![]() |
Il suicidio come capro espiatorio
edit
|
Re: Il suicidio come capro espiatorio
Io non ho mai pensato di farlo davvero, ma mi è capitato di pensarci. Secondo me chi è depresso, e chi fa questi pensieri, non vuole davvero morire, ma vorrebbe soltanto poter vivere senza quel terribile malessere addosso.
|
Re: Il suicidio come capro espiatorio
Guarda, non credo proprio. Anch'io ho provato tante volte, di sicuro malamente e in maniera poco efficace. Ma questo non vuol dire che non fosse un desiderio reale in quel momento, anzi. Probabilmente, se fosse davvero facile e soprattutto indolore, molti di noi troverebbero o avrebbero trovato il coraggio. Per questo credo che l'eutanasia e il suicidio assistito siano dei gesti di enorme civiltà. Siamo talmente tanti al mondo, siamo in una tale fase di sovrappopolazione mondiale, che trovo assurda questa tale ostinazione a non consentirli sempre. In fondo è pura ipocrisia: nessuno se ne sbatte dei malati, degli sfortunati, e poi però ritengono immorale concedere loro la fine della loro sofferenza.
|
Re: Il suicidio come capro espiatorio
Io non sono pigra.
Non sono nullafacente. Sto conducendo una vita priva di dignità e, sì, volentieri, se avessi una pistola mi sparerei adesso. |
Re: Il suicidio come capro espiatorio
Quote:
|
Re: Il suicidio come capro espiatorio
Ho passato dei lunghi periodi a pensarci e immaginarlo nei minimi dettagli per non lasciarmi scampo.
Ma non l'ho mai messo in pratica. Intanto per incominciare l'effettiva mancanza di mezzi per farlo in modo facile ed indolore richiedeva la vera scelta maturata di arrivare a compiere il gesto. O un raptus, che non è nella mia indole. Poi tutti i vari pensieri riguardanti le persone care, amici, etc sono un altro ottimo deterrente. Anche perchè a livello personale ho quasi vissuto la situazione dalla parte opposta, e tanto mi basta. Più di tutto credo che il pensiero del suicidio sia stato, ed in rari momenti continui ad esserlo, una forma di risposta al sentirmi senza vie di fuga. In trappola in una condizione che non muta e mi provoca sofferenza. A questo punto il pensiero che volendo, quando il dolore sarà realmente insopportabile, avrò un modo per mettere fine a tutto è quasi confortante. Paradossalmente sapere di avere un certo potere di morte sulla mia stessa vita mi ha motivato in alcuni brutti momenti a stringere i denti e tirare dritto, superandoli. Comunque, razionalmente è un'alternativa che escludo assolutamente ora come ora. Soluzione permanente a problemi temporanei. Se tali pensieri sono perstenti e rendono impossibile compiere altre azioni quando si manifestano, allora rivolgiti ad uno specialista. Sia perchè chiaramente non fanno ben supporre per la tua futura salute, sia perchè il rischio è proprio quello che alimentino una sorta di vittimismo per cui il pensiero del suicidio diviene il centro della propria quotidianità. Impedendo anche di attuare cambiamenti che allontino proprio tale pensiero. Da qualche parte ho pure un blocco note, che lascio volentieri lì, con pensieri a riguardo. Principalmente abbozzi di ciò che avrei potuto scrivere come "testamento" al momento della mia dipartita. |
Re: Il suicidio come capro espiatorio
Non credo sia per pigrizia, è la sofferenza e la rabbia che si rivolge contro sé stessi.
|
Re: Il suicidio come capro espiatorio
Ci penso da quasi 10 anni, anche se non mi sono mai avvicinata a provarci davvero, questo perché come nelle altre cose mi manca il coraggio e sinceramente rovinerei la vita anche alla mia famiglia. Purtroppo devo convivere con questo malessere che non riesco a gestire, ma a quanto pare riesco a sopportare, anche se questo vuol dire buttare via la vita perché non sto concludendo niente di niente. Mi faccio vedere col sorriso, ma dentro soffro tantissimo e nessuno lo nota. Più penso al futuro e più vorrei davvero sparire, ma come se non riesco e non voglio far star male nessuno :interrogativo:
|
Quote:
|
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 02:51. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.