Re: Resistenza al cambiamento
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Bella domanda,comunque. Io sono d'accordo con quella frase da te citata,ma non penso sia una regola fissa,appunto. Per quanto mi riguarda...io vivo una situazione di pseudo-stallo da anni. Ma è anche vero che alcuni piccoli progressi ci sono stati. Certo,mi sento ancora molto bloccata e,per esempio,ancora non ho una vita lavorativa,sociale,evito il più possibile...nonostante tutto questo mi provochi forti sentimenti negativi... Il problema forse è che più semplice,a volte anche a livello di energie fisiche/mentali,abbandonarsi alla resa quando si hanno delle ricadute. E magari è pure "normale". Percui...per quanto mi riguarda,è come se stessi partecipando a una corsa in cui continuamente inciampo sugli ostacoli che incontro sul percorso. E con un pizzico di speranza,magari non significa che poi non possa comunque arrivare alla fine di questo percorso. Già il fatto che si prenda coscienza che un problema c'è,comunque,ha una sua importanza. Per questo mi chiedo se...in realtà non ci sia già un cambiamento in atto in molti di noi...nonostante tutto il tempo passato a portarci sulle spalle il nostro malessere... :pensando: (Mi scuso in anticipo con chi non più esattamente ragazzino potrebbe leggere il mio discorso come un discorso "ingenuo" o che so io. Voglio solo sperare che la vita non sia un timer,un compito da portar a termine in tempi prestabiliti. Spero vivamente che a prescindere da quante difficoltà una persona possa vivere ci sia sempre una possibilità. Anche fosse a ottant'anni,ecco. Lo spero per tutti voi e per me stessa. :bene:) |
Re: Resistenza al cambiamento
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Re: Resistenza al cambiamento
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Spesso il miglioramento non si riesce ad attuare in quanto gli obiettivi che ci si pone sono al di là delle nostre possibilità attuali. Il fallimento (di cui parla ottimamente l'utente Filosofo in questo thread) ti dà anche la possibilità di rivedere l'importanza dei tuoi obiettivi, in ottica di ridefinirli allo scopo di non mettere il carro davanti ai buoi. Faccio un esempio che probabilmente riguarda o ha riguardato parecchi iscritti di FS: il problema successo con le donne. Su alcuni forum di pickup art ho letto e conosciuto persone che avevano evidenti problemi di relazione sociale (alcuni erano anche iscritti qui su FS). I percorsi di affinamento della cosiddetta "arte del rimorchio" prevedono esercizi costanti e di crescente difficoltà che sono inattuabili se una persona non ha una padronanza almeno basilare dei rapporti sociali. Cioé, detto esplicitamente, è inutile fermare una ragazza per strada per esprimerle interesse conoscitivo, se non si è in grado neanche di sostenere una conversazione basilare con un collega o un compagno di corso. Dove una persona socialmente "normale", passatemi il termine, può apprendere dai propri errori e non essere eccessivamente traumatizzato da un certo numero di esiti negativi, la persona con lacune nell'intelligenza sociale subirà solo il dramma del fallimento senza riuscire ad apprendere i motivi dei suoi errori. Questo vale anche in altri ambiti, come la ricerca del lavoro, il successo in un'attività hobbystica, lo studio, ecc. Se si vuole imparare a correre bisogna prima imparare a camminare. Per darti un'indirizzo funzionale all'analisi (e spero tanto per te alla risoluzione) del problema, dovresti informarti su come recuperare l'autostima. Dal momento che è un percorso che pure io sento di dover affrontare, può darsi che decida di aprire un thread in merito a tal fine. Stay tuned :bene: Costruendo la base potrai a quel punto sfruttarla per lanciarti verso obiettivi maggiormente ambiziosi (dei quali se ti va puoi parlare, mi interessa molto capire quale vorresti raggiungere ma per il quale non riesci ad esercitare azioni attuative). |
Re: Resistenza al cambiamento
L'autostima ce l'avevo fino a qualche anno fa, quando davo la colpa di tutto alla società (che in una certa misura è anche giusto), poi di colpo ho focalizzato tutte le colpe su di me, e questo ha affossato l'autostima. Dovrei tornare a dare la colpa alla società.
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Re: Resistenza al cambiamento
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Ci deve essere secondo me, una vera empatia, affetto e amicizia verso chi in quel momento ha bisogno, poi in un secondo momento sarà reciproco . Psichiatri e psicologi sono solo i mezzi per raggiungere questi scopi. |
Re: Resistenza al cambiamento
nella mia esperienza la spinta al cambiamento è venuta solo in quei momenti in cui sentivo di non avere nulla da perdere, che qualsiasi cosa sarebbe stata meglio della situazione in cui mi trovavo e quindi trovavo la forza di muovermi in una qualche direzione.
però sono sempre stati movimenti che non mi hanno portato veramente a spostarmi dal punto in cui mi trovavo, quella che io chiamai danza dell'idiota, due passi avanti e due passi indietro. perchè nel momento in cui ti risollevi, allora ti rilassi e torni ad adagiarti sugli allori, a fermarti, e fermarmi significava ritornare sul fondo. diciamo un po' come qualcuno che se ne sta sott'acqua e a un certo punto sente di non respirare più, è costretto a muoversi e tornare in superficie per prendere un po' d'aria, e quindi si sbraccia come un matto, poi quando ha respirato a sufficienza si ferma, e quindi sprofonda di nuovo. ecco pensando questo mi viene da dire che i veri cambiamenti non possono avvenire in seguito a una crisi, non penso si tratti di cambiamenti, ma solo di reazioni del momento a qualcosa, che quindi si spengono nel momento in cui non c'è più quella cosa (ad esempio il periodo buio) contro cui reagire. il vero cambiamento forse lo si può avere quando si fa la SCELTA di agire e non perchè ci si sente costretti dal non avere più nulla da perdere, dal non avere più aria nei polmoni. per restare alla metafora scema: bisogna riuscire ad approdare sulla terraferma, oppure trovarsi un salvagente resistente, o un ritmo di nuotata costante che quanto meno ci consenta di restare a galla, quando ci sentiamo stanchi e che non ci depredi di troppe energie. :pensando: |
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