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Originariamente inviata da bardamu
Sono d'accordo, l'invidia è uno dei sentimenti più chiari e utili. Bisogna sapere con precisione ciò che si vuole per poterlo invidiare. La sua stigmatizzazione nasce dal pensiero errato che se una persona è invidiosa, farà di tutto per attaccare l'oggetto della sua invidia e distruggerlo. L'invidia è qualcosa che ci fa star male, perchè ci mette davanti ad un nostro desiderio insoddisfatto, che tendiamo a reprimere per non dover fare i conti con altre parti di noi. E' sempre più facile illudersi di non volere una cosa, piuttosto che rimuovere gli ostacoli che ci impediscono di ottenerla. Chi invidia, si trova davanti al conflitto fra il voler abbassare l'altro al suo livello (togliendogli l'oggetto dell'invidia) e il raggiungerlo o superarlo (acquisendo anch'egli tale oggetto), per questo è un sentimento molto stimolante. Sta alle scelte di ognuno sfruttarlo o meno in maniera positiva. Chi non riesce a guardare le coppiette felici (ogni coppietta, indistintamente) sta semplicemente scegliendo di proteggersi rimanendo nell'illusione. Si è soli alla stessa maniera, davanti ad una coppietta come nella propria stanza. Non riuscire a provare felicità per loro secondo me è una cosa diversa...dobbiamo veramente essere felici per due perfetti sconosciuti solo perchè si baciano? Ci viene detto che amare gli altri è una cosa bella, indistintamente, ma perchè li devo amare a prescindere dal conoscerli o meno, solo perche sono una coppia? Questa è una MITIZZAZIONE della coppia, le coppie non vanno ammirate ed amate a prescindere. Per coloro che ostentano il proprio amore provo fastidio anch'io, mi stanno sulle scatole quelli che ripetono "dio quanto la amo, quanto siamo innamorati, è l'amore della mia vita". Gridare l'amore al mondo intero è sintomo di varie cose come insicurezza, egoismo, narcisismo, scarsa sensibilità. Però l'altro giorno sono entrato in una libreria e i due ragazzi che la gestivano si vedeva chiaramente che stavano assieme, da come si guardavano e tutto il resto. Mi hanno fatto molta tenerezza e ho pensato che mi sarebbe piaciuto vederli baciarsi.
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Sono d'accordo con la tua analisi dell'invidia.
Però non sono d'accordo con la tua generalizzazione (a meno che non sia fuzzy) che chi manifesta fastidio osservando le coppiette stia investendo nel modo sbagliato sulla sua invidia.
Il simbolo del se', pur producendo una rappresentazione unitaria della nostra identità, deve mediare tra diverse pulsioni, quindi non deve necessariamente prendere una posizione tra
1) scegliere di essere felice per le coppiette
2) scegliere di essere rancoroso con le coppiette
Dipende dal contesto, da quello che le coppiette ispirano al soggetto, e dal modello di riferimento del soggetto.
Se io osservo le coppiette da un livello sociologico individualista (in cui il protagonista è l'individuo e le sue emozioni), provo gioia per loro.
Se invece osservo il comportamento delle coppiette dal meta-livello sociologico, in cui i comportamenti dei singoli generano lo stato fisico del sistema socio-dinamico, allora tenderò ad ammonire i comportamenti delle coppiette che, a mio giudizio analitico, rendono il corteggiamento un gioco sleale.
Dipende dall'interesse che ho: se ho l'interesse di analizzare il meta-livello socio-dinamico accentuerò le proprietà negative del corteggiamento, se invece resto nel livello individualista manifesterò la mia felicità.
Poi può accadere che io osservi la coppietta dal piano individuale, poi però, la coppietta, manifesta comportamenti che proiettano la mia attenzione al meta-livello socio-dinamico (come quelli che ti infastidiscono che hai descritto) e allora la mia reazione diventa la (2) e non più la (1).