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Il Punto Critico è Vicino
In questi giorni sto accusando come non mai dei segni di attacchi di panico e esperienze di depersonalizzazione.
Barcollo tra uno stato di apparente quiete a momenti in cui, come se una scossa mi attraversasse, ho attimi di brevi e intensi dove mi domando cosa io stia facendo, cosa cavolo stia cazzeggiando a fare davanti questo computer. Momenti in cui si presentano attimi di nevrosi e desidero, con tutte le mie forze, di risvegliarmi da questo incubo. Ma non è un incubo, purtroppo. In certi momenti ho come dei tremori. Mi sento debole, spossato. Vorrei tornare a letto. Ho una brutta sensazione, una bruttissima sensazione. Sto perdendo il controllo. So che non è colpa mia, so che non è finita, so che ancora posso mettermi in carreggiata, se voglio. Ma quando guardo alle mie spalle vedo che questo desiderio c'è sempre stato eppure non è cambiato nulla da anni. Troppi anni. |
Re: Il Punto Critico è Vicino
dai, piano piano, un po alla volta ci sveglieremo :bene:
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Re: Il Punto Critico è Vicino
Non mollare!:consolare:
Non guardare al fatto che hai sempre voluto e non hai mai cambiato,pensa solo che lo vuoi ora. |
Re: Il Punto Critico è Vicino
Ma ti stai curando con farmaci?
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Re: Il Punto Critico è Vicino
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Domani andrò dal medico di base e chiederò cosa fare... Sono all'ultima spiaggia. |
Re: Il Punto Critico è Vicino
quello che è stato è stato, ora BISOGNA SOLO STACCARSI DA QUESTI MALEDETTI PC, questi sono veramente il male assoluto. Al limite imporsi di usarli max 2/3 ore al giorno
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Re: Il Punto Critico è Vicino
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È bello vedere che qualcuno prende seriamente i nostri stati d'animo: un grazie a tutti, sincero e doveroso. Penso che però non dobbiamo confondere i sintomi con il malessere: se stessimo bene utilizzeremmo il computer o qualsiasi altro oggetto nel modo più coerente possibile con le nostre intenzioni. Se non stessi al computer, probabilmente starei a letto. O a guardare bovinamente la TV. Non creiamoci falsi diavoli, dunque. Sennò finiamo per peggiorare davvero la situazione: le nostre energie sono al minimo e il cervello escogita delle vie di fuga dai pensieri ossessivi e dolorosi che, senza appunto l'energia psichica, non possiamo affrontare (o magari sì, in tal caso bisogna NON FARE NIENTE). Pena venirne schiacciati. |
Re: Il Punto Critico è Vicino
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Re: Il Punto Critico è Vicino
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quando non avevo il computer da ragazzino non andavo mica fuori... sempre in casa ad ascoltare la radio, guardare la tv e leggere un paio di riviste (sempre le stesse) |
Re: Il Punto Critico è Vicino
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Mi ricordo che quella senzazione di essere "in terza persona" era molto fastidiosa, per fortuna sono stati episodi sporadici. |
Re: Il Punto Critico è Vicino
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Re: Il Punto Critico è Vicino
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Re: Il Punto Critico è Vicino
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E' un errore che faccio anch'io: mi ripeto sempre "tanto non sto poi così male" e intanto continuo a scavarmi la fossa senza accorgermene...:miodio: |
Re: Il Punto Critico è Vicino
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Re: Il Punto Critico è Vicino
Sono nelle tue stesse condizioni da anni, strizzacervelli e farmaci non mi hanno aiutato...
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Re: Il Punto Critico è Vicino
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Re: Il Punto Critico è Vicino
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Ti consiglio di provare con i farmaci, se il medico è di quel avviso s'intende, anche xchè ci vuole un pò prima che facciano effetto...più ritardi e più in là saprai se sei una persona che risponde bene alle molecole che ci sono in commercio...gli effetti collaterali nn sono importanti,in linea generale,e se sei tra quelle persone altamente ansiose su questi effetti (come lo ero io)sappi che ci sono anche formulazioni in gocce con le quali puoi cominciare con il minimo possibile...ovviamente andrebbero presi secondo la diagnosi specifica che troppo spesso viene fatta alla cacchio di cane
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Re: Il Punto Critico è Vicino
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Dovresti consultare un medico. Se soffri di depressione, la depressione è una malattia come tutte le altre e va curata. |
Re: Il Punto Critico è Vicino
Mi tratto come un incapace.
Io credo di essere un grande incapace. Un bel giorno ho cominciato a credere che tutto ciò che faccio sia inutile. INUTILE. Inutile per raggiungere i miei obiettivi. Inutile per le mie ambizioni. Io sono inutile, sono un abbietto essere inutile. Perché non piaccio, perché faccio antipatia a pelle. Perché tutto quello che dico, faccio, sento, propongo non vale un cazzo e nessuno lo ha mai trovato interessante. Ora sguazzo in questo mondo uguale sé stesso. Sono anni che mi ritrovo sempre nella stessa identica situazione e non cambia nulla. NULLA. Che ne è delle mie ambizioni? Che ne è dei miei sogni? Oggi guardo alle mie spalle e vedo quanto io sia impotente di fronte alle mie paure. Vedo quanto io mi sia rincretinito e abbia creduto alle fandonie che degli invidiosi spocchiosi del cazzo bastardi hanno cercato in tutti i modi di farmi credere. Non avevo fatto niente a nessuno, eppure ce l'avevano con me. È un po' come quel servizio andato in onda a striscia qualche giorno fa: prendi un gabbiano, è innocente. Allora lo leghi, ci attacchi un petardo, poi lo lasci andare e volare e lo scoppio di una stridente, maligna risata all'unisono si accompagna l'esplosione del petardo. La morte di un animale che ha avuto l'unica sfiga di beccare un coglione, un pezzo di merda che trova appagante infliggere del male a chi è libero. Il gabbiano era libero di volare, ma tu, brutto ciccione di una scimmia nemmeno evoluta, no. Tu sei prigioniero della tua invidia, della tua malvagità. È questa la natura intrinseca degli esseri umani: infliggere violenza quando si può, agli esseri più apparentemente deboli, più liberi, più diversi. Perché si vorrebbe essere come loro ma non si ha il coraggio di esserlo. |
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