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La conoscenza
Sono andato troppo avanti, e sono entrato in qualcosa di più grande di me: la realtà.
Ho voluto conoscere troppo, sono stato troppo curioso. Non immaginavo potesse essere così dannoso. Che ironia. L'uomo da sempre cerca il significato della vita, e quando vi si avvicina, scopre di non avere alcuna possibilità per poterlo raggiungere. Gli manca sempre l'ultimo passo, quello fondamentale, quello che in nessun modo, sa come effettuare. Allora si volta indietro, e si accorge di aver perso tanto tempo, e soprattutto, di aver subito tante ferite, tante sconfitte, per tentare di raggiungere un obiettivo irraggiungibile. Realizzando tutto ciò, il rimorso non può abbandonarlo. Non gli resta che provare, riprovare ancora a comprendere il significato della vita, pur sapendo di non avere alcuna possibilità. Autoconvincimento necessario alla sopravvivenza. Una volta entrati in questa realtà, non si può tornare indietro. La vecchia realtà non esiste più, tanto è bella e affascinante la prospettiva della nuova realtà. Ma il gioco non vale la candela, il prezzo è troppo caro. La sola prospettiva di una realtà che, tra l'altro, non consente inversioni di marcia, non può costare tanto. La conoscenza è bella, è utile, è affascinante, apre nuove prospettive, nuovi metodi di visione... Ma bisogna sapersi fermare, accontentarsi del conoscibile. L'immensità dello sconosciuto, è meglio lasciarla perdere. Si potrebbe rimanere bloccati nel limbo della comprensione... http://vocaroo.com/i/s0JbhDsoxvTk |
Re: La conoscenza
Che vuoi dire in pratica o che senso ha il tuo messaggio?
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Re: La conoscenza
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Sono entrato in un loop di comprensione/incomprensione dal quale, ormai, non posso più uscire. Per ogni risposta trovata, si presentano mille nuove domande, e quindi, ad ogni passo avanti, la strada si allunga di altri mille passi. La strada è infinita, perché lo sconosciuto è infinito. Io ho commesso l'errore di entrarci, cosa che sconsiglio a tutti, non ne vale la pena. Per quanto possano essere affascinanti, le scoperte possibili sono davvero poche, e il prezzo da pagare altissimo. |
Re: La conoscenza
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Io all'infuori di questo loop non vedo più nulla, il mondo esterno non esiste più. Non sono nemmeno sicuro che esistano ancora gli alberi, o i fiori, o le stelle, o qualsiasi cosa. Una volta entrati, si rimane troppo affascinati dall'illusione di quella realtà così bella, talmente affascinati da non riuscire più a tornare indietro. La realtà esterna, quella "reale", non mi desta più alcun interesse. Al mattino mi alzo soltanto per compiere meccanicamente i miei doveri e bisogni, senza prendere in considerazione ciò che non è fondamentale, concentrandomi unicamente sull'obiettivo e sul modo per portarlo a termine velocemente. In questo modo, posso ritornare al più presto in quella realtà così affascinante. No, non credo che riuscirò ad uscirne, sono rimasto paralizzato, come fossi vittima di un incantesimo. |
Re: La conoscenza
Ti capisco, ora non ho voglia di scrivere su questa cosa,mi prende male solo iniziare ad articolare pensieri al riguardo.
E' in sostanza un eccesso di intellettualismo,per uscirne bisogna riconnettersi con la realtà,e a riconnetterci con la realtà è l'anima con i suoi colori. Ma noi anime quasi grige facciamo un po' di fatica... Secondo me però è possibile,ma bisogna riuscire ad accettare l'esistenza del mistero,bisogna accettare che ad un certo punto la serie dei perchè si esaurisce e resta solo il mistero. Non importa a quanti perchè hai risposto, uno o un milione non fa differenza,prima o poi ti devi fermare e accettare il mistero. |
Re: La conoscenza
Purtroppo chi entra in questo gioco rischia i disturbi ossessivi, scavare e riscavare per "sete" di conoscenza o per approfondire sé stesso portandosi al limite, ha come conseguenza una perdita di contatto.
Ti posso consigliare di aggrapparti a cose concrete e dovresti importi di non andare oltre. |
Re: La conoscenza
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Non capisco nemmeno io perché succeda, io già accetto l'esistenza del mistero, so bene che, alcune domande, non possono avere risposte a causa dei limiti mentali. Eppure, non riesco a farne a meno, ci ricado di continuo, quasi come fosse una cosa naturale, come battere le palpebre o respirare. |
Re: La conoscenza
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L'istinto di sopravvivenza mi ha indotto ad entrare nel gioco, ed effettivamente, io continuo a vivere, anche se male. Ma questo, all'istinto, non importa. Di andare oltre non ci penso nemmeno, non senza certezze, ma ho paura di essere andato già troppo avanti. Io, quando mi siedo a tavola, ci penso, quando guardo la TV, ci penso, quando vado all'Università, ci penso. La realtà concreta non riesco più ad accettarla, non mi interessa proprio. Ormai questa realtà alternativa, anche se solo percepibile, è diventata il mio unico motivo di vita. Probabilmente è per questo che non riesco più a fare a meno, c'entra sempre l'istinto di sopravvivenza. |
Re: La conoscenza
La realtà non ti piace, il mondo parallelo ti affascina ma non vuoi andare oltre perché .... è meglio lasciarla perdere (cit.)
Mi sembrano ragionamenti molto coscienti di una persona giovane che ha pochi stimoli. |
Re: La conoscenza
Forse ti capisco, mi sono molto esplorato, questo mi ha portato ad una via opposta ad un tratto, a spingermi più verso l'estro, ho iniziato a sentire il peso di me stesso, dei miei pensieri solitari, ma di sicuro non penso siano stati inutili, si fondava su di una necessità, ultimamente sono buttato in situazioni sociali che cerco di dominare, ma tengo sempre presente un eventuale crack, una rottura che potrebbe verificarsi da una spinta interna, ad un ritorno nel mio mondo interno, in un certo senso mi manca e mi spaventa al contempo, le angosce ci sono sempre per me, ma diciamo che spingersi verso una prospettiva altrui a volte ci alleggerisce, dare troppa importanza ai propri pensieri, alla propria coerenza, al proprio sistema perfetto inalterato incontaminato alla lunga Mi sono reso conto che iniziava a pesare nonostante abbia conosciuto molte cose importanti , una dialettica con sé stessi penso sia preziosa, ma in un momento positivo in un attimo positivo penso sia utile raccogliere le forze e condividere con l'altro le proprie scoperte, mettersi su di un piano più superficiale
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Re: La conoscenza
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Se potessi andare oltre, con la certezza di poter anche uscire dal loop e stare bene, allora lo farei, ma so già che non sarà così. Più andrò avanti, più il loop sarà imprigionante, e più starò male. In questo momento, non andare oltre significa limitare i danni, ma sono comunque in una situazione brutta e complicata. Purtroppo non riesco nemmeno a tornare indietro, perciò, paradossalmente dovrei andare avanti. Ma se vado avanti, sto ancora più male, perciò posso rimanere soltanto fermo. Dopo un po' mi annoio, ricomincio a pensare alle soluzioni, giungo di nuovo alla conclusione che dovrei andare avanti, e ricomincia il loop. È meglio lasciar perdere, ma ancora prima di iniziare. Una volta entrati in questo mondo, uscirne è praticamente impossibile. Non a caso, spesso certe conclusioni arrivano più in là con gli anni, quando ormai, la vita nel concreto, non interessa più. Il mio problema è stato che, la vita nel concreto, ha iniziato a non interessarmi più un po' troppo presto. |
Re: La conoscenza
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Probabilmente non le ho sapute esporre nel modo giusto, in fondo, nemmeno io le comprendo appieno. Tuttavia, a ritornare indietro non ci riesco, ritornare ad uno stato nel quale vedevo la vita concreta come l'unica realtà esistente. Non ci riesco, perché so che esiste un'altra realtà, e la percepisco anche come più interessante di quella concreta. Non posso, di punto in bianco, dimenticare la realtà alternativa, far finta di nulla e proseguire, anche se, a questo punto, vorrei poterlo fare. Ho commesso io l'errore di addentrarmi in quella realtà soltanto percepibile, ma estremamente attraente, talmente tanto da avermi imprigionato. Ma di una percezione che non diventerà mai concreta, io non mi ci faccio nulla. |
Re: La conoscenza
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Purtroppo però, al punto in cui sono arrivato, l'unico evento che potrebbe smuovere la situazione sarebbe il proseguimento della scoperta. Il loop che mi ha imprigionato è troppo pressante. Se vedo anche un solo granello di sabbia, io non posso fare a meno di collegarlo alla realtà alternativa, perché tra la realtà concreta e quella astratta, esiste una forte interconnessione. Non so se sono riuscito a spiegarmi bene. Arrivato a questo punto, anche un evento traumatico, lo vedrei soltanto come una reazione ad un qualche evento correlato alla realtà alternativa. |
Re: La conoscenza
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Re: La conoscenza
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Re: La conoscenza
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Sono entrato in un loop dove non mi interessa più niente di me nel personale, l'unico interesse è nella scoperta di questa realtà ma, paradossalmente, non posso più andare avanti, perché va oltre i limiti della mia mente. Ciò che non capisco è perché continuo a farlo, accetto già il fatto che sia impossibile andare avanti, ma non riesco in alcun modo a rassegnarmi. |
Re: La conoscenza
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Probabilmente è per questo che non riesco a rassegnarmi, nonostante sia consapevole dei miei limiti mentali. |
Re: La conoscenza
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Re: La conoscenza
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Io ho una teoria che trova una spiegazione all'esistenza della realtà "concreta" e di quella alternativa: la teoria dell'essere. Riducendo il concetto all'osso, io credo nell'esistenza di un essere che governa me e la realtà che percepisco. L'essere ha creato la realtà concreta, affinché io creda di esistere soltanto in quella dimensione, poiché la realtà concreta è anche estremamente credibile. Non conosco le motivazioni dell'essere, presumo che io faccia parte di un esperimento. In ogni caso, la realtà "alternativa" è quella dell'essere. Egli mi ha progettato con dei limiti mentali, affinché io non possa arrivare a scoprire la sua realtà, quella alternativa, poiché ciò metterebbe a serio rischio l'esperimento. Chiaramente, non posso conoscere nemmeno gli scopi dell'esperimento, pena il fallimento dello stesso. Qualsiasi cosa io faccia, qualsiasi cosa mi accada, è già scritta nel programma dell'essere. Io sono solo apparentemente libero, ma in realtà agisco secondo programmi prestabiliti, ai fini dell'esperimento. Se io domani cado e mi rompo una gamba, sarà perché, evidentemente, quell'evento doveva accadere per ottenere dati utili all'esperimento. Non voglio dilungarmi troppo, il concetto è molto più ampio, la spiegazione che ho scritto è ridotta all'osso ed ha alcuni buchi. Se a qualcuno interessa, potrei approfondire, altrimenti non vorrei infastidire scrivendo un messaggio chilometrico. |
Re: La conoscenza
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