramento a causa di questo.Non pensi che dovresti ridimensionare un po' le tue "ambizioni" e cercare di vivere piu' serenamente con quello che hai.Capisco le frustrazioni per il fatto che puoi essere meglio di come sei ma ad un certo punto se fai sempre un buco nell'acqua perche' non sposti le tue mire su un miglioramento dal punto di vista umano?
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Re: vita incagliata: fobia sociale?
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Direi che la mia situazione è l'opposto della tua: ho cominciato a superare gradualmente quelle ansie che mi avevano sempre impedito di vivere i rapporti umani in maniera serena, sto iniziando ad apprezzare i momenti di convivialità e a preferirli alla classica solitudine, però il lavoro resta la vera incognita. Ho sempre pensato che per apprezzare il lavoro fosse necessario apprezzare gli altri e la loro presenza, dal momento che lavorare significa interagire col prossimo, ma al momento sono ancora in fase di stallo. |
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E che i problemi professionali sono solo una delle derivazioni che la mia incomunicatività mi porta. Per quanto riguarda il miglioramento dal punto di vista umano... di grazia... che altro viene se non prima la capacità di comunicare e creare rapporti (lavorativi, ricreativi o affettivi che siano)? Fatto quello... il resto non può non venir da sé. |
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anch io studiavo economia ma ho mollato sia per lansia sia perche ho capito che in quel settore uno come me non avrebbe fatto strada.le capacita comunicative sono fondamentali , purtroppo la fobia sociale ti penalizza in tutto(donne,lavoro,amici) ma ti devi ritenere fortunato perche almeno hai un lavoro e riesci a coltivare interessi,io nella mia vita ho solo il computer e non so neanche cosa potrei fare visto che non ho mai sviluppato interessi :!: :!:
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