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Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
Che situazione è? E' quella in cui cominci ad avere paura di qualcuno che può avere potere su di te e che ti può punire. Basta pensare a un errore o a un'inadempienza, perché un iniziale piccolo timore si trasformi, giorno dopo giorno, in angoscia.
Mi capitò quando mi accorsi che avevo la patente scaduta da due mesi. Al rinnovo c'era la commissione e io temevo sempre più che mi facessero domande. E mi preparavo risposte difensive, giustificazioni, del tipo "io lavoro a casa e non ho circolato". Ma fu un'inferno, fino al giorno della prova, dove ho scoperto che quasi tutti quelli in attesa erano nella mia stessa situazione. Morale: è un conflitto. Sembra strano? No! Un conflitto non vuol dire solo avere intenzioni offensive, ma anche difensive. Anche nelle guerre reali, esistono paesi che fanno guerre puramente difensive. Ma sempre guerra è. Continuare ad articolare argomenti giustificativi immaginari, alimenta una situazione di conflitto; solo che non ce ne rendiamo conto. Più allertiamo le difese, più sentiamo la minaccia e più erigiamo barriere. Soffocante:alla fine non si pensa ad altro dalla mattina alla sera. La soluzione è smettere di difendersi. Rinunciare a giustificarsi, rinunciare a prepararsi a questo o quel colpo che secondo noi ci potrebbe arrivare. Dobbiamo stroncare subito queste catene di pensieri. Dobbiamo pensare che non siamo in guerra, ma solo che ci sono dei problemi. Allora risolviamoli; gli scudi non servono. |
Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
sono d'accordo! io ultimamente uso molto dire che mi sono sbagliato a fare una cosa o mi sono dimenticato e chiudo li la frase, ovvero non mi va di giustificarmi oltre.
se devo pagare perché ho combinato o violato e per legge devo pagare, pagherò ma poi non rompetemi più le balle plaese! |
Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
Mi fa piacere che ti sia così semplificato la vita!:)
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Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
magari ci fossi riuscito....sarei un mago.... sto provando:)
però il concetto è che ritengo la semplificazione un ottimo mezzo per alleggerire in generale.... boh chissà.... |
Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
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Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
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Un conflitto magari c'è quando si hanno intenzioni un po' contrastanti non quando ci si aspetta un peggio che poi potrà verificarsi con scarsissime probabilità (secondo le stime di altre persone e argomenti non quelle di chi teme il peggio) Ho visto un film di recente che trattava proprio questo argomento qua, ed è uno dei film più inquietanti che ho visto negli ultimi tempi... "Take Shelter" (che dovrebbe significare "Cercare riparo"... "Rifugiarsi"). E' la storia di un uomo che conduce una vita grosso modo normale che un po' alla volta inizia ad essere ossessionato dall'arrivo imminente di una tempesta violenta che metterà in pericolo lui e i suoi cari. L'uomo scivola nel disagio mentale senza riuscire a trovare appigli o forme di aiuto valide che riescano ad arginare questi suoi timori irrazionali, proprio però quando decide di fidarsi di quel che gli dice la moglie e si lascia convincere ad essere aiutato rinunciando all'idea di dover disporre di un rifugio antitempesta... :mrgreen: Penso che per chi avverte certe sensazioni risulta davvero difficile riuscire a capire di cosa fidarsi. Bisogna fidarsi di quel che si sente, del proprio istinto che suggerisce all'individuo che c'è un pericolo, o di quel che dicono e sostengono le altre persone e che non bisogna preoccuparsi a preparare difese appropriate perché non c'è nulla da cui doversi difendere? Io spesso ci ho riflettuto e per me è problematica la cosa, non è così ovvio dare risposte così nette relative all'abbandonare certi strumenti di difesa. Ci sono spesso anche dei buoni motivi per tenerle in piedi certe difese. Comunque risulta interessante questo argomento. E' l'intuito che lotta con la parte analitica della mente, ma chi dei due ha una forma di ragione definitiva io non saprei dirlo con certezza, pare che, a seconda dei casi uno dei due ci prende, il problema è che risulta difficile distinguere i casi in cui bisogna fidarsi di quell'istinto che ci suggerisce che qualcosa non quadra, ed è davvero così, da quelli in cui questo intuito ha preso solo una gran cantonata e viene mortificato giustamente dalla razionalità più formale. |
Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
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Mi sento solo di aggiungere qualche rapida osservazione molto retorica ma valida... C'è la colpa e c'è il dolo ed errare è umano. A meno che gli errori non siano dolosi, non c'è da rimproverarsi nulla o essere troppo severi con sé stessi. La giustificazione non è sempre il male o una forma di difesa: talvolta è il giusto iter per il confronto su un errore commesso. Talvolta ci sono anche corresponsabilità ed è giusto distribuirle. Infine, riguardo al problema e le soluzioni, non sottrarti alle tue responsabilità scaricando la ricerca di una soluzione a chi ti pone il problema. Ci può essere questo scenario ma, a mio modo di vedere, è l'eccezione e non la regola. La maggior parte dei problemi non obbliga in alcun modo chi pone il problema a fornirne la soluzione, altrimenti chi lamenta il problema se lo potrebbe benissimo risolverebbe per suo conto. |
Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
If you're going through hell, keep going." - Winston Churchill
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Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
Liuk, molte grazie per il tuo apprezzamento :timidezza:
Nelle dinamiche reali, se uno è arrabbiato e l'altro si giustifica, questi ottiene solo l'effetto di far arrabbiare ancor più l'altro. Perché? Che c'è di male nella giustificazione? Non è mica una reazione. Si, ma è lo scaricare la colpa su qualcos'altro, o peggio su qualcun altro, a meno che non sia una causa di forza maggiore (un treno con due ore di ritardo, ecc). Qualsiasi cosa sia accaduta, è meglio assumersene le responsabilità, MA si può spiegare il perché delle nostre scelte. Questo modello comportamentale è ben noto all'Estensore della Bibbia. E' perciò antico quanto il mondo: infatti Dio dice: "non avete forse mangiato dell'albero da cui vi avevo proibito di mangiare?" E Adamo risponde: "è stata la donna che me lo ha porto"; e subito dopo Eva dice: "è stato il serpente". Quando rimprovero un allievo (un adolescente) perché ha lanciato un borsellino, lui obietta: "si, ma me lo aveva tirato Pinco Pallino!" E io mi arrabbio ancor più , e gli rispondo: "assumiti la responsabilità di quello che hai fatto TU. Agli altri ci penso io!":moltoarrabbiato: |
Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
Il fatto curioso è che vedo già nei ragazzini di 10/13. anni alcuni vizi degli adulti.
E' un po' triste. |
Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
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Si ma ognuno la deve stroncare per sè "la catena di pensieri". Nessuno ci può accompagnare, è un lavoro individuale. :nonso: Te e la catena di pensieri e nessun altro. |
Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
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Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
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IRL la persona accusatrice si ricordera per sempre l'accaduto e verrette etichettate a vita come degli incapaci. Mi e capitato che anche quando correggevo oppure facevo la cosa giusta mi guardava con un sguardo disprezzante :moltoarrabbiato: SE vi giustificherete ce sempre un dubbio che potrebbe scagionarvi almeno nella mente della persona accusatrice. Si potrebbe fare eccezioni con persone di famiglie . Nel rapporto con noi stessi invece dobbiamo essere piu diretti ( parlo per me almeno) ma questo dipende anche dal modo in cui il cervello manda i segnali quindi non so a chi lo dico. |
Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
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Il ragazzino aveva una certa ragione per me, e la sua difesa per ottenere un ridimensionamento della responsabilità morale che volevi attribuirgli o scaricare per intero su di lui risulta corretta in questo caso. Dire "tizio è responsabile di questo atto" non indica "quanto debba esser considerato responsabile in senso morale" ed un rimprovero è relativo sempre ad una valutazione obiettiva di questo "quanto". Supponiamo che io di punto in bianco inizi a prendere a mazzate qualcuno ed assumiamo che in casi del genere ho responsabilità morale 100. Ora se un tutore dell'ordine viene a rimproverarmi a causa del fatto che ho preso a legnate qualcuno (l'atto è lo stesso) - avendo osservato solo questa cosa qua - e io poi gli spiego "ma guarda che l'altra persona ha iniziato lei a prendermi a legnate per prima" e appurato che dico la verità questo fa orecchie da mercante e vuole attribuirmi ancora la stessa quota di responsabilità morale di prima, cioé 100, il tutore dell'ordine per me si sbaglia. Se una persona che aggredisce di punto in bianco ha responsabilità 100 non risulta equo per me attribuire la stessa quota di responsabilità a chi reagisce ad un'aggressione (là dove non ci sono forze capaci di impedire che questa aggressione abbia luogo), la responsabilità da attribuire a questa persona va ridimensionata e deve esser minore rispetto alla prima. Può essere scorretto reagire là dove già è intervenuto un tutore a bloccare sul nascere l'aggressione, ma se i cosiddetti tutori dell'ordine dormono ci si dovrà pur difendere in qualche modo. La spiegazione dell'adolescente non risulta irrilevante nel determinare poi le responsabilità morali secondo me, il fatto che non se ne voglia tenere in nessun modo conto risulta estremamente iniquo per me, è il solito atteggiamento di certe autorità che non vogliono troppe scocciature. Il fatto che poi l'abbia lanciato quella persona il borsello è chiaro, non ha mica negato quel che ha fatto, ha solo fatto notare a te la dinamica completa per difendersi giustamente da un rimprovero indirizzato soltanto a lei (e ha fatto bene, se poi l'insegnante queste cose non le ha osservate proprio). La responsabilità morale dei possibili danni causati da un atto non viene individuata o determinata solo in base a quel che si fa, chi ragiona così ragiona male e non osserva come viene attribuita generalmente la responsabilità morale. A me risulta chiaro che moralmente A e B non sono sempre ugualmente responsabili di certi effetti causati dalle loro azioni solo in relazione al fatto che hanno agito in modo simile sotto certi aspetti, quel che hanno fatto va contestualizzato all'interno di tutta la dinamica e tutte le motivazioni (altrimenti metteremmo sullo stesso piano una persona che aggredisce un poliziotto con un'arma e il poliziotto che risponde all'aggressione con la stessa arma). In base a tutto questo magari uno dei due potrebbe anche uscirne completamente deresponsabilizzato in termini morali o legali, perciò non è mai irrilevante il contesto e la dinamica dei fatti. Per questo prima di rimproverare, e quindi condannare qualcuno, in base a quel che ha fatto, bisogna contestualizzare in che circostanze tutto questo è avvenuto, chi non vuol tenerne conto di queste cose e parla di responsabilità morale come se questa venisse attribuita alle azioni in sé, per me si sbaglia. |
Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
Ciao XL,
i ragazzini non hanno senso prospettico del reale. Quando metto una nota per un dato comportamento, protestano: "ma ci sono anche gli altri". Si, ma io ho controllato le sue azioni di disturbo già da mezz'ora, quindi la mia nota non è solo per il fatto istantaneo, ma matura prima. Il ragazzo invece dimentica il casino che ha fatto. Grazie... |
Re: Trovarsi all'Inferno e non trovare l'uscita
Difesa impaurita, perché?
Noi sappiamo che, rispetto a una minaccia, abbiamo solo quattro risposte, le prime due mettono in circolo nel corpo l'adrenalina; e sono: Attacco Difesa Fuga Trattativa Attacco, difesa e fuga, sono evidentemte piu istintivi e quindi più profondi e potenti e quindi prevalgono subito, e rischiamo di rimanerne prigionieri. In realtà, il più delle volte, è praticabile la trattativa. Le situazioni si possono spesso buttare in politica , cioè a compromessi accettabili. Consideriamo che , se anche l'altro ha realmente intenzione di attaccare e ne ha la forza, non ha voglia di cercare lo scontro, se capisce che può ottenere i suoi scopi prevalenti, senza i rischi di una guerra. Perché in fondo, anche il debole si difende e uno scontro non sai mai dove può portare... |
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